10 ottobre 2009

Milano, le gang delle cattive ragazze
Cresce il bullismo in rosa

Sono responsabili del dieci per cento dei reati di lesioni

Aggrediscono, picchiano e rapinano le coeta­nee per strada e a scuola. Le co­stringono a consegnare il giubbi­no, il cellulare, l’iPod o qualun­que altra cosa attiri il loro desi­derio predatorio irrefrenabile. Spregiudicate, sfrontate, spesso alticce, se non ubriache o perfi­no drogate, nelle tasche dei jeans alla moda o sotto le gonnine a vi­ta bassissima qual­che volta nascondo­no un coltello. Sono le ragazze violente, le protagoniste del «bullismo al femmi­nile », un fenomeno metropolitano che, poco conosciuto fi­no a qualche anno fa, sta crescendo in modo allarmante tra le giovanis­sime. I dati annuali raccolti dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Milano — ma la situazione è si­mile in molte altre aree italiane — registrano una lieve generale riduzione dei reati commessi dai ragazzi al di sotto dei 18 an­ni, ma l’incremento di quelli a carico delle «cattive» ragazze di nazionalità italiana è notevole. Se fino a uno-due anni fa le stati­stiche stilate in questo periodo in vista dell’inaugurazione del­l’anno giudiziario di gennaio parlavano di pochissimi episo­di, ora per reati come le lesioni personali il 10% dei minori che finiscono sotto indagine è di ses­so femminile. Il bullismo è in crescita.
Nella sua relazione, il procuratore Mo­nica Frediani, infatti, scrive che è «sempre maggiore il ricorso da parte dei ragazzi alla violenza quale strumento di sopraffazio­ne, prevaricazione e risoluzione di contrasti anche banali». Il ma­gistrato sottolinea «la serietà e la qualità dei reati commessi, la diffusa legittimazione dell’uso della forza o della minaccia nel­le dinamiche relazionali che tra­spare dagli interrogatori» dei minori. Tutto condito da «una facile e generalizzata assunzione di stupefacenti e alcolici». E per di più i ragazzi non sono in gra­do di «cogliere il disvalore socia­le » di quello che fanno e, quin­di, di avviare «un processo di spontanea e sincera rielaborazio­ne ». Il 58% dei minori coinvolti in procedimenti penali a Milano so­no italiani. Molte volte proven­gono da famiglie in difficoltà, ma tante altre sono cresciuti in nuclei benestanti e del tutto «normali» ma che, al pari delle prime, non sono stati in grado di dare «riferimenti educativi e culturali» ed hanno cresciuto i fi­gli in una situazione di abbando­no morale». In un anno le lesio­ni personali sono passate da 364 a 434, le estorsioni da 20 a 29. Le rapine sono scese da 280 a 251 (più altre 65 solo tentate). Sono i reati tipici dei bulli e il calo del­le ultime non deve trarre in in­ganno: la paura di ritorsioni po­trebbe aver suggerito che è me­glio non parlare, tant’è vero che ben 169 fascicoli sono contro ignoti. Nel bullismo «prevale l'uso della violenza e della minaccia ri­spetto al fine di lucro poiché og­getto dell'impossessamento con­tinuano ad essere beni di modi­co valore e simbolici». Un feno­meno che «non accenna a dimi­nuire », nonostante lo sforzo dei magistrati per i minorenni, del­la scuola e dei servizi sociali. E che anzi, nella sua variante al femminile, pur rimanendo anco­ra molto minoritaria, conosce un boom inquietante. Tant’è vero che sono 63 i nuo­vi fascicoli per lesioni volonta­rie a carico di ragazze italiane (erano 43 e 52 nei due periodi precedenti), 26 su percosse, 100 per minacce e ingiurie, 11 mole­stie (prima una sola) e 9 per por­to di coltello (erano 3). Non hanno a che fare con i bulli, ma sono aumentati gli omicidi, che da 7 sono raddop­piati a 14 (12 solo tentati) men­tre sono diminuite lievemente le violenze sessuali (da 68 a 64), però ben dieci sono di gruppo. Desolante in questi casi la reazio­ne dei ragazzi maschi sotto accu­sa che non riescono neppure a comprendere le loro responsabi­lità e a capire il dramma delle vittime delle loro violenze. Uno scenario in cui si inquadrano an­che gli 8 fascicoli aperti dopo che alcuni minori hanno diffuso via internet immagini pedopor­nografiche realizzate mentre fa­cevano sesso con ragazzine. Le cause di questi comporta­menti devianti? Frediani scrive che stano nelle «carenze educa­zionali e affettive, spesso nem­meno percepite dai genitori, abi­tuati a delegare ad altri, preva­lentemente alla scuola, i compi­ti di educazione e crescita dei fi­gli e troppo spesso occupati a soddisfarne solo le esigenze ma­teriali ».

link alla notizia
http://www.corriere.it/cronache/09_ottobre_10/guastella-milano-gang-ragazze_df0d174a-b567-11de-8656-00144f02aabc.shtml


Nessun commento:

Posta un commento