30 dicembre 2008

La campagna di disinformazione finalizzata alla demonizzazione della figura maschile, in atto ininterrottamente da 40 anni, utilizza diversi filoni.
Uno dei più inflazionati è il postulato della violenza maschile come “prima causa” della morte delle donne.

Con ogni mezzo ci si affanna a propagandare la mistificazione, col risultato che radio, tv e carta stampata grondano il medesimo messaggio artefatto e privo di ogni fondamento: in Italia la violenza maschile è la prima causa di morte per le donne.

Senza nulla togliere al dolore che i familiari provano per ogni vittima di morte violenta, a prescindere dal genere, proviamo ad analizzare su quali fondamenta scientifiche poggia la propaganda vittimistica unidirezionale.

E’ curioso notare come la prima causa di decesso in Italia vari a seconda di ciò che si vuole, al momento, mettere sotto i riflettori: nei servizi giornalistici degli ultimi anni la prima causa di decesso è stata il cancro, oppure l’infarto, gli incidenti stradali, il diabete, le malattie infettive, il fumo attivo e passivo, l’alcool …

Quando parla l’oncologo il cancro è il principale fattore di rischio, quando parla il cardiologo il principale fattore di rischio diventano le malattie cardiocircolatorie, quando invece parlano soggetti indottrinati alla logica persecutoria antimaschile, ecco pronta la mistificazione preconfezionata della violenza di lui che uccide lei.

Propaganda, non informazione.

Paul Joseph Goebbels, Ministro della Propaganda nonché esperto di comunicazione del III Reich, ha reso celebre la teoria: “prendete una bugia e ripetetela mille volte: diventa una verità”.

E’ esattamente ciò che viene messo in atto dalla campagna di criminalizzazione antimaschile.

Ne risulta, infatti, che la violenza maschile come prima causa di morte delle donne viene arrogantemente divulgata (e passivamente accettata) senza il minimo riscontro nei dati ufficiali disponibili e – curiosamente – senza alcun accenno di verifica da parte degli infervorati divulgatori.

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Indagine Multiscopo ISTAT sulle cause di morte (2002)
In Italia un totale di 560.390 decessi, di cui:
Maschi: 279.296
Femmine: 281.094

Non si tratta di dati reperiti clandestinamente a costo di faticose ricerche, sono griglie consultabili da chiunque presso il sito ufficiale dell’ISTAT www.istat.it

Per omicidio e lesioni provocate intenzionalmente da altri (codice descrittivo dell’Indagine: BE77) sono morte in Italia, nel 2002, 560 persone, di cui
Maschi: 401
Femmine: 159

159 decessi su un totale annuo di 281.094 (0,06%)

Non c’è l’intenzione di sottovalutare l’importanza dei 159 decessi, è necessario provare grande partecipazione per il dolore di quelle 159 famiglie ed esprimere ferma condanna nei confronti di autori/autrici dei gesti criminali.

Ma il focus è un altro, da individuare nelle rilevazioni statistiche: questo sarebbe ciò che il pensiero dominante vuole imporci come prima causa di morte delle donne.

Il 28 giugno 2008 l’ISTAT ha inoltre pubblicato le stime preliminari di mortalità per cause, comparando i dati 2003 (definitivi) ai dati 2006 (stime).

Per questa proiezione l’ISTAT ha usato un metodo diverso, accorpando sotto la voce “cause accidentali e violente” eventi di varia natura. La voce quindi comprende vittime di suicidio, rapine a mano armata, incidenti stradali, incidenti domestici etc.

Anche il sottogruppo violenza in famiglia è compreso nella voce “cause accidentali e violente”.

CAUSE DI MORTE

Decessi (numero)



Tassi stand. per 10.000

20032006
20032006

FEMMINE






Tumori71.01173.757
20,7120,27
Tumori maligni dello stomaco4.6434.369
1,311,16
Tumori maligni del colon, retto e ano8.0058.532
2,292,29
Tumori maligni della trachea, bronchi e polmoni6.4317.297
1,922,07
Tumori maligni della mammella della donna11.46111.480
3,463,28
Diabete mellito11.96011.270
3,232,78
Malattie del sistema nervoso11.19910.946
3,022,71
Malattie del sistema circolatorio135.855123.643
34,9528,79
Infarto del miocardio15.35514.374
4,123,53
Disturbi circolatori dell'encefalo41.57136.693
10,708,54
Malattie del sistema respiratorio17.82314.929
4,593,49
Malattie dell'apparato digerente11.85711.444
3,252,90
Cause accidentali e violente10.0979.783
2,792,49
Altre cause28.28126.846
7,436,43

298.083282.617
79,9769,87

Dallo schema emerge una flessione, seppur minima, delle proiezioni 2006 rispetto ai dati 2003.
Inoltre il dato complessivo (non solo omicidio ad opera del partner) è in ogni caso ben lontano da costituire il primo fattore di rischio per i soggetti di genere femminile, rappresentando circa il 2,5% del totale.
Se L’ISTAT scorporasse la sola voce omicidio ad opera del partner, o ex partner, si avrebbero valori percentuali ancora minori, verosimilmente inferiori all’ 1% a conferma dei dati relativi al 2002.
Va infatti ricordato che nella percentuale del 2,49% sono comprese anche donne uccise da altre donne, siano esse madri, sorelle, figlie o nipoti, come anche colleghe, rivali in amore, compagne di università, partners lesbo e altro ancora.
Ci auguriamo che tale suddivisione venga pubblicata quanto prima, per avere una documentazione ancora più definita.

In conclusione: che la violenza maschile costituisca la prima causa di morte delle donne non è mai emerso da alcuna indagine dei maggiori istituti di ricerca pubblici o privati.
Non lo ha mai detto l’ISTAT, l’Eurispes, il CENSIS; non lo ha mai detto alcuna ricerca universitaria….

Lo dice Telefono Rosa.
Però lo dice spesso, lo dice sempre, lo dice ovunque…. e fa proseliti, che si accodano bovinamente al coro senza mai preoccuparsi di documentare l’attendibilità di quanto affermato.

Un inganno colossale o - per chi preferisce - propaganda, mistificazione, terrorismo psicologico ….. certamente non può in alcun modo essere definita “informazione”
Una informazione serena, obiettiva ed imparziale risponde a criteri decisamente diversi.


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