29 dicembre 2023

Palma di Montechiaro (AG). La Polizia di Stato esegue un provvedimento di custodia cautelare in carcere per i reati di calunnia e deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso.

La Procura di Agrigento ha chiesto l’arresto di S. S., 50 anni (difesa dall’avvocato Giuseppe Vinciguerra), che ad inizio dicembre denunciò di essere stata aggredita dal marito, S. G. M., 48 anni, (assistito dal suo legale Calogero Sferrazza) che avrebbe anche tentato di sfregiarla con l’acido. Secondo le risultanze investigative odierne, la vicenda sarebbe avvenuta al contrario e cioè che lei avrebbe provato a sfregiare il marito con l’acido. E puntuale è arrivato il provvedimento del Gip, Micaela Raimondo che ha ordinato l’arresto della 50enne, spedendola nel carcere Petrusa di Agrigento, accusata di aver ferito in maniera grave l’ex, lanciandogli l’acido contro. Le accuse mosse con specifica richiesta, del 26 dicembre scorso alla donna, dal pubblico ministero Maria Barbara Grazia Cifalinò sono di lesioni personali gravissime (sfregio permanente) e calunnia aggravata. M. si è sempre proclamato innocente ma nonostante ciò, lo scorso 5 dicembre è stato arrestato e trattenuto nel reparto grandi ustioni dell’ospedale Cannizzaro di Catania. L’uomo durante il periodo di detenzione ospedaliera ha subito già un paio di interventi chirurgici per ridurre l’entita delle ferite. M. aveva dichiarato nella immediatezza dei fatti: “E’ stata lei a cercarmi per riappacificarsi ed è stata lei ad aggredirmi e a buttarmi l’acido addosso”.  Oggi questa versione ha ribaltato le accuse. Ma non si hanno notizie al momento di provvedimenti tesi alla restituzione della libertà per S. G. M.. La versione della donna  è stata diametralmente opposta, come detto, a quella della del marito trovando una prima conferma nel provvedimento di cattura spiccato nei confronti dell’uomo. La 50enne aveva infatti dichiarato di essere fuggita in una struttura protetta dopo avere subito violenze e maltrattamenti insieme alla figlia nata da un precedente matrimonio e indicata anche lei come “parte offesa”. Quella mattina, inoltre, avrebbe commesso l’imprudenza di contattarlo per concordare la consegna di alcuni oggetti della figlia che erano rimasti nell’abitazione e sarebbe stata aggredita con dell’acido che le ha provocato ustioni e sfregi permanenti al volto. La donna ha detto di averlo cercato, dopo la collocazione nella struttura protetta, perchè voleva che lasciasse traccia delle violenze commesse attraverso i messaggi. Poi, una serie di interviste rilasciate anche alla Rai aveva mostrato una donna diversa da quella che aveva denunciato il marito. 

Alla base del nuovo provvedimento di cattura ci sarebbero attività investigatigve svolte dal personale del Commissariato di Palma di Montechiaro guidato da Maria Lucia Lombardo, intercettazioni soprattutto che hanno svelato agli inquirenti una realtà diversa da quella narrata. La bottiglia di acido poi versato sull’uomo si sarebbe rivelata la prova schiacciante: sembra che ad acquistarla non sia stato Morgana. E le intercettazioni hanno fatto il resto consigliando il pm Cifalinò a richiedere l’arresto senza aspettare gli accertamenti irripetibili già fissati per i primi di gennaio.

Nella serata di ieri, 28 dicembre 2023, a Palma di Montechiaro (AG), personale della Squadra Mobile e del locale Commissariato di P.S. ha dato esecuzione ad un’ordinanza emessa, in pari data, dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Agrigento, con la quale è stata disposta l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere a carico di una donna di Palma di Montechiaro di 50 anni.

La donna è indagata per i reati di calunnia e deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, di cui agli artt. 583 quinquies e 368 del codice penale, commessi, in data 5 dicembre 2023, in danno dell’ex coniuge, anch’esso di Palma di Montechiaro, di 48 anni.

Nello specifico, il 5 dicembre 2023 la donna aveva denunciato il suo ex marito, asserendo di essere stata aggredita con l’utilizzo di una sostanza corrosiva.

L’uomo era stato tratto in arresto nella quasi flagranza del reato di tentata deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso.

Le indagini, subito intraprese dalla Squadra Mobile e dal Commissariato di P.S. di Palma di Montechiaro, sotto la direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento, hanno portato a rovesciare il quadro accusatorio inizialmente prospettatosi a carico dell’uomo.

Ulteriori dettagli sono stati resi noti nel corso della conferenza stampa che si è tenuta alle ore 11,00 presso i locali della Questura, alla presenza del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento, dr. Giovanni DI LEO.

All’incontro con i giornalisti erano presenti anche il vicario della Questura Francesco Marino, il capo e vicecapo della Mobile Vincenzo Perta e Andrea Palermo e la responsabile del Commissariato di Palma di Montechiaro Maria Lucia Lombardo. Il procuratore Di Leo ha detto: “Allo stato attuale è certo che era indispensabile rimettere in libertà il marito, che era stato attinto da misura cautelare per lo stesso identico reato e lo si è fatto, compatibilmente con i tempi processuali, che non sono i tempi della comunicazione mediatica, per fatti di questo tipo. L’esito delle attività investigativa e degli accertamenti tecnici, svolti compatibilmente con la disponibilità del personale, ha permesso di far eseguire l’ordinanza a carico della donna, per reati di particolare gravità che prevedono una pena superiore ai 20 anni. Le intercettazioni e gli accertamenti svolti dalla Squadra Mobile, dalla polizia Scientifica e dal mio ufficio hanno portato, in breve tempo, a capovolgere quelle che erano le nostre prime impressioni sul caso, accertando una dinamica completamente opposta a quella che era stata proposta nell’immediatezza dalla stessa indagata e oggi sottoposta a custodia cautelare”. L’interrogatorio di garanzia della donna, arrestata con l’accusa di avere sfregiato con l’acido il marito quarantottenne, si terrà sabato mattina, alle 9, alla Casa circondariale di Agrigento. L’indagata è difesa dall’avvocato Giuseppe Vinciguerra. Deve rispondere di calunnia e deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni o sfregio permanenti al viso. Il Gip del Tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, che ha firmato l’ordinanza cautelare in carcere a carico della donna, ha ordinato l’immediata liberazione nei confronti del marito, nei cui confronti sono venuti meno tutti i gravi indizi di colpevolezza.

 


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