7 gennaio 2015


LE NUOVE SCHIAVE
Quante sono
Secondo uno studio realizzato dal Parsec su commissione del Dipartimento Pari opportunità le donne immigrate coinvolte nella prostituzione sono tra le 15 e le 18 mila. Tra loro, la quota delle donne vittime del trafficking, si stima intorno al 10 per cento cioè tra le 1.500 e le 1.800.

Chi sono
Possono dirsi vittime del trafficking le donne che subiscono violenza e coercizione in almeno una delle fasi del percorso con cui arrivano dal loro Paese fino all'Italia.

I fase: Sradicamento dal Paese di provenienza
Le donne possono arrivare nelle mani dei clan perché rapite, vendute dalla famiglia, raggirate (con l'illusione di altri lavori o in relazione alla restituzione di un prestito), minacciate di violenza verso la propria famiglia.

II fase Modalità di trasferimento:
Avviene via mare o via terra, talvolta la vittima è sotto minaccia, talvolta è consenziente perché è stata ingannata. Comunque viene sottoposta a violenza fisica e sessuale all'arrivo in Italia.

III fase: Scopo finale
Le donne trafficate vengono utilizzate in prestazioni di alto profitto come la prostituzione, il lavoro forzato e la schiavitù domestica. La mercificazione dei corpi è un affare estremamente lucroso e le ragazze sono una merce di valore. Per questa ragione lo spostamento delle ragazze è organizzato in piccoli gruppi e soprattutto per le rotte di terra, più sicure di quelle marittime (vedi Scheda sulle rotte).

Quanto rendono
Si stima che la prostituzione sia la terza voce di guadagno per il crimine internazionale organizzato, dopo le armi e la droga. Si calcola che una prostituta possa fruttare almeno dieci milioni al mese. La media del lavoro delle ragazze è di circa tre sere a settimana. In Italia, secondo un calcolo approssimativo, il business della prostituzione delle donne immigrate si aggira sui 180 miliardi al mese.

Noi e l'Europa
E' difficile fare una stima del trafficking in Europa. I Paesi più interessati sono l'Italia, la Germania (dove il fenomeno presenta caratteristiche molto simili alle nostre nei numeri e nelle modalità), il Belgio e l'Inghilterra.

Fonte: Dipartimento per le Pari opportunità e associazione Parsec

Altre fonti:
Commissione Affari Sociali della Camera
http://www.mtmweb.it/mtm_n13_sociale_leggeMerlin.htm

In Europa dell'Est e in Asia Il 60% dei condannati per sfruttamento sessuale sono donne
21 febbraio 2009
Lo sfruttamento sessuale sulle donne è per la maggior parte gestito da altre donne.
A dirlo è l'ONU. Secondo l'ultimo rapporto delle Nazioni Unite il 60% dei condannati per sfruttamento sessuale sulle donne nell'Europa dell'EST e in Asia è donna.


http://www.un.org/ru/publications/pdfs/global%20report%20on%20trafficking%20in%20persons%202012.pdf



Cronaca:

Le italiane e la prostituzione: costrizione o soldi facili?
Roma - Segretarie e commesse si prostituiscono per avidità
3 febbraio 1999 - "Belle di giorno" per arrotondare lo stipendio di commessa o segretaria. Una trentina di ragazze, tutte italiane, tra i 20 e i 30 anni, una rassegna di bellezze bionde o brune tra cui compariva anche qualche giovane signora e qualche studentessa di buona famiglia. Gli incontri con i clienti si svolgevano, con la massima discrezione, in un appartamentino di via Tito Livio, alla Balduina. Niente a che vedere con le solite case d'appuntamento o con le sale massaggio o i centi estetici che sono una riedizione riveduta e corretta dei "casini" di una volta. La "maitresse", Maria Luisa Lucidi, 55 anni, selezionava scrupolosamente sia le sue "dipendenti" che la clientela, composta di rappresentanti, commercianti e qualche professionista della zona. Mezz'ora di piacere costava circa 200 mila lire, una cosa più impegnativa fino a 500 mila lire e la tenutaria tratteneva la metà. Per fare irruzione nella casa, i carabinieri hanno dovuto faticare parecchio. Inutile telefonare chiedendo un appuntamento con una ragazza. Se non sentiva la parola d'ordine o il nome di qualche cliente conosciuto, Maria Luisa Lucidi riagganciava senza tanti complimenti. Tempo sprecato anche presentarsi alla porta in veste di clienti: la donna, se non eri presentato da qualcuno, non apriva nemmeno la porta e non riceveva senza appuntamento. Alla fine, i militari hanno fatto ricorso a uno strattagemma datato ma efficace e hanno bussato all'ingresso travestiti da operai dell'Italgas: "Signora, ci hanno segnalato delle perdite che provengono dal suo appartamento. E' pericoloso, dobbiamo controllare...". La donna, dopo qualche attimo di esitazione, li ha fatti entrare e la pattuglia ha gettato la maschera. Proprio in quel momento, uno studente di 26 anni stava uscendo dopo aver consegnato alla sua partner, una ragazza di 4 anni più giovane di lui, due biglietti da 100 mila lire. Durante la perquisizione sono saltate fuori anche alcune dosi di cocaina e un campionario di riviste porno, oltre all'incasso della giornata: 3 milioni. A differenza di gran parte delle "case" romane, quella della Balduina non era pubblicizzata con le solite inserzioni sui quotidiani. Il giro di clienti si alimentava col passa parola e gli "aficionados" prenotavano l'incontro e la ragazza con una telefonata. Tra le giovani che "lavoravano" in via Tito Livio c'era anche la segretaria di un avvocato della zona e numerose dipendenti dei negozi che, spesso, si trasformavano in professioniste dell'orgasmo a pagamento durante la pausa pranzo.
fonte

Milano - Due maman nigeriane attirano in Italia una connazionale per farla prostituire
22 gennaio 2001 - È terminata venerdì scorso l'odissea di una ragazza nigeriana portata in Italia con una promessa di lavoro e costretta a prostituirsi con la violenza e sotto la minaccia di violenze anche nei confronti dei genitori.
Sono state arrestate due sue connazionali, Rita Eromokhodion, 28 anni, da sei anni in Italia, e sua sorella Benedicta, di 22 anni, ambedue regolari, con le accuse di introduzione di immigrati clandestini, avviamento e sfruttamento della prostituzione, riduzione in schiavitù, sequestro di persona, estorsione e lesioni personali gravi.
La storia di Dorothy, 22 anni, comincia nel gennaio del '97 nel suo Paese natale, quando viene contattata dalla madre delle due arrestate che le prospetta la possibilità di un lavoro in Italia come babysitter. La ragazza, dopo averne parlato con la famiglia, accetta e parte da un aeroporto del Ghana per Dusseldorf dove incontra due nigeriani che a bordo di un'auto, passando per Olanda, Belgio e Francia, la portano a Milano.
Qui scopre che non c'è nessun bambino da accudire, ma che deve prostituirsi con la scusa di restituire alle due sorelle 100 milioni che le avevano anticipato per farla venire in Italia. Lei rifiuta, ma viene segregata in un appartamento di via Paisiello dove la picchiano e dove viene a sapere che anche la madre ha subito sevizie dai complici delle due sorelle. La madre le implora di fare ciò che le chiedono e lei cede. Inizia a prostituirsi sui marciapiedi di viale Abruzzi facendo guadagnare alle sfruttatrici alcune decine di milioni all'anno.
Nel marzo del '98 si ribella una prima volta, e viene ferita a una gamba da alcuni nigeriani. Per una ferita superficiale è medicata all'ospedale San Raffaele. Fugge e si rifugia da un'amica di Torino, città nella quale continua a prostituirsi per conto proprio. Ma da suo zio viene a sapere che la madre è stata nuovamente picchiata e che deve essere operata a un occhio per le lesioni riportate. Da qui l'appello alla polizia che arresta le due donne le quali, si è saputo, gestivano altre dieci prostitute nigeriane.

Potenza - La magnaccia ucraina dà fuoco alla sua prostituta ribelle
22 settembre 2001 - Lucia Shevchenko, di 47 anni, una donna ucraina residente a Stornara (Foggia), è stata arrestata dai carabinieri, la notte scorsa, a Potenza, dopo aver dato fuoco a Tetyana Bunchuk, di 35, sua connazionale, forse per contrasti legati alla prostituzione. Bunchuk è ricoverata nell'ospedale San Carlo di Potenza, con una prognosi di 40 giorni per ustioni di primo e secondo grado al viso e alle mani. Shevchenko - accusata di tentato di omicidio e furto di un telefono cellulare - le ha gettato addosso della benzina, dandole poi fuoco con un accendino. La donna è stata aiutata da un uomo, ricercato dai Carabinieri, che si è allontanato dal centro della città, dove è avvenuto il fatto, a bordo di un'automobile, a bordo della quale alcuni testimoni lo hanno notato in compagnia di un altro uomo e di una donna. Shevchenko è in Italia priva di permesso di soggiorno ed è ritenuta dai carabinieri alla guida di un' organizzazione che gestisce prostitute e «punisce» severamente le donne che si rifiutano di sottostare ai comandi del clan; Bunchuk lavora come collaboratrice domestica: gli investigatori stanno verificando se in passato abbia avuto rapporti con Shevchenko. Ieri sera, la prima l'ha cercata ed è riuscita ad incontrarla, nonostante i timori di Bunchuk. Shevchenko è stata bloccata da un carabiniere che, in abiti civili, partecipava ad un' operazione di controllo in corso a Potenza.

Poggibonsi (SI) - 10 casalinghe «coprivano» loro spese personali prostituendosi
7 novembre 2001 - Le prostitute-casalinghe - una decina, provenienti da Siena, Pistoia e Firenze - «coprivano» le loro spese personali con rapporti sessuali a pagamento. Ogni cliente di media spendeva quasi mezzo milione di lire e di queste, 150 mila lire andavano all'uomo che aveva organizzato l'incontro. Le casalinghe a luci rosse lavoravano dalle 16 alle 23 tutti i giorni escluso i festivi. Le due abitazioni erano nel centro e nell'immediata periferia di Poggibonsi.

Modena - Schiave della strada con riti voodoo, arrestata nigeriana
9 gennaio 2002 - Ragazze africane rese schiave con la minaccia dei riti voodoo e costrette a prostituirsi: una nigeriana di 27 anni, Anita Okosun, domiciliata a Modena, è stata arrestata dalla squadra mobile di Rovigo in collaborazione con i colleghi di Modena perchà considerata una delle organizzatrici del giro. La donna, che utilizzava nomi falsi, era colpita da un ordine di custodia cautelare emesso dal Gip di Modena: è accusata di sfruttamento della prostituzione, riduzione in schiavitù e agevolazione dell'immigrazione clandestina. La Okosun è stata denunciata da una ragazza schiavizzata e tenuta prigioniera in un primo tempo in una abitazione di Reggio Emilia. La donna era stata fatta arrivare in Italia dopo aver toccato Amsterdam e Londra, poi costretta a 'battere' sui marciapiedi di Modena e Bologna fino a che non incontrò un ragazzo disposto ad aiutarla per farla uscire dal giro. Da tempo Anita Okosun, secondo le indagini, aveva spostato la propria base a Rovigo.

Torino - Aggrediva le rivali con pugni e morsi arrestata la padrona delle prostitute
20 settembre 2002 - Era il terrore delle prostitute che battono lungo la strada tra Volpiano e San Benigno, la nigeriana arrestata ieri pomeriggio dai carabinieri di Chivasso dopo l'ennesima estorsione ai danni di una lucciola finita all'ospedale con ferite e tagli al cranio causati da morsi e unghiate. La responsabile di questo atroce pestaggio si chiama Gina Osaro, una prostituta di 29 anni temuta per la sua ferocia. Le prime aggressioni risalgono ad oltre un anno fa, quando la Osaro ha incominciato a pretendere dalle prostitute della zona un affitto di 800 mila lire per le piazzole in cui si vendevano. Era lei ad occuparsi personalmente di punire i morosi. Poi la denuncia di una vittima ha costretto la Osaro ad interrompere l'attività e a rifugiarsi a Porta Palazzo. Dove era rimasta nascosta fino a martedì, quando ha deciso che era arrivato il momento di tornata a colpire.

Cremona - Rumena rapisce bimbo di connazionale per costringerla a prostituirsi
27 settembre 2004 - La polizia di Stato di Cremona, a seguito delle denunce presentate da due cittadine rumene che, giunte in Italia con una promessa di lavoro, erano state costrette a prostituirsi, ha arrestato una loro connazionale ritenuta responsabile di sequestro di persona e sottrazione di minore di otto mesi, figlio di una delle due denuncianti, allontanato dalla madre per costringerla a prostituirsi.
Nella stessa operazione sono stati sequestrati passaporti e monili sottratti alle denuncianti dopo l'arrivo in Italia, nonché altri passaporti, carte d'identità e un'agenda su cui venivano annotate cifre di denaro e località, di proprietà di altre donne rumene avviate alla prostituzione.
Ulteriori dettagli saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà oggi alle ore 11.00 presso la Procura di Crema.

Roma - La cartomante dei vip era anche la pappona di sei ragazze
5 ottobre 2004 - Vendevano sesso e droga per le notti romane dei più ricchi e facoltosi: la cocaina arrivava nella Capitale dal Venezuela. Veniva piazzata sul mercato romano con l'aiuto di diversi pusher. E in parte finiva in festini a base di droga e belle ragazze, nei locali notturni o in eleganti case d'appuntamento nel centro della città. Uomini d'affari di passaggio a Roma, professionisti affermati o imprenditori con buone disponibilità economiche erano disposti a pagare dai 150 ai 1.000 euro per passare una serata particolare. Soldi che, in piccola percentuale, servivano all' organizzazione criminale per finanziare il traffico di cocaina, attività che fruttava ben 50 mila euro a settimana. A capo della banda un sessantenne romano, conosciuto come Maciste, e già in attesa di una condanna per narcotraffico.
A occuparsi delle case d'appuntamento, invece, era sua moglie, una cartomante molto nota negli ambienti Vip della Capitale, che reclutava ragazze tra i 20 e i 30 anni.
Sono serviti oltre 6 mesi di indagini perché il nucleo operativo del comando provinciale dei carabinieri, in collaborazione con la procura antimafia, riuscisse a far luce sull'attività del gruppo. Tredici persone sono state arrestate con l'accusa di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e allo sfruttamento della prostituzione.
Tra loro anche una ragazza di trent'anni che in passato si è occupata di pubblicizzare le più conosciute discoteche della Capitale: era lei a far arrivare la droga nei locali e nelle case d'appuntamento e a raccogliere i soldi guadagnati dalle ragazze, in tutto circa 60 mila euro al mese, di cui un dieci per cento andava all'organizzazione.
A gestire le tre case d'appuntamento, appartamenti molto eleganti nei pressi di Campo de' Fiori, San Giovanni e Torrino, era la moglie di Maciste, arrestata con l' accusa di sfruttamento della prostituzione. Per lei lavoravano sei ragazze, due italiane e quattro dell'Europa dell'Est, alcune regolarmente assunte in locali notturni del centro storico: pub e night club in cui il gruppo reinvestiva i proventi ottenuti dal traffico di droga e dove le ragazze portavano parte della cocaina.

Genova - Madre 35enne fa prostituire la figlia 22enne
20 marzo 2005 - Una donna di 35 anni è stata arrestata per sfruttamento della prostituzione nei confronti della figlia ventiduenne. La particolare vicenda è avvenuta nella zona della Maddalena e ne sono protagoniste le due donne, entrambe di nazionalità argentina ma con cittadinanza italiana. La madre è stata sottoposta a fermo di polizia giudiziaria da parte degli investigatori del commissariato di piazza Matteotti.
Il nuovo dirigente dell' ufficio, il vicequestore Salvatore Dispenza, ha deciso di aumentare i controlli e la presenza della polizia nella zona della Maddalena per cercare di contenere il fenomeno della prostituzione. Nei giorni scorsi, ricevuta una segnalazione sul continuo via vai di persone in un appartamento della via, la squadra investigativa del commissariato ha effettuato una serie di appostamenti. Gli agenti, hanno atteso che un uomo di 65 anni entrasse nell'alloggio e hanno fatto irruzione dopo alcuni minuti.
Inequivocabile la scena che si è presentata, tanto che il cliente non ha potuto neppure tentare di smentire. L'uomo ha poi spiegato che i soldi che aveva dato alla ragazza per la prestazione lei li aveva successivamente consegnati alla madre. L'uomo ha poi aggiunto che la stessa situazione si era verificata in una sua precedente visita. Tanto è bastato alla polizia per far scattare l'accusa di sfruttamento e procedere al fermo con la contestazione dell'aggravante del vincolo di parentela.
La donna è residente da diversi anni a Genova dove era arrivata portandosi la figlia avuta in tenerissima età. Aveva ottenuto al cittadinanza sposandosi con un italiano che è deceduto un paio di anni orsono.

Verona - Non voleva prostituirsi: torturata e sfregiata da una connazionale
30 gennaio 2006 - Non voleva prostituirsi a nessun costo e così una donna di 37 anni, del Ghana, è stata seviziata e sfregiata dai suoi connazionali, che l'avevano fatta venire in Italia con l'inganno, promettendole un lavoro come colf. Adesso la connazionale che ha torturato la donna africana è stata arrestata dalla squadra mobile di Verona, e sono stati denunciati il marito e il figlio dell'indagata, e un loro amico.
L'indagine è stata avviata a metà 2005, ma si è conclusa solo quando è stato possibile sentire la vittima, che non ha potuto parlare per mesi, dal momento che era stata costretta a bere acido muriatico.
La donna ha raccontato che una volta giunta a Verona, dove andò a vivere con una connazionale, le è stato detto che avrebbe dovuto prostituirsi. La donna si è però rifiutata scatenando la reazione della connazionale che con l'aiuto del marito ha portato la vittima, in piena notte, a dicembre, in un campo dove l'ha denudata e picchiata. Poi l'indagata ha usato una forbice prima per tagliarle i capelli e poi per sfregiarla al volto, al collo e alla schiena. Alla poveretta è stato infine gettato addosso dell'acido muriatico (facendole lesioni al seno, al volto e alle mani) costringendola poi a berlo ed ustionandole così la laringe e le corde vocali che hanno ripreso la loro funzionalità solo circa quattro mesi dopo.

Prato - Arrestata nigeriana condannata nel '97 per riduzione in schiavitù
13 gennaio 2007 - La polizia è riuscita a mettere le manette ai polsi di O.R., nigeriana 34enne residente a Prato, condannata nel 1997 a scontare 7 anni e 4 mesi di carcere per i reati di riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione. L'ordinanza di carcerazione era stata emessa il 29 novembre 2007 dalla Procura della repubblica presso il tribunale di Rimini.
La nigeriana, che aveva presentato, all'ufficio immigrazione di Prato, l’istanza per il rinnovo del permesso di soggiorno, è stata riconosciuta grazie all'innovativa procedura prevista dal permesso di soggiorno elettronico, che prevede, tra l’altro, l’acquisizione delle impronte digitali. Le sue impronte, infatti, hanno consentito di appurare che la donna, sotto il suo alias, aveva in atto il provvedimento di cattura, per fatti accaduti a Rimini da oltre 10 anni.
Lo sviluppo degli accertamenti e le immediate indagini svolte dal personale dell’Ufficio immigrazione di Prato hanno poi consentito di far luce sulla vera identità della straniera, per anni regolare sul territorio italiano, che è stata così tratta in arresto mentre si trovava nella sua abitazione.

Genova - La donna-bestia nigeriana le faceva abortire a pugni e calci
13 luglio 2008 - «Una bestia, non aveva nessuna pietà». A parlare è un investigatore della Squadra Mobile. Ne ha viste di cose raccapriccianti nella sua carriera, ma i racconti delle tre giovani nigeriane rese schiave da una "madam" arrestata per sfruttamento della prostituzione, sono difficili da cancellare. «Obbligava una ragazza incinta di diciotto anni a prostituirsi, un' altra di venti l' ha fatta abortire a calci e pugni e soltanto per un miracolo dei medici del pronto soccorso non è morta per un' emorragia devastante». La "bestia", la donna "senza pietà" ha un nome: Irene Omoregie. Ha 28 anni, si nascondeva in un appartamento in via Vetrano a Cornigliano. è pregiudicata per reati legati all' immigrazione clandestina e ora si trova in carcere in esecuzione di un' ordinanza cautelare emessa dal gip Silvia Carpanini su richiesta del pm Alberto Lari. La donna gestiva un vero e proprio commercio di carne umana dalla Nigeria. Lì aveva dei contatti, uomini senza scrupolo che sceglievano le ragazze nei villaggi e con la solita scusa di fare fortuna, con dei passaporti falsi le facevano arrivare in Italia. Grazie ai pochi controlli in Nigeria, cambiando la fotografia lo stesso documento serviva per inviare altra "merce" da sfruttare sui marciapiedi. Appena arrivate a Genova le ragazze contraevano un debito di circa 50 mila euro per il viaggio e per una sorta di riscatto che dovevano pagare con i proventi del lavoro. Dopo il pagamento dell' intera somma (impiegavano circa 3 anni), a cui venivano aggiunte le spese di vitto ed alloggio, circa 600 euro mensili, le vittime non potevano ancora considerarsi libere. La sfruttatrice, infatti, organizzava una "festa d' addio" e pretendeva cinque mila euro. In questo modo le ragazze rimanevano ancora in catene e dovevano pagare il nuovo debito con gli interessi. Le tre ragazze venivano fatte prostituire a Sarzana, in provincia di La Spezia, dove si trovava il cosiddetto "joint", la porzione di suolo di Omoregie, che le prostitute raggiungevano ogni giorno nel tardo pomeriggio in treno per poi fare ritorno a Genova nell' appartamento di via Vetrano alle prime ore del mattino successivo. Per soggiogarle, le ragazze venivano anche tenute per giorni senza cibo, picchiate violentemente per punirle quando con il loro giovane corpo «guadagnavano» poco. Quando si prostituivano, anche per dodici ore sotto al sole, erano controllate a vista da un protettore che con il cellulare informava in tempo reale la madam di come stavano andando gli affari. Le tre giovani ora sono al sicuro in una struttura protetta e se collaboreranno alle indagini potranno ottenere, come prevede la legge, il permesso di soggiorno e ricostruirsi una vita.

Palermo - Già arrestata per aggressione, faceva prostituire una connazionale
9 gennaio 2009 - (ITALPRESS) - Una donna marocchina e' finita agli arresti domiciliari per estorsione e sfruttamento della prostituzione. Fatima Koundi e' accusata di avere indotto una connazionale a prostituirsi, costringendola poi a consegnare parte del ricavato. A fare luce sulla triste storia sono stati i carabinieri. La donna, gia' arrestata lo scorso mese di agosto per avere aggredito un militare, e' stata raggiunta da un ordine di carcerazione.

Trapani - La maitresse cubana vendeva una 15enne
10 febbraio 2009 - Arrestata a Trapani una "maitresse" cubana alla testa di una casa a luci rosse nella quale faceva prostituire anche una ragazzina di 15 anni.
Valdes Ana Maria Bermudez di 39 anni e' stata bloccata dai poliziotti della Sezione criminalita' extracomunitaria e prostituzione in esecuzione di un provvedimento di carcerazione definitiva emesso dalla procura presso la corte d'Appello di Palermo, dovendo scontare 2 anni e 4 mesi di reclusione per i reati di istituzione di casa di prostituzione e sfruttamento della prostituzione minorile.
Le indagini erano state condotte dalla Squadra mobile trapanese che tra il 2000 e il 2001 aveva scoperto la casa di tolleranza in pieno centro cittadino, in piazza Sant'Agostino. Gli investigatori avevano accertato come la cubana offrisse ai clienti la possibilita' di avere rapporti sessuali con una minorenne; approfittando del suo stato di necessita' e in cambio di misere somme, la 15enne e' stata costretta ad avere la prima esperienza sessuale con un facoltoso cliente.
La Bermudez, condannata a 4 anni di reclusione, aveva gia' scontato un periodo di reclusione in carcerazione preventiva e non beneficera' di indulto, avendo commesso un reato ai danni di una minore.

Milano - La pappona cinese incassava l'80% del guadagno delle sue 4 "protette"
12 febbraio 2009 - (Adnkronos) Favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione. Sono queste le accuse di cui dovra' rispondere una cinese di 35 anni, ritenuta la 'protettrice' di quattro 'massaggiatrici', sue connazionali tra i 34 e i 52 anni, in Italia senza regolare permesso di soggiorno. Un messaggio sui giornali di annunci per contattare il cliente, poi l'appuntamento di due diversi appartamenti, era questo il modus operandi pronto a garantire un giro d'affari di 6mila euro mensili. Fino all'80% finiva nelle tasche della 'protettrice'. Un'attivita' monitorata dai carabinieri di Milano che, nella notte, ha portato all'arresto della 35enne e al sequestro dei due appartamenti, in via Padova a Milano e in via San Lorenzo a Trezzano sul Naviglio.

Napoli - Rumena riempie di botte sua connazionale per farla prostituire
10 marzo 2009 - (Apcom) Con schiaffi e pugni ha imposto a una sua connazionale romena di prostituirsi, ma la ragazza si è rivolta alla polizia e l'ha fatta arrestare. E' accaduto a Napoli dove gli agenti del commissariato San Ferdinando hanno fermato Tanjia Dobre, 37 anni, per tentata estorsione e lesioni personali ai danni di una connazionale, in concorso con un'altra donna in corso d'identificazione. La vittima, una ragazza di 25 anni, nel pomeriggio di ieri ha denunciato un tentativo di estorsione. Da diversi giorni Tanjia Dobre, sua conoscente, aveva cercato di persuaderla affinché si prostituisse, sotto la sua protezione, in vista di facili guadagni. La giovane donna, in Italia da diverso tempo e con un lavoro come cameriera in un locale della Riviera di Chiaia, ha però sempre rifiutato l'offerta. Così, in compagnia di un'altra connazionale, ha aspettato la vittima in prossimità dell'esercizio commerciale presso il quale lavora e a suon di botte le ha imposto che avrebbe dovuto prostituirsi. La violenta lite, tra schiaffi e pugni, è stata sedata da alcune persone presenti in strada che, attratte dagli strilli, sono accorse in aiuto della cameriera. Subito dopo il fatto, Dobre aveva lasciato la sua abitazione del quartiere Fuorigrotta e si era rifugiata presso un appartamento di Materdei dove è stata, però, rintracciata dalla polizia e arrestata. La donna aveva tentato di nascondersi in un piccolo soppalco adiacente la cucina, ma è stata ugualmente bloccata.

Cesena - La brasiliana minacciava violenze per le famiglie delle due connazionali
31 marzo 2009 - Due brasiliane di 24 e 19 anni (la più giovane clandestina), hanno denunciato la donna che, secondo il loro racconto, era la loro sfruttatrice. Non ce la facevano più, hanno detto, perché quella donna le minacciava anche di morte e di fare del male alle loro famiglie rimaste in Brasile. Così ieri, convinte da un'amica, si sono presentate al Commissariato di polizia di Cesena e hanno sporto denuncia. E’ così stata arrestata una brasiliana di 39 anni, residente in città da qualche anno e con precedenti specifici. La donna è stata fermata nell’appartamento di via Piave che - secondo quanto ricostruito agli inquirenti - era la base di un giro di prostituzione: aveva infatti anche altri tre appartamenti in affitto a Pinarella di Cervia, San Giovanni in Marignano e Misano Adriatico dove, pare, si prostituivano almeno quattro ragazze, tutte brasiliane, con un introito di circa 300-400 euro al giorno per abitazione e tariffe da 50, 70 e 100 euro con una clientela di tutte le età. Secondo il racconto, la stessa 39enne si prostituiva, anche se alle ragazze raccontava di lavorare come infermiera in ospedale. E pare che della sua reale attività non sapesse nulla nemmeno il compagno cesenate. La brasiliana di 24 anni che ha poi raccontato tutto alla polizia, aveva fatto parte di quel giro dal settembre scorso fino a novembre, poi era rimasta incinta e aveva avuto problemi dopo un aborto. La diciannovenne aveva cominciato dopo e presto avrebbe dovuto ricevere clienti non solo in via Piave ma anche in un appartamento a Pinarella. Le indagini sono state coordinate dal pm Filippo Santangelo.
21 luglio 2009 - Lei è una tipa tosta. Quelle due connazionali (brasiliane) le servivano per calamitare i clienti. Per lei i vent’anni si sono incagliati nelle polaroid. Alla soglia dei 40 meglio appoggiarsi a due colleghe con altri orizzonti: una 19, l’altra 24 anni. Il ‘fatturato’ decolla, sia in via Piave a Cesena sia a Pinarella di Cervia. Con gli annunci sui giornali, si vende sesso, merce impermeabile alla crisi. Ma l’incanto si spezza: la maitresse brasiliana di 39 anni viene denunciata dalle due ragazze. Sono stufe di sgobbare. La donna viene arrestata in flagrante nel marzo scorso dalla polizia: aveva appena incassato 50 euro, il pizzo frutto d’un happening erotico di una delle due baby squillo. Ora la maitresse dovrà prepararsi a passare sei anni in Italia. Sei anni: la condanna con rito abbreviato incassata ieri mattina in tribunale a Forlì. A firmare la sentenza, il giudice per l’udienza preliminare Michele Leoni, che ha accolto in pieno la richiesta del pm d’udienza, Alessandro Mancini. La donna è stata riconosciuta colpevole di favoreggiamento dell’ingresso clandestino nel territorio italiano; reato grave, che ‘assorbe’ quello di sfruttamento della prostituzione. Verdetto pesante: il rito alternativo prevede lo sconto di un terzo della pena. La scintilla che avvia la trama sta nella denuncia delle due giovani brasiliane. Planate in Italia nel 2008 sui reattori di un sogno, si ritrovano aggrappate all’incubo di dover soddisfare le multiformi morbosità di una variegata fauna di maschi tra i 18 e 60 anni. A dirigere il traffico — tra via Piave e la depandance di Pinarella — è la 39enne brasiliana. Che ogni tanto torna in pista. Ma solo all’occorrenza. Le due ragazze però si ribellano. Anche perché una nel frattempo s’imbatte nel destino, resta incinta. Le due fanno denuncia, e la donna finisce ai domiciliari. Lei è una furia. Non molla. Da casa minaccia le due con lettere esplosive. La maitresse è tosta, pretende ancora il pizzo. Ricatta le sue vittime. Fino a quella sera, quella dell’arresto.

Rimini - La magnaccia cinese incassava tutti i soldi della sua schiava
2 aprile 2009 - Non aveva scrupoli a sfruttare la connazionale clandestina e povera in canna, e a portarle via tutti i guadagni. In manette, è finita C.W., una cinese, di 46 anni, arrestata dalla Squadra mobile di Rimini. Una vera e propria maitresse che pensava a tutto, dai profilattici alla ‘pubblicità’. I poliziotti l’hanno scovata in un appartamento di via Montefeltro, dove hanno trovato entrambe le donne. Irregolare e con già un ordine di espulsione. Condizioni ideali, per la sfruttatrice, per tenere in pugno la sua vittima. Una donna non più giovanissima che se n’era andata da Milano, magari sperando di trovare un lavoro in qualche laboratorio sottoterra Ma aveva invece incontrato W. che l’aveva messa subito al ‘lavoro’, concedendole molto generosamente l’'uso' del suo appartamento di via Montefeltro. Era lei che acquistava i profilattici che faceva pubblicare annunci erotici sui siti internet e riviste periodiche, così da non essere mai a corto di clienti. Ma era sempre lei che si prendeva tutti i soldi che la poveraccia guadagnava, senza mai farle vedere una lira. Una fonte di reddito a cui non avrebbe mai rinunciato. Quando gli investigatori della Mobile hanno fatto irruzione nell’appartamento, i clienti erano ancora lì. La donna che si prostituiva non ha fatto fatica a raccontare come si svolgeva la sua vita, e gli stessi clienti, entrambi italiani, hanno confermato che dopo avere consumato la prestazione sessuale, andavano a pagare direttamente da Wu. La quale è stata trovata con i quattrini ancora in mano. La donna è stata arrestata per sfruttamento della prostituzione, mentre la sua vittima è finita in manette per la Bossi-Fini. Era da un pezzo che le forze dell’ordine non ‘incrociavano’ la prostituzione orientale. Un’attività che i cinesi riescono a gestire, rimanendo ugualmente nell’ombra. Una loro prerogativa che si basa sul silenzio e sull’’invisibilità.

Bergamo - Nigeriana sfruttata e picchiata fa arrestare la sua aguzzina
12 maggio 2009 - Ha avuto il coraggio di ribellarsi alla sua sfruttatrice, una connazionale, e l’ha fatta arrestare. Solo così una nigeriana di 26anni è riuscita a ritrovare la libertà dopo essere stata costretta a prostituirsi per oltre un anno sulle strade della Bergamasca. In manette è finita una 27enne che ora dovrà rispondere di induzione e sfruttamento della prostituzione e lesione aggravate. Nel marzo scorso quando la 26enne è arrivata a Bergamo con la promessa di un lavoro onesto. Ben presto, però, il miraggio di una nuova vita si è rivelato un bluff, e la poveretta è stata segregata in casa della connazionale arrestata, che dopo averla privata del passaporto l’ha spinta sulla strada. L’aguzzina pretendeva dalla ragazza 45mila euro, come risarcimento per il suo viaggio in Italia. Inizialmente la 26enne non ha potuto fare altro anche sottostare ai soprusi della sfruttatrice; in una circostanza è stata sottoposta anche a un rito wodoo ed è stata minacciata di morte lei e la sua famiglia se non avesse rispettato il pagamento. Così la ragazza in un anno circa aveva racimolato 20mila euro, ma sabato sera ha deciso di mettere fine al suo tormento. Si è incontrata con la sua sfruttatrice, alla quale ha detto che voleva smettere di prostituirsi. Ne è nata una lite: la giovane è stata picchiata, ma poi ha chiamato con il cellulare i carabinieri. Più tardi i militari hanno arrestato la 27enne. La vittima è stata ricoverata al pronto soccorso del Bolognini per essere medicata: in quella occasione i sanitari hanno anche riscontrato un sospetto aborto. Ora la ragazza si trova in una struttura protetta.

Roma - Slovacca gestiva la prostituzione di ragazze, anche minorenni, dell'Est
21 maggio 2009 - Gestiva un vasto giro di prostitute dell'Est europeo, alcune delle quali minorenni, la pregiudicata slovacca di 32 anni arrestata questa notte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di via In Selci in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Roma il 17 marzo scorso per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione minorile. La condanna nei confronti della donna e' stata inflitta grazie alle risultanze investigative prodotte dai militari che gia' nel 2005 avevano portato nei suoi confronti al fermo di indiziato di delitto sempre per reati inerenti la prostituzione. La donna, infatti, favoriva l'ingresso e la permanenza nel territorio nazionale delle giovani, le segregava in alcuni appartamenti per poi costringerle, con minacce e violenze, a prostituirsi lungo le strade della Capitale. Le indagini eseguite dai Carabinieri hanno permesso di rintracciare la ricercata nella zona di Montelibretti (Rm). La pregiudicata e' stata associata al carcere di Rebibbia, dove scontera' la pena di 7 anni di reclusione.

Modena - Nigeriane: la pappona e le 4 aiutanti gestivano il trafficking
26 maggio 2009 - Partivano dalla Nigeria, poi via mare - grazie a contatti in Libia - o via terra passando da Francia e Germania, arrivavano a Modena. Qui cinque maitresse insegnavano loro il mestiere più vecchio del mondo, avviandole alla prostituzione sulle strade locali. Se qualche ragazza cambiava idea prima di aver riscattato il costo del viaggio - richiesti dai 3 ai 6mila euro a seconda dell’età - cominciavano le botte, a volte anche la rapina di incassi ed effetti personali. E proprio da una ragazza trovata nuda e picchiata in strada sono partite le indagini della squadra mobile della polizia locale. L’operazione "School girl", così chiamata proprio perché Modena era il campo scuola, ha portato all’arresto di cinque nigeriane, le madame, una 36enne, capo dell’organizzazione, e quattro ragazze tra i 26 e 23 anni, le aiutanti. Due di loro avevano chiesto e ottenuto lo status di rifugiato politico, che permetteva di restare in Italia senza rischi. Anche molte delle ragazze sfruttate avevano presentato domanda. Le case dove le ragazze alloggiavano sono tra le vie Storchi, Fonteraso ma anche San Faustino, oltre che in via Tassoni a Reggio Emilia. Le giovani sfruttate, dopo la gavetta modenese, venivano trasferite in varie città del centro nord Italia. L’organizzazione gestiva decine e decine di prostitute. L’accusa per tutti è di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione.

Novara - A giudizio la madam nigeriana
4 giugno 2009 - Giovane nigeriana, vittima della tratta per sfruttamento sessuale, è nuovamente una donna libera e oggi un processo in Tribunale a Novara vede a giudizio la sua ex sfruttatrice. “Angela” - nome di fantasia - aveva chiesto aiuto ai poliziotti, quando la pattuglia della Volante si era avvicinata, per controlli, mentre lei attendeva clienti, in quella postazione vicino alla stazione ferroviaria di Novara dove la sua “madam” la costringeva a prostituirsi. Era la notte tra il 26 e il 27 novembre dello scorso anno. Solo una decina di giorni prima era arrivata in Italia, con il sogno di una vita migliore e le promesse di un lavoro, grazie alle quali una sua parente era riuscita a farla imbarcare, il 14 novembre, all’aeroporto di Lagos. Scalo a Francoforte, arrivo a Malpensa, poi il “taxista” che l’attendeva l’aveva portata a Novara. Ancora due giorni e “Angela” avrebbe capito cosa l’aspettava.

Roma - Una cinese 44enne costringeva con percosse una 29enne a prostituirsi
24 luglio 2009 - (Adnkronos) Una cinese G.Y. di anni 44, e' stata arrestata dagli agenti della Squadra Mobile di Roma con l'accusa di sfruttamento della prostituzione ai danni della connazionale L.X, di 29 anni. I poliziotti hanno fatto irruzione all'interno di una abitazione di via Mayer dove L.X. e' stata sorpresa all'interno di una stanza vestita soltanto con biancheria intima, mentre la donna che la faceva prostituire e' stata trovata in possesso del denaro sino ad allora raccolto. La ragazza, che presenta ben visibili i segni di percosse, e' stata inserita in una comunita' protetta.

Pompei (NA) - Arrestata la rumena che terrorizzava le colleghe
25 luglio 2009 - Arrestata il terrore delle prostitute. Da mesi minacciava di morte le sue colleghe per estorcere i proventi delle prestazioni sessuali. Dopo un'intesa attività investigativa una prostituta rumena, Liliana Iounescu 29 anni, è finita in manette per minacce, estorsione e sfruttamento alla prostituzione. Alcune lucciole che, quotidianamente, adescano i clienti lungo via Plinio, la strada che costeggia gli scavi archeologici, stanche e spaventate per le minacce subite, nei giorni scorsi si sono recate presso la stazione pompeiana dei carabinieri per denunciare le ripetute intimidazioni ricevute dalla collega. I militari, coordinati dal capitano Luca Toti e dal luogotenente Vittorio Manzo, hanno dato il via alle indagini. Dopo alcuni giorni di appostamenti, gli investigatori, hanno sorpreso la rumena mentre inveiva contro una collega che da poco era scesa dall'auto di un cliente. «Dammi i soldi che hai guadagnato oppure ti ammazzo», in questo modo la donna arrestata costringeva le altre prostitute a consegnarle il denaro. I carabinieri, a quel punto, sono intervenuti arrestando la rumena. La donna, condotta nel carcere di Pozzuoli, dovrà rispondere delle accuse di minacce aggravate e continuate, estorsione e sfruttamento alla prostituzione. La rumena, già nota alle forze dell'ordine per precedenti specifici, ha cercato inutilmente di respingere le accuse che le venivano contestate. Gli elementi raccolti dagli investigatori nel corso delle indagini, però, non hanno lasciato scampo alla prostituta. Era proprio lei che terrorizzava tutte le lucciole che lavorano a ridosso dell'area archeologica. La ras delle prostitute, che da mesi imponeva le tariffe alle altre passeggiatrici in cambio dell'autorizzazione a lavorare in quella zona, è ormai in carcere.

Torino - Nigeriana attirò connazionale in Italia, poi la obbligò a prostituirsi
27 luglio 2009 - Aveva invitato una connazionale a venire inItalia con la promessa di un lavoro da parrucchiera. Quando però la donnaè arrivata a Torino, è stata minacciata ecostretta a prostituirsiper resituire i soldi (50mila euro) che a detta della donna le erano serviti per farla arrivare in Italia. Ma dopo l'ennensimo litigio la giovane vittima ha chiamato la polizia che ha arrestato una nigeriana di 27 anni con l'accusa di sfuttamento della prostituzione e tratta di persone. I fatti risalgono al 2004 quando la giovane, oggi 24enne, arriva nel capoluogo piemontese con la promessa di un lavoro. Qui, invece, la connazionale, la minaccia e la obbliga a prostituirsi per renderle i soldi spesi. Dopo aver consegnato alla connazionale 45mila euro e rimasta incinta, la giovane nigeriana decide di porre fine alle violenze. Così, dopo l'ennesima lite durante la quale ha rischiato anche di essere ferita con una bottiglia, per i 5mila euro mancanti, la giovane ha preso coraggio ed ha chiamato il 113 raccontando agli agenti le angherie subite.

Genova - Con pugni, calci e bastonate due rumene pretendevano pizzo-marciapiede da una terza
17 settembre 2009 - Avevano ridotto una ragazza di 21 anni in schiavitù, costringendola a prostituirsi dopo averla picchiata con calci, pugni e bastonate. Tre giovani romeni, due ragazze, rispettivamente di 22 e 23 anni e un ragazzo di 23 anni, sono stati arrestati dalla polizia di Genova per sfruttamento della prostituzione, estorsione, lesioni e minacce. Tutto succedeva nel quartiere genovese di Sampierdarena. I tre malviventi si ritenevano proprietari delle postazioni di lavoro dove la vittima si prostituiva: per questo pretendevano dalla giovane lucciola il pagamento di gran parte dei guadagni. La ragazza è stata spesso minacciata di morte e una volta le due arrestate le hanno tagliato i capelli con un coltello, deturpandole il viso.

Caserta - Nigeriana costringe alla prostituzione con riti woodoo: arrestata
2 ottobre 2009 - La squadra mobile di Caserta, diretta dal vice questore Rodolfo Ruperti, ha tratto in arresto, per estorsione ed induzione alla prostituzione, la cittadina nigeriana Akele Ufoma Gladys, nata a Benin City in Nigeria la donna, dal 2007 al 2009, aveva costretto a prostituirsi nel casertano una giovane connazionale giunta clandestinamente in italia. La vittima, che nel suo paese faceva la parrucchiera, per aiutare la famiglia, veniva convinta da una cliente ad emigrare con la promessa di un lavoro come collaboratrice domestica. prima di partire la giovane veniva sottoposta ad un rito “woodoo” impegnadosi a restituire la somma di 50 mila euro, di cui ignorava il reale valore. Accompagnata da connazionali sempre diversi, la donna partiva per l’italia, passando per la costa d’avorio - dove rimaneva oltre un mese - tunisi, barcellona e torino. dal capoluogo piemontese, in treno ed autobus, raggiungeva Gricignano dove veniva accompagnata presso l’abitazione della sua futura sfruttatrice. questa, dopo averle assicurato qualche lavoretto da parrucchiera, le inizio’ a prospettare che, poiché i guadagni erano esigui, avrebbe dovuto prostituirsi per potere restituire il debito di 50 mila euro contratto alla partenza. di fronte al deciso rifiuto, la Akele Ufoma Gladys iniziò a minacciare la sua “ospite”, prospettando gravissime conseguenze per lei e la sua famiglia a causa del rito “woodoo” a cui era stata sottoposta e con il quale aveva “giurato” di pagare l’esosa somma. di fronte alle minacce ed alle aggressioni fisiche e per il terrore delle conseguenze derivanti dal rito magico, la giovane iniziava a prostituirsi, “lavorando” dalle 6 di mattina alle 17 di pomeriggio e consegnando tutti i guadagni a “gladys” che, complessivamente, riceveva oltre 15 mila euro. La vittima, trovato il coraggio di fuggire, si é rivolta a una associazione i cui operatori la convincevano a sporgere denuncia alla questura di caserta ottenendo cosi’ un permesso di soggiorno a “fini di protezione sociale”, come previsto dalla legislazione vigente in favore di coloro che, cittadini extracomunitari vittime di sfruttamento e violenze, denunziano i loro aguzzini. al termine di complesse indagini la sfruttatrice, che nel frattempo si era trasferita nel napoletano insieme all’ignaro marito italiano ed ai suoi 3 figli, veniva identificata ed individuata e, questa mattina, arrestata presso la propria abitazione.

Fermo - Prometteva loro un lavoro, invece le faceva prostituire: denunciata rumena
3 ottobre 2009 - Ancora una denuncia per sfruttamento della prostituzione. A finire nei guai è stata una romena di 34 anni, denunciata a piede libero dai carabinieri di Porto Sant’Elpidio. Con altri complici, che devono essere ancora identificati, avrebbe approfittato di giovani connazionali, che faceva venire in Italia con la promessa di un lavoro per poi avviarle alla prostituzione, anche dietro minacce e vessazioni psicologiche.
fonte

Parma - A 12 anni studentesse-prostitute per comprarsi i gadget
23 ottobre 2009 - Una piaga che dalle strade, dove era ed è più visibile, ha imparato a nascondersi fra le mura di qualche appartamento ed è riuscita ad «infettare» anche luoghi sicuri come le scuole. Qui non ci sono protettori o delinquenti che gestiscono gli affari, ma tante adolescenti che a partire dai 12 anni hanno imparato a usare il corpo come una moneta di scambio per ottenere cellulari, lettori mp3 e vestiti.
I primi a portare a galla il problema sono stati gli operatori del Servizio minori adulti e inclusione del Comune durante gli incontri nelle scuole, e la scoperta è stata preoccupante: in diverse classi delle medie e delle superiori più di una ragazza ha ammesso di fare sesso, con coetanei e non solo, con l’unico obiettivo di ottenere soldi o oggetti di valore.
«La storia dell’idraulico e del suo giro di prostituzione è solo la punta di un iceberg», taglia corto Maurizio Vescovi del Pd, mentre l’assessore alle Politiche sociali, Lorenzo Lasagna, ammette la gravità del fenomeno: «La prostituzione occasionale minorile è in crescita, molte ragazze decidono di esercitare il commercio del corpo per ottenere denaro».

Pompei (NA) - Tutte consenzienti le 25 prostitute della pappona 47enne
10 dicembre 2009 - L'hotel Astoria, il Mec e le Anfore, distanti solo qualche centinaio di metri dal Santuario di Pompei dedicato alla Vergine Maria, sono stati posti sotto sequestro: gli alberghi in questione erano infatti quasi esclusivamente destinati a una clientela legata alla prostituzione. Ad occuparsi di queste strutture ricettive era un'organizzazione gestita da una donna, Maria Rosaria Rispoli di Varcaturo (Napoli).
Come è riportato da Leggo, la donna, 47 anni, gestiva circa 25 prostitute alla volta a prezzo fisso, 130 euro a prestazione. Di questi 130 euro, 30 euro andavano al proprietario dell'albergo, 50 all'organizzazione e 50 alla prostituta che a suo carico aveva le spese per l'autista e per l'annuncio, circa 85 euro. Il giro d'affari superava il milione di euro di incasso al mese.
Le prostitute coinvolte erano quasi tutte trentenni italiane e consenzienti. Ad aiutare la donna c'erano il marito Francesco Danzante e i figli di prime nozze, entrambi ventenni, Vincenzo e Rosa Velleca la quale talvolta si prostituiva insieme alla compagna del fratello, una polacca anche lei ventenne.
Le indagini che hanno portato al sequestro delle tre strutture sono partite in seguito a un servizio di "Exit" trasmesso da La7 il 15 ottobre 2007, nel quale era stato evidenziato che le prostitute attendevano i clienti in strada a Pompei vicino alla Villa dei Misteri, un sito archeologico visitatissimo dai turisti.
Gli agenti hanno arrestato nove persone, tra cui la Rispoli, il marito e il figlio. La figlia della donna ha ottenuto gli arresti domiciliari in quanto è diventata da poco madre. In tutto gli investigatori hanno disposto diciassette misure cautelari in seguito alle accuse che vanno dall'associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento della prostituzione, favoreggiamento della prostituzione in concorso e concessione di locali per l'esercizio della prostituzione.

Cina - Giustiziata donna che faceva prostituire bambini di 6 anni
14 dicembre 2009 - (AGI/AFP) Una donna accusata di aver gestito un giro di prostituzione minorile nel sud della Cina e' stata giustiziata a Guizhou.
Zhao Qingmei era stata condannata insieme ad altre sei persone per aver costretto 22 bambini, anche di sei anni, a prostituirsi, a partire dal marzo del 2006.
Era stata condannata anche per essere stata complice del marito nello stupro di un bambino.






Catania - Due maman nigeriane: riduzione in schiavitù e tratta di esseri umani
17 dicembre 2009 - (ITALPRESS) Nuovi sviluppi nell'ambito delle indagini che il 5 dicembre scorso hanno portato all'arresto di una cittadina nigeriana, Mercy Johnson, di 24 anni, ritenuta responsabile dei reati di riduzione e mantenimento in schiavitu', nonche' tratta di persone, al fine di indurre e favorire la prostituzione di una connazionale. In manette e' finita una seconda nigeriana Sarah Ayemien, di 29 anni, residente a Catania.
Le indagini, condotte dalla polizia, furono avviate lo scorso mese di novembre dopo la denuncia di una ragazza, che racconto' di essere stata attirata in Italia dalla Johnson, conosciuta con i nomi "Ester" o "Faith", con la promessa di un lavoro. La giovane vittima nigeriana dichiaro' di essere giunta nel territorio nazionale attraverso la rotta libica, sbarcando a Lampedusa. Una volta uscita dal centro di permanenza, avendo richiesto l'asilo politico, era stata condotta a Catania e, suo malgrado, avviata alla prostituzione, che esercitava sulla strada statale Catania-Gela.
I poliziotti, nel corso delle indagini, hanno scoperto che la ragazza veniva costantemente vigilata per conto della Johnson, da Sarah Ayemien, che si prostituiva gia' da tempo e che si faceva chiamare "Sister". Lo sfruttamento della vittima sarebbe durato fino a raggiungere un guadagno complessivo di 35.000 euro, che era la somma da corrispondere alla Johnson per il suo riscatto.
Grazie all'attivita' d'intercettazione avviata, quest'ultima e' stata rintracciata il 5 dicembre scorso nel comune di Cisterna di Latina e posta in stato di fermo. Le indagini sono poi proseguite per identificare e localizzare la complice, che e' stata cosi' arrestata.

Montesilvano (PE) - La 17enne rumena è arrivata volontariamente per prostituirsi

12 gennaio 2010 - IL comandante, Cap. Enzo Marinelli, in un comunicato, rende noto che i carabinieri della Compagnia di Montesilvano (Pescara), nell’ambito dell’attività di contrasto al fenomeno della prostituzione su strada, hanno proceduto nella notte al fermo di indiziato di delitto di tre persone, per il reato di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. I tre sono Costantin Ionut, 26enne, Tirlugenau Dragos Daniel, 25enne, e CONACHE CORNELIA IULIA, 24enne, tutti di nazionalità rumena, mentre la vittima è una minorenne, una diciassettenne, anche lei rumena.
"La giovane è stata notata sul lungomare di Montesilvano dai carabinieri verso le 23.30. La prostituta sembrava giovanissima, e i carabinieri si sono subito accorti che si trattava di una presenza nuova, non avendo mai fermato la straniera nei precedenti servizi. Pertanto è stata tenuta sotto controllo, a debita distanza, per un po’ di tempo. Dopo qualche minuto è stata caricata in macchina da un cliente e al ritorno è salita a bordo di un’altra autovettura, sulla quale c’erano la CONACHE e un cliente. A quel punto i carabinieri sono intervenuti e hanno fermato le due. La giovane prostituta, per evitare problemi, ha dichiarato di avere 19 anni ma era priva di documenti e quindi è scattata la perquisizione. I militari hanno controllato le camere di un albergo di Città Sant’Angelo dove le straniere erano alloggiate con due uomini, Costantin e Dragos, trovati in possesso del documento originale di identità della ragazza bloccata in strada. Si è saputo così che la prostituta ha appena 17 anni."
Il gruppo è stato accompagnato in caserma, dove sono state poco alla volta ricostruite le vicende della rumena. "La minorenne è arrivata in Italia volontariamente, sapendo cioè di essere destinata alla prostituzione, e ha raggiunto la zona di Pescara con il suo “ragazzo” e in compagnia dell’altra coppia fermata dai militari, che ha messo a disposizione il mezzo utilizzato per il viaggio. Giunta due giorni fa in Italia ha subito iniziato a prostituirsi, seguendo le indicazioni dell’altra ragazza, che le ha anche fornito i preservativi e indicato le modalità da seguire per il “lavoro” da svolgere in strada, consigliandole di dichiararsi maggiorenne in caso di controllo. Con i primi soldi guadagnati sul marciapiedi è stato pagato il soggiorno in albergo e il fidanzato della prostituta ha effettuato degli acquisti per sé. Riscontrando a carico dei tre delle responsabilità (visto l’art. 600 bis C.P. introdotto nel 1998 quale norma contro la pedofilia) i tre sono stati fermati e tradotti in carcere: gli uomini sono nella casa circondariale di Pescara e la donna in quella di Chieti, a disposizione dell’A.G.. La minorenne, invece, è stata affidata ad una comunità di accoglienza."

Brescia - Non erano sfruttate le prostitute che lavoravano per le manager cinesi...
...E, coerentemente, le manager sono state arrestate per sfruttamento...
29 gennaio 2010 - Una rete articolata, nella quale ciascuna aveva il suo compito: c'era chi metteva le inserzioni sui giornali, chi gestiva il call center per ricevere le chiamate dei clienti, chi si occupava di prendere in affitto gli appartamenti. E poi c'erano, naturalmente, le lucciole che dovevano rispondere a requisiti estetici ben precisi e venivano istruite di tutto punto, con una specie di manuale di comportamento.
La Squadra Mobile della questura di Brescia, con un lavoro di indagine iniziato l'anno scorso e che continua tutt'ora, ha sgominato una vasta organizzazione criminale di cinesi, per la quasi totalità donne, che gestiva un vastissimo giro di prostituzione. Gli affari si concentravano per lo più nella nostra città, ma l'attività si era estesa anche fino a Gallarate, Bergamo, Verbania, Vigevano, Asti e Milano.
Al termine dell'operazione - che è stata chiamata «Call me», proprio perché i contatti avvenivano inizialmente per telefono - sono stati indagati nove stranieri. Quattro le donne nei confronti delle quali è stata emessa un'ordinanza di custodia cautelare in carcere: due quelle già finite in cella, mentre le altre due sono latitanti.
Come ha spiegato in una conferenza stampa il dirigente della Mobile Carmine Grassi, questa operazione ha permesso di scoprire il mondo particolarmente articolato che sta dietro al fenomeno della prostituzione cinese.
I clienti contattavano le lucciole attraverso i numero telefonici pubblicati nelle classiche rubriche e inserzioni sui giornali. A rispondere non erano le prostitute stesse, ma le donne per le quali le prostitute lavoravano e alle quali consegnavano una cospicua parte dell'incasso. Donne che, in buona sostanza, combinavano gli appuntamenti. Gli incontri avevano luogo in appartamenti intestati di solito a stranieri in regola con il permesso di soggiorno che si prestavano a questo scopo. Le ragazze non venivano sfruttate ma - ha sottolineato Grassi - esercitavano la «professione» liberamente.
Venivano reclutate e poi «formate di tutto punto». Dovevano saper gestire i rapporti con chi abitava vicino a loro per essere avvertite in caso di controlli. C'era anche un decalogo per le giovani, un elenco di consigli utili. Alle ragazze veniva suggerito di ingraziarsi, appunto, i vicini di casa con «torte e cioccolato che piacciono ai bambini», di non uscire a gettare la spazzatura «alla luce del sole», ma con il buio, d'invitare «l'amministratore a stare un pò in casa, ma gratuitamente».
Il prezzo richiesto da queste «operatrici» variava dai 30 ai 50 euro a prestazione. Gli introiti, in ragione di «turni di lavoro» intensi, erano molto ricchi: tuttavia le lucciole erano costrette a consegnare somme consistenti, si parla di diverse centinaia di euro, alle donne che gestivano il business. Business che, tra l'altro, era pure in vendita: quando decidevano di tornare in patria, le titolari lo cedevano al migliore offerente. La maggior parte degli introiti veniva girata in Cina con il sistema Western Union.
prostituzione cinese nel nord italia from violenza donne on Vimeo.

Bergamo - Maman nigeriana condannata a 7 anni e mezzo
2 febbraio 2010 - Condannata a sette anni e mezzo per sfruttamento della prostituzione, assolta per riti magici e riduzione in schiavitù. Felicia Igbinigun, nigeriana di 42 anni, fino a poco tempo fa residente a Lallio, era accusata di essere una «maman», sospettata di ricattare con riti voodoo le ragazze che avrebbe fatto prostituire.
Ed era finita a processo davanti alla corte d’assise con accuse pesantissime: riduzione in schiavitù, tratta di persone e sfruttamento della prostituzione. Dalle prime due è stata assolta. La terza, lo sfruttamento della prostituzione, le è invece costata una condanna a sette anni e mezzo.
Il fratello della donna, Godspower Igbinigun, 29 anni, residente a Branzi e anch’egli difeso dall’avvocato Cristina Pizzocaro, è stato assolto da tutte le accuse.
Il caso era esploso nel marzo del 2007, quando la nigeriana era stata arrestata dai carabinieri della compagnia di Treviglio. Secondo le contestazioni, la presunta «maman» avrebbe ingannato giovani nigeriane, facendole arrivare in Italia dietro la promessa di un lavoro onesto. Per questo «viaggio della speranza», sempre secondo le accuse, Felicia Igbinigun avrebbe preteso 2.500 euro.
Secondo le contestazioni sarebbero state 14 le ragazze gestite dalla donna. Alle giovani, una volta giunte in Italia via Parigi, veniva sottratto il passaporto. Mandate a prostituirsi sulle strade della Bergamasca, sarebbero state tacitate con percosse e minacce. Fra queste ultime, sempre secondo l’accusa, c’erano i riti voodoo che la donna avrebbe minacciato di compiere nei confronti delle ragazze e dei loro parenti.

Imola (BO) - La magnaccia brasiliana le mette in riga con un boa
18 febbraio 2010 - Per tenere in riga le ragazze ed i trans, che esercitavano nei suoi locali, una maitresse brasiliana di 44 anni, stabilitasi ad Imola, usava anche la minaccia di un serpente Boa Constrictor lungo oltre due metri.
Ma il suo racket locale ha avuto termine ieri pomeriggio, quando i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Imola l’hanno tratta in arresto, al termine di ben otto mesi di indagini coordinate dal sostituto procuratore Francesco Caleca. L’ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dal gip Marcella De Simone, sulla base di accuse di favoreggiamento e sfruttamento continuato della prostituzione e di tentata estorsione.
Il piccolo regno del sesso su cui imperava la maitresse brasiliana aveva come epicentro una casa d’appuntamenti all’interno di un residence, in via Guerrazzi ad Imola, ribattezzato “ex Conventone”. E’ qui che “esercitavano” le donne (per lo più sudamericane e qualche orientale) ed i transessuali ai quali la 44enne brasiliana, oltre a mettere a disposizione i locali, forniva anche pubblicità tramite annunci su siti internet di incontri erotici e su riviste specializzate.
Naturalmente per tutti questi “servizi” pretendeva di essere adeguatamente pagata. La stessa maitresse inoltre stabiliva con le prostitute ed i trans che usufruivano dei suoi servizi anche un particolare accordo in base al quale, qualora fosse cessata la loro “coabitazione”professionale, gli stessi soggetti non avrebbero più potuto prostituirsi in modo autonomo nella stessa zona di Imola. A chi trasgrediva questa clausola la donna arrivava a chiedere danaro, anche con minacce di morte e di botte.
Ad una delle ragazze che intendevano sfuggire al suo controllo, pur rimanendo a lavorare ad Imola, la “regina del Conventone” era giunta a chiedere 1.700 euro, accompagnando la richiesta con la minaccia del suo serpente di ben due metri. Serpente che ieri, al momento dell’arresto, è stato trovato nella sua abitazione ed affidato ad un veterinario.
Ora la donna arrestata si trova nel carcere di Bologna a disposizione dell’autorità giudiziaria. Nella casa di appuntamenti che gestiva pare si siano alternate almeno nove persone (di vario sesso) dedite alla prostituzione.

Bolzano - La "povera sfruttata" ha spedito in Romania 80mila euro in 6 mesi
2 aprile 2010 - Era Bolzano una delle principali basi di un’organizzazione tutta femminile che aveva impiantato nel Nord Est una capillare rete di prostituzione. Due gli appartamenti a luci rosse chiusi dai carabinieri in città: uno in via Alessandria 17/a, interno 17, e uno in via Roma 29, interno 6, nell’edificio noto come condominio Lancia. I proprietari degli immobili, denunciati, rischiano ora la confisca. Un terzo appartamento, in Alto Adige, è stato affittato a Merano, in via Goethe 114, mentre un’altra base si trovava a Riva del Garda, in via Rovereto.
Le ragazze cambiavano nazionalità per questioni di marketing: dicevano di essere ucraine, russe, lettoni a seconda della nazionalità che tirava di più in quel momento. E giravano da un appartamento all’altro e da una città all’altra per comodità e assicurare il ricambio, oltre che tenere alta l’attenzione dei clienti. Ciò che rimaneva assolutamente fisso era il prezzo: 300 euro a prestazione.
A portare alla luce il business a luci rosse sono stati i carabinieri di Abano Terme, in provincia di Padova. A capo dell’organizzazione c’era una colombiana Paola Karen Hurtado Pineda, 31 anni, detta Valentina, domiciliata a Verona. Era lei che al telefono concordava tariffe e prestazioni delle ragazze - rumene o sudamericane - alle quali insegnava anche i trucchi per guadagnare di più. «Quelli che parlano poco sono quelli che pagano di più», l’hanno sentita dire i militari che erano sulle sue tracce da quasi un anno. Avevano un ruolo prettamente logistico, invece, Giorgia Rubino, 27 anni, residente a Verona, e Benedetta Butturini, 26 anni compiuti l’altro ieri, neo mamma da un mese, anche lei residente nella città scaligera. Entrambe si occupavano dei contratti di affitti degli appartamenti-alcova, di procurare telefonini e sim alle ragazze, di acquistare spazi pubblicitari nella sezione annunci sui quotidiani e sui siti internet.
Il gruppo gestiva una decina di ragazze (le sudamericane erano quasi tutte parenti della Hurtado), molto belle e consenzienti. Parte dell’incasso rimaneva a loro, ma il giro d’affari era da lasciare senza parole. I militari, per esempio, hanno accertato che una ragazza rumena (che si prostituiva a Merano in via Göethe 114) è riuscita a spedire ai propri genitori in Romania, tramite Western Union, circa 80mila euro guadagnati in soli sei mesi. D’altra parte i clienti erano molti, spesso facoltosi e ben selezionati.
A tradire la banda (oltre alle tre arrestate ci sono 8 denunciati per favoreggiamento, fra cui tre proprietari di appartamenti che ora rischiano la confisca) è stato proprio il successo del «servizio». Troppo rumore negli appartamenti a luci rosse e così qualche vicino scocciato ha chiamato i carabinieri.

Fano (PU) - Presa la manager che reclutava le ragazze
10 aprile 2010 - I carabinieri della Compagnia di Fano arrestano una settima persona colpita da ordinanza di custodia cautelare in carcere, per associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento ed al favoreggiamento della prostituzione operante nella zona di Fano.
I militari la stavano ricercando per aver avuto un ruolo fondamentale nel giro di prostituzione stroncato nella giornata di ieri che aveva portato all’identificazione e al fermo di altre sei persone. Ed è così che nella tarda serata di ieri, Sandra Maria Da Costa, 47enne pregiudicata, è stata tratta in arresto e rinchiusa nel carcere di Pesaro a disposizione della Procura della Repubblica di Bari.
La donna, considerata una sorta di maitresse, ricopriva un ruolo importante nell’organizzazione in quanto era uno degli anelli di collegamento per reclutare le prostitute che dalla Puglia venivano spostate a Fano e poi in altri luoghi.

Messina - Prostituta rumena pesta a sangue connazionale per estorcerle il pizzo
12 giugno 2010 - Alle ore 00.40 circa odierne personale della Polizia di Stato, transitando in via La Farina, ha notato un’aggressione in atto nei confronti di una donna. Intervenuti prontamente, gli operatori hanno bloccato immediatamente la responsabile del reato, mentre la vittima, che presentava una copiosa emorragia, è stata accompagnata presso il pronto soccorso ospedaliero dove le è stata riscontrata, tra l’altro, la frattura del naso con prognosi di gg. 25 s.c..
La vittima, una donna rumena di 31, a Messina da circa un mese, successivamente ha riferito di essere stata minacciata di morte e picchiata selvaggiamente dalla FARCASI, poiché si era rifiutata di consegnarle per l’ennesima volta la somma di 50,00 € che ogni sera quest’ultima le chiedeva per farla “lavorare in pace”.
La FARCASI è stata pertanto tratta in arresto per i reati di estorsione e lesioni, nonché denunciata in stato di libertà in quanto inottemperante al foglio di via obbligatorio della durata di anni due, emesso dal Questore di Messina in data 23.10.2008 e, su disposizione del Sostituto Procuratore del Tribunale, è stata accompagnata presso la locale casa circondariale.


Torino - Violenza e voodoo per soggiogare le schiave nigeriane: arrestate tre maman
17 giugno 2010 - Minacciate con riti voodoo, sequestrate in case e stuprate dai clienti. Una ventina di ragazze nigeriane sono state liberate dagli uomini della polizia municipale di Torino e altri sette comuni della provincia che hanno arrestato tre maman.
L’operazione, denominata Broken chains (catene spezzate), si è avvalsa della collaborazione di alcune vittime e di intercettazioni telefoniche che hanno permesso di incastrare i responsabili e ricostruire i vari ruoli. Le indagini sono state condotte a Torino, Candiolo, Carignano, Carmagnola, Castagnole Piemonte, Lombriasco, None e Piobesi Torinese.
Nel capoluogo piemontese, in borgo San Paolo, sono stati trovati tre appartamenti in cui le ‘maman’, che tenevano in schiavitù le giovani prostitute. Le ragazze venivano reclutate a Lagos (Nigeria) e tenute in stato di segregazione. Qui venivano sottoposte a primi riti per costringerle psicologicamente a seguire le maman in Italia, dove avvenivano ulteriori riti per avviarle alla prostituzione. A ognuna di esse veniva assegnato arbitrariamente un debito di 65 mila euro che dovevano restituire con i proventi dell’attività in strada, per potersi liberare.
L’operazione ha comportato il sequestro di agende e quaderni delle tre maman, che sono state arrestate. Con loro è finito in manette un altro nigeriano che aveva numerosi documenti e valori di dubbia provenienza, tra cui un assegno presumibilmente autentico (anche se forse scoperto) da sette milioni di dollari emesso da una banca statunitense Fonte: http://cronacaqui.it

Roma - 16enne rumena costretta a prostituirsi da una 25enne: salvata dal padre
30 giugno 2010 - Un sms di aiuto inviato di nascosto al padre. Sono state poche parole digitate sul cellulare approfittando di un attimo di distrazione della sua aguzzina a salvare dall'incubo cominciato alcuni mesi fa una romena di 16 anni, costretta a prostituirsi da una connazionale di 25.
I carabinieri del Nucleo radiomobile, allertati dall'uomo, hanno arrestato la donna, prostituta e pregiudicata, per induzione e sfruttamento della prostituzione minorile e sequestro di persona.
Tutto e' cominciato quando la minorenne, studentessa di liceo, e' stata rapita nelle campagne di un piccolo centro del suo paese e portata in Italia, nella capitale, dove e' stata segregata in un appartamento nei pressi di Ponte Nomentano.
Per costringerla a prostituirsi, e' stata piu' volte minacciata di morte ma alcuni giorni fa e' riuscita a "contattare" telefonicamente il padre che, preoccupato, si e' precipitato in Italia con un treno diretto da Bucarest e ha chiamato il 112. Ai militari l'uomo ha mostrato l'sms inviato dalla figlia e con loro si e' diretto nell'appartamento, al quinto piano di un edificio, dove i militari hanno trovato la ragazza chiusa a chiave in una stanza.

Firenze - Sei rumene riducono in schiavitù e torturano ragazza per costringerla a prostituirsi
14 luglio 2010 - I carabinieri di Firenze hanno arrestato sette romeni: una donna, il suo compagno di 33 anni, e cinque prostitute tra i 18 e i 27 anni. La banda ha torturato e violentato, in una cantina della periferia di Firenze, una ragazza romena di 19 anni che si era rifiutata di prostituirsi.
La donna, che era venuta in Italia con l'illusione di un lavoro come badante, è riuscita a scappare dai suoi aguzzini e con il corpo tumefatto dalle sevizie ha incontrato i carabinieri ai quali ha raccontato tutto. La ragazza, orfana dei genitori, ha raccontato di essere stata comprata per 400 euro e di essere arrivato il 18 giugno in Italia assieme ad un'altra ragazza. Quest'ultima ha accettato le condizioni degli sfruttatori, mentre lei si è rifiutata.
In base a quanto raccontato dalla diciannovenne le sei donne l'hanno torturata e violentata per costringerla ad accettare di praticare sesso estremo, come orge o rapporti saffici, con i clienti che le sarebbero stati procurati. Nella cantina, i militari hanno trovato gli attrezzi con cui la ragazza veniva torturata: guinzagli, corde, mollette, pinze, manette, ganci utilizzati per legarla al soffitto, per poi minacciarla di morte, di amputazioni e perfino di espianto di organi.
Ai sette arrestati la Dda di Firenze contesta la tratta di esseri umani e la riduzione in schiavitù, aggravata dallo sfruttamento della prostituzione e dalle lesioni personali.

Roma - Prostituta nigeriana lega e picchia collega che non paga pizzo-marciapiede
17 luglio 2010 - (Adnkronos) i Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Palestrina hanno arrestato una prostituta nigeriana di 20 anni con l'accusa di tentata estorsione, sequestro di persona e favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. La donna aveva picchiato e legato una giovane collega, connazionale, che da quattro mesi aveva cominciato ad eserciatare la prostituzione lungo la via Maremmana a Gallicano perche' questa non pagava il pizzo.
La ragazza malmenata era stata obbligata a pagare l'uso del luogo dove si prostituiva. A causa della crisi e al gran caldo degli ultimi giorni la giovane non aveva potuto saldare il debito alla connazionale. Per questo, ieri pomeriggio la prostituta, con l'aiuto di altre colleghe, ha legato la ragazza con una corda, denudandola, picchiandola e pretendendo comunque il denaro.
In quel momento una pattuglia di Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Palestrina, in servizio in zona, ha notato il pestaggio dietro un arbusto ed e' intervenuta. I Carabinieri hanno liberato la ragazza che in seguito e' stata portata in ospedale dove le sono state riscontrate varie contusioni.
Per farsi raccontare le angherie subite, dalla ragazza nigeriana, da pochi mesi in Italia, i militari hanno dovuto richiedere l'ausilio di un interprete.

Lido di Savio (RA) - Minacciando la macumba, brasiliana faceva prostituire anche la figlia
27 luglio 2010 - La squadra Mobile di Ravenna ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere ai danni di una brasiliana di 41 anni. La donna è accusata di favoreggiamento aggravato e sfruttamento della prostituzione avrebbe fatto prostituire anche la figlia poco più che maggiorenne.
500 euro alla settimana a testa. Era questa la cifra che il suo gruppo di 7 ragazze, fra cui figurava anche la figlia appena maggiorenne,  garantiva a una maitresse brasiliana di 41 anni, finita in carcere dopo un’azione della Squadra Mobile di Ravenna. A dare la notizia il quotidiano “il Corriere di Romagna”.
L’attività della brasiliana, che andava a prendere personalmente in taxi le connazionali in arrivo in Italia all’aeroporto di Malpensa, aveva già subito una battuta d’arresto lo scorso marzo. Alcune perquisizioni erano sfociate nel sequestro probatorio di 4 appartamenti. Proprio la ricomparsa sul giornale di uno dei numeri di telefono collegati alla donna aveva messo sul chi vive gli investigatori che, facendo partire una nuova perquisizione a Lido di Savio, hanno trovato madre e figlia mentre lavoravano. A quanto si è appreso la maitresse avrebbe minacciato anche una delle ragazze,  accusata di non lavorare, dicendo che le avrebbe fatto fare una macumba dal padre, spacciato come potente santone in Brasile.
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Mestre (VE) - Tre donne gestivano il trafficking dall'Ungheria
30 luglio 2010 - La banda dell’Est Europa era capeggiata da moglie e marito, Giselle Bodi e Gustav Redai, e da altre due donne: una col compito di prelevare le ragazze in Ungheria e farle arrivare in Italia per farle prostituire, e l’altra che le controllava in strada. Solo l’ultima è riuscita a fuggire, gli altri tre sono in manette.
Il blitz è avvenuto all’interno di un condominio fatiscente di Mestre gestito da cinesi. Negli appartamenti dove stavano le prostitute (una ventina) vivevano anche i figli piccoli della coppia di coniugi, cui sono state messe le manette ai polsi.

Roma - Indagine sulle rumene: soldi facili e veloci - è una scelta, non una necessità
14 settembre 2010 - Un’indagine della Questura di Roma, ideata da due psicologhe, Giorgia Minotti e Rita Staccone e presentata il 13 settembre, ha cercato di fare luce sul fenomeno della prostituzione, allo scopo di dare forma ad un vero e proprio identikit delle prostitute residenti a Roma.
Dai questionari a cui sono state sottoposte 75 prostitute di Roma è emerso innanzitutto che la loro è una scelta, quindi non una costrizione, solo in pochissimi casi è emerso un vero e proprio sfruttamento.
Quindi, nella maggior parte dei casi si tratta di una scelta, una scelta fatta in funzione degli alti guadagni percepiti, che si aggirano tra i 5.000 e i 7.000 euro al mese.
Attualmente le ragazze non sono intenzionate ad abbandonare la strada, se non per un’attività che sia più redditizia.
Le prostitute vengono quasi tutte dalla Romania, alcune sono ragazze madri, che lasciano i loro figli alle famiglie residenti in Romania; alcune di loro si stabiliscono nel nostro paese, mentre altre restano qui, giusto il tempo di mettere da parte un pò di soldi per poi tornare al loro paese di origine.
Molte delle famiglie delle prostitute sono a conoscenza del mestiere che le ragazze esercitano; spesso dicono di non condividere ciò che fanno, ma di essere comunque soddisfatti dei guadagni elevati che riescono a portare a casa.
Insomma, per molte di loro la prostituzione è il modo più veloce per fare parecchi soldi, sicuramente più redditizio rispetto al mestiere di colf o badante; in alcuni casi la “professione” è stata esercitata già in altre nazioni, come la Germania o la Spagna, e l’arrivo in Italia viene suggerito da amiche attraverso il passaparola.

http://www.abitarearoma.net/spesso-la-prostituzione-e-una-scelta/

Napoli - Moldava 27enne sequestra 3 ragazze per farle battere 29 settembre 2010 - Gli agenti del Commissariato di Polizia di Nola hanno arrestato Irina Chitoroaga, 27enne, cittadina Moldava residente a Napoli, per induzione e sfruttamento della prostituzione e sequestro di persona. Nel corso di una attività investigativa, mirata a contrastare il fenomeno della prostituzione in genere, i poliziotti erano venuti a conoscenza del fatto che in un appartamento del quartiere Poggioreale a Napoli, c’era una ragazza segregata. Gli investigatori del Commissariato si sono pertanto recati presso l’appartamento indicato ed hanno scoperto tutta una serie di elementi in grado di acclarare le responsabilità di Irina Chitoroaga e del suo convivente. Nel cassetto di un comodino, i poliziotti hanno infatti trovato un agenda dove la coppia riportava, accanto ai nomi delle ragazze sfruttate, la somma di denaro che dovevano consegnare a fine giornata, calcolata in base ai profilattici giornalmente consumati. Il meccanismo di conta dei profilattici usati, rispetto a quelli consegnati, consentiva alla coppia di esercitare un controllo tanto efficace quanto perverso sull’attività delle giovani vittime. Irina Chitoroaga è stata quindi arrestata e condotta al carcere femminile di Pozzuoli. La ragazza tenuta segregata è stata poco dopo rintracciata e subito accompagnata presso una struttura assistenziale, insieme ad altre due ragazze segregate, vittime anche loro del giro creato dalla moldava e dal suo compagno, al momento indagato in stato di irreperibilità.
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Siracusa - Arrestata la "padrona" nigeriana di sei prostitute
30 settembre 2010 - Il nome dell’operazione nasce proprio dall’Ibo, l’idioma nigeriano che le donne usavano per definire lei: ANTI la chiamavano, che in Italiano significa “padrona”. Lascia poco spazio all’immaginazione questo termine, soprattutto quando è legato al lavoro svolto da donne nigeriane su quelle strade in cui, la sera, compaiono svestite, pronte a nascondersi nell’ombra alla vista di una pattuglia. E proprio per farle uscire da quell’ombra, la Procura di Siracusa ed i Carabinieri della Compagnia di Siracusa hanno iniziato una serrata attività di indagine che ha consentito, in poco tempo, di avere un quadro probatorio chiaro della attività criminosa.
Si è quindi accertato che, come usuale nella prostituzione di origine nigeriana:
1. il reclutamento delle prostitute era avvenuto nel paese di origine delle donne, spesso senza alcuna indicazione sulle difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro lecito;
2. l’arrivo in Europa era avvenuto attraverso i canali della immigrazione clandestina;
3. le spese del viaggio erano state sostenute da parte di una Anti o Maman, con conseguente nascita di un debito da parte delle ragazze;
4. una volta giunte in Europa avveniva l’inserimento nel modo del “lavoro”, con la induzione alla prostituzione per saldare il debito;
5. oltretutto, il debito originario collegato al viaggio, era incrementato dalla necessità di pagare le spese di vitto e di alloggio. Il provvedimento restrittivo è stato emesso nei confronti di NWEDIEI Joyce Anwuli, nigeriana classe 1973, accusata di aver sfruttato l’attività di prostituzione di altre 6 connazionali.
Tutte donne che a lei dovevano cifre diverse, a seconda del debito contratto, e verso le quali la richiesta di denaro era costante. La Anti si informava del loro lavoro, di quanti clienti incontravano, dei prezzi delle prestazioni, dei controlli delle forze di polizia, e di quelle esigenze logistiche come l’affitto degli appartamenti o il trasporto delle ragazza da e per il posto di lavoro. Non sono emersi, invece, elementi che lasciassero ipotizzare i più gravi reati (spesso collegati alla prostituzione di origine nigeriana) di riduzione in schiavitù.
Il riscontro alle attività illecite della donne è giunto dall’ascolto delle intercettazioni, ma anche da servizi di osservazione mirati a riscontrare il lavoro svolto dalle donne nigeriane sulle strade di Siracusa, soprattutto operanti in viale Ermocrate. È lì che ieri sera i Carabinieri, solo dopo aver arrestato la NWADIEI, hanno potuto procedere alla identificazione di tre prostitute, emerse come vittime della NWADIEI. Inoltre nell’abitazione della NWADIEI sono stati trovati appunti con somme di denaro riferibili alle prostitute appena identificate e, analogamente, a casa delle prostitute è stata sequestrata una agenda con la contabilità dei pagamenti di due ragazze e la annotazione “ho completato il mio debito il 23 di luglio. Dio ti ringrazio!”. Le donne, condotte al Comando di viale Tica, sono state ascoltate alla presenza di esponenti dell’OIM, l’Organizzazione Internazionale per l’Immigrazione, Sezione di Agrigento, che hanno cercato di attivare le opportune procedure di tutela, assistenza ed inserimento a favore delle vittime dei reati connessi all’immigrazione. Il fermo si è reso necessario per evitare il pericolo di fuga della NWADIEI, soggetto già collegato alla parrocchia di Bosco Minniti, e che aveva girovagato per l’Italia (ed anche all’estero) sin dal 1997, per poi approdare a Siracusa perché rassicurata da un’altra “Anti” che si trattava di una zona tranquilla per operare. Per questo da oggi la donna è rinchiusa nella casa circondariale di Catania, in attesa dell’udienza di convalida del provvedimento restrittivo.
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Noi prostitute comunitarie: libere, ricche e protette dalla legge
9 ottobre 2010 «(...) Nessuno mi ha obbligato, è stata una mia libera scelta. Anche le mie amiche hanno fatto la stessa cosa. Del resto se ci fosse un balordo che intende sfruttarci, basta chiedere a un cliente di portarci al primo commissariato e denunciare». E aggiunge quasi con un pizzico di orgoglio: «Qui nessuno ti fa niente. Se prendi una multa, non la paghi, perché è difficile farcela recapitare. E nessuno va in galera se fa la prostituta».
Ma la tua famiglia sa?
«No, certo che non sa. Ho aspettato di compiere 18 anni e poi ho detto: mamma vado in Italia a rubare. Tutti i romeni rubano. E mia madre mi ha dato la sua benedizione» (...) «Io guadagno 300, 400 euro al giorno. Diciamo che al mese metto in tasca 6, 7mila euro. Mille vanno per la spesa e altre cosucce, 300 per l'affitto della casa che divido con altre tre colleghe romene, il resto lo mando ai miei per farli star bene e per pagare i muratori che mi stanno costruendo una nuova casa. Sarà pronta tra sei mesi: bella, grande, spaziosa, con un immenso giardino. Mia mamma è orgogliosa di sua figlia. Ladra, ma non puttana...». fonte

Lucca - Dominicana sfruttata da tre sue connazionali
12 ottobre 2010Il giro di prostituzione è emerso dopo che la questura del capoluogo toscano ha raccolto varie denunce di persone che vivevano accanto a questi appartamenti e che segnalavano alla polizia lo strano via-vai che si verificava in quelle case, soprattutto nelle ore pomeridiane.
Hanno segnalato anche rumori inconfondibili, come cigolii di letti e gemiti, che hanno fatto ritenere agli investigatori di essere di fronte a due case per appuntamenti. Quello che, però, la polizia doveva provare era che in quelle case non solo ci si prostituiva, ma vi era anche chi traeva profitto da tale attività. La Squadra Mobile ha così sorvegliato le due case e, dopo aver verificato che erano frequentate da maschi adulti, ne ha convocati alcuni nei propri uffici, dove hanno confermato di andare in quelle case per consumare rapporti sessuali a pagamento - la tariffa era tra i 50 e i 100 euro - e che avevano contattato le 'signorè, dopo aver letto degli annunci sulla stampa locale.
È, quindi, iniziata l'indagine vera e propria che ha fatto individuare una donna di 26 anni, della Repubblica di Santo Domingo. La donna era stata contattata da una conoscente in patria, la quale le aveva offerto la possibilità di stipulare un 'matrimonio di convenienzà con un italiano, per ottenere il permesso di soggiorno e, quindi, lavorare in Italia. La donna ha accettato e si è sposata (ma solo all'apparenza), con un italiano. Dopo le formalità, ha raggiunto Torino, dove l'uomo - un tossicodipendente che ha ricevuto alcune migliaia di euro da un pregiudicato di 52 anni per prestarsi al gioco - non ne vuole sapere della donna, che viene costretta a prostituirsi per ripianare il debito di circa 12mila euro, dovuti alla conterranea che le aveva anticipato le spese per il finto matrimonio.
La dominicana dapprima si prostituisce a Torino e, poi, a Lucca. Dopo essere stata trovata in uno dei due appartamenti, è stata ascoltata in questura, dove le viene spiegato che ha la possibilità di denunciare chi la sta sfruttando, sottraendosi così dal giro di prostituzione dove era finita. La donna è stata, quindi, affidata ad un'associazione di volontariato che ne ha curato la protezione e il reinserimento sociale. E la sua testimonianza, assieme ai risultati delle indagini, ha portato alla denuncia alle Procure di Torino e Lucca del finto marito torinese, dell'uomo di 52 anni, sempre di Torino che lo aveva pagato per prestarsi alla sceneggiata, delle due maitresses dominicane, tutte e due di 32 anni, residenti a Pisa e Livorno e in contatto con il giro di Torino e, infine, il 'ganciò dominicano, la donna in contatto con il 52enne e le 2 tenutarie, che aveva arruolato la giovane, con il miraggio di una sistemazione in Italia.


Lecce - Prostituzione minorile: arrestata una 65enne
22 ottobre 2010 - In esecuzione dell'ordine di carcerazione emesso lo scorso 8 ottobre dal Procuratore aggiunto Ennio Cillo della Procura della Repubblica di Lecce, è stata arrestata Anna Lucia Allegro, 65 anni, residente a Lecce, per il reato di sfruttamento della prostituzione, anche nei confronti di minori. La donna dovrà scontare una pena di anni 3, mesi 10 e giorni 12 di reclusione.


Parma - Due sorelle nigeriane gestivano il trafficking dall'Africa
30 ottobre 2010 - Il viaggio verso la terra promessa era garantito. E, una volta sbarcate a Parma dalla Nigeria, anche la casa era una certezza. Ma poi di gratuito non c'era più nulla. Bisognava restituire tutto, con tanto di interessi. Lavorando sulla strada, perché quello era l'unico mestiere consentito. Senza la possibilità di tornare indietro, perché i documenti di identità venivano sequestrati. Diverse le ragazze alla corte di F.A.U., 35 anni, nigeriana, e della sorella B.U., dieci anni più giovane, che l'avrebbe aiutata nel controllo delle donne. Uno sporco affare durato mesi, tra novembre 2005 e luglio 2006, prima che le due finissero sotto inchiesta per induzione e sfruttamento della prostituzione aggravato. E ieri la condanna: 5 anni e 4 mesi, oltre a 800 euro di multa, per la sorella maggiore; 2 anni e 300 euro di multa, con la sospensione condizionale, per l'altra. Inoltre, F.A.U., una volta espiata la pena, sarà espulsa.
Sorelle e complici, le due nigeriane. E socie in affari, secondo l'accusa. Ma la regista era F.A.U., detta «Linda». Sarebbe stata lei a far arrivare le ragazze dalla Nigeria, tutte appartenenti a famiglie poverissime. Tutte pronte a lasciarsi inebriare da qualunque promessa pur di potersi ritagliare uno scampolo di futuro. E Linda sapeva essere rassicurante, regalava speranze. Ma all'arrivo a Parma era altrettanto brava a presentare il conto. Per le ragazze c'era pronto un alloggio, con tanto di affitto pagato, ma per il lavoro non c'era possibilità di scelta. Costrette a prostituirsi per pagare il debito del viaggio. Per sperare di ritrovare la libertà tornavano ogni sera sulla strada. Non c'era bisogno di riti voodoo né di alzare le mani, o almeno l'inchiesta non ha portato alla luce nulla di tutto ciò.
«L'indagine avrebbe potuto ricostruire meglio lo scenario, facendo anche altri riscontri - sottolinea il pm Marco Imperato nella requisitoria - tuttavia - aggiunge - l'attività di osservazione, la perquisizione nell'appartamento e le intercettazioni hanno fornito elementi importanti. Linda controllava l'attività delle ragazze, mentre la sorella aveva un ruolo più sfumato, tuttavia spesso accompagnava le ragazze a prostituirsi e le controllava».
Vivevano in un piccolo appartamento nella zona di via Palermo, le due sorelle. Ad accorgersi di un sospetto via vai di ragazze a qualunque ora, un vicino, che poi si rivolse ai carabinieri. E quando i militari fecero irruzione nell'alloggio, i dubbi cominciarono a trovare conferme: tra quelle quattro mura moltissimi preservativi, decine di parrucche e 700 euro in contanti. Ma furono soprattutto gli appostamenti nei pressi di una stazione di servizio vicina a via Paradigna e le intercettazioni telefoniche a convincere gli investigatori che Linda e le sorelle erano a capo di un giro di prostituzione.
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Milano - La pappona cinese le faceva prostituire per 4 euro
12 novembre 2010L’aguzzina è stata arrestata dai Carabinieri della Compagnia Porta Manforte, nel suo appartamento di via Passeroni, dove i militari hanno trovato anche 1.075 euro in contanti.
Si tratta di una donna cinese di 48 anni, Z.W., che 7 giorni alla settimana sfruttava due connazionali facendole prostituire per 4 euro a prestazione sessuale.
Le due donne, in Italia dal 2006, erano state messe in contatto con l'arrestata da un'amica comune e, secondo l'accordo, trattenevano il 40% sul prezzo di ciascuna prestazione.
In realtà i 10 euro consegnati dai clienti al termine degli incontri era soltanto una parte della "tariffa": il grosso veniva invece consegnato all'insaputa delle due donne direttamente nelle mani della sfruttatrice.
Per la donna sono quindi scattate le manette: per lei le accuse sono di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, aggravata dalla condizione di clandestinita' delle due cinesi.
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Latina - 6 prostitute romene cercano, a sprangate, di imporre la "protezione" a 5 connazionali
20 novembre 2010Una vera e propria guerra per accaparrarsi lo spazio in cui esercitare la prostituzione. E' quella in atto, da diverso tempo, lungo la via Pontina. Per la quale sono state fermate due prostitute romene.
Una storia che emerge in tutta la sua violenza a seguito di una spedizione punitiva messa in atto - mercoledì scorso - da sei donne romene contro cinque concittadine che si prostituivano al chilometro 78 della Pontina, nei pressi del capoluogo pontino. Il gruppo che cercava di imporre la propria egemonia, con la copertura di altri personaggi non ancora identificati, chiedeva alle altre prostitute la somma di cento euro al giorno per poter esercitare in alcuni tratti della Pontina. Per sottomettere le altre lucciole e farle entrare sotto la loro protezione, hanno deciso di picchiarle con delle spranghe di legno e ferro, ritrovate dalla polizia sul luogo dell'aggressione.
Le vittime della spedizione sono state portate al pronto soccorso mentre una, gravemente ferita, è ancora in ospedale. Gli uomini della Polstrada hanno subito iniziato le ricerche, individuando due componenti della gang che tentava di imporsi con la forza: si tratta di due prostitute romene, una di 22 e l'altra di 25, componenti di una organizzazione i cui componenti sono ancora ricercati dalle forze dell'ordine.
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Viterbo: Le minorenni rumene avevano scelto di prostituirsi
12 dicembre 2010 - Che le due baby-prostitute erano libere [...] emergerebbe da molti altri particolari. "Libera, innanzitutto, era stata la loro scelta di venire in Italia per prostituirsi - afferma l'avvocato Marco Russo, difensore dei due fratelli marocchini alla sbarra -. Livia cercò di far credere di essere stata costretta a lasciare la Romania, per andare a lavorare in una pizzeria a Viterbo. Ma fu lei stessa a dire al pm che le era stato offerto di fare la prostituta in Italia per 2mila euro al mese. A lei, come ad Ankuta. E loro avevano accettato". Nessuna segregazione, dunque. Nessuna prigionia [...]. Tant'è vero che le ragazze avevano due cellulari. Quello di Ankuta era addirittura intestato a lei. E Livia, che aveva i genitori a Roma, a pochi chilometri di distanza, non ha mai provato a chiamarli, contrariamente a quanto faceva prima di arrivare a Viterbo. "Quando viveva in Romania con il nonno, non passava giorno che Livia non sentiva la madre e il padre - fa notare, ancora l'avvocato -. Se era così disperata, perché non ha cercato la sua famiglia?". "Livia e Ankuta erano libere di uscire"
Anche le intercettazioni, secondo le difese, smentiscono l'accusa. Specie quando, al telefono, Livia dice di "essere a spasso", "in giro". E succede più di una volta. "Segno evidente - afferma Russo - che Livia e Ankuta erano libere di uscire e di fare tutto quello che volevano". Compreso dormire con i loro "aguzzini": come faceva Livia con uno degli imputati, Samuel Cola. Il che [...] potrebbe far sorgere dei ragionevoli dubbi sulla violenza sessuale perpetrata da Cola su Livia.
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Sarzana (SP) - La rumena NON sfruttava le connazionali: QUINDI è stata arrestata per sfruttamento
27 novembre 2010 - (Adnkronos) Sei persone, quattro rumeni e due italiani, sono stati arrestati dai Carabinieri della Compagnia di Sarzana (La Spezia) tra lunedi' e martedi' scorsi per sfruttamento prostituzione, aggaravata dal fatto che una delle prostitute era minorenne. L'indagine era initata un mese fa con l'arresto per favoreggiamento della prostituzione di L.B., una 38enne da Ortonovo (La Spezia), che vigilava in viale XXV Aprile di Sarzana, sulla attivita' di una prostituta rumena sua amica.
Le pattuglie del Radiomobile CC di Sarzana avevano da qualche giorno notato una recrudescenza del fenomeno prostituzione con la presenza di nuove ragazze rumene. Dopo l'arresto, i militari di Sarzana avevano capito che la ragazza rumena non aveva una posizione di sfruttata-vittima ma esercitava volontariamente e non solo, organizzava e gestiva il meretricio anche di altre ragazze connazionali. Informato, il procuratore della Spezia, Maurizio Caporuscio, ha autorizzato le intercettazioni telefoniche e assegnato il fascicolo a uno dei suoi sostituti, Federica Mariucci, che ha coordinato le indagini a stretto contatto con i militari di Sarzana.
L'ascolto delle conversazioni telefoniche, i pedinamenti sul campo, alcuni mirate retate di prostitute sulla strada, foto e filmati, hanno permesso di dipingere un dettagliato quadro di cosa stesse accadendo sul viale che porta al mare e sulla via litoranea a cavallo delle due frazioni di Marinella di Sarzana (La Spezia) e Marina di Carrara (Massa Carrara). fonte
14 dicembre 2010 - La storia di una 22enne rumena, arrestata nell'ambito di un'operazione contro la prostituzione lo scorso 22 novembre a Sarzana, si arricchisce di un ulteriore capitolo. Ieri sera infatti la giovane, che vendeva il suo corpo e faceva prostituire un'altra giovane ragazza, è stata arrestata a Genova dopo che il gip del capoluogo regionale ha confermato la custodia in carcere, disposta in un primo tempo dal Tribunale della Spezia.
Per transito di competenza erano stati spostati atti e documenti presso il Palazzo di Giustizia genovese ma la storia non ha avuto ribaltoni.
La donna invece di uscire dalla prigione femminile di Pontedecimo è rimasta al suo posto con la notifica pervenuta ieri sera alle 19.30.
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Napoli - Trafficking dalla Nigeria gestito da 6 donne
16 dicembre 2010(ANSA) Oltre mille giovani donne all'anno venivano avviate alla prostituzione sul litorale Domiziano da un' organizzazione della mafia nigeriana gestita da donne.
E' quanto emerso dalle indagini della sezione criminalita' straniera della squadra mobile di Napoli, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia. Sette persone, sei delle quali donne, tutte di nazionalita' nigeriana, sono state arrestate dalla squadra mobile di Napoli al termine di indagini coordinate dalla Dda.
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Comacchio (FE) - Il trafficking era gestito da una dominicana
20 dicembre 2010 - Le ragazze arrivavano dalla Repubblica Dominicana, dove si erano già sposate con alcuni comacchiesi che intascavano 10mila euro come compenso per diventarne i mariti e far ottenere loro la cittadinanza italiana. Una volta giunte in Italia, le ragazze entravano nel mondo della prostituzione mentre i proventi dello 'scambiò venivano impiegati dai comacchiesi in un traffico di droga distribuita a Rimini, Ravenna, Milano, Torino e Castrocaro. L'inchiesta iniziata nell'estate 2009 dai carabinieri di Comacchio e Ferrara si è conclusa con 21 ordini di cattura e altri due provvedimenti cautelari (di cui non sono state rese note le generalità): l'operazione, di cui era già stata data notizia ieri, è stata chiamata 'Mercedes' dal nome di Mercedes Mantegazza Altagracia, la donna sudamericana con doppio passaporto svizzero-dominicano che reclutava le ragazze da portare in Italia dopo averle fatto contrarre matrimonio nella Repubblica Dominicana: quattro i matrimoni combinati e scoperti, mentre durante queste indagini sono stati eseguiti numerosi sequestri di hashish e cocaina e anche di armi usate da coloro che poi sono stati arrestati, anche per attività criminali al di fuori del traffico di droga.

Padova - Rumene: prostitute in auto-gestione
23 dicembre 2010 - Scoperto e sequestrato un appartamento dove si prostituivano quattro donne rumene in via Leoncavallo 1 all'Arcella a Padova. Il sequestro è stato eseguito oggi dalla Polizia municipale-reparto giudiziaria, su richiesta del pm Vartan Giacomelli e autorizzazione del gip Mariella Fino. Indagata per favoreggiamento della prostituzione una delle quattro donne, intestataria del contratto d'affitto dell'appartamento.
"Le indagini - hanno spiegato Andrea Boscarollo e Luca Sattin, rispettivamente commissario capo e commissario principale della squadra investigativa della Polizia municipale - sono state avviate a novembre, su segnalazione dei condomini, che avevano riscontrato un viavai sospetto.Le donne, trentenni, ricevevano i clienti nell'appartamento: tre le abbiamo identificate nel primo blitz, la quarta oggi al momento del sequestro. Le prostitute pubblicizzavano la propria attività attraverso un sito internet, dove erano pubblicate foto che le ritraevano all'interno dell'appartamento. Una delle quattro, l'indagata, esercitava pur essendo in stato interessante.
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Assisi (PG) - Ricercata dall'Interpol per sfruttamento e sequestro di ragazze: arrestata rumena
30 dicembre 2010Una latitante romena, 32 anni, è stata arrestata dai Carabinieri di Assisi, con la collaborazione dell'Interpol, in esecuzione di mandato di arresto europeo. La donna era ricercata a livello internazionale per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, estorsione e sequestro di persona.
L'arresto (avvenuto a Bucarest, ma reso noto stamani dagli stessi carabinieri di Assisi) rientra nel contesto dell'indagine denominata ''Christmas'', condotta dai militari del radiomobile (che hanno arrestato in tutto cinque persone) e così denominata dopo che i carabinieri avevano saputo che nella zona una giovane straniera era stata segregata proprio la sera della vigilia di Natale dell'anno scorso.

Brescia - La maitresse cinese gestiva 10 ragazze
8 gennaio 2011Le accuse sono precise: gestiva dieci ragazze, tutte cinesi come lei. Ma molto più giovani. Lei, Liu Chun Mei di anni ne ha 40. Le «sue» ragazze la metà. Tutte poco più che minorenni le garantivano un ottimo business, denaro fresco e esentasse pronto per essere investito in altre attività. Dall'illecito al lecito, la filiera corta di tante organizzazioni criminali cinesi che comprano esercizi commerciali e avviano attività riciclando in quel modo i capitali accumulati illegalmente.
Con la prostituzione, per esempio, come faceva Liu Chun Mei arrestata nei giorni scorsi al termine di una lunga indagine coordinata dal pm Pappalardo e avviata all'inizio dello scorso anno. Quale fosse la struttura dell'organizzazione, tra l'altro tutta al femminile, gli uomini della Squadra Mobile di Brescia l'avevano compreso da tempo. Disarticolandola in parte, col sequestro degli appartamenti dove le ragazze esercitavano. Ma mancava un tassello importante: la «capa», che era una specie di primula rossa.
Infatti come fanno spessissimo i cinesi («hanno un'elevatissima mobilità sul territorio - spiega il comandante della Mobile Riccardo Tumminia - e si spostano continuamente per non farsi beccare») anche Liu si era volatilizzata. Ma le è servito a evitare le manette solo per qualche mese, l'hanno comunque scovata a Novara assieme ad altre tre connazionali. Sfruttavano a Brescia ma anche a Novara e avevano interessi della stessa loscaggine a Milano.
Un'imprenditoria del crimine che fa prostituire le ragazze spesso senza avere bisogno di ricorrere alla violenza. Basta il debito del viaggio dallla Cina all'Italia, viaggio che non possono pagare se non appunto «vendendosi» per alcuni anni.
Ma il centro degli affari era Brescia. Gli appartamenti delle ragazze erano disseminati tra la città e la provincia. Cinque in tutto, dove «operava» una decina di loro. E Liu? Faceva la maitresse come si fa nel ventunesimo secolo, fungendo da call center. A suo nome erano intestate schede telefoniche alle quali facevano riferimento i clienti a quanto risulta quasi tutti italiani. I contatti avvenivano così, ma l'amo era gettato attraverso inserzioni sui giornali oppure su Internet. Ogni prestazione costava ai clienti ottanta euro, le ragazze lavoravano spesso e Liu guadagnava tanto.
La Polizia sta verificando se anche i proprietari degli alloggi ci guadagnassero qualcosa. Non direttamente dalla prostituzione, ma affittando a prezzi fuori mercato, che sono possibili quando è chiaro a tutte le parti cosa si fa in quegli appartamenti. Oppure a prescindere da guadagni indebiti, semplicemente se i proprietari sapessero o no. Aspetti questi che, dopo il sequestro, invece della restituzione potrebbero far scattare la confisca.
La custodia cautelare in carcere, firmata dal gip Maria Paola Borio, potrebbe non essere l'unica sanzione a carico di Liu Chun Mei. Alla Squadra Mobile bresciana tengono infatti a sottolineare che è importante colpire anche i patrimoni illeciti, non solo con il sequestro, ma anche facendo pagare le tasse su quei capitali, tasse che non sono state mai pagate.
«La legge lo prevede e vogliamo che la legge sia applicata fino in fondo - fa sapere a questo proposito Riccardo Tumminia - Per questo stiamo svolgendo approfonditi accertamenti anche di carattere patrimoniale. Così come stiamo verificando le posizioni dei proprietari di casa».

Lecce - Prostituzione: la rumena importava minorenni
11 gennaio 2011Ieri mattina è arrivata la condanna per Loredana Lapadat, romena di 32 anni. La pena è di 5 anni e 4 mesi di reclusione. Il pm Giovanni De Palma aveva invocato 6 anni di carcere. Il giudice l’ha assolta dal reato di associazione a delinquere, confermando quello di sfruttamento.
Reclutavano ragazze dalla Romania, alcune anche minorenni, con la scusa di offrire loro un lavoro. Ma una volta messo piede in Italia, le ragazzine non facevano le badanti o le cameriere, come da accordi, ma ricevevano ingaggi a “luci rosse”. Quell’associazione transnazionale, ramificata non solo nel Bel Paese (in particolare a Lecce e a Montecatini), ma anche in Germania e in Francia, fu sgominata il 21 febbraio del 2009, quando vennero ammanettati una decina di responsabili. Ora, però, è il momento delle pene. Per Loredana Lapadat, romena di 32 anni, il pm Giovanni De Palma aveva invocato 6 anni di carcere. Ieri mattina, però, il gup Ines Casciaro ha accolto la tesi della difesa assolvendo la donna dal reato di associazione a delinquere, e considerandola responsabile del reato di sfruttamento della prostituzione.
L’imputata, che aveva scelto di essere giudicata con rito abbreviato, è stata condannata a 5 anni e 4 mesi di reclusione.
Cruciale sarebbe stata un’intercettazione telefonica tra l’imputata (nei giorni in cui si trovava nel capoluogo salentino) e una ragazza, all’epoca dei fatti minorenne.
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Pescara - La magnaccia cinese: calci e pugni per far prostituire la connazionale
15 gennaio 2011Ieri pomeriggio i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Pescara, dopo continue segnalazioni da parte di alcuni cittadini, hanno fatto irruzione in un appartamento di via Matese. Lì, secondo quanto raccontato da alcuni vicini, alcune donne di origine cinese si prostituivano.
Nell'appartamento sono state trovate tre donne, tutte di nazionalità cinese e tutte in regola con i documenti. Una di loro, Z.Y , rassicurata dalla presenza dei militari, ha raccontato di trovarsi in quell’abitazione dal mese di agosto, insieme ad un'altra connazionale, Li Xiuying, arrestata ieri per sfruttamento della prostituzione.
Infatti la donna ha raccontato di essere stata costretta a prostituirsi per pagare l'affitto di 400 euro al mese dall'amica. Da ulteriori accertamenti eseguiti è emerso che con il provento della sua prostituzione la donna provvedeva anche al pagamento degli annunci editi su alcuni periodici locali, con i quali venivano attirati i “clienti”.
I militari, coadiuvati da un interprete di lingua cinese, hanno convinto la donna a rivelare le modalità del suo arrivo in Italia e della sua iniziazione all’attività di meretricio.
Così la ragazza ha cominciato il suo racconto e ha spiegato che a fine dicembre scorso aveva chiesto a Li Xiuying di andare via da quella casa per far ritorno nella repubblica cinese. Ma quest’ultima l’avrebbe violentemente picchiata con calci e pugni alla testa causandogli lividi ed ecchimosi nonché un bernoccolo, ancora visibile. La ragazza ha anche raccontato che la sua coinquilina l’aveva costretta a rimanere nell’abitazione senza nemmeno fornirle da mangiare limitandosi a darle un pò di zuppa.
La vittima ha raccontato ai militari di aver temuto anche per la propria incolumità e di avere paura che Li Xiuyng potesse ucciderla. La donna è stata accompagnata al pronto soccorso dove è stata giudicata guaribile in cinque giorni. La terza donna cinese presente nell'abitazione al momento dell'arrivo dei militari secondo gli inquirenti avrebbe fornito dichiarazioni «palesemente mendaci finalizzate ad eludere le indagini svolte nei confronti della sua amica e connazionale». Per questo è stata deferita per favoreggiamento personale.
Al termine delle indagini Li Xiuying è stata tratta in arresto per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione e portata nel carcere di Chieti.
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USA - Arrestata la trafficante di donne super-ricercata
17 gennaio 2011 - Una delle più pericolose ricercate d'America, una fuggitiva accusata di traffico di esseri umani, è stata arrestata al Casinò Mohega Sun dopo che il suo viso era stato riconosciuto da uno dei membri dello staff del Casinò stesso. La 52enne An Soon Kim, colpevole di aver introdotto negli Stati Uniti donne coreane con documenti falsi e di averle indotte alla prostituzione, per 4 anni ha eluso la legge sull'immimgrazione statunitense prima di essere riconosciuta grazie ad un programma americano chiamato "Most Wanted", andato in onda lo scorso 9 dicembre. Al suo ritorno al Casinò di Uncasville, Connecticut è stata arrestatata mentre giocava ai tavoli. La polizia ha trovato 17.000 dollari in possesso della donna durante la perquisizione. Kim anch'essa originaria della penisola coreana, è cittadina americana a tutti gli effetti e sarà ora trasportata a New York dove le saranno mosse le accuse. (Fonte Agipronews)
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Roma - Arrestata brasiliana reclutatrice di connazionali
24 gennaio 2011Una donna brasiliana è stata arrestata con l'accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Con un blitz, la polizia si è introdotta nell'appartamento sito in via Sanremo, nel quartiere di San Giovanni.
Ad aprire la porta agli agenti sotto copertura tre giovani sudamericane che in abiti succinti, li hanno invitati ad entrare per accomodarsi.
L'appartamento composto da tre camere, tutte con letti matrimoniali, era chiaramente destinato all'esercizio dell'attività di prostituzione.
A gestire la "casa d'appuntamenti" la donna brasiliana che si occupava, non solo della gestione ordinaria dell'abitazione ma aveva anche l'incarico di cercare nuove ragazze da avviare alla prostituzione.
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Agrigento - Trafficking prostitute sudamericane: due donne a capo
25 gennaio 2011 - Un giro di prostituzione di peruviane, colombiane, cubane e dominicane, di età compresa tra i 25 e i 35 anni, arrivate in Italia con regolare permesso di soggiorno e poi sfruttate in appartamenti-tugurio, in cui le ragazze si lavavano con l'acqua dei bidoni perchè dai rubinetti non usciva niente. Gli appartamenti si trovano a Fontanelle, San Leone e contrada Consolida, nell’Agrigentino.
A capo del presunto giro due donne: Vielka Cecilia Rodriguez, 47 anni, già condannata a due anni, e Adele Galfo Ansaldi, 46 anni, che si sarebbe occupata di tenere i contatti con i clienti, insieme a Michele Cimò di 60 anni. Entrambe le imputate, accusate di sfruttamento della prostituzione, hanno scelto il rito ordinario e sono stati sottoposti al divieto di dimora. Le altre due persone coinvolte, Maria Lo Zito, 38 anni, e Gerlando Sollano, 73 anni, hanno optato per il rito abbreviato e sono stati condannati a due anni e quattro mesi di reclusione.
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Monza - Tratta delle schiave: a capo una rumena 18enne 26 gennaio 2011L'accusa più grave viene contestata a una ragazza rumena di 18 anni, indagata dalla procura distrettuale antimafia di Milano per associazione a delinquere finalizzata alla tratta di persone, riduzione in schiavitù e al reclutamento, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
Il fermo della giovane, N.G., domiciliata a Milano, va ad aggiungersi al lungo elenco di provvedimenti restrittivi eseguiti dai carabinieri di Monza in questi mesi nell'ambito della cosiddetta indagine “Fata”. Un'inchiesta, condotta in collaborazione con le forze di polizia rumene, che ha permesso di smantellare un organizzazione criminale rumena, fondata essenzialmente su tre clan familiari, che trasferiva ragazze del paese dell'est, anche minorenni, fino a Monza e Milano, dove erano costrette a fare la vita di strada.
In certi casi, le giovani venivano rapite da un orfanotrofio a Galati, città rumena che si affaccia sul confine con la Moldavia, per essere poi vendute come merce qualsiasi a Monza. La stessa sorte che toccava anche a ragazzini adolescenti, utilizzati come manovalanza dedita alla commissione di furti nei supermercati.
La diciottenne raggiunta dal provvedimento di fermo martedì, in pratica, continuava a tenere le fila del business retto dagli aguzzini arrestati nei mesi scorsi, continuando di fatto a sfruttare le giovani. La ragazza aveva ricevuto una “promozione” al rango di sfruttatrice, dopo aver lei stessa esercitato in strada; considerata la sua giovane età, evidentemente ha cominciato a “vendersi” che era ancora minorenne.

Vicenza - Rumena 17enne: "Sono partita per prostituirmi in Italia"
29 gennaio 2011 - Due giovani stranieri, una romena 24enne ed un albanese 26enne, sono stati arrestati a Vicenza dagli agenti della squadra mobile per aver sfruttato una prostituta minorenne romena, di 17 anni. La donna arrestata, Irina Veronica Duli, era partita con lei qualche mese dalla Romania ed insieme erano giunte a Vicenza, dove vivevano e sulle cui stradae si prostituivano. Il giovane finito in manette, Julian Toli, accompagna ogni sera la propria auto le due ragazze, che si vendevano fra viale Eretenio e via X Giugno, e poi le riaccompagnava a casa.
Sono stati i controlli di polizia a far scoprire che una delle due era minorenne. La 17enne avrebbe tra l’altro messo a verbale che i due sapevano che lei era minorenne, e che Duli le aveva dato un telefono cellulare intestato a lei, e che fin dalla loro partenza dalla Romania il progetto di prostituirsi era ben chiaro. Denunciato un terzo giovane, un romeno anch’esso poco più che ventenne che in occasione aveva accompagnato la 17enne sulla strada.
Per tutti l’accusa è di induzione e favoreggiamento della prostituzione minorile. Il pm della Procura di Vicenza Luigi Salvadori ha chiesto la convalida dell’arresto per Toli, mentre ha deciso di rimettere in libertà Veronica Duli.

Spagna - Maitresses tecnologiche sfruttano le chicas
MADRID – La cabina di regía della maitresse funzionava meglio di una torre di controllo o del centralino di un ministero: telecamere accese giorno e notte nei bordelli, telefoniste efficienti per smistare i clienti, fissare gli appuntamenti e organizzare il lavoro delle «ragazze», classificate in base a caratteristiche e attitudini. Come da manuale delle risorse umane. Agli agenti della polizia nazionale spagnola che hanno fatto irruzione in piena notte nella centrale operativa di Madrid è parso, al primo momento, di trovarsi dietro le quinte del Grande Fratello. Su tre grandi monitor e sugli schermi di un paio di computer, alcune telecamere strategicamente disposte all’ingresso e dentro le case chiuse trasmettevano ininterrottamente, via internet, le immagini quotidiane delle «lavoratrici» in servizio. Difficile fare flanella per le ragazze, quasi tutte straniere e molto giovani, che erano finite nelle mani del racket gestito da Madame Tatiane e dal suo socio, Jeverson.
PRODUTTIVITA' - Il sistema, nella sua spietatezza, era stato congegnato secondo le più aggiornate tecnologie per avere sempre un occhio, elettronico, sulla professionalità e la produttività dello staff. Due luogotenenti, dai nomi altrettanto cinematografici, William e Alexandra Cornelia, avevano l’incarico di fare il giro delle scuderie, per raccogliere l’incasso della giornata, o della nottata. A un tavolo attrezzato con vari telefoni, due centraliniste per turno ricevevano le chiamate dei clienti e concertavano gli appuntamenti in base alla disponibilità di ragazze: un pannello appeso sulla parete dirimpetto le teneva aggiornate sull’operatività e la reperibilità di tutte le chicas in organico. Una di loro, sfuggita ai suoi negrieri, ha dato agli agenti l’indirizzo giusto: una volta individuato il quartier generale dei lenoni, non è stato difficile per gli investigatori di Madrid arrivare ai quattro appartamenti vigilati dalle spie elettroniche che facevano capo all’amministrazione. Undici persone sono state arrestate con accuse che vanno dall’associazione per delinquere allo sfruttamento della prostituzione e alla tratta di esseri umani.

Sanremo - Rumena 20enne avviava alla prostituzione connazionali minorenni, segregandole
2 febbraio 2011 - [...] Tutto era partita da una confidenza fatta ai militati da una prostituta di 16 anni che aveva detto di essere stata avvicina da un giovane, particolarmente accattivante (tanto che lei se n'era anche innamorata), che l'aveva convinta ad andare in Italia dove avrebbe potuto trovare un lavoro onesto per vivere e mandare anche soldi a casa. Il nome Sanremo aveva fatto il resto, visto che era particolarmente conosciuto anche in Romania, grazie al festival.
Dopo il viaggio la giovane è stata accolta dalla connazionale di 20 anni [Joana Costachi] che, invece di aiutarla a trovare un lavoro onesto, le aveva spiegato cosa doveva fare: il mestiere più antico del mondo [...].
In questo modo è stato interrotto l'incubo di un'altra 16enne, anche lei avviata alla prostituzione.
Le indagini, svolte sia con metodi classici che tecnologici (con intercettazioni ambientali e telefoniche), avevano evidenziato il meccanismo della 'gang': le ragazze venivano adescate e fatte prostituire lungo le vie della città, in un appartamento ed anche in un albergo, tutto in regime di privazione della libertà. Proprio per questo la donna di 20 anni era stata arrestata anche con il reato di sequestro di persona.

2 febbraio 2011 - Abbiamo voluto indagare sul fenomeno, cercando di capire se quello della prostituzione come alternativa ad un lavoro diverso è frutto della necessità, della disperazione, della reale mancanza di alternative o è - come sembra - una scelta che oggi si fa in modo sempre più leggero perchè è cambiata la percezione di ciò che è lecito e di ciò che non lo è, perchè è cambiata la morale, il senso del pudore e le inibizioni e perchè, attraverso le nuove tecnologie, oggi è molto più facile entrare nel "giro" grazie agli annunci sul web, chat e via dicendo.
L'INDAGINE: E' giustificabile prostituirsi se non si trova lavoro o non si hanno soldi per studiare?
Per il 67% degli utenti di Studenti.it la risposta è no, perchè c'è sempre un'alternativa. Per il 14% è invece legittimo perchè "lo fanno tutti". Possibilista il restante 20% secondo il quale dipende dalle situazioni.
CHI E' CHE SI PROSTITUISCE?
A scegliere questo espediente sono studentesse ma anche casalinghe benestanti. Poche lo fanno per una reale necessità; la maggior parte lo fa per potersi permettere "il superfluo", beni di lusso o semplicemente per trasgredire.

ANNUNCI E PASSAPAROLA
Se il passaparola è il sistema a cui ci si affida una volta entrate nel giro, all'inizio le studentesse usano il web per trovare i primi contatti. Nei forum specializzati e non (ad esempio olx.it), gli annunci di richiesta e di offerta sono tantissimi e la frase chiave spesso è "Un aiuto economico in rose per una studentessa".
Il passaparola prevale sempre quando, a prostituirsi, sono invece studentesse del liceo. Una inchiesta della trasmissione Le iene del 2010 aveva denunciato il fenomeno delle baby prostitute, studentesse di liceo che lo fanno per potersi comprare accessori firmati o altri sfizi a cui non hanno accesso con la sola paghetta dei genitori. Il tutto gestito da uno studente "protettore", che ha la lista dei contatti ed organizza gli incontri.

Dalle testimonianze di chi si prostituisce e di chi sfrutta il fenomeno, ma anche dai risultati dell'indagine la sensazione che si ha è che la prostituzione spesso non venga vissuta come un espediente mortificante a cui ci si piega per reali necessità. E' invece un modo facile e veloce per poter guadagnare tanto e pagarsi gli studi senza fatica, bypassare il problema del precariato o accedere a beni e servizi di lusso inaccessibili con le sole risorse di cui si dispone (paghetta, stipendio...). Non è l'unica alternativa possibile ovviamente, ma è sicuramente la strada meno faticosa:

So che non è una cosa normale, ma cos'altro potrei fare? (...) Ora mi sto mettendo da parte un po' di soldi per pagarmi l'iPhone perchè ormai ce l'hanno tutti" racconta una diciassettenne.
Già non ti senti benestante... in più con la crisi" racconta una studentessa alle Iene, inconsapevole di essere stata registrata. Ti devi arrangiare in qualche modo, vedi la compagna di classe sempre perfetta, con la borsetta abbinata perchè lei è più fortunata... e quindi dici: perchè io non posso?
All’inizio non sono escort" - ci ha scritto C., un utente che conosce bene il fenomeno- "sono studentesse ma anche segretarie ecc... La disponibilità delle ragazze è direttamente proporzionale al ceto a cui appartengono per cui più sono povere e più sono difficili e viceversa. Il motivo per cui lo fanno sono due: ovviamente i soldi, che servono per il lusso e gli sfizi, ma anche sesso non convenzionale (...) fare sesso con sconosciuti senza alcuna complicazione emotiva." A prostituirsi sono donne insospettabili, continua C., giovani, universitarie ma anche donne della medio/alta borghesia, sposate, annoiate.

Montesilvano (PE) - 31enne rumena avviava le minorenni alla prostituzione
3 febbraio 2011I carabinieri di Montesilvano (Pescara) hanno arrestato, su disposizione del Gip del Tribunale di Pescara, Guido Campli, una rumena di 31 anni per induzione alla prostituzione minorile.
Secondo gli investigatori, a luglio 2010 la donna ha ospitato nella sua abitazione, a Montesilvano, una sedicenne rumena di Albano Laziale, fuggita dalla famiglia.
Una volta arrivata in Abruzzo, la ragazza aveva cominciato a prostituirsi, probabilmente dietro i suggerimenti e la spinta della trentunenne.
All'epoca i carabinieri, coordinati dal capitano Enzo Marinelli, hanno fermato la minorenne e hanno scoperto che si trattava di una giovane fuggita di casa per cui l'hanno affidata ad una comunità e hanno avviato le indagini, per capire se dietro di lei ci fosse qualcuno.
La giovane si sarebbe prostituta per tre sere, a Montesilvano, e in una sola notte avrebbe portato a casa 500 euro. Ad affascinarla erano, forse, i facili guadagni.
La trentunenne è attualmente ai domiciliari. Il fascicolo su questo caso è stato trasmesso al Tribunale distrettuale.

Donne che schiavizzano donne: rumena e nigeriana
25 febbraio 2011 - Cervia (RA) - Facevano prostituire una 22enne sia lungo l'Adriatica, sia all'interno dell'appartamento in cui vivevano, in piazza della Repubblica a Pinarella di Cervia. Con l'accusa di sfruttamento della prostituzione, i carabinieri di Cervia hanno arrestato sabato mattina, attorno alle 5, due romeni di 25 e 24 anni, che avevano messo sulla strada la giovane connazionale. Si tratta di un uomo e una donna, Puiu Nasturica e Mirela Nasturica, fratello e sorella.
I due giovani, entrambi senza precedenti di polizia, erano soliti portare sulla statale la 22enne e farla prostituire anche in casa. Dopo vari appostamenti in borghese che hanno permesso di accertare la frequenza di tale pratica, i militari sono intervenuti all'interno dell'appartamento arrestando gli stranieri. Per loro la condanna è stata rispettivamente a un anno e due mesi e a dieci mesi, per entrambi pena sospesa.
Verona - Era arrivata a farla picchiare da un amico che fino ad oggi è rimasto senza nome. E come se non bastasse le imponeva gli orari di lavoro, i luoghi dove prostituirsi tra la fiera e la stazione di Porta Nuova, costringendola a versare almeno 200 euro al giorno per raggiungere l'importo di 50mila euro. Una volta arrivati a quella somma, la giovane si sarebbe liberata da quella che era, per l'accusa, la sua "padrona"
C'erano, quindi, più che sufficienti prove per il tribunale (presidente Guidorizzi giudici a latere Piziali e Magri) per condannare la nigeriana Itohan Igunbor, 44 anni, a due anni e sei mesi di carcere. Una sentenza, in realtà, che difficilmente verrà mai eseguita: la donna, difesa da Anastasia Righetti, è stata dichiarata irreperibile e non si è mai presentata in aula durante le udienze del processo. Nella sua requisitoria, il pm Paolo Sachar ha ripercorso il calvario della vittima, una connazionale della Igunbor, costretta a subire ogni tipo di violenza e anche minacce di morte durate un anno, tra l'ottobre del 2004 fino allo stesso mese dell'anno dopo. Le traversie per questa giovane si sono concluse solo quando si è decisa a denunciare la Igunbor dopo mesi di soprusi. A sei anni dai fatti, è arrivata la condanna del tribunale a due anni e sei mesi di carcere per chi è da anni è introvabile.
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Piacenza - Nigeriana soggiogava 3 connazionali minacciando ritorsioni sui familiari
4 marzo 2011 - Ha patteggiato una pena di due anni e quattro mesi di reclusione O.A.O., la nigeriana di 23 anni, conosciuta come Valentina, arrestata nel luglio scorso dagli uomini della squadra mobile di Piacenza per sfruttamento della prostituzione.
La ragazza avrebbe tenuto soggiogate per mesi tre connazionali 22enni facendole prostituire sulle strade nella zona della via Emilia sia nelle ore notturne che durante il giorno. Le ragazze per venire in Italia avevano contratto con la loro "madam" un debito dai 50mila ai 70mila euro, che avrebbero dovuto ripagare con le somme guadagnate. Valentina le obbligava a prostituirsi, sotto la minaccia di violenze nei confronti dei familiari rimasti in patria, e a versarle buona parte di quanto guadagnavano, costringendole a vivere in condizione pessime all’interno della sua abitazione.
Le tre ragazze erano tenute in una camera di piccole dimensioni, costrette a dormire nello stesso divano letto da una piazza e mezza, nonostante nell’abitazione vi fosse la disponibilità di altri sei posti letto.
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Castel Volturno (CE) - Una albanese guidava la tratta delle schiave
9 marzo 2011 - Alle prime ore di stamane, a coronamento di intense attività info-investigative, gli uomini della squadra investigativa del commissariato di Pubblica Sicurezza di C/Volturno, diretto dal vice questore dr. Davide Della Cioppa, hanno tratto in arresto la cittadina albanese MUKA Alma, di anni 25, perché destinataria di un ordine di esecuzione per la carcerazione emesso dalla procura generale della Repubblica presso la Corte D’Appello di Napoli.
La donna, nel 2006, venne deferita alla Direzione Distrettuale Antimafia, unitamente ad altre 39 persone, tra cui albanesi ed italiani, all’esito di una vasta ed articolata indagine, consistita anche in intercettazioni telefoniche ed ambientali, che svelò l’esistenza di un’organizzazione criminale di stampo mafioso, dedita alla riduzione in schiavitù, introduzione illegale in Italia, induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, estorsione in danno di ragazze provenienti dall’est europeo che, col miraggio di trovare un dignitoso lavoro in Italia, venivano illegalmente introdotte per poi essere avviate sui marciapiedi d’Italia e costrette a prostituirsi per saldare il loro debito col sodalizio, della cui esistenza e consistenza prendevano atto una volta giunte sul territorio nazionale, e senza avere alcuna possibilità di sottarsi agli aguzzini, se non rischiando la vita.
La MUKA, in seno al sodalizio criminale, aveva il compito di controllare le neofite durante l’esercizio del meretricio, al fine di verificare la relativa capacità ad avere rapporti sessuali con gli occasionali clienti e la conseguente loro “attitudine al lavoro”, che costituiva il metro per la fissazione del prezzo della compravendita.
In effetti la sventurata di turno veniva costretta dietro minaccia (le indagini hanno, tra l’altro, permesso di verificare che l’organizzazione disponeva anche di un arsenale che serviva, oltretutto, a persuadere, con minacce di morte, chi aveva intenzione di sottrarsi alle vessazioni) a prostituirsi per potersi riscattare dalla sua condizione di schiavitù.
Le ragazze, reclutate nei paesi dell’est, in particolar modo Romania ed Albania, giungevano in Italia attraverso viaggi organizzati da un’agenzia specializzata, WORLD VOIAGE di Suceava, con partenza dalla città di Suceava in Romania, e rotte di percorrenza Romania – Ungheria – Austria - Italia, con sbocchi in diverse città italiane, tra cui Roma, Napoli e la stessa C/Volturno, dove il sodalizio poteva contare sull’appoggio di numerosi affiliati, tra cui la stessa MUKA Alma, nota agli uffici di polizia come meretrice di professione che, nel 2005 (non si esclude nell’ambito di regolamenti di conti tra le organizzazioni criminali albanesi che si contendono il controllo del territorio) fu aggredita ed accoltellata insieme ad una sua connazionale.
La donna, che aveva fatto perdere le sue tracce, è stata rintracciata nel napoletano all’esito di intense attività investigative di stampo classico, consistite in pedinamenti e servizi di osservazione, che hanno consentito di individuare l’abitazione presso la quale aveva trovato rifugio.
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Trento - Fredda, sicura e manageriale la 17enne moldava
13 marzo 2011 - Ha due volti la «Ruby» trentina. Bella, determinata e senza pudori, pronta a vendersi con stile da manager. E poi attenta al sociale, tanto da dedicarsi al volontariato, assistendo, per due pomeriggi alla settimana, dei bambini diversamente abili. Ecco il doppio ritratto della diciassettenne moldava attorno a cui ruota l’indagine condotta dai carabinieri di Borgo che ha portato all’arresto di dieci persone, accusate di sfruttamento della prostituzione minorile, e alla chiusura del Saint Louis, il locale di Mezzolombardo in cui la giovane si esibiva come ballerina.
Un comportamento, quello della «Ruby trentina», che ha più volte sconcertato magistrati e inquirenti. Mai la giovane ha dato l’impressione di essere vittima inerme di uomini molto più grandi e potenti di lei. Anzi, è parsa assolutamente consapevole del fascino irresistibile che la sua bellezza riusciva a esercitare su di loro e in grado di sfruttare a proprio vantaggio questo suo potere. Consapevole a tal punto dal non farsi alcun problema nell’ammettere di aver scelto autonomamente di vendere il proprio corpo e di essere determinata a farlo anche in futuro quando, tra qualche mese, raggiungerà la maggiore età. Calcolatrice e fredda tanto da voler sempre clienti nuovi così da scongiurare il pericolo che qualcuno potesse “attaccarsi” a lei, con il rischio di intralciare la sua attività o, ancora peggio, volesse in qualche modo sfruttarla. “Tanti soldi senza dover lavorare troppo”: questa la filosofia di vita della diciassettenne che, ufficialmente studentessa di una scuola per assistenti sociali, non nasconde di puntare ai riflettori del mondo dello spettacolo.
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Castel Volturno (CE) - Trafficking: nigeriana reclutava e ricattava col woodoo
18 marzo 2011 - Minacciava una connazionale nigeriana con il voodoo per costringerla a prostituirsi sul litorale domizio, è finita così in manette questa mattina Mabel Johnson.
La 35enne, ammanettata dalla Mobile di Caserta, è accusata estorsione continuata, induzione e sfruttamento della prostituzione aggravati dal ricorso alla violenza ed alla minaccia.
Sua vittima una giovane che appena 20enne aveva denunciato come, nel 2008, dopo la morte dei genitori, era stata convinta dalla Johnson a recarsi in Italia con la promessa di un lavoro. La donna, dall'Italia, le aveva pagato il viaggio, un trasferimento difficoltoso attraverso i confini di Niger e Libia, dove aveva atteso per sei mesi di imbarcarsi per la Sicilia subendo ripetute violenze sessuali e restando incinta.
Quando con un barcone di immigrati aveva raggiunto Lampedusa e quindi Gorizia, dove le era stato riconosciuto l'asilo politico, la minaccia del voodoo con cui era stata convinta a raggiungere Castel Volturno. Una vita di stenti sulla strada, costretta a prostituirsi per ripagarsi il viaggio e subire violenze nonostante fosse ormai in stato avanzato di gravidanza.
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Bolzano - Madre e figlia marocchine gestivano giro di escort minorenni
26 marzo 2011È stata arrestata a Verona la marocchina, di 25 anni, accusata di aver gestito un giro di escort minorenni a Bolzano. La giovane donna è stata fermata alla stazione delle autocorriere di Verona, subito dopo il suo rientro dalla Spagna.
La marocchina - precisa la questura di Bolzano - non si è costituita spontaneamente, come aveva invece annunciato pochi giorni fa al quotidiano altoatesino «Tageszeitung». L’inchiesta - soprannominata dalla stampa locale «Rubygate bolzanino» - riguarda due escort marocchine, minorenni all’epoca dei fatti. Gli incontri sarebbero stati organizzati dalla marocchina arrestata sabato a Verona, e da sua madre, di 46 anni, già in carcere da alcune settimane. (Ansa)

Trapani - Una ungherese gestiva il trafficking di prostitute dell'Est
26 marzo 2011 - Anzhela Kuvshynova, di nazionalità ungherese residente a Lucca, è stata arrestata dalla Squadra Mobile nell’ambito di una operazione condotta dalla Polizia di Trapani volta a stroncare un giro di prostituzione svolto nei locali notturni.
L’indagine ha permesso di assicurare alla giustizia sette persone che inducevano ragazze venute dall’est Europa a prostituirsi in night club della provincia della città siciliana.
Gli arrestati sono accusati oltre allo sfruttamento della prostituzione, di Istituzione di casa di prostituzione, falsificazione di documenti propedeutici al rilascio del permesso di soggiorno, tentata estorsione, lesioni gravissime.
La Kuvshynova avrebbe avuto un ruolo fondamentale nella gestione delle “ballerine” indotte a prostituirsi e nella fornitura di false attestazioni anche mediche per il rilascio dei permessi di soggiorno.
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Genova - Trafficking di minorenni: arrestata rumena 43enne
1° aprile 2011 - Una partita a scacchi sofisticata. Un’indagine lunga quattro anni, un percorso investigativo che non poteva che costruirsi attorno alle solite mosse: vigilare con le pattuglie notturne i luoghi della prostituzione, interrogare le prostitute, compiere successivi accertamenti. Epppure per riuscire ad arrestare Lica Trandafir, 43enne romena, per sfruttamento della prostituzione minorile c’è voluto un errore. Una mossa sbagliata dell’arrestata.
A dirla tutta un colpo di fortuna, così l’ha definito Gaetano Bonaccorso dirigente squadra mobile: in questa partita di scacchi, infatti, Lica Trandafir a un certo punto ha compiuto la mossa sbagliata, il cavallo spostato male, e in quell’errore la squadra mobile della polizia di stato di Genova si è insinuata per andare fino in fondo all’indagine.
L’organizzazione in cui Lica Trandafir faceva parte, reclutava giovani e belle ragazze nella provincia rumena. Tutte minorenni. Talvolta le portava in Italia promettendo loro posti di lavoro, in altre casi, invece, venivano rapite. Lo denunciò la madre rumena di una di queste ragazze, che ha visto sua figlia presa da tre malviventi, caricata di forza in macchina, e portata chissà dove. La madre denuciò subito l’accaduto, e la denuncia è stato uno dei punti di partenza delle indagini della polizia. La stessa denuncia, per la scomparsa della stessa ragazza, è stata poi fatta anche dalla zia, che vive attualmente a Milano.
Secondo indizio. Le ragazze così circuite e portate a Genova erano costrette e spesso convinte alla prostituzione nella zona di via Fanti d’Italia, Di Negro. Qui la polizia le controlla, le va interrogare, va a chiedere i loro documenti (documenti falsi, fra l’altro, che l’organizzazione criminale forniva per coprire la loro minore età). Con il tempo, 2 delle cinque rumene, hanno cominciato a collaborare, hanno svelato alcuni particolari dell’organizzazione, hanno svelato movimenti, domicilio, strategie. Compenso, quei 500 euro a notte, di cui almeno il 70% andava nelle tasche di Lica.
Eppure, nonostante questi racconti, la polizia non riusciva ancora a incastrare con prove evidente la Trandafir. La mossa sbagliata della Lica Trandafir c’è stata quando uno delle ragazze portate a Genova è scappata per tornare in Romania. L’arrestata, dopo anni di cautela nell’uso del telefono e degli spostamenti, si è allarmata utilizzando il suo telefonino troppo apertamente. Il telefonino da tempo era già intercettato, e da lì la polizia ha potuto completare un puzzle già molto complesso fatto, appunto, di denunce e appostamenti.
Proprio per questo motivo ieri notte la squadra mobile ha proceduto all’arresto, anticipandolo sui tempi proprio per paura che la rumena potesse scappare.
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Milano - Rumena 17enne ceduta da una connazionale a pappona 63enne
6 aprile 2011L'episodio in un appartamento milanese in zona Baggio. Un 24enne ha rifiutato di avere rapporti con la ragazza romena dopo aver concordato una prestazione per 50 euro. In carcere una 63enne.
Voleva passare un'ora a fare sesso a pagamento in un appartamento di Milano, ma quando si è trovato davanti una ragazzina se ne è andato indignato e ha avvertito la polizia. E' accaduto a un 24enne milanese che dopo aver letto un'inserzione nella rubrica "massaggi" su un noto mensile di annunci, ha contattato il numero pubblicato e ha concordato una prestazione. Si è quindi recato in un appartamento in via Valle Antrona 1, in zona Baggio, ed è stato accolto da una 63enne che le ha presentato una esile e spaventata ragazzina romena, con indosso un top e micro pantaloncini, con il quale il giovane si sarebbe dovuto intrattenere per 50 euro. Il giovane ha però immediatamente declinato l'invito e se ne andato sconvolto.
Una volta in strada, angosciato dalla situazione della ragazzina, il mancato cliente ha deciso di denunciare tutto alla polizia e ha chiamato il 113. Intorno alle 16.30 sul posto si è così recato l'equipaggio di una volante che ha constatato che nell'abitazione della 63enne era stata allestita un'alcova attrezzata con diverse confezioni di preservativi e dai controlli è emerso che la ragazzina era priva di documenti. Per accertarne con esattezza l'età, la giovanissima è stata accompagnato all'ospedale Niguarda ed stata sottoposta a radiografie da cui è stato appurato che aveva 17 anni.
Accompagnata in questura, la minorenne ha spiegato in un italiano stentato di essere arrivata in Italia in cerca di lavoro da un paio di settimane e di essere finita a casa della donna dopo aver vissuto con una sua connazionale 35enne. Sempre secondo quanto avrebbe riferito la ragazzina, proprio la romena che l'aveva ospitata l'avrebbe accompagnata nell'abitazione della 63enne assicurandole che sarebbe stata assunta come badante. Fin da subito la ragazza è stata avviata alla prostituzione, però, e l'80 per cento dei suoi guadagni finiva alla donna, che è stata arrestata con l'accusa di sfruttamento della prostituzione minorile: si tratta di Grazia Russo, incensurata, originaria del Tarantino, la quale ha spiegato di non aver mai saputo che la giovane fosse minorenne. Il caso passerà ora agli investigatori del commissariato Lorenteggio.

Milano - Badante moldava arrestata per trafficking di donne
12 aprile 2011 - Identificata e fotosegnalata per l'avvio delle pratiche di emersione, una badante moldava è stata arrestata con l'accusa di tratta di esseri umani finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. Valentina Ungureanu, ricercata da sei mesi nel suo paese per fatti risalenti al 2005, è stata sottoposta ieri a un arresto provvisorio in vista dell'estradizione.
La 63enne lavorava come badante per un anziano italiano a Milano. Alla richiesta di sanatoria, come da prassi, sono state rilevate le impronte digitali della donna, che è stata anche fotosegnalata. Nel corso degli accertamenti, gli investigatori della Squadra Mobile hanno smascherato la 63enne, ricercata per aver reclutato nella Repubblica Moldova e trasferito all'estero alcune donne che sarebbero poi state sfruttate come prostitute.
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Maerne di Martellago (VE) - Nigeriana schiavizzava sue connazionali con riti voodoo
13 aprile 2011 - La Squadra Mobile della Questura di Venezia ha localizzato una nigeriana latitante, ricercata perché condannata a 5 anni di reclusione per reati concernenti l’immigrazione clandestina, sulla rotta Libia-Lampedusa, di giovani connazionali che venivano poi fatte prostituire in Veneto.
L’immigrata è stata rintracciata dalla squadra mobile lagunare a Pistoia, dove questa mattina è stata arrestata dagli agenti della «mobile» del capoluogo toscano. Le indagini della squadra mobile della Questura di Venezia sono iniziate nell’ottobre 2008, quando alla stazione ferroviaria di Mestre agenti furono avvicinati da una nigeriana di 19 anni.
Agli agenti l’immigrata denunciò di essere stata portata clandestinamente in Italia, su di un barcone partito dalla Libia e giunto a Lampedusa il 31 agosto 2008 con altre 47 persone, e poi di essere stata trasferita in un centro di accoglienza in provincia di Foggia, dove era stata prelevata da connazionali e condotta a Mestre. Qui la giovane sarebbe stata costretta a prostituirsi e sottoposta a un rito voodoo, violando il quale sarebbero andate incontro alla morte lei stessa e i suoi familiari.
La polizia aveva poi scoperto, nell’ambito delle indagini, che la base logistica degli sfruttatori era in un appartamento a Maerne di Martellago, nel quale il 18 novembre 2008 vennero trovate altre ragazze e arrestata la «madam» Dorothy Sunday, di 33 anni. Nella casa furono sequestrati capelli, peli pubici ed unghie della ragazza, custoditi dalla «tenutaria» e tagliati durante la pratica del rito voodoo.
La Sunday fu sottoposta a fermo di indiziato di delitto e, dopo un periodo di detenzione cautelare, scarcerata. Il 31 ottobre 2010 il Tribunale di Venezia ha dichiarato definitiva la condanna a 5 anni a carico della donna che nel frattempo si era data alla latitanza. (Ansa)
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Roma - Due rumene sequestrano una connazionale 17enne per costringerla a prostituirsi
21 aprile 2011 - (Adnkronos) Cinque persone sono state arrestate dai Carabinieri del Gruppo di Roma per sequestro di persona, induzione e sfruttamento della prostituzione minorile di una studentessa romena di 17 anni. Nella notte e' stato compiuto un blitz che ha interessato le zone di via Salaria e via dei Prati Fiscali, dove i Carabinieri della Compagnia Roma Montesacro hanno arrestato i 5 sfruttatori.
Si tratta di quattro romeni, due uomini e due donne, tra i 17 e i 34 anni e di un 72enne romano gia' conosciuto alle forze dell'ordine. I cinque sono accusati di aver sequestrato e avviato alla prostituzione la minore romena. La vittima liberata e' stata condotta in un luogo protetto.
(Adnkronos) - Le ragazze venivano reclutate attraverso passaparola e poi prelevate in stazione a Roma, dove arrivavano dalla Romania, ma anche contattate nella Capitale. Erano le due donne romene arrestate che avevano il ruolo di spingerle alla prostituzione attraverso pressioni psicologiche e con la promessa di facili guadagni. Se pero' non riuscivano nel loro intento facevano intervenire i due uomini che le picchiavano. Alle giovani 'ribelli' venivano sottratti i documenti e il cellulare per evitare che avessero contatti con l'esterno.
In totale l'organizzazione gestiva una ventina di ragazze, alcune dormivano nel casolare altre avevano una loro residenza e spesso anche un altro lavoro.
A far scattare le indagini un servizio di controllo dei carabinieri contro la prostituzione avviato dopo le numerose segnalazioni dei cittadini della zona. I militari hanno seguito gli spostamenti di un uomo che aveva caricato sulla sua auto quattro prostitute da via Salaria, proprio nei pressi del cavalcavia di Villa Spada e sono arrivati a scoprire l'organizzazione.
I tre uomini arrestati sono stati condotti a Regina Coeli, la donna romena nel carcere di Rebibbia femminile e la minore romena, che aveva adescato la giovane liberata, nel centro di prima accoglienza per minorenni Virginia Agnelli.
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Trapani - Due colombiane gestivano la tratta di sudamericane
22 aprile 2011 - Eseguite dalla guardia di finanza di Trapani dodici misure cautelari contro un'organizzazione criminale italo-colombiana attiva in tre regioni italiane e accusata di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione di ragazze sudamericane. Due le ordinanze di custodia cautelare in carcere, tre agli arresti domiciliari, cinque obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria e due obblighi di dimora nell'ambito dell'operazione "Salida".
L'organizzazione, con base operativa a Trapani, era riconducibile a due sorelle colombiane, giunte in Italia negli anni '90 e piu' volte sottoposte a indagini per i reati di sfruttamento della prostituzione e traffico internazionale di stupefacenti, soprattutto nel centro-nord del Paese, ove hanno iniziato l'attivita' criminosa.
Il gruppo gestiva, con modalita' imprenditoriali, le diverse fasi dell'attivita': dal reclutamento in Colombia all'arrivo in Italia; dall'inserimento nel circuito dei siti operativi in tre regioni al trasferimento del denaro in Colombia; dal mantenimento ed avvicendamento delle ragazze alla pubblicizzazione dell'attivita' attraverso annunci su riviste locali ovvero agenzie pubblicitarie e siti internet. Quattordici le basi operative utilizzate dall'organizzazione, della quale facevano parte cinque italiani e sette colombiani, di cui sei donne, ubicate a Trapani, Perugia e Fano.
Le indagini hanno, inoltre, consentito di individuare un costante flusso di denaro, trasferito in Colombia dalle organizzatrici ai familiari, quale provento dello sfruttamento della prostituzione, che - da una ricostruzione riservata - e' stato finora quantificato in circa 200mila euro dal 2008.
L'intervento e' scattato appena i finanzieri hanno avuto la conferma che una delle due sorelle colombiane, ritenuta a capo dell'organizzazione, era in procinto di lasciare l'Italia per la Spagna. Infatti, mentre era in fila per il check-in a Fiumicino, diretta a Barcellona, e' stata fermata dai militari della Guardia di Finanza, che la stavano attendendo. Nel corso dell'operazione sono stati anche sequestrati 7 unita' immobiliari utilizzate dall'organizzazione, per un valore complessivo di 800mila euro, due fucili illegalmente detenuti, 400 grammi di sostanze stupefacenti e contanti per circa 10mila euro. (AGI)
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Torino - Una rumena a capo della banda che sfruttava le minorenni
3 maggio 2011 - La Polizia di Torino ha arrestato Alina Ursache, di 33 anni, romena, soprannominata "la regina delle carte clonate", ritenuta il capo di una banda composta da romeni, italiani e cinesi che clonava carte di credito, spacciava droga e sfruttava la prostituzione di ragazze minorenni. In manette insieme ad altre 16 che facevano parte del suo gruppo.
L'indagine durata due anni, è partita da una semplice denuncia per una clonazione di carte di credito. Secondo gli investigatori la donna, moglie di Viorel Oarza, in carcere da un anno e mezzo per il tentato omicidio di un albanese nell'ambito di una guerra tra etnie contrapposte per il dominio dei traffici illeciti nel Torinese, guidava il gruppo che operava in vari settori. Il più redditizio era quello delle carte clonate, che fruttava - sempre secondo le accuse - centinaia di migliaia di euro. C'era poi lo sfruttamento della prostituzione, che avveniva in luoghi chiusi, solitamente con annunci su siti telematici specializzati, e coinvolgeva anche minorenni: dalle denunce di due di loro per violenza sessuale l'inchiesta ha avuto una svolta, consentendo di ricostruire i rapporti e le attività del gruppo, anche grazie a decine di intercettazioni telefoniche.
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Aprilia (RM) - Rumena invita connazionale in Italia e poi la fa prostituire
12 maggio 2011 - Era convinta di venire in Italia per fare la baby-sitter. Aveva lasciato la Romania e si era trasferita nella Capitale presso l'amica che l'aveva invitata.
La ragazza si e' ritrovata segregata dalla connazionale di 25 anni, poi arrestata, e dai suoi complici, che l'hanno prima sequestrata all'interno di un appartamento di Aprilia e poi ripetutamente picchiata, per obbligarla a prostituirsi. Sotto la minaccia di un coltello l'hanno pestata, ustionata in piu' punti con le sigarette, arrivando a spezzarle un braccio.(ANSA)

Indagine fra studenti (maschi e femmine) a Berlino, Parigi, Kiev: si prostituiscono non per bisogno, ma per convenienza
19 maggio 2011 - Sesso a pagamento per pagarsi i libri, la retta e vivere in modo più agiato: questo è il fenomeno che sta esplodendo nell’occidente opulento e consumista e Berlino si propone, secondo un recente studio, capitale incontrastata della prostituzione universitaria. I numeri della ricerca del Berlin Studies Center parlano chiaro: nella capitale tedesca uno studente universitario su tre sarebbe disposto ad accettare un lavoro legato al sesso per finanziare la propria istruzione. E il dato di Berlino supera quello delle altre due città prese in esame dai ricercatori, vale a dire Parigi (29,2 per cento) e Kiev (18,5 per cento). Inoltre è emerso che tra i 3.200 ragazzi iscritti nelle università di Berlino una percentuale che si aggira attorno al 4 per cento ha già esercitato la professione più antica del mondo attirata dai facili guadagni. Ma il risultato che ha maggiormente sorpreso gli autori della ricerca è che non vi è alcuna differenza di disponibilità al lavoro sessuale tra maschi e femmine.
«Il principale incentivo che spinge gli studenti verso la prostituzione - ha dichiarato Eva Blumenschein, uno dei quattro autori dello studio che verrà presentato all'Accademia delle Scienze di Berlino-Brandeburgo - sono gli elevati guadagni portati a casa in poche ore di lavoro». Ma secondo gli studiosi vi sono anche altre cause determinanti, come la recente riforma universitaria tedesca che ha inteso accelerare i corsi di laurea (con un inevitabile incremento dei carichi di studio) e l'aumento delle tasse universitarie.
Tra coloro che hanno ammesso di essersi già prostituiti il 52,3 per cento ha dichiarato di avere un partner fisso, il 49 per cento si definisce eterosessuale, il 13,3 omosessuale e il 37,8 bisessuale. I guadagni di studenti e studentesse vanno dai cinquanta ai trecento euro al giorno, con il picco di una giovane che ha seraficamente quantificato le proprie entrate tra i duemila e i cinquemila euro a settimana. In contraddizione al fatto che questi ragazzi siano "costretti" a vendere il proprio corpo a causa della mole di studio e dell'onerosità delle tasse, emerge il dato che la metà dei giovani riceve regolarmente un sostegno economico dalla famiglia. Insomma sembra che sia tramontata, per lo meno a Berlino, l'epoca dello studente squattrinato che magari divide l'abitazione con altri colleghi e che per avere qualche soldo in più nelle tasche si adatta a innocenti lavoretti come cameriere, barista o baby sitter. Tanto è vero che tra le motivazioni che spingono alcuni dei 3.200 universitari berlinesi all'attività sessuale a pagamento vi sono il più elevato compenso orario rispetto a occupazioni tradizionali, ma anche la ricerca di avventure e il piacere di fare sesso.

Arezzo - "Vengo sfruttata!" ma guadagna 85mila euro all'anno
23 maggio 2011 - Finisce in manette per aver fatto collezione di identità. E’ stata infatti arrestata una prostituta cinese quarantenne, L.S.Y., che esercitava in un appartamento di Arezzo dopo una verifica da parte della Squadra mobile.
Non era nuova alle forze dell’ordine, era già finita dentro per sfruttamento della prostituzione. Grazie ai suoi alias copriva la professione che svolgeva, oltre alla sua clandestinità. Una professione redditizia se – come hanno accertato gli uomini della Polizia aretina – in un solo anno ha racimolato 85mila euro.
I clienti venivano adescati sia attraverso un sito internet di annunci di escort, sia attraverso annunci su stampa cartacea. A un primo confronto con i poliziotti, la donna si è finta vittima di qualche violento protettore che la costringeva a prostituirsi per pochi soldi. Una storia architettata per nascondere l’esercizio volontario (e remunerativo) per cui già era stata fotosegnalata e arrestata, ma con un nome diverso. Sono spuntati infatti un passaporto falso, un titolo di soggiorno contraffatto e tre identità fasulle riconducibili alla 40enne prostituta, risultata clandestina, che è stata arrestata di nuovo.
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Novara – Tratta del sesso: parrucchiera nigeriana in manette
25 maggio 2011Sgominata un'organizzazione internazionale che gestiva una tratta di giovane nigeriane costrette a prostituirsi, una volta arrivata in Italia. Ai vertici di questa organizzazione c'era un'insospettabile parrucchiera (anche lei di origine nigeriana ma residente a Novara da tempo) che una volta lasciate forbici e pettine, indossava i panni di una madame molto severa. La donna è stata arrestata.
Una ragazza di 16 anni, che non voleva sottostare agli ordine della donna, ha riferito di aver subito torture e violenze di ogni tipo. E ha raccontato di essere stata denudata e cosparsa di peperoncino piccante: una prassi che ricorda i rituali voodoo africani. Con questa pratica la madame cercava di imporre, anche a livello psicologico, il proprio potere sulle ragazze.
Oltre alla donna sono state denunciate per sfruttamento della prostituzione (anche minorile) altre dieci connazionali. L'operazione è stata condotta dalla squadra mobile della questura di Novara, in stretto coordinamento con la Procura di Novara.
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Bari - Tratta delle donne: una rumena reclutava le connazionali, illudendole per posto di lavoro
28 maggio 2011Due 20enni e una 23enne, arrivate nelle scorse settimane a Bari con la promessa di un posto di lavoro in una fabbrica, si sono ribellate agli sfruttatori decidendo di rivolgersi alla polizia. Nonostante la stretta sorveglianza a cui erano sottoposto, mercoledì pomeriggio sono salite su un taxi e hanno raggiunto la Questura.
Gli agenti della Mobile hanno organizzato una trappola arrestando Dimitru nel casolare e Gabriel dopo un inseguimento sul lungomare. All’appello mancano almeno altri tre componenti della banda, due donne e un uomo, ognuno con un compito preciso.
Una delle due aguzzine di sesso femminile avrebbe avuto il compito di contattare le ragazze in Romania e prospettare loro la possibilità di un posto di lavoro. Una volta arrivate in Italia con pullman di linea, scoprivano l’amara verità.
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Pescara - Rumene "caporali" di prostitute connazionali: catturata la quinta
19 maggio 2011 - Ben 27 le persone finite agli arresti nel corso della maxi operazione portata a termine questa mattina dalla polizia di Pescara. Gang rumene e italiane a spartirsi il racket della prostituzione in città, “trafficando” decine e decine di ragazze dalla Romania, con un organizzazione simile per metodi e soprusi a quella di stampo mafioso. L’avvio da una falsa denuncia di una prostituta “caporale”.
Proprio dal passo falso di una “caporale” è partita l’indagine della polizia pescarese, nel luglio scorso, quando la donna si presentò spontaneamente in questura a sporgere denuncia per la misteriosa scomparsa di una sua connazionale trentenne, riferendo di essere una prostituta e di aver visto per l’ultima volta l’amica allontanarsi a bordo della macchina di un cliente. Un escamotage ad effetto boomerang, utilizzato per prendere le distanze da ciò che ben presto avrebbe scoperto la squadra di Muriana: la donna venne immediatamente identificata come sfruttatrice, e si scoprì che la connazionale non era altro che una trentenne, madre di 5 figli rimasti in Romania, adescata con la solita falsa promessa e portata a Bari e infine a Pescara.
Destinataria degli arresti domiciliari (incinta): STAN Anisoara, detta Marina, classe 1980;
destinatarie del divieto di dimora: CUJBA Florentina, detta Flori, classe 1992; MARKI Ioana Mihael, classe 1980.
31 maggio 2011 - La Squadra Mobile di Pescara ha rintracciato e tratto in arresto una cittadina romena che si era resa latitante a seguito dell’operazione contro il racket della prostituzione denominata “Scoiattolo”, condotta lo scorso 19 maggio.
Si tratta di Corina Birladeanu, 24 anni, che è stata rintracciata in un appartamento di Pescara in zona Porta Nuova, per poi essere rinchiusa nel carcere di Chieti a disposizione del Gip di Pescara, Luca De Ninis, che ha firmato l’ordine di arresto nei suoi confronti.
La donna deve rispondere dell’accusa di aver fatto parte di una pericolosa gang criminale, formata da rumeni e italiani, ed è indagata per i reati di associazione per delinquere, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, estorsione e rapina.
24 ottobre 2012 - Nella tarda mattinata di ieri, la Squadra Mobile di Pescara ha rintracciato e tratto in arresto una cittadina rumena che si era resa latitante a seguito dell’operazione contro il racket della prostituzione denominata “Scoiattolo”, condotta nel maggio dell’anno scorso.
Si tratta di Duta Roxana, di 22 anni, che è stata rintracciata in un appartamento di Montesilvano, per poi essere rinchiusa nel carcere di Chieti a disposizione del GIP di Pescara, Luca De Ninis, che ha firmato l’ordine di arresto nei suoi confronti su richiesta del P.M. Giampiero Di Florio.
La donna deve rispondere dell’accusa di aver fatto parte di una pericolosa gang criminale italo-rumena attiva sul territorio di Pescara, ed è indagata per i reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e per estorsione.
Le indagini, condotte tra il 2010 ed il 2011 sotto il coordinamento della locale Procura, sono durate diversi mesi e si sono basate sia sulle dichiarazioni di alcune delle ragazze sfruttate, sia su numerose intercettazioni e servizi di controllo e pedinamento.
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Piacenza - Le due magnaccia nigeriane sfregiarono in volto la loro schiava
4 giugno 2011 - La Polizia di Stato di Piacenza - in collaborazione con la Questura di Teramo, la Sezione Polizia Stradale di Ascoli Piceno e il Commissariato di Crema - ha eseguito 8 ordinanze di cautelari e numerose perquisizioni domiciliari per tratta, riduzione in schiavitù e favoreggiamento all'immigrazione clandestina e per aver agevolato la prostituzione delle cittadine nigeriane fatte giungere in Italia, costrette a vendersi per saldare il debito contratto con l'organizzazione criminale.
Le donne venivano reclutate in Nigeria, accompagnate sino in Libia e da lì venivano imbarcate alla volta di Lampedusa.
Le indagini degli uomini della squadra mobile hanno accertato che una ragazza, che voleva sottrarsi all'organizzazione, è stata picchiata dalla sua sfruttatrice, che le ha sfregiato il volto in modo permanente.
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30 giugno 2012 - Facevano arrivare ragazze dalla Nigeria per poi tenerle segregate e obbligarle a prostituirsi versando loro quanto guadagnato sulla strada. Una vera e propria organizzazione, dedita alla tratta, riduzione in schiavitù e favoreggiamento all’immigrazione clandestina di donne reclutate in Nigeria, stroncata un anno fa dalla grazie all’operazione denominata “Trolley”, condotta dalla squadra mobile di Piacenza e coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Bologna.
Otto le persone che erano finite in manette al termine delle indagini: nei confronti di due di loro, entrambe nigeriane di 31 e 44 anni, sono state emesse nuove ordinanze di custodia cautelare. Erano loro, secondo gli inquirenti, ad occuparsi della “gestione” delle ragazze, sei o sette in tutto, tenute in un’abitazione in città; le giovani venivano obbligate a prostituirsi sotto la minaccia di ritorsioni ai familiari e riti voodoo, con tanto di galline sgozzate.
Pesanti le nuove accuse nei loro confronti, dopo che il Tribunale Distrettuale della Libertà di Bologna ha accolto il ricorso presentato dal pubblico ministero titolare delle indagini: la 44enne dovrà ora rispondere di riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione, la connazionale di riduzione in schiavitù e tratta di persone. 
Tutto era partito nel marzo 2010, dopo che una giovane nigeriana, scappata dai suoi aguzzini, era stata aggredita e rapinata nei pressi della stazione di Crema. Agli inquirenti aveva raccontato la sua storia, tristemente simile a quella di altre connazionali: sbarcata a Lampedusa proveniente dalla Libia, aveva ottenuto un permesso di soggiorno per motivi umanitari ed era stata portata a Piacenza e obbligata a prostituirsi nella zona della Caorsana e lungo la strada per Cortemaggiore, per pagare il debito contratto con le sue sfruttatrici, una cifra che andava dai 50 ai 70mila euro.
La ragazza veniva malmenata e, in un’occasione, era stata sfregiata dalla “madame”, la nigeriana 30enne destinataria della nuova ordinanza di custodia.
Nei guai erano finiti anche una terza nigeriana di 41 anni, un piacentino 73enne proprietario dell’appartamento, posto sotto sequestro, in cui le giovani erano “ospitate”, e due tassisti che, quando la “madame” si era spostata nella zona di Ascoli, si sarebbero occupati di accompagnare lei e altre ragazze sulla strada per poi riportarle nelle loro abitazioni in cambio di denaro. Altre due persone, un uomo di 50 anni ed una 25enne nata in Nigeria ma con cittadinanza italiana, risultano al momento latitanti.
Per i sei imputati nei giorni scorsi si è aperto il processo in Corte d’Assise: i giudici hanno accolto un’eccezione preliminare degli avvocati difensori e inviato l’udienza al prossimo 5 novembre.

Reggio E. - Tutte volontarie le cinesi del "call-center del sesso"
4 giugno 2011 - Una serie di appartamenti - sette a Forlì, uno a Cesena, nove nel Nord - che erano case d'appuntamenti. Un call center, reclamizzato con inserzioni sui giornali, che rispondeva alle chiamate dei clienti e avvertiva la "lucciola" più vicina alla zona. Funzionava proprio come un call center la rete di prostituzione smantellata dalla Squadra mobile di Forlì con la collaborazione dei colleghi di Reggio Emilia, Milano, Bari, Padova, La Spezia, Bergamo, Mantova e Bologna. L'organizzazione era tutta cinese. In totale sono 35 le persone coinvolte, 17 delle quali arrestate a vario titolo.
Il call center aveva sede a Reggio Emilia. Quando il cliente chiamava, dopo avere definito prestazioni e prezzo, l'organizzazione attivava in tempo reale la lucciola presente nel luogo da cui arrivava la chiamata, pronta ad aprire la porta al nuovo cliente. Le ragazze risultano tutte volontarie, non obbligate a prostituirsi: a loro restava il 33% degli incassi. Al massimo ogni 15 giorni cambiavano appartamento.
Calcolato dagli investigatori che ciascun appartamento poteva rendere, mediamente, nove/dieci mila euro mensili, con picchi giornalieri fino a 1.200 euro.
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Reggio E. - Nigeriana comprò sua connazionale per 25 mln di lire
5 giugno 2011 - In Italia, a Reggio, per la speranza di una vita migliore di quella che aveva vissuto in Nigeria. E, invece, una 22enne è stata costretta a prostituirsi da una connazionale che l'aveva "comprata" nel 2002 per una cifra intorno ai 25 milioni di lire. Ora la "padrona" è stata condannata, come riporta la Gazzetta di Reggio.
La ragazza è stata arruolata con l'inganno: "Vieni in Italia, avrai un lavoro onesto". Ma una volta giunta in città, la giovane africana viene portata in un appartamento di via Bismantova di proprietà di due fratelli, suoi connazionali: il 38enne Joefred Thomas Omoregie e la 36enne Doris Omoregie. Quello sarà la sua gabbia per anni. Nemmeno la possibilità di uscire per qualche istante, figurarsi quella di tenere rapporti con il mondo esterno. Quando si varcano i muri dell'abitazione è solo per andare a Bologna a prostituirsi insieme ad altre "colleghe". Avanti così per anni, fino a quando non riuscirà ad azzerare il debito che ha contratto: i 25 milioni pagati per lei dovranno diventare 80 se vorrà riguadagnare la libertà. Ma non succederà mai. I milioni guadagnati sul marciapiede arrivano a essere anche 140, senza che nessuno mantenga la promessa.
Da un'altra connazionale, anche lei finita nello stesso giro, la ragazza viene a sapere che la madre rimasta in Nigeria è molto malata: è l'inizio del 2006 e sono ormai quattro anni che manca da casa.
Nonostante le suppliche di poter tornare a casa per un ultimo abbraccio alla madre, la padrona non solo le nega il passaporto, ma addirittura la rinchiude in una stanza per 40 giorni, senza mai farla uscire. Fino a una sera, quando alcuni connazionali fanno visita agli aguzzini della giovane donna. Uno di loro, per puro caso, apre la porta della stanza dove l'ormai 26enne era nascosta, lei ne approfitta e scappa. Va alla polizia per denunciare quanto accaduto. Gli agenti vanno nell'appartamento di via Bismantova, ma Doris non viene arrestata.
Nel 2009 inizia il processo con i due fratelli nigeriani alla sbarra. Entrambi sono accusati di sequestro di persona e sfruttamento della prostituzione. Il tribunale di Bologna assolve il 38enne per non aver commesso il fatto e condanna la "padrona" Doris a sei anni. C'è un solo problema: nel frattempo la donna è fuggita da Reggio facendo perdere ogni traccia di sé.
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Ardea (Roma) - Due rumene costringono connazionale a prostituirsi a suon di botte
13 giugno 2011 - I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Anzio hanno arrestato R.L. 42enne e A.E.A. 38enne, entrambe romene, per sequestro di persona, rapina e sfruttamento della prostituzione in concorso tra loro.
Le due donne, dedite alla prostituzione, la notte scorsa hanno caricato con forza una loro connazionale 23enne su un furgone e, dopo averla percossa e minacciata, l'hanno costretta a prostituirsi per loro conto, in località marina di Tor San Lorenzo, vicino Ardea.
Il tempestivo intervento di una pattuglia dei carabinieri di Anzio e della Stazione di Marina di Tor San Lorenzo ha consentito di soccorrere la donna, che poi ha denunciato le proprie aguzzine.
Le successive attività investigative hanno permesso prima di rintracciare le due sfruttatrici che venivano bloccate all'interno dell'abitazione dove dimoravano. Arrestate con l'accusa di sequestro di persona in concorso, sfruttamento della prostituzione e rapina, le due donne sono state portate a Rebibbia. (omniroma.it)
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Castel Volturno (CE) - Tratta donne: arrestata altra nigeriana che schiavizzava col woodoo
24 giugno 2011 - La Squadra Mobile di Caserta e Padova ha arrestato a Santa Maria Capua Vetere una 'madame', nigeriana di 27 anni, Enogie Agho Erunwmunse, residente a Castel Volturno e munita di regolare permesso di soggiorno.
Nei confronti della donna, che gestisce un gruppo di prostitute a Castel Volturno, era stata emessa ordinanza di custodia cautelare in carcere dal Gip presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, per avere favorito l'ingresso clandestino in Italia di cittadini extracomunitari, estorsione, induzione e sfruttamento della prostituzione.
In particolare, secondo le indagini, la donna, nell'ottobre 2008, aveva organizzato e finanziato l'ingresso illegale in Italia di una connazionale, I. D., all'epoca poco più che ventenne, con la promessa di un lavoro. La giovane, una volta giunta a Castel Volturno, fu invece costretta a fare la prostituta per restituire le somme anticipate per il viaggio. I.D. minacciata di morte e sottoposta a violenze e a rituali 'voodoo', avrebbe restituito alla donna circa 20mila euro.
Nel luglio del 2009, la giovane fuggì da Castel Volturno e trovò ospitalità a Padova, nell'abitazione di una sua connazionale, conosciuta durante la traversata del mediterraneo. Nell'ottobre 2010, decise di denunciare la sua sfruttatrice alla locale Squadra Mobile.

Una volontaria dell''Unità di strada': "Altro che povere ragazze sfruttate!.."
30 giugno 2011 - Sanremo - Una nostra lettrice ci ha scritto per intervenire nella discussione sulla prostituzione:
Scusate se torno ancora sul discorso della prostituzione, ma, avendo frequentato il volontariato sociale (tra cui unità di strada: L. 228/2003), ho ben chiare le idee sull'argomento. Innanzi tutto sono d'accordo con chi sostiene che non è uno spettacolo edificante né vederle seminude per la strada, né tantomeno incappare in una 'prestazione a vista'. Detto ciò vorrei chiarire alcuni aspetti forse non a tutti noti; sfatiamo il mito della povera ragazza venuta dall'Est con l'inganno; una gran parte delle ragazze provenienti dai Paesi dell'ex blocco sovietico sono assolutamente consapevoli del lavoro che verranno a fare nel nostro paese. Lasciano a casa situazioni di povertà, magari figli piccoli, genitori, e vengono per un po' di anni a guadagnare facilmente (fare la badante è più faticoso); poi, attraverso la denuncia dei loro protettori, entrano in programmi di protezione e recupero, si ricreano una fedina penale immacolata e tornano al loro paese con un gruzzoletto per ricominciare una vita decorosa. Per molte di questa ragazze la strada per un certo periodo è un rischio calcolato per un futuro migliore. In fondo sono figlie del socialismo reale, del materialismo esasperato, in cui la morale aveva un posto marginale. 
Discorso lievemente diverso è quello sulle ragazze africane, molto ingenue, spesso succubi di donne padrone, ma che imparano presto il modo per affrancarsi. Credetemi spesso quello delle povere ragazze di strada è un falso c'è molta più consapevolezza di quanto si pensi. Per finire, personalmente sarei d'accordissimo sulla riapertura delle case chiuse per un controllo sanitario ed economico, ma le 'ragazze' non amano lavorare in luoghi chiusi perchè corrono molti più rischi: in strada hanno chi le protegge o in alternativa si proteggono tra loro. Ultima cosa: ciò che pensano le ragazze dei maschi occidentali, che non possono fare a meno di loro, credetemi è irripetibile, e se i fruitori del sesso a pagamento ne avessero una vaga idea...

Taranto - Sfrutttatrice rumena minaccia due connazionali affinché ritirino denunce
30 giugno 2011 - Ha minacciato due giovani connazionali cercando di indurle a ritirare le denunce che il 17 giugno scorso avevano portato gli agenti della Squadra mobile di Taranto ad arrestare suo marito e altri tre conoscenti per tentata estorsione e sfruttamento della prostituzione. Per questo è finita in carcere Stelutan Iakab, di 26 anni, cittadina romena. La donna era già indagata in stato di libertà.
Nel corso dell'attività investigativa era emerso che la 26enne, nota come "Stella", aveva avuto, insieme al marito, un ruolo fondamentale nell'attività intimidatoria, nell'ambito dello stesso disegno criminale, ovvero quello di indurre le malcapitate a consegnare loro i proventi dell'attività di prostituzione.
All'indomani dell'arresto dei quattro connazionali, la donna aveva fatto pressioni sulle vittime minacciandole di gravi ritorsione sui loro familiari residenti in Romania, affinché queste ritirassero le denunce autoaccusandosi di aver dichiarato il falso.
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Massa - Sgominato giro di prostituzione: a capo una rumena
4 luglio 2011 - Undici persone arrestate dalla squadra mobile di Massa: fra le ragazze alcune minorenni. Reclutavano dalla Romania giovani ragazze, alcune delle quali minorenni, per farle prostituire sul litorale di Marina di Massa: un'associazione a delinquere, capeggiata da una donna e formata da 11 persone, per lo più romene, che sono state tutte arrestate domenica all'alba dalla squadra mobile di Massa.
Gli inquirenti sarebbero risaliti all'utenza del presunto capo della banda, una donna romena, Stanga Luciana Georgata. Le accuse per gli undici arrestati, sottoposti a fermo, sono sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione minorile, minacce e lesioni, il tutto in un contesto associativo.
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Mantova - 12 ore di sesso al giorno nel lager della maitresse cinese
7 luglio 2011Un centro massaggi sospetto, frequentato soltanto da persone di sesso maschile. Dopo vari appostamenti e pedinamenti, i venti agenti che hanno fatto irruzione nel centro “Sole” di Cerese di Virgilio, alle porte di Mantova, hanno scoperto l'attività illecita che vi si svolgeva all'interno.
Si trattava di una copertura per una vera e propria casa a luci rosse: le ragazze cinesi che vi lavoravano, oltre a praticare i massaggi “normali”, ne proponevano uno denominato “romantico”, che veniva a costare almeno il doppio e prevedeva prestazioni sessuali.
Circa una ventina al giorno, i clienti che si presentavano alla porta del centro estetico, che aumentavano nei festivi e nei weekend. Tra questi c'erano studenti, impiegati, imprenditori, professionisti e commercianti di ogni età.
Pessime le condizioni igienico-sanitarie in cui venivano consumate tali prestazioni; inoltre, stando alle testimonianze di alcuni clienti interrogati come persone informate dei fatti, i rapporti non erano protetti.
A mandare avanti il giro di prostituzione era la titolare del centro, una cinese di 36 anni, l'unica ad incassare i soldi che le consegnavano le altre ragazze, costrette a vivere in condizioni molto precarie in un appartamento “lager” e a lavorare fino a dodici ore al giorno. La donna è stata arrestata per sfruttamento della prostituzione e il centro massaggi sottoposto a sequestro.
Resta però la paura per i clienti del centro 'a luci rosse': le cinque ragazze saranno sottoposte a visita medica, per accertarsi che non siano affette da malattie veneree contagiose.
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Sanremo (IM) - Sfruttamento: le carceriere erano due "colleghe" rumene
7 luglio 2011 - L'indagine ha preso le mosse, un paio di mesi fa, da un sospetto “via vai” di persone, segnalato anche di notte, da e per un appartamento situato al terzo piano di un palazzo signorile, dove sorgono anche diversi studi professionali. L’analisi degli appostamenti e i pedinamenti degli uomini dell’Arma hanno consentito di appurare la presenza costante di alcune giovani donne romene che, a turno, si prostituivano a qualsiasi ora del giorno e della notte, “attirando” i clienti con inserzioni su vari giornali e quotidiani della zona.
Due connazionali delle donne, che vivevano nello stesso appartamento, tenevano sempre sotto controllo le “colleghe”, minacciandole di pesanti ritorsioni, anche nei confronti dei famigliari in Romania, se non avessero seguito alla lettera le loro direttive, pretendendo una minuziosa contabilità in ordine al numero dei clienti e delle prestazioni quotidiane, per assicurarsi che tutto il denaro venisse loro consegnato. Impressionante il ritmo forzato a cui erano obbligate le ragazze, capaci di garantire (ciascuna) anche 15-20 appuntamenti al giorno, dietro al corrispettivo di 100 euro l'una.

Terlizzi (BA) - Tratta donne: arrestata la seconda reclutatrice
15 giugno 2011 - Alle prime luci dell’alba, oltre 200 militari del comando provinciale carabinieri di Bari hanno portato a termine un’importante operazione di polizia, che ha consentito di disarticolare un gruppo criminale, operante nella provincia di Bari e con ramificazioni a Lecce e Genova, dedito allo sfruttamento ed al favoreggiamento della prostituzione. Sono state arrestate diciassette persone che dovranno rispondere, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento e all’induzione alla prostituzione, nonché al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, agli incendi ed alle estorsioni ai danni di alcune prostitute che si rifiutavano di pagare i loro «protettori».
A capo vi era Giuseppe Robles, che emanava le direttive attraverso la sua «luogotenente», la moglie Angela Vulpis che gestiva, durante l’assenza del marito, gli introiti e le problematiche organizzative e logistiche dell’attività illecita.
Fondamentali per l’organizzazione erano coloro che reclutavano in Sudamerica le ragazze da avviare sulla strada. Di questo si occupava principalmente una colombiana che, avvalendosi delle sue numerosissime conoscenze, contattava le prostitute facendole arrivare a Terlizzi. Il meccanismo di reclutamento era molto semplice: l’ingresso con visto turistico delle sudamericane attraverso la Spagna e la successiva circolazione pressoché libera nei paesi UE fino ad arrivare a Terlizzi.
18 giugno 2011E' stata arrestata a Bolzano una colombiana di 33 anni coinvolta nell'operazione ''Turn over'' dei carabinieri di Molfetta (Ba). La donna, Maria Yulieth Grisales, residente a Pordenone, e' stata rintracciata dai carabinieri di Bolzano grazie al tracciamento del suo telefono cellulare. Il 15 giugno scorso, erano finite in carcere altre 17 persone accusate di aver organizzato un giro di squillo provenienti dal Sudamerica. Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento e all'induzione alla prostituzione, di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e di aver compiuto incendi ed estorsioni ai danni di alcune prostitute che si rifiutavano di pagare i loro protettori. (ANSA)
10 luglio 2011(AGI) I carabinieri della compagnia di Sampierdarena hanno arrestato a Genova Ana Milena Salazar Cardona, 43 anni, colombiana, colpita lo scorso 15 giugno da un'ordinanza di custodia cautelare del gip di Trani Antonio Savasta, su richiesta della procura di Trani. Insieme a lei l'ordinanza aveva colpito altre 19 persone, di cui 17 arrestate dai carabinieri della compagnia di Molfetta, tutte accusate di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, all'incendio e al danneggiamento.
Secondo quanto chiarito dagli inquirenti, i componenti dell'associazione reclutavano ragazze in Sudamerica per avviarle alla prostituzione in Italia, e nel 'giro' erano finite giovani spagnole, colombiane e polacche: Ana Milena Salazar Cardona aveva il compito di far arrivare le ragazze reclutate all'estero in Italia attraverso l'aeroporto Cristoforo Colombo di Genova. Aveva a sua disposizione un appartamento a Sestri Ponente dove le tratteneva i primi giorni, sottraendo loro i documenti e avviandole alla prostituzione.

Novara - Prostitute cinesi rifiutano il "programma di riabilitazione"
30 luglio 2011 - Un giro di prostituzione in molte case del Piemonte, in grado di fruttare a chi lo gestiva diverse migliaia di euro ogni giorno.
E’ quanto ha smantellato la Squadra Mobile di Novara grazie all’operazione “Lenone d’Oriente”: a finire arrestate due donne cinesi appartenenti alla comunità orientale di Milano e tre italiani, due di Torino e uno di Vercelli. L’accusa è di associazione a delinquere volta allo sfruttamento della prostituzione e di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Le case si trovavano a Cuneo, molte a Torino (tra il capoluogo di regione e Collegno e Moncalieri) e due a Novara, in via Ricci (da dove sono partite le indagini nello scorso mese di novembre, i vicini di casa segnalavano strani viavai) e in via Valsesia.
La Polizia di Novara è andata a verificare nell’alloggio di via Ricci e ha notato un cambiamento di occupanti. Da qui sono partite altre indagini, che, nella giornata di ieri, hanno portato agli arresti.
Le ragazze sono per la maggior parte clandestine, con un’età compresa tra i 25 e i 30 anni. Ogni casa portava, giornalmente, a un guadagno medio di 500 euro circa. La maggior parte del guadagno veniva tenuto dall’organizzazione, per pagare l’affitto delle case e per fornire alle giovani gli ‘strumenti’ (contraccettivi, abiti succinti e molto altro).
Le ragazze sono state tutte affidate all’Ufficio immigrazione della Questura. Pur se è stato spiegato loro che, denunciando le [presunte] "sfruttatrici" avrebbero potuto beneficiare di un permesso di soggiorno speciale ed essere inserite in un programma di protezione, nessuna ha accettato di collaborare.
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Mondovì (CN) - La maman era inflessibile con le ragazze importate dalla Nigeria
1° agosto 2011 - Facevano la spola, ogni giorno tra Torino e Mondovì o Magliano Alpi, le donne nigeriane costrette a prostituirsi da alcuni connazionali e sorvegliate da una "maman". In località Ponte Pesio, al confine tra i due comuni, le giovani tra i 20 e 25 anni arrivavano prima di pranzo e nel tardo pomeriggio rincasavano a Torino, servendosi del treno, dove ad attenderle vi erano gli sfruttatori.
Si tratta di ragazze "arruolate" in Nigeria e attirate in Italia con l'inganno o con la consapevolezza del mestiere che le avrebbe attese. Sei mesi d'indagine hanno permesso di delineare il solito schema della prostituzione: il traffico tra la patria d'origine e l'Italia organizzato, la sistemazione logistica in alloggi a Torino e Moncalieri e la spola in treno per altre zone del Piemonte.
Unico particolare, la prostituzione diurna in piazzole ("joint", in gergo, da cui il nome dell'operazione) che dovevano venire "affittate" alla maman per circa 200 euro al mese, a fronte di una prestazione media di 25 euro. L'obiettivo delle giovani, come tutte le altre storie di strada, era il riscatto, che avveniva solamente al raggiungimento di 10-12mila euro.
L'operazione dei Carabinieri del Reparto Operativo di Cuneo e delle Compagnia di Mondovì, in intesa con la Procura della Repubblica di Mondovì, ha portato all'arresto di 4 persone per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, tutte originarie della zona di Benin City.
Si tratta della maman Paul Rose, classe 1965, Edokpolor Faith, classe 1969, Erabor Osarumwense, classe 1982, e Odeh Isoken, classe 1976. Tre sono le persone denunciate a piede libero e 10 le prostitute controllate durante le perquisizioni in 4 alloggi di Moncalieri e Torino.
Il capitano della compagnia monregalese Marco Passarelli ha spiegato come la maman fosse particolarmente impegnata nel controllo sul territorio del lavoro svolto dalle connazionali: "veniva anche lei da Torino in treno, si vestiva a sua volta in maniera appariscente, tanto da confondersi con le altre, si sedeva su una sedia e stava anche tutto il giorno a esaminare l'operato delle giovani".

Genova - Prostitute rumene aguzzine di giovani connazionali
18 agosto 2011 - Iona Ida Marin, detta Alina, 20enne incensurata, è stata arrestata dalla squadra mobile di Genova. Alina, all’epoca minorenne, fu arruolata nel 2007 come prostituta, e dopo anni si è trasformata a sua volta in aguzzina, continuando a lavorare sul marciapiede.
“Il suo ruolo era quello di controllare le altre prostitute – spiega Gaetano Bonaccorso, comandante della squadra mobile – in particolare doveva verificare i limiti di tempo fissati per ogni prestazione. Il tutto, ovviamente, per garantire il massimo guadagno possibile”.
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Tortolì (OG) - Le due ecuadoregne gestivano la tratta sui social network
2 settembre 2011Le due ecuadoregne ai domiciliari sarebbero le menti di un business della prostituzione con almeno altre due case di appuntamenti a Roma e in Costa Smeralda.
Una casa (abusiva) per appuntamenti a luci rosse, a pochi chilometri dalla città. Poi un'associazione a delinquere e un lucroso giro di ragazze squillo arruolate in Ecuador via internet e dirottate in Ogliastra. Emergono nuovi particolari sul giro di prostituzione, con basi anche nella Penisola, sgominato dai carabinieri.
I primi contatti (virtuali) con le ragazze avvenivano su Facebook, Msn o Twitter: per un lavoro che sarebbe diventato tremendamente reale. Le ragazze dal Sudamerica arrivavano in Spagna, sfruttando l'elasticità delle regole di Schengen in materia di passaporti. Due o tre alla volta, turni settimanali, tutti i giorni, 24 ore su 24. Tariffe da 70 euro a cliente, anche quindici i clienti in un giorno. Una parte restava alle ragazze e l'altra andava alle maitresses.
Un vero e proprio business in cui filava tutto liscio fino all'altro ieri, quando il blitz dei carabinieri del nucleo operativo di Lanusei, alla guida del tenente Nicola Pilia e del maresciallo Marcello Cangelosi, ha sgominato l'intera organizzazione.

Vicenza - Le povere sfruttate
17/09/2011 - Sono provenienti da Paesi dell'Est Europa, del Sud America e dell'Estremo Oriente asiatico, con qualche 'protagonista' italiana, le prostitute, le escort e le accompagnatrici che pur dichiarando poco o nulla al fisco hanno un tenore di vita milionario.
Ad indicarne l'origine geografica, la Gdf di Vicenza che nell'operazione 'Hot Nights' ha calcolato un giro d'affari che a livello nazionale, raggiungerebbe un valore compreso tra uno e cinque miliardi di euro all'anno.
Solo nel vicentino sarebbero centinaia le 'signorine', che praticamente invisibili al fisco risultano proprietarie di beni patrimoniali di ingente valore da immobili di pregio in note località turistiche italiane ad auto di lusso e molti soldi impiegati anche per sottoscrivere assicurazioni sulla vita e capaci di inviare significative somme di denaro all'estero, anche per il tramite del canale finanziario dei money transfer.
In qualche caso le donne, ufficialmente prive di reddito, arrivavano ingenuamente a denunciare furti di parecchie migliaia di euro perpetrati magari all'interno delle loro ville (sempre frutto di donazioni di amici...) o la sparizione di borsette contenenti preziosi per svariate migliaia di euro.
Tra le storie emerse è stata identificata una donna italiana di circa 40 anni che, pur non avendo mai presentato alcuna dichiarazione dei redditi, nel 2008 aveva acquistato un immobile del valore dichiarato di 270.000, euro senza dover accedere ad alcuna forma di finanziamento o di mutuo.
In un altro caso, una giovane dell'Est Europa, già da anni stabilitasi in Italia, indicava nei propri annunci di poter 'ricevere' i propri clienti, indistintamente, in numerose città, come Milano, Roma, Montecarlo, Parigi, New York e, naturalmente, Vicenza.

Genova - Nullatenente con un tesoro
21 settembre 2011 - È nullatenente, vive con in genitori pensionati, ma in banca ha 400 mila euro in titoli. Monica, 37 anni, escort da 250 euro l'ora, è la prima prostituta a cui il Comune ha spulciato redditi e conto correnti. È finita in mezzo ai controlli incrociati della polizia municipale ed è stata segnalata alla finanza per evasione fiscale in quanto gli è stata contestata dagli investigatori la "disponibilità di somme e patrimoni non giustificati da adeguati dichiarazioni dei redditi".
"Dieci lavorano nei vicoli, altre cinque in quartieri-bene e come questa Monica pubblicano annunci sui siti. L'ultima l'abbiamo stanata grazie a un lavoro certosino nel cervellone dell'anagrafe tributaria, dove abbiamo visto che aveva un patrimonio considerevole. Dai controlli incrociati, non lavora e abita con i parenti. Abbiamo fatto partire una segnalazione alla Guardia di finanza e all'agenzia delle entrate: ci sarà un accertamento, pagherà una multa salata... ".
Anche i guadagni di una sua collega sono sotto la lente di ingrandimento. "In questo caso, siamo di fronte a una donna ecuadoriana - continua Scidone - con passaporto rilasciato in Spagna che abbiamo controllato poche settimane fa nel centro storico. Risulta badante, eppure l'abbiamo trovata davanti a un portone che parlava con un distinto signore. Ci risulta percepisca uno stipendio ridicolo e fa la dichiarazione Isee per avere agevolazioni per i due figli. Secondo i vigili, c'è qualcosa di strano che va approfondito... ".

Reggio E. - 48enne brasiliana gestiva tratta di prostitute
1° ottobre 2011 - La polizia ha smantellato una vasto 'giro' di prostituzione. A finire in carcere una 48enne brasiliana , residente nella nostra provincia. E' accusata di sfruttamento della prostituzione, dell'immigrazione clandestina e documenti falsi.
La polizia ha smantellato una vasto ‘giro’ di prostituzione. A finire in carcere una 48enne brasiliana , residente nella nostra provincia. La donna è stata arrestata dagli agenti della Squadra mobile di Reggio, in collaborazione con i colleghi di Forlì. E’ accusata di favoreggiamento della prostituzione, dell’immigrazione clandestina e di documenti falsi . Secondo le indagini condotte dalla Polizia, la donna faceva arrivare giovani clandestine dal Brasile , alle quali forniva poi documenti falsi , un alloggio e lavoro nei night club o sulle strade di Reggio, Parma e Forlì.
L’indagine, attraverso intercettazioni ed appostamenti, ha permesso di individuare 7 ragazze brasiliane di età compresa tra i 21 ed i 26 anni, sul libro paga della 48enne e di sequestrare, nell’abitazione della stessa, numerosi timbri contraffatti riportanti le cifre del visto turistico rilasciato del Ministero dell’Interno. Sottoposta a fermo, è si trova presso il carcere di Modena a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Conegliano V. (TV) - Magia nera per far prostituire: arrestata maitresse nigeriana 
3 ottobre 2011 - Oltre alle violenze fisiche utilizzava anche riti voodoo per costringere le sue 'vittime' a prostituirsi. Dopo una condanna del tribunale di La Spezia per sfuttamento della prostituzione, sequestro di persona e lesioni personali era riuscita a far perdere le proprie tracce ma alla fine è stata presa: l''aguzzina' è nigeriana, sposata e incinta. L'arresto è avvenuto a Conegliano, in provincia di Treviso.
Secondo quanto riportato dal Corriere del Veneto la nigeriana è stata scovata a Villorba dagli investigatori del commissariato di Conegliano, al quale la donna si era rivolta per ottenere il permesso di soggiorno, non immaginando che così si sarebbe inguaiata: la aspettano quattordici anni di galera.
La pesante condanna era stata pronunciata ancora nel 2007 dal Tribunale di La Spezia. Un dispositivo emesso in contumacia dell'imputata, che si era resa irreperibile già a ridosso dei reati commessi nel 2005, quando a suo carico era stata emessa un'ordinanza di custodia cautelare in carcere che però non era mai stata eseguita, in quanto l'immigrata risultava irreperibile.
Gravi le accuse: sfruttamento della prostituzione, sequestro di persona, lesioni personali volontarie, ai danni di giovani e giovanissime connazionali, obbligate con l'inganno e con la forza a vendersi a danarosi clienti. Un obiettivo perseguito, stando alle risultanze del processo, pure attraverso il ricorso alla magia nera.
Col passare degli anni la sentenza è passata in giudicato, ma a lungo è rimasta sulla carta. Nel frattempo, infatti, l'africana aveva cambiato domicilio e identità, arrivando a trasferirsi in Austria nel tentativo di far calare l'attenzione su di sé. Probabilmente nessuno avrebbe mai scoperto che la vera e pericolosa Blessing Aghoghovwia si nascondeva nei panni della donna, sposata e incinta, che qualche giorno fa è partita dalla sua casa di Villorba per andare a regolarizzare la sua posizione al commissariato di Conegliano, se non fosse stato per gli attenti agenti, che nel rilevare le impronte digitali del'extracomunitaria hanno accertato le sue reali generalità.
Con un blitz notturno la sezione di polizia giudiziaria ha così acciuffato la latitante, ora reclusa alla Giudecca, sempre che non venga disposta una sospensione della pena a causa della sua gravidanza.

Treviso - "Noi prostitute comunitarie: nessuno ci sfrutta, siamo ricche e non paghiamo tasse"
14 ottobre 2011 - Lucciole in un vorticoso scambio di appartamenti. È una sorta di cooperativa del sesso quella descritta da due giovanissime prostitute romene nell’ambito dell’inchiesta sulle case a luci rosse di via Feltrina e di via Isonzo scoperte lo scorso maggio dai vigili urbani. Processo nel quale sono indagati con l’accusa di sfruttamento della prostituzione la 36enne polacca Irena Agnieska Rutka, la 21enne romena Simona Corina Eftimie e il 54enne agente immobiliare Francesco Lorenzo.
Nel corso dell’incidente probatorio davanti al gip Elena Rossi, le due ragazze hanno confermato di aver frequentato quegli appartamenti dove venivano consumati rapporti sessuali con decine di clienti, ma senza che vi fosse sfruttamento.
«Per usare le stanze - hanno dichiarato - pagavano 500 euro di affitto a fronte di circa 3 mila euro di incassi a settimana, dividendosi le spese ma senza che il padrone di casa o le titolari del contratto di affitto chiedessero conto di quanto guadagnato per le prestazioni ».
In particolare nell’appartamento di via Feltrina inoltre, il ricambio delle prostitute avveniva ogni quindici giorni. Quasi una prassi nel mondo della prostituzione, con le stesse lucciole pronte a «traslocare » un paio di volte al mese di appartamento in appartamento.

Montichiari (BS) - Rumena attira in Italia 2 connazionali con l'inganno, poi le fa prostituire
15 ottobre 2011Due ragazze giovanissime obbligate a vendere il proprio corpo, chiuse in una casa con sbarre di ferro alle finestre e una porta blindata.
Lo scorso giovedì a Montichiari, in provincia di Brescia, i carabinieri hanno arrestato una romena di 28 anni per sfruttamento della prostituzione. La donna teneva chiuse in casa due connazionali, di 17 e 20 anni. Le giovani, private dei documenti e minacciate pesantemente, erano obbligate a intrattenere i clienti. Non potevano mai uscire, se non sotto stretta sorveglianza e solo per acquistare sigarette. Per il resto la loro vita era fatta di violenza e sopraffazione.
L’aguzzina teneva un registro su cui segnava incontri e denaro incassato.
Durante la perquisizione sono stati trovati i passaporti di altre due giovani donne albanesi, che si teme possano essere a loro volta vittime della sfruttatrice.
Le ragazze in casa al momento del blitz sono state affidate a una comunità protetta. La minorenne ha raccontato di essere stata ingannata dalla connazionale, che l’aveva convinta a venire in Italia promettendole un lavoro da cameriera.

Varese - La maman terrorizzava le connazionali col Ju-Ju
20 ottobre 2011 - Avrebbe costretto alcune connazionali a prostituirsi, sotto la minaccia di riti 'voodoo' e 'ju-ju'. Per questo motivo una nigeriana di 30 anni, Helen Ekuase, e' stata arrestata dalla Squadra mobile di Varese, con l'accusa di induzione e sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Le indagini sono partite dalla denuncia di una giovane nigeriana, convinta dalla 'maitresse' a partire dalla Nigeria. Per due anni avrebbe subito violenze fisiche e psicologiche, prostituendosi nei boschi della zona sotto la minaccia del rito magico africano. (ANSA).

Barletta (BA) - Due rumene reclutavano le connazionali e le reclamizzavano in internet
20 ottobre 2011Le ragazze venivano fotografate nude e in pose oscene e le immagini diventavano “merce on line”. Gli investigatori sono riusciti a risalire ad alcuni siti sui quali gli arrestati mettevano in vendita le prestazioni sessuali.
A gestire la prostituzione su internet erano Manuela Ionela Nitu, 27 anni, e Roxana Gratiela Gheorghe, 23 anni: inserivano sul sito le connazionali “in offerta”, curavano l’agenda degli appuntamenti, amministravano la cassa dell’organizzazione e reclutavano dalla Romania coetanee disposte a venire in Italia.


Treviso - Tinculeana Duman era "capa" indiscussa del trafficking dalla Romania

21 ottobre 2011 - Un passato da lucciola, le conoscenze giuste tra gli albanesi che gestiscono i giri di prostituzione nella zona di Treviso.
Si chiama Tinculeana Duman, ha 41anni ed è il capo indiscusso dell'organizzazione che assoldava in Romania giovanissime e bellissime ragazze. Era lei, secondo la vicenda raccontata dal Corriere Veneto, a gestire in ogni minimo dettaglio il giro di prostituzione a doppio turno: di giorno in appartamento e di notte su strada. Al punto da controllare, anche via telefono quando si trovava in patria, gli appuntamenti privati che le ragazze potevano fissare solo dopo la sua approvazione.
Un ruolo che ha trovato conferma nel corso delle perquisizioni nell'appartamento-bordello di Strada Ghirada, dove gli agenti della squadra mobile guidati da Roberto Della Rocca hanno trovato sette mila euro in contanti e un block notes che, su ordinate colonne riportava gli introiti delle due voci di ricavo: «Camera» e "Strada".
Fiumi di denaro che, a parte i pochi spiccioli lasciati alle ragazze, finivano direttamente in Romania via money transfert: "Soldi che, probabilmente venivano poi reinvestiti", spiega Della Rocca.
La Duman agiva in zona almeno dal 2003 e che questo sistema rodato con ragazze impiegate sia in appartamento che in strada, andava avanti almeno da 4-5 anni".

Marcianise (CE) - Una 35enne albanese terrorizzava le prostitute
25 ottobre 2011Nella mattinata odierna personale del commissariato della P.S. di Marcianise, con l'ausilio dei colleghi di Castel Volturno, hanno proceduto all'arresto di Donika Buci, albanese di 35 anni, destinataria di provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dal GIP di S.Maria C.V., a seguito di indagini del comm.to di polizia di Marcianise, coordinate dalla procura della Repubblica di S. Maria C.V., su un giro di prostituzione di donne dell'Est Europa (operante sulla strada provinciale tra Marcianise e Capua,) che faceva capo alla nominata in oggetto e ad altro cittadino albanese pluripregiudicato, attualmente rifugiatosi in Albania, sul quale pende il medesimo provvedimento.
Nel corso di una perquisizione alla Buci si rinvenivano e sequestravano una pistola con matricola abrasa cal. 7,65 con il colpo in canna, ed altre 14 cartucce stesso calibro, accanto al letto della donna; in casa, inoltre, sotto i materassi, sono state trovate 2 asce e 1 pugnale di grosse dimensioni.
La donna, gravida al quinto mese e con altri due figli minori, è stata accompagnata presso Casa circ.le femminile di Pozzuoli a disposizione dell'autorità giudiziaria.
fonte

Reggio E. - Condannata la madame nigeriana che schiavizzava col Ju-Ju
27 ottobre 2011 - La vicenda risale al 2003, quando una giovane nigeriana, dopo essere stata medicata in ospedale per le percosse subite, aveva fatto denuncia alla Mobile, da qui le indagini che hanno messo sotto accusa due fratelli: Dorothy e Peter Akhirebhu.
Ieri, in aula, è stata sentita l’ex prostituta che ha ribadito le accuse rivolte a Dorothy, mentre ha ridimensionato la posizione di Peter. Una testimone, comunque, minacciata di recente, per farle cambiare versione e accusare una certa Mary: pressioni rivelate dalla giovane ieri in udienza.
E durante la testimonianza ha fatto capolino il rito voodoo: era stato fatto in Nigeria prima che la giovane partisse per l’Italia e, secondo l’interpretazione dell’ex prostituta, era una maniera per tenerla sotto controllo, perché aveva un debito rilevante con la famiglia Akhirebhu e non volevano che si sottraesse a questo pagamento.
Un rito voodoo senza spazio di tempo e di luogo. «Ma ha avuto effetto?» le ha chiesto il presidente della Corte: «Finora no» la risposta della giovane che ha raccontato come, una volta giunta a Reggio, le avevano fatto capire che ci sarebbero voluti molti anni di lavoro in fabbrica per pagare quel debito, per cui era stata costretta a fare la “squillo” in strada, prima lungo la via Emilia per Parma, poi alla Bruciata. E mensilmente doveva consegnare alla “madame” 300-400 euro, arrivando anche a mille euro quando le pressioni diventavano più accentuate.

Reggio E. - Due 17enni rumene: "Non abbiamo nessuna intenzione di uscire dalla prostituzione"
29 ottobre 2011 - Erano da poco state affidate a una struttura di accoglienza, ma da lì sono fuggite e sono tornate in strada. Le due ragazze, di nazionalità rumena, hanno da poco compiuto 17 anni.
Ieri le due ragazze sono state trovate dalla polizia mentre si stavano di nuovo prostituendo (la prima in viale fratelli Cervi, la seconda nella prima periferia), e sono state riaccompagnate nel centro di accoglienza da cui erano fuggite.

Castel Volturno (CE) - L'ennesima madame nigeriana sfrutta, col woodoo, la prostituzione della connazionale
2 novembre 2011 - La squadra mobile di Caserta ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, in relazione ai reati di induzione e sfruttamento della prostituzione, estorsione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, nei confronti della cittadina nigeriana Arase Otiti, 35 anni, nigeriana, residente a Castel Volturno.
Le indagini scaturivano dalla denuncia di una giovane connazionale, la quale raccontava che, nel 2008, convinta a partire per l’Italia con la prospettiva di un lavoro onesto da una concittadina, giunta dopo un lungo viaggio in Libia ed imbarcatasi per l’Italia, raggiungeva Lampedusa, da dove veniva trasferita al centro di accoglienza di Crotone, dove, dopo alcuni giorni, era stato contattato da un emissario della Arase che, per 200 euro, l’aveva poi accompagnata a Castel Volturno, dove si erano conosciute.
La donna, dopo un'iniziale e cordiale accoglienza nella sua abitazione, sottoponeva la giovane ad un rito magico (voodo) con il quale, secondo le credenze tribali del loro paese, la vincolava a tutti i suoi voleri. Da quel momento, “la madame” aveva costretto la vittima a prostituirsi affinché potesse pagare la somma di 35mila euro pretese come risarcimento per le spese sostenute per farla giungere in Italia e consentirle di riscattare la sua libertà.
Dopo circa un anno, la giovane vittima, approfittando di un viaggio in Nigeria della Arase, era fuggita. La madame, al suo rientro, aveva più volte contattato la giovane, che si era trattenuta nell’area domitia, minacciandola continuamente, al fine di indurla a ritornare sotto la sua protezione: fino a quando la giovane non era scappata a Mantova, dove aveva continuato a subire le minacce telefoniche della sua sfruttatrice.
Le scrupolose indagini della squadra mobile, a seguito delle dichiarazioni della vittima, permettevano di individuare l’abitazione dove ella era stata ospitata da Arase e, quindi, l’identificazione di quest’ultima. La dovizia degli indizi raccolti e le conseguenti informative trasmesse alla Procura permettevano di inoltrare al gip del Tribunale sammaritano una richiesta di misura cautelare in carcere che veniva integralmente accolta.

Torino - Era la madre di uno dei due arrestati che reclutava le giovani rumene
9 novembre 2011 - I carabinieri del Nucleo Investigativo di Torino hanno sgominato un'organizzazione criminale romena specializzata nello sfruttamento della prostituzione di ragazze molto giovani e avvenenti provenienti dalla Romania. Ioan Capatina, 31 anni, e Ionut Miron, 27 anni - rispettivamente, capo e braccio destro di Ioan e suo sostituto nei periodi di assenza - svolgevano, con la collaborazione di due donne (la guardiana delle ragazze e la madre di Miron, responsabile della selezione, reclutamento e accompagnamento in Italia delle ragazze), l'attivita' di sfruttamento.
I primi due sono stati arrestati, mentre le donne sono state denunciate a piede libero.
Abruzzo - Erano tre le maman nigeriane che fecero prostituire, abortire e ammalare di linfoma la loro connazionale
15 novembre 2011 - In manette sono finite Edith Aiyudubie di 30 anni, Victoria Oviarere Ofiebe di 39 anni residente a Milano, e Rose Mary Damisah di 30 domiciliata a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno); in manette sono finiti anche Evansi Aiwekhoe, di 24 anni ed Erold King Enofe di 34 anni residente a Sant'Omero in via dei Gladiatori.
I militari aquilani stanno eseguendo dalle prime ore di questa mattina, in Abruzzo ed in altre regioni italiane, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 6 indagati per associazione per delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani, riduzione in schiavitu’, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione.
Al centro delle indagini del Ros (l'operazione è stata ribattezzata Sahel 2) un sodalizio transnazionale di matrice nigeriana, dedito allo sfruttamento sessuale di connazionali ridotte in schiavitu’, con il ricorso a violenze, riti esoterici e minacce ai familiari nel paese di origine. Documentate anche interruzioni di gravidanza imposte alle vittime dagli appartenenti al sodalizio, nonchè la regolarizzazione di alcuni affiliati mediante matrimoni fittizi.

Torre del Greco - Impiegate e studentesse si prostituiscono per "arrotondare"
21 novembre 2011 - Un giro di prostituzione 'd'elite' gestito da incensurati e insospettabili e' stato scoperto dai carabinieri a Torre del Greco, nel Napoletano. I militari dell'Arma hanno arrestato cinque persone.
L'attivita' era gestita da commercianti e imprenditori, e i clienti erano prevalentemente di ceto medio-alto, come funzionari di banca e liberi professionisti. Le ''squillo'' erano impiegate e studentesse che ''arrotondavano'' all'insaputa dei loro compagni. (ANSA)
«Molte donne l’hanno sempre fatto in casa, sotto il naso di tutti, mariti e figli compresi. Fanno una vita da signore ma sono commesse o mogli di muratori. Come si spiega?». A Torre del Greco il giorno dopo il blitz che ha svelato le abitudini hot di insospettabili casalinghe è ancora il caso delle escort di lusso a tenere banco.
Quotidiani andati a ruba, luoghi dello scandalo presi d’assalto da una folla di curiosi. Il gossip invade le piazze ma anche bar, supermercati, uffici pubblici. E per molti è un segreto di Pulcinella: i mariti imbarcati sulle navi anche per sei mesi e le mogli a fare vita da escort.

Bassano del G. - "Donne sfruttate": affittuaria e amiche prostitute si dividono 30mila euro al mese
30 novembre 2011 - Era di circa 30mila euro al mese il giro di affari di una casa di appuntamenti a San Giuseppe di Cassola, sequestrata ieri dai carabinieri di Bassano. Una donna di 44 anni di origini dominicane è stata arrestata per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.
La straniera, che si trova ora in carcere, circa tre anni fa aveva preso in affitto un alloggio che poi ha trasformato in bordello molto frequentato anche da professionisti. Secondo quanto accertato, la dominicana ospitata nella sua casa, probabilmente a rotazione, giovani connazionali che offrivano prestazioni sessuali a pagamento, pubblicizzate sui quotidiani locali e sui siti internet specializzati.
Le indagini sono state portate avanti in collaborazione con i carabinieri della stazione di Romano d'Ezzelino che per lungo tempo hanno tenuto d'occhio la casa, frequentata a tutte le ore. Il blitz è scattato ieri sera: i militari hanno atteso che dalla casa uscisse un cliente, giunto apposto dal Trentino, per fare irruzione nell'appartamento, all'interno del quale sono state trovate due giovani in abiti succinti, in attesa di altri clienti. Tra il materiale sequestrato anche un'apparecchiatura per verificare che le banconote consegnate dai clienti non fossero false.
Secondo i calcoli fatti dai militari il giro d'affari della "casa a luci rosse" si aggirava attorno ai 30 mila euro al mese.

Viserba (RN) - Rumena costretta a prostituirsi da tre donne connazionali
6 dicembre 2011Si è concluso alle prime luci dell'alba di martedì 6 dicembre l'incubo di una 22enne rumena, costretta a prostituirsi dopo essere giunta in Italia per sbarcare il lunario.
La giovane, invitata da una connazionale, aveva iniziato a lavorare come cameriera, poi presto si era trovata disoccupata e senza alloggio, mentre la sua amica aveva fatto ritorno in Romania. A metà novembre era stata un’altra rumena, una 36enne, ad offrirle assistenza, accogliendola nella casa condivisa con il compagno, un connazionale 41enne, e la 71enne madre di lui. Qui è iniziato l’incubo. L’uomo l’ha aggredita, le ha sottratto il passaporto e l’ha costretta a prostituirsi sul lungomare di Viserba, istruita dalla più esperta compagna; il 41enne la seguiva, per farsi consegnare immediatamente il denaro e per evitare tentativi di fuga.
La madre dell'aguzzino era complice: faceva pressione su di lei, affinché si convincesse ad accettare quella situazione e a piegarsi al volere del figlio.
I primi tentativi di ribellarsi non sono andati a buon fine, ma in seguito, riottenuto il passaporto, riconsegnatole per evitare problemi in caso di controllo delle forze dell’ordine, la 22enne è riuscita a fuggire verso la zona monte di Viserba. Qui ha trovato rifugio presso una famiglia di connazionali. Con i pochi soldi rimasti, ha acquistato un telefono - il precedente gli era stato distrutto dall’aguzzino ma lei aveva conservato la sim – e ha chiamato le sorelle, che abitano in una Provincia vicino a Rimini. Le due donne hanno così allertato la Polizia che ha rintracciato la 22enne.
Nei 15 giorni di attività, aveva guadagnato circa 500 euro. La ragazza era stata fermata anche dai Carabinieri per un controllo, ma per paura non aveva denunciato nulla.
Per i 3 rumeni è scattata la denuncia per istigazione e favoreggiamento alla prostituzione, sequestro di persona, lesioni, minacce e danneggiamento. Gli aguzzini sono stati condotti nelle case circondariali di Rimini e Forlì in attesa della convalida del provvedimento da parte del Gip. Gli inquirenti stanno verificando dai tabulati telefonici se altre ragazze abbiano subito la stessa sorte della 22enne.

Reggio C. - Molte prostitute partono dall'Est decise a prostituirsi in Italia
16 dicembre 2011 - In molti casi l'attività di prostituzione era prospettata già al momento dell'ingaggio in Romania. Una libera determinazione delle giovanissime donne. E' il caso di Elena, minorenne che aveva preso accordi espliciti per venire a prostituirsi in Italia.
Nel panorama eterogeneo ci sono anche ragazze che volontariamente si prostituiscono avendo stabilito un patto di spartizione dei proventi con gli sfruttatori. Si arriva sino ai 500 euro a notte, dei quali le più fortunate arrivano a poter trattenere una percentuale del 50%.
In alcuni casi poi chi esercita la prostituzione acquisisce un ruolo attivo nel controllo delle altre ragazze divenendo un partecipe dell'associazione. E' il caso di Elena Babusca e di Valentina Enache, destinatarie del provvedimento di divieto di dimora.

Trento - Due donne bulgare sfruttavano la prostituzione di due connazionali
5 gennaio 2012 - Un'intera famiglia e' stata arrestata dalla Polizia di Stato con l'accusa di sfruttamento della prostituzione. Si tratta di un bulgaro 39enne, di sua madre 59enne e della moglie connazionale.
Secondo l'accusa le due donne si sarebbero fatte dare, in piu' casi, del denaro da due prostitute che la sera esercitavano il meretricio in via Brennero a Trento, una 23enne ed una 39enne, sempre bulgare.
Le indagini condotte dal dirigente della Squadra Volanti della Questura di Trento, Salvatore Ascione, sono partite dal 27 dicembre dello scorso anno, allorquando gli uomini della Polizia sono intervenuti per sedare un litigio tra due prostitute.(AGI)

Bologna - Le "povere sfruttate" guadagnano 500 euro al giorno
11 gennaio 2012 - I carabinieri di Bologna stanno effettuando un censimento delle prostitute. Nazionalità, compensi medi, abitazioni saranno segnalate al fisco. La prostituzione frutta in media ad una ragazza ben 500 euro al giorno.
L’iniziativa è partita dal comando provinciale alla fine di agosto.Il lavoro è stato svolto riempendo degli appositi moduli che raccolgono domande sulle generalità, sul lavoro svolto, sul guadagno giornaliero ed il compenso medio di una prestazione. Alle ragazze viene anche chiesto se siano sfruttate e quanto paghino un eventuale affitto.
L’Arma dei carabinieri precisa: “Non è un questionario, nessuna schedatura, è un modulo che serve per capire chi sono le prostitute, in che condizioni vivono, se pagano affitti regolari e quanto guadagnano. I dati verranno poi girati all’Agenzia delle Entrate per le verifiche fiscali”.

USA - "Puttana e soddisfatta"
13 gennaio 2012 - Ha suscitato grande interesse la storia della prostituta cinquantaduenne pubblicata dal New York Times l’ultima domenica del 2011. Si chiama Barbara Terry e la sua attività professionale è stata descritta con ricchezza di particolari, in chiave insolitamente trasparente e senza cercare di dipingere il ritratto di una vittima. Barbara racconta della sua carriera – trent’anni a battere gli stessi marciapiedi nella parte del Bronx chiamata Hunts Point – senza chiedere scuse e senza accusare nessuno di averla costretta. Anzi, parla della sua attività con entusiasmo, rammaricandosi semmai che non sono più i bei tempi di una volta quando da giovane passava le notti in strada a cercare clienti mostrando reggiseno e giarrettiere.
Anzichè riassumere la sua storia lascio che siano i lettori stessi a leggerla così come è stata pubblicata sul New York Times. Bisogna tuttavia rispondere a un’ovvia domanda: perchè un articolo su di lei? Perchè Barbara Terry è finita sulle pagine del quotidiano più letto d’America? La risposta non ha nulla a che vedere con un arresto, uno scandalo, una storia finita male. Tutt’altro. Il Times da qualche tempo dedica sempre più attenzione a storie individuali. Mentre da una parte continua a fare approfonditi reportage sui più importanti fatti mondiali dall’altra usa la lente d’ingrandimento per mettere in risalto la vita, le scelte o le esperienze di persone “qualunque” da cui trarne esempi e lezioni per migliaia di altre persone. Domenica 30 dicembre è stata la volta dell’afro-americana Barbara Terry, battona da quattro soldi (fra i 50 e i 100 dollari a volta, dipendentemente dalle prestazioni), soddisfatta del suo lavoro e della sua vita. “I miei figli mi hanno chesto molte volte di smettere”, ma io dico sempre loro che se sono riuscita a tirarli su bene è per merito del mio lavoro. E sarò io a decidere quando è venuto il momento di smettere”.
L’articolo del Times è stato ripreso da decine di testate e siti. Ne hanno parlato pubblicazioni femministe, riviste legali per avvocati, e dozzine di blog dedicati a New York e in generale alla vita nelle grandi città. L’avventurosa professione della Terry è stato uno degli articoli più cliccati sul sito del New York Times e ha portato molti lettori a scrivere lettere. Una delle più insolite è quella di una donna di Washington che racconta di avere scoperto la prostituzione all’età di 49 anni. “Qualcuno mi disse che c’era un mercato per donne mature come me”, scrive la lettrice che si firma con le iniziali E.W. “Il mio mercato era differente da quello di Barbara. I miei clienti alloggiavano in grandi albergi come il Ritz Carlton, l’Hyatt, il Marriott, il Willard e il Mayflower e io usavo come posto di lavoro il mio appartamento pieno di opere d’arte e libri. E’ il miglior lavoro che ho mai avuto in vita mia! Ho incontrato gente magnifica e con alcuni di loro sono ancora in contatto. Come vorrei fare ancora adesso quello che facevo allora! Ho imparato di più facendo la prostituta che non in quattro anni di università e decenni girando il mondo”.
La soddisfatta “call girl” della capitale americana prosegue dicendo di avere imparato molto su sè stessa ma anche su gli uomini, le loro mogli, le loro fidanzate e in generale sulla natura umana. “Ho smesso di giudicare gli uomini e allo stesso tempo ho imparato ad avere più rispetto di me stessa e piò fiducia in me. Neppure per un istante mi rammarico per la vita che ho vissuto. Mi dispiace solamente di non avere incominciato prima a fare quel lavoro”.
E.W. tuttavia lancia un avvertimento ad aspiranti prostitute. “Questo non è un mestiere per chiunque. Alcune donne si inacidiscono, perdono la testa, si lasciano transcinare in giri di droga oppure si mischiano con le persone sbagliate. Io ne sono uscita indenne. Penso che sia merito del fatto che ho sempre dato retta al mio istinto, non mi sono mai lasciata prendere dalla sete di denaro e ne sono uscita bene soprattutto perchè sono una newyorkese tosta”.

Olbia (SS) - Arrestata albanese che reclutava prostitute nei Paesi dell'Est
24 gennaio 2012 - (Adnkronos) I carabinieri di Olbia hanno arrestato K. A. 38 anni, albanese residente in citta', in esecuzione di un ordine di carcerazione della Procura di Tempio Pausania. La donna, infatti, deve scontare 3 anni e 11 mesi di reclusione per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
I fatti si riferiscono al periodo tra il 2004 e il 2005, quando l'albanese fu arrestata dai carabinieri di Olbia, in collaborazione con i colleghi di Prato (Fi), nel corso di un'indagine su un'organizzazione che reclutava donne nei Paesi dell'Est Europeo da avviare alla prostituzione in Italia, in particolare sulla Costa Smeralda e in Versilia durante la stagione estiva. La donna e' stata portata nel carcere di Sassari.

Reggio E. - Basta retorica vittimista. Prostitute per scelta: soldi facili e subito
25 gennaio 2012 - Prostituzione a tempo determinato. È uno dei temi emersi da una ricerca realizzata sul territorio di Reggio Emilia da Federico Salsi, dottorando in antropologia culturale presso l’Università di Bergamo, che, grazie all’intervento di operatori dei servizi sociali, ha raccolto le testimonianze di alcune prostitute, con l’obiettivo di aprire una finestra sul reale per combattere gli stereotipi.
Secondo i dati raccolti da Salsi, esiste una minoranza [?.. - ndr] di prostitute, relativamente autonome e consapevoli della loro scelta: “È necessario, da un punto di vista antropologico, uscire dai binari della retorica sul tema della prostituzione e uno dei luoghi comuni più accreditati è proprio quello che collega la prostituzione delle ragazze migranti all’unica prospettiva della tratta – spiega Salsi –. I dati raccolti dimostrano che non sempre queste ragazze entrano nel giro della prostituzione perché obbligate, alcune di loro scelgono di farlo per un breve periodo con l’intento di raccogliere risorse e realizzare i loro progetti”.
La ricerca mette in evidenza la diversità di ognuna delle storie raccolte da Salsi e la loro natura eterogenea. “Ovviamente non voglio dire che la maggior parte di queste donne sceglie liberamente di prostituirsi, dal momento che è sempre presente un margine di costrizione [o convenienza, rispetto a lavori più duri e meno remunerativi?.. - ndr] di natura economica, relazionale, o sociale, ma soltanto sottolineare come spesso si tende a semplificare la questione ingabbiandola in etichette fin troppo comode e spesso poco realistiche – continua – La situazione è molto complessa e presenta aspetti che hanno il dovere di essere riconosciuti come discrimini di un fenomeno di cui si parla fin troppo spesso ma di cui, nella maggior parte dei casi, si conosce veramente poco”.
Utilizzando il metodo antropologico per eccellenza, ovvero quello etnografico, che utilizza alcune tecniche di ricerca (come l’osservazione o l’intervista) allo scopo di collezionare un insieme di dati che rendano possibile la comprensione della cultura in esame, Salsi si è recato personalmente in strada e ha studiato il fenomeno in maniera diretta in 80 uscite notturne. “Stare fisicamente in strada è stato determinante – continua Salsi – Svolgendo il ruolo di operatore sociale a Reggio Emilia durante le ore notturne ho avuto la possibilità di intervistare queste ragazze, di origine prevalentemente rumena, e di sentire i loro racconti”.
La prostituzione, nell’ambito delle ragazze migranti, è spesso analizzata attraverso un’ottica generalmente vittimista. “Il pregiudizio comune tende a utilizzare delle etichette, spesso errate, per quanto riguarda le prostitute. Non si può parlare sempre e soltanto di schiavitù. Bisogna lasciare un margine di libertà e di individualità a queste donne, e ridare loro una dimensione umana, reale [ed utilitarista - ndr]”.
Un punto di vista inconsueto. È proprio questo che emerge dall’analisi in questione. Se si supera il confine del pregiudizio comune e si sollevano le barriere della retorica più stereotipata è possibile dare voce a ognuna di queste donne che, come tutti gli stranieri migranti approdati in Italia cercano di realizzare i propri sogni. “A molte di queste prostitute non interessa inserirsi nel tessuto sociale italiano – continua Salsi – L’obiettivo è quello di accumulare più capitale possibile in un brevissimo periodo di tempo.

Montecatini (PT) - Raid punitivo di tre picchiatrici contro la prostituta ribelle
30 gennaio 2012Uno sfruttatore ha coinvolto tre "picchiatrici" per un raid punitivo contro una prostituta ribelle. E' accaduto venerdì scorso a Montecatini: alle 22,30 un'auto con a bordo tre donne e un uomo si è fermata in via Foscolo (ai margini del centro), dove una prostituta romena di 20 anni stava aspettando i clienti.
Le donne sono scese e hanno iniziato a colpire con calci e pugni la ragazza causandole un trauma cranico e un trauma pelvico. Secondo il racconto fatto dalla ragazza alla polizia l'uomo, che sarebbe rimasto all'interno dell'auto, le avrebbe fatto vedere una pistola.
Delle tre donne, due sono state arrestate, si tratta di due romene di 25 e 37 anni, che gli inquirenti ritengono essere anch'esse prostitute, ma facenti parte dell'organizzazione di controllo del 'giro', mentre un'altra non è ancora stata trovata.
L'uomo (35 anni, romeno) è stato rintracciato in un appartamento di Montecatini e arrestato mentre, secondo la polizia, stava cercando di fuggire. Le accuse per le tre persone arrestate vanno dalla tentata estorsione in concorso al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione.
La ragazza sarebbe stata picchiata in quanto si era rifiutata di consegnare l'incasso giornaliero (la richiesta degli estorsori arrivava fino all'80% del totale) e di pagare una sorta di "pizzo" sul territorio sul quale prostituirsi.

Roma - L'aguzzina rumena si vantava di controllare le "sue ragazze"
1° febbraio 2012La 22enne tranquillizzava via filo il suo compagno, "vantandosi" del controllo che esercitava su tutte le ragazze sfruttate. Tra i compiti "particolari" affidatile c'era anche quello di "prendersi cura" di una delle ragazze sfruttate, una minorenne.
P.E.P., rumena di 22 anni, è stata sottoposta a fermo di indiziato di delitto dagli uomini della Squadra Mobile, diretta dal dr. Vittorio Rizzi, per il reato di reclutamento, induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, anche minorile. La rumena faceva le "veci" del suo compagno, un latitante albanese rifugiatosi all'estero.
Oltre a prostituirsi, "amministrava", in prima persona, gli affari "concentrati" lungo la Salaria. Ma era proprio sulla ragazza minorenne, costretta a vivere con la sua "aguzzina", che si concentravano le "attenzioni" della "luogotenente". Era la donna infatti, a gestire gli incontri della minore, incassando tutti i suoi guadagni giornalieri. Il prezzo delle prestazioni variava dai 30 ai 200 euro, in base al tipo di servizio.
Nell'abitazione della rumena, sottoposta a perquisizione, gli agenti hanno trovato nascosti in un calzino rosa circa 2000 euro in contanti. (omniroma.it)

Savona - 7 donne controllavano 100 prostitute
1° febbraio 2012 - Almeno undici località in Liguria con vari appartamenti (nove nel Savonese) e circa venticinque alloggi in altre regioni d’Italia, dall’Emilia Romagna, alla Toscana, all’Abruzzo: in queste case “a luci rosse” un’organizzazione criminale dedita allo sfruttamento della prostituzione, e costituita totalmente da donne, faceva lavorare un centinaio di donne – 44 identificate, per lo più di origine sudamericana – per un guadagno medio giornaliero di circa 200 euro, oltre alla parte, circa la metà, spettante alla lucciola.
Un’associazione a delinquere che i carabinieri del Comando provinciale di Savona hanno smascherato grazie ad un’intensa attività iniziata un anno e mezzo fa. L’operazione ha portato alla luce un “traffico” di prestazioni sessuali gestito da una brasiliana (Juliana Ferreira Gomes) e da altre sei complici che svolgevano praticamente il ruolo di centraliniste, smistando i clienti nei vari appartamenti a disposizione nel Nord Italia. Queste case venivano prese in affitto dalle complici “in rosa” con contratti cointestati con la Gomes.
I clienti venivano attirati anche grazie ad annunci pubblicati su riviste e su siti on line: annunci talmente espliciti da mettere in allarme i carabinieri di Savona che hanno iniziato ad indagare in quella direzione portando alla luce un’organizzazione ramificata e pericolosa. Nel corso delle varie perquisizioni, i militari dell’Arma hanno sequestrato anche 30 cellulari, 4 computer e il registro dei clienti.
“Siamo riusciti ad identificare una vera e propria organizzazione criminale dedita allo sfruttamento della prostituzione: dunque, abbiamo potuto contestare, per la prima volta nel savonese, l’accusa di associazione a delinquere sul reato in questione – dice il colonnello Olindo Di Gregorio -. Si tratta di un gruppo gestito totalmente da donne. Tra queste spicca il nome di una brasiliana, la quale controllava appuntamenti e guadagni di ogni singola prostituta. Il giro d’affari è di circa 200 euro al giorno a prostituta”.
Gli appartamenti savonesi in cui le ragazze si vendevano si trovano in corso Vittorio Veneto, via Carducci, via Nizza, via Traversagni, via A. Ponchielli, via Dei Mille, via Busserio, via Ponchielli.
Ecco i nomi delle arrestate: oltre a Juliana Ferreira Gomes (classe 1980, brasiliana, fermata a Firenze), ci sono Elsa Tatiana Walteros Cuestas, del ’74, arrestata a Savona; Neami Berthe Bekit, etiope del ’68 ammanettata a Grosseto; Deiziany Soares Da Fonseca, brasiliana dell”86 presa a Frosinone; Martha Lucia Cifuentes Beltran, colombiana del ’63 arrestata a Savona; Milagro Martinez Castillo dominicana del ’68 fermata a Novara; Rosa Maricela Andrade Moncayo, ecuadoriana del ’77 arrestata nella città della torretta.

Novara - Arrestata "madam" nigeriana: tratta di donne
4 febbraio 2012 - Dalla Nigeria a Novara passando per Perugia, dove è finita nelle mani della sfruttatrice. La storia di Blessing (nome di fantasia), arrivata in Italia nel 2008 ancora minorenne, ha trovato un lieto fine sotto la Cupola grazie all’incontro con Liberazione e speranza, avvenuto tramite una sua connazionale.
Lo scorso 16 settembre la “madam” della ragazza è stata arrestata dai carabinieri di Novara. E ieri è tornata in Umbria, davanti al Gip del Tribunale di Perugia, per l’incidente probatorio. Gravi i reati contestati all’imputata: sfruttamento della prostituzione, induzione alla prostituzione minorile, tratta di persone.

Malo (VI) - Prostituzione: una cinese segregata dalla maitresse
4 febbraio 2012 - Una cinese di 45 anni è stata denunciata per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione compiuto ai danni di una sua connazionale, alla quale avrebbe sottratto anche soldi, passaporto e chiavi di casa per obbligarla a ricevere uomini dalle 8 del mattino sino a notte fonda.
E' quanto hanno accertato i vigili urbani di Malo (Vicenza) che questa mattina hanno fatto irruzione in un appartamento nel centro del paese, regolarmente affittato da colei che ora è accusata del reato. All'interno dell'alloggio è stata trovata la donna, che potrebbe essere una clandestina in quanto priva di documenti, che ha dichiarato di avere 40 anni.
A dare l'allarme sono stati altri inquilini del condominio, abitato soprattutto da anziani e famiglie, che avevano notato nell'appartamento uno strano "via vai" a tutte le ore del giorno. Le indagini della Polizia municipale sono proseguite per alcuni mesi sino a quando non è stato deciso di attuare il blitz.

Lodi (MI) - Tratta di schiave, arrestata nigeriana
8 febbraio 2012 - «Vuoi vivere in Italia? Se ci paghi, ti aiutiamo noi». Poi la prostituzione per saldare l’ingente debito. Per tutto questo ieri è finita in manette la 36enne nigeriana E.R.. Secondo gli inquirenti, la donna e le sue undici presunte complici avrebbero chiesto 50mila euro a ogni straniera portata in Italia.Queste ultime, per racimolare i soldi necessari e pagare l’organizzazione, venivano poi portate sulle strade del Nord Italia a prostituirsi. Per E.R. le manette sono scattate ieri mattina.
In quel momento l’indagata si trovava nel suo attuale domicilio di Lodi, in pieno centro, dove gli uomini della Questura la tenevano d’occhio da tempo, su richiesta delle forze dell’ordine francesi, per evitare che fuggisse.
Le autorità francesi hanno spiccato il mandato di cattura europeo nei giorni scorsi. Così ieri è scattata la misura della reclusione, in attesa di processo, nel carcere San Vittore di Milano a disposizione dell’autorità giudiziaria. La 36enne è accusata di favoreggiamento dell’immigrazione e sfruttamento della prostituzione. Questo nell’ambito di un’organizzazione tutta al femminile, impegnata nella tratta delle prostitute.
Secondo gli investigatori, infatti, le donne della gang avrebbero promesso ad altre donne straniere di fargli ottenere facilmente i documenti necessari a espatriare e rimanere in Europa. Tutto per ottenere in cambio, da ognuna, il denaro. Una somma che nessuna aveva nell’immediatezza e quindi si sarebbe dovuta guadagnare “vendendosi”. Il resto delle indagini è tutt’ora in mano alle forze dell’ordine francesi.

Rimini - Le due rumene addestravano la 17enne a prostituirsi
17 febbraio 2012 - E' di cinque arresti, tutti romeni, fra cui tre uomini, il bilancio di una maxi retata anti-prostituzione effettuata dai Carabinieri di Riccione e Rimini. In manette sono finiti una 26enne, una 31enne, un 30enne, un 22enne, un 28enne: tutti, domiciliati a Rimini, sono accusati di sfruttamento, favoreggiamento, induzione, tratta e prostituzione minorile. L'indagine è iniziata ad inizio gennaio dai militari della Tenenza di Cattolica.
Il lavoro ha permesso di scoprire l'esistenza di un giro di prostituzione minorile.
Le due donne, anch'esse prostitute, avevano il compito di "insegnare il mestiere più antico del mondo" alle ragazze neo giunte in Italia, tra le quali anche una 17enne, di cui la rumena 26enne aveva pubblicizzato le prestazioni con annunci su siti internet dedicati.
I militari hanno scoperto anche che le donne, alloggiate in un residence a Miramare, erano state portate in Italia corrompendo la polizia di frontiera romena e successivamente indotte a prostituirsi. Le due "insegnanti" istruivano le nuove prostitute sul comportamento da adottare in strada con i clienti, garantendo loro anche adeguata pubblicità con annunci internet.
Ogni ragazza adescava almeno 5 clienti a sera, percependo 70 euro a prestazione, che arrivavano a 100 euro in caso di rapporto sessuale non protetto.

Gubbio (PG) - Tre prostitute dell'Est sequestrano e picchiano due concorrenti rumene
28 febbraio 2012 - Tre donne sono state fermate dai carabinieri della compagnia di Gubbio e dagli uomini della squadra mobile della Questura di Perugia per concorso in sequestro di persona, lesioni ed estorsione. Si tratta di B.T. albanese classe 1977, T.M. rumena classe 1984, domiciliata in Perugia e G.C, rumena classe 1983, tutte e tre domiciliate a Perugia. Le tre donne avrebbero sequestrato e picchiato due giovani prostitute
E’ successo tutto venerdì scorso quando alle ore 18.00 una prostituta rumena di 18 anni ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine nei pressi di Camporeggiano di Gubbio, dove, a suo dire, 5 persone, a bordo di due autovetture, avevano sequestrato un’altra prostituta 18enne e picchiato lei, tanto da rendere necessario l’intervento dei sanitari dell’ospedale di Umbertide.
Alla giovane sono stati poi riscontrati una contusione allo zigomo destro con ematoma, un trauma cranico nella regione parietale destra, escoriazioni del collo guaribili in 6 giorni.
Mentre una pattuglia della polizia stradale di Città di Castello ricostruiva i fatti con la ragazza, i carabinieri della compagnia di Gubbio si adoperavano per rintracciare la persona sequestrata, cosa che effettivamente avveniva dopo circa due ore dai fatti.
Le sequestratrici, dopo aver più volte richiesto alla ragazza il denaro guadagnato in quella giornata e dopo averla intimidita dicendole di non dover più lavorare in quella piazzola, l’hanno lasciata nei pressi dello Stadio Curi di Perugia, da dove la stessa è riuscita a trovare un passaggio per raggiungere Gubbio.
Rintracciata dai militari a Gubbio e portata in caserma, veniva iniziata un’articolata attività d’indagine che portava alla descrizione delle aggreditrici: caratteristiche che coincidevano con quanto riportato dalla prostituta ferita - nel frattempo giunta a Perugia presso gli uffici della Questura - agli agenti della squadra mobile.
In considerazione del fatto che i primi elementi portavano in direzione Perugia, i militari della compagnia di Gubbio sono andati in Questura al fine di cooperare per assicurare alla giustizia gli autori di questa brutta storia. Dalle dichiarazioni rese dalle due prostitute rumene si evinceva che le 5 erano arrivate a Camporeggiano di Gubbio chiaramente con l’intento di prelevare le due ragazze per farsi consegnare del denaro, minacciandole nel contempo di morte affinché non si prostituissero più in quella piazzola di sosta.
L’attività di indagine messa repentinamente in atto da polizia e carabinieri, insieme al costante monitoraggio delle persone gravitanti nell’ambiente della prostituzione, grazie anche all’esatta e dettagliata ricostruzione dei fatti fornita dalle due prostitute coinvolte, ha permesso di risalire alle autrici del delitto. Una serie di controlli e perquisizioni hanno permesso poi di rintracciare B.T., G.C. e T.M. in Perugia nei pressi dei loro domicili. Condotte in Questura ed espletate le formalità di rito, le donne sono state sottoposte a fermo e portate in carcere. Sono ancora in corso le indagini per rintracciare i due uomini che erano con loro.

Lamezia T. (RC) - Una nigeriana a capo del racket dello sfruttamento
29 febbraio 2012 - Sabato scorso alla cattura era sfuggita la nigeriana Isoken Osagie, 27 anni, alias Stella, anche lei dedita al meretricio, ma con un ruolo chiave ed apicale tra le “colleghe di lavoro”. La donna è stata “beccata” ieri mattina nel luogo dove generalmente si prostituiva. Era appena tornata dalla Nigeria dove si era momentaneamente trasferita per un breve periodo di vacanza. Ma appena ritornata in Italia, non curante che nei suoi confronti pendeva un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, è ritornata a svolgere tranquillamente la sua attività professionale, negli stessi luoghi che frequentava prima di ritornare nel suo Paese natale. Stella, infatti, è stata ferma sulla complanare che da Sant’Eufemia porta al Bivio di Maida, nei pressi di una concessionaria di automobili.
La donna pur dedita alla prostituzione, secondo l’accusa, ricopriva un ruolo di rilievo nell’organizzazione. Infatti dalle indagini sono emersi elementi tali da individuarla come colei che disponeva e coordinava le cittadine nigeriane dedite al meretricio, stabilendo le persone ed i luoghi in cui l’attività doveva essere svolta, non permettendo a nessun’altra di occupare la postazione in cui l’attività veniva svolta. Stella, infatti, come emerge dalle indagini, non permetta a nessun’altra di occupare la postazione che lei aveva già destinato ad una prostituta, né tanto meno di “invadere” il suo campo d’azione. In particolare, dall’attività d’osservazione predisposta dai carabinieri della Stazione di Sant’Eufemia, che hanno condotto le indagini, è emerso che Osagie, mentre si prostituiva, era in stretto contatto con le altre prostitute, per le quali costituiva un punto di riferimento. Tutto ciò è provato da una serie di intercettazioni telefoniche con le prostitute: insomma per l’accusa la nigeriana era la “manager” che curava sul campo l’impiego delle altre ragazze che dovevano renderle conto.
Il suo ruolo è stato ritenuto di maggiore importanza da parte dell’autorità giudiziaria che ha applicato nei sui confronti la misura della custodia cautelare in carcere.

Pesaro - La "povera sfruttata" ha guadagnato, dal 2006, un milione di euro (esentasse)
3 marzo 2012 - I militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Pesaro, al termine di una complessa e articolata attivita’ investigativa, hanno scoperto e denunciato 14 persone per violazioni alla normativa antiriciclaggio.
Fra queste, una cittadina colombiana di 40 anni che, accattivatasi la simpatia e la complicita’ del gestore di uno sportello di money transfer del capolouogo, per oltre due anni ha spedito all’estero i soldi frutto dell’attivta’ di prostituzione che esercitava e che ammontavano a oltre 200.000 euro all’anno.
La donna, anche con l’aiuto di una decina di quelli che la stessa ha definito come suoi amici ma che molto probabilmente erano in realta’ suoi clienti, spediva le somme di denaro ai familiari nel suo paese natio facendo figurare come mittenti del denaro i suoi frequentatori.
In tal modo e’ riuscita ad eludere il sistema di allarme finanziario, che vieta trasferimenti di somme oltre 2.000 euro. I finanzieri hanno individuato lo stratagemma, sulla base di un’ispezione antiriciclaggio, dopo aver passato al setaccio circa 30.000 operazioni di trasferimento di denaro all’estero eseguite presso l’agenzia pesarese e aver attentamente incrociato i dati di mittenti e destinatari dei fondi, allo scopo di ricostruire rapporti e legami tra gli stessi. Successivamente hanno interrogato la donna e una ventina di persone collegate alla stessa.
Messa alle strette, la donna si e’ difesa inizialmente dicendo di praticare massaggi presso il proprio domicilio ma poi ha ammesso di esercitare attivita’ di prostituzione. In Italia dal 2006, e’ stato stimato che abbia guadagnato almeno un milione di euro.

Olmo (PG) - Ennesima violenza che le prostitute esercitano sulle colleghe
3 marzo 2012 - Venerdì sera un equipaggio "Volante" è intervenuto ad Olmo, nei pressi dell'uscita del raccordo, in quanto era giunta una segnalazione al 113 riguardo una lite in strada tra prostitute.
Giunti sul posto gli operatori trovavano I. A., prostituta romena ventisettenne residente a Corciano, che riferiva di essere stata aggredita verbalmente e fisicamente, senza tuttavia riportare serie conseguenze, da due donne connazionali, prostitute anch'esse, fornendo una descrizione sommaria delle stesse.
Dopo una breve ricerca gli agenti riuscivano a rintracciare a poca distanza dal luogo del fatto una delle due, D. A., romena ventisettenne residente a Perugia. Condotte entrambe in Questura per gli opportuni accertamenti, emergeva che I. A. era irregolare sul territorio nazionale e venivano quindi attivate le procedure per l'allontanamento dal territorio nazionale, mentre D. A. veniva denunciata a piede libero per lesioni personali.

USA - Arrestata la super-magnaccia di New York
7 marzo 2012 - Di giorno Anna Gristina, madre premeurosa di quattro figli, di notte Anna Scotland, per tutti “Madam Manhattan”, proprietaria di un bordello d’alto bordo nell’Upper East Side di New York, per 15 anni meta di pellegrinaggio di alcuni uomini tra i più facoltosi e influenti della città. La donna è stata arrestata qualche giorno fa dalle forze di polizia che hanno fatto irruzione nel noto bordello.
Anna Gristina, 44 anni, è divenuta milionaria grazie ad una clientela che includeva alti funzionari della giustizia, banchieri, avvocati, dirigenti di società e persino numerosi ricconi d’oltreoceano. L’arresto è scattato dopo un’indagine durata cinque anni. A carico della donna pende l’accusa di sfruttamento della prostituzione e di corruzione. Il giudice ha fissato per lei una cauzione di due milioni di dollari, perché si ritiene che i ricchi clienti della donna potrebbero, nel disperato tentativo di insabbiare i loro nomi, aiutarla a lasciare il Paese alla prima occasione.
Ad incastrare Gristina sarebbe stata una telefonata intercettata, in cui la donna si vantava di aver guadagnato milioni gestendo un affare come “una signora”, oltre ad avere dalla sua parte alcune forze dell’ordine che le avrebbero fatto da spia in caso di indagini pericolose.
La donna accusata, secondo quanto riporta il New York Daily News, è nata in Scozia, possiede alcune proprietà in Canada e vive a Monroe, Orange County.

Genova - Espulse le due "magnaccia" rumene
9 marzo 2012 - Controllavano e gestivano le altre 'lucciole' della zona di San Benigno, da sempre crocevia della prostituzione genovese. Per questo due romene di 23 e 22 anni sono state bloccate da volanti e personale della guardia di finanza ed espluse dall'Italia.
Il blitz è scattato in seguito a denunce ed esposti presentati alla polizia nei mesi scorsi dagli abitanti della zona, stanchi non solo del fenomeno legato alla prostituzione, ma anche dell'aumento di furti e rapine nella zona di Sampierdarena legata proprio al giro di lucciole. Nel mirino dei residenti, infatti, una decina di lucciole romene e le due 'donne-boss' che già in passato erano finite nei guai per resistenza a pubblico ufficiale e atti osceni in luogo pubblico.

Genova - Condannata la rumena sfruttatrice di minorenni
12 marzo 2012 - Tre anni e sei mesi. Questa la pena inflitta stamani ad una quarantacinquenne romena, Lika T., processata in abbreviato dal gup Roberto Fucigna. Il pm Federico Panichi aveva chiesto a suo carico 6 anni e 9 mesi di carcere. La donna, secondo quanto emerso dalle indagini a suo carico, aveva fatto giungere tre minorenni e una maggiorenne dalla Romania, avviandole alla prostituzione in strada.
Assegnava loro piazzole di marciapiede nel capoluogo ligure dove "lavorare" durante la notte. Ma propiro alcune delle ragazze che lei sfruttava l'avevano denunciata dopo essere state costrette a continuare a "lavorare" contro la loro volonta'. La romena era stata individuata e arrestata. Resta in carcere.(AGI)

Ostia (RM) - Quattro prostitute nigeriane aggrediscono collega a pugni e calci per imporle il pizzo-marciapiede
16 marzo 2012 - Ieri pomeriggio i carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Ostia, hanno arrestato 4 prostitute nigeriane, in Italia senza fissa dimora, con l’accusa di rapina, estorsione e sfruttamento della prostituzione. Tutto ha avuto inizio due giorni fa, quando una prostituta sierraleonese di 26 anni è finita in ospedale con lievi lesioni, a seguito dell’aggressione subita da quattro nigeriane di età compresa dai 25 ai 32 anni. Le donne le avevano intimato di pagare la somma di 200 euro giornaliere per continuare a “lavorare” in quella zona e, dinanzi al rifiuto, l’avevano aggredita con calci e pugni, riuscendo a sottrarle la somma di 20 euro che aveva in borsa.
Ieri pomeriggio la giovane sierraleonese è tornata a prostituirsi in pineta. Erano le ore 16:00 circa quando le 4 nigeriane le si sono nuovamente avvicinate, le hanno richiesto di pagare la “retta” e, di fronte al suo rifiuto categorico, l’hanno nuovamente aggredita. La malcapitata è riuscita in tempo a chiamare il 112 e a chiedere aiuto ai carabinieri. I militari, che stavano pattugliando la zona per ricercare le 4 donne, sono prontamente intervenuti sul posto dove, a seguito di un breve inseguimento a piedi, le hanno raggiunte e arrestate. Le quattro nigeriane sono state tradotte nel carcere femminine di Roma Rebibbia dove saranno interrogate dal giudice nelle prossime ore.

Roma - Le tre guardiane pestano la schiava che non consegna l'incasso
17 marzo 2012 - Alle prime luci dell'alba, i Carabinieri della Compagnia Roma Casilina hanno liberato dalla schiavitù una ragazza romena di 22 anni caduta nella trappola di alcune connazionali che la costringevano a prostituirsi. Cinque i fermi (3 donne e 2 uomini) dei militari effettuati durante il blitz.
La ragazza circa otto mesi fa era stata attirata in Italia con la solita promessa di un lavoro stabile e sicuro, ma, una volta a destinazione, è stata privata dei documenti, intimidita con minacce di morte e costretta a prostituirsi sulle strade della capitale.
La 22enne veniva accompagnata sul "posto di lavoro" da uno dei due connazionali (di 26 e 32 anni) e controllata durante l'attività, a turno, da altre tre ragazze che si prostituivano con lei nella zona. Al termine della giornata la ragazza doveva consegnare i soldi guadagnati alle sue aguzzine per non incorrere in punizioni severe.
Stufa dei continui soprusi la giovane, ieri notte, ha provato a ribellarsi non consegnando l'incasso ma è stata malmenata dalle tre che la tenevano al "guinzaglio" sulla strada.
I Carabinieri avvisati dalla vittima, a seguito di indagini hanno individuato e fermato i 5 aguzzini.
Le donne sono state condotte a Rebibbia, mentre i due uomini sono stati portati a Regina Coeli. Dovranno rispondere a vario titolo di sfruttamento della prostituzione, estorsione e lesioni aggravate.

Palermo - Le colleghe le tagliano la faccia con coccio di bottiglia
17 marzo 2012 - Arrestate due prostitute africane dalla polizia per aggressione ed estorsione aggravata ai danni di una loro connazionale. La giovane prostituta tempo fa si era recata in questura per raccontare la propria vicenda. La nigeriana aveva subito violenze da I.M. e I.J per non avere ceduto alle richieste di pagamento di un "canone" per l'esercizio della professione in quell'angolo di marciapiede.
La storia di questa ragazza è simile a quella di tante altre. Era giunta a Palermo dopo un breve soggiorno in Lombardia, con la promessa da parte di un'amica, di un posto di lavoro come badante. Una volta arrivata in Sicilia ha scoperto che le sue speranze sarebbero rimaste tali. Non potendo reperire denaro da spedire alla propria famiglia, la giovane nigeriana ha ceduto al bisogno intraprendendo la strada della prostituzione.
Da lì è nato tutto. Le due connazionali, infatti, le avevano chiesto 400 euro mensili per potere lavorare in quel pezzetto di strada, fino ad arrivare a minacce e aggressioni. La ragazza è stata infatti sfregiata al volto con una bottiglia, picchiata in casa propria e ustionata con dell'olio bollente e dunque costretta, per un breve periodo, ad allontanarsi dalla città.
Dopo le difficoltà del caso nel trovare le criminali, non munite permesso di soggiorno, le due sono state identificate e arrestate, una in casa propria, quartiere di Ballarò, l'altra mentre stava per salire su un pullman che l'avrebbe portata nel trapanese.

Zello (BO) - La magnaccia rumena la passa liscia perché incinta
20 marzo 2012 - Lei 28enne rumena, lui 23enne albanese, insieme erano a capo di un giro dedito al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione. Avevano reclutato e avviato alla vita da strada giovani lucciole, in cambio della loro protezione chiedevano il 50% del guadagno. Chi si ribellava vieveva in ostaggio: le venivano infatti sequestrati i documenti.
Ma nella nottata di sabato 17 marzo, i carabinieri della Compagnia di Imola hanno posto fine alle prevaricazioni della coppia di sfruttatori, dando esecuzione a due custodie cautelari in carcere nei confronti di C.A., 28enne, nata in Romania, residente a Lugo (RA), e di di Y.E., 23enne, nato in Albania, residente a Imola, con precedenti di polizia.
La misura cautelare è stata emessa venerdì scorso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bologna a seguito delle risultanze investigative emerse nell'ambito di un'indagine avviata dagli stessi militari e finalizzata al contrasto del favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
L'attività si è concentrata sulla zona di Zello (BO), nell'imolese, dove, nel periodo a cavallo tra settembre ed ottobre 2011, esercitavano alcune meretrici che venivano gestite dagli indagati. Quest'ultime, tutte apparentemente consenzienti, erano di fatto soggiogate dai protettori che davano loro ospitalità, supporto logistico (le accompagnavano e le andavano a riprendere, attraverso spostamenti che, in parte, avvenivano con i taxi per non destare sospetti) e protezione.
Dalle indagini dei militari è emerso che i due arrestati, per fornire tale "assistenza", pretendevano anche il 50% del ricavato. In caso di rifiuto a prostituirsi, le donne venivano minacciate e private dei loro documenti d'identità.
Y.E., terminate le formalità di rito, veniva tradotto presso la casa circondariale di Bologna, mentre C.A., a seguito di una gravidanza in atto, veniva immediatamente rilasciata, così come disposto dall'Autorità Giudiziaria di Bologna.

Cassano (BA) - Due nigeriane schiavizzavano col woodoo una terza
23 marzo 2012 - Costretta a prostituirsi e sottoposta a riti 'voodoo'. E' la storia di una nigeriana di 23 anni che con la sua denuncia ha portato in carcere due connazionali, Tracy Osakpmwan, di 32 anni, domiciliata a Cassano Murge (Ba), e Sunday Orsaro Adeluyi, di 30, residente a Pontedera (Pi), arrestati dai carabinieri, su richiesta della Procura della Repubblica, con le accuse, a vario titolo, di estorsione in concorso con altre persone e sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.
La donna ha raccontato agli investigatori di essere stata avvicinata nel suo villaggio africano da un connazionale che, in considerazione delle precarie condizioni economiche della sua famiglia, le offri' di recarsi in Italia, dove suo figlio le avrebbe trovato un lavoro. La donna, pero', fu costretta a pagare a quest'ultimo 40mila euro e, a garanzia del suo impegno, venne altresi' sottoposta a un rito 'voodoo' che avrebbe comportato la sua morte in caso di insolvenza.
Giunta clandestinamente in Italia nell'agosto 2008, a Lampedusa e poi a Palermo, la malcapitata arrivo' successivamente a Bari, in casa di due sue connazionali, la Osakpmwan e James Loveth, quest'ultima poi deceduta nell'ottobre 2008, investita da un'auto nel tentativo di sfuggire a un controllo di polizia.

Genova - Trafficking: la rumena "importa" tre minorenni
27 marzo 2012 - Tre anni e sei mesi. Questa la pena inflitta stamani ad una 45enne romena, Lika T., processata in abbreviato dal gup Roberto Fucigna. Il pm Federico Panichi aveva chiesto a suo carico 6 anni e 9 mesi di carcere.
La donna, secondo quanto emerso dalle indagini a suo carico, aveva fatto giungere tre minorenni e una maggiorenne dalla Romania, avviandole alla prostituzione in strada. Assegnava loro piazzole di marciapiede nel capoluogo ligure dove â lavorare" durante la notte. Ma proprio alcune delle ragazze che lei sfruttava l'avevano denunciata dopo essere state costrette a continuare a lavorare" contro la loro volonta' . La romena era stata individuata e arrestata. Resta in carcere. (AGI)

Catanzaro - La sfruttatrice pretendeva la tangente dalle sue "protette"
4 aprile 2012 - In due gestivano un giro di prostituzione, costringendo alcune ragazze straniere a pagare una sorta di tangente. Ad interrompere tutto è stata la squadra Mobile di Catanzaro, guidata da Rodolfo Ruperti.
Per sfruttamento della prostituzione è finita agli arresti domiciliari Martha Lucia Rico Alvarez - colombiana di 39 anni, residente a Fano ma di fatto domiciliata a Catanzaro - mentre è in carcere Antonio Pappaianni, 47 anni, di Catanzaro, noto come Totina.
L’operazione “Sex e Drug” è stata coordinata dal sostituto procuratore Paolo Petrolo, con le ordinanze che sono state disposte dal gip Abigail Mellace.
Nel corso delle indagini, la polizia ha potuto raccogliere anche la confessione di una prostituta trentenne di nazionalità cubana, la quale ha raccontato delle minacce che avrebbe subito dalla Alvarez e dal Pappaianni per il pagamento giornaliero di una specie di tangente e l’obbligo di utilizzare la casa da loro segnalata. Una condizione che avrebbe riguardato almeno altre due prostitute, identificate dalla polizia, ma che nasconderebbe un giro molto più ampio.

Trapani - Tre donne-magnaccia puniscono la prostituta "ribelle" con bastone, coltello e fucile ad aria compressa
7 aprile 2012 - Una donna e due sue figlie sono state raggiunte da misure cautelari con l'accusa di aver organizzato una spedizione punitiva contro una donna che voleva smettere di prostituirsi.
Le indagate sono Maria Grammatico, pregiudicata trapanese di 55 anni, arrestata assieme alle figlie Paola Veronica Mannone, 26 anni (condotta in carcere) e Loredana Mannone, 33 anni (sottoposta agli arresti domiciliari); indagati anche i due figli Salvatore Mannone, 29 anni, ed Alessandro Francesco Mannone, pregiudicato di 21 anni.
Nei provvedimenti - emessi dal Gip di Trapani Antonio Cavasino ed eseguiti dalla Squadra mobile - si contestano i reati di violazione di domicilio aggravata e lesioni gravi in concorso.
La sola Maria Grammatico deve rispondere anche di sfruttamento della prostituzione: sarebbe stata lei, secondo l'accusa, a far prostituire una donna, che aveva poi deciso di ribellarsi e smettere di avere incontri sessuali a pagamento.
Per questo, lo scorso 16 marzo, venne organizzato un pestaggio. La donna fu attaccata in un'abitazione del Rione Palma, un quartiere popolare, con bastoni, coltello e fucile ad aria compressa. Il gruppo di picchiatrici brucio' e scardino' la porta di ingresso per fare irruzione. Nel corso dell'aggressione fu anche sparato un colpo con l'arma ad aria compressa, contro il marito della vittima, che fu raggiunto a un occhio. Le violenze furono consumate davanti ai figli piccoli della coppia. (AGI)

Assemini (CA) - Nomade rumena sequestra la bimba di una connazionale per costringerla a prostituirsi
14 aprile 2012 - Le aveva portato via la figlia di due anni per costringerla a prostituirsi, ma lei - una romena di 24 anni, stanca della vita da marciapiede - ha deciso di chiedere aiuto e ieri mattina ha denunciato tutto alla polizia di Cagliari.
La straniera ha raccontato che da mesi si prostituiva in Sardegna ma che tutto quello che guadagnava era costretta a consegnarlo alla convivente del suo sfruttatore. La ragazza aveva provato a ribellarsi ma era stata picchiata e riportata in strada. Cosi' aveva deciso di rivolgersi alla polizia anche perché temeva di non rivedere la sua bimba di due anni, rimasta nel campo nomadi di Assemini (Cagliari), dove sia lei sia le persone che la costringevano alla prostituzione abitavano.
Immediato l'intervento della squadra mobile che - non senza qualche difficoltà, a causa della reticenza degli abitanti del campo - e' riuscita a rintracciare la piccola e riportarla alla madre.
Ileana Unguru, romena di 27 anni, e' finita agli arresti domiciliari con l'accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione oltre a concorso in sottrazione di minore. (AGI)

Carbonera (TV) - Rumena attira in Italia due gemelle, poi le fa prostituire
19 aprile 2012 - Una romena, Etruta Lupu (in foto), 20 anni, è stata arrestata dai carabinieri di Treviso che l'accusano di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione di due sorelle gemelle di 19 anni, sue connazionali.
Queste ultime erano state fatte venire in Italia a gennaio, prospettando loro un lavoro regolare, ma, una volta arrivate a Treviso, sono state costrette a prostituirsi sulla strada Pontebbana, controllate a vista dall'indagata che, a sua volta, si prostituiva.
L'arresto è avvenuto con un blitz dell'Arma in un appartamento a Carbonera, nel quale, oltre alle tre romene, c'era una 13enne, figlia di un'albanese che è rientrata per un periodo in patria, lasciando la figlia in affidamento a Etruta Lupu.
La minore, secondo quanto accertato dai carabinieri, non ha subito la stessa sorte delle altre donne.

Pompei - Prostituta italiana estorceva pizzo-marciapiede alle colleghe straniere
3 maggio 2012In manette Giovanna Esposito, una ragazza di 27 anni di origine stabiese che, nonostante la giovane età, aveva imparato molto bene la legge del marciapiede, tanto che era finite per imporre il pizzo alle sue concorrenti.
Le altre, le straniere, se volevano esercitare a Pompei, dovevano pagare un terzo dell’incasso altrimenti le maltrattava. Le prendeva a pugni e a calci e tirava loro i capelli. Arrivava ogni giorno da Castellammare per esercitare il "mestiere" lungo i marciapiedi antistanti l’ingresso più frequentato dai turisti degli scavi di Pompei. Inoltre, picchiava le concorrenti bulgare e rumene e le costringeva a pagare il pizzo sull’incasso di ogni prestazione (10 euro per ogni 30 euro incassati).
Informazioni su una passeggiatrice violenta ne erano arrivate da tempo. Nonostante la giovane età, la Esposito è conosciuta molto bene dagli uomini dell’Arma, perché continuava ostinatamente a "battere" sul territorio pompeiano nonostante i numerosi fogli di via. Tra l’altro era stata precedentemente arrestata per resistenza a pubblico ufficiale.
Mercoledì è scattata inesorabile l’operazione dei carabinieri della locale Stazione che in precedenti appostamenti avevano raccolto lamentele e denunce scritte. Bisognava procurarsi una prova delle estorsioni che la Esposito operava con frequenza giornaliera alle sue vittime-colleghe. Così è stato fatto, e con l’aiuto di una bulgara che l’ha precedentemente denunciata, i carabinieri hanno finito per cogliere la Esposito in flagrante. La prostituta bulgara (d’accordo con i militari della Fedelissima) aveva messo in borsetta una banconota da 10 euro. Dopo l’ennesima estorsione sono arrivati sul posto i carabinieri, avvisati come d’accordo a mezzo cellulare. Fermata, la Esposito, che negava l’estorsione, è stata trovata in possesso della banconota segnata e tradotta in caserma.
Dopo le formalità di rito e le fotografie segnaletiche, la donna è stata sottoposta provvisoriamente agli arresti domiciliari, in attesa del rito direttissimo innanzi all’Autorità Giudiziaria. E’ difficile, dati i precedenti, che tornerà a "battere". Soprattutto non tornerà più a taglieggiare le altre passeggiatrici dell’Est Europa per un bel po´ di tempo.

Pesaro - Un'altra povera sfruttata con 2mln e mezzo sul conto corrente: sconosciuta al Fisco
11 maggio 2012 - Prostituta 68enne, ancora in attività, con due milioni e mezzo sul conto corrente ed evasore totale per l'Erario. La donna, originaria di Pesaro (S.M. le iniziali) ma residente in un appartamento in affitto a Riccione, non è sfuggita ad una verifica fiscale della Guardia di Finanza di Rimini, che ha accertato redditi non dichiarati per quasi 208mila euro, dal 2006 al 2012. L'attività ispettiva delle Fiamme Gialle era partita da una segnalazione su operazioni sospette effettuata dall'Uif (unità di informazione finanziaria di Bankitalia) che aveva ricevuto le informazioni dalla banca di cui si serviva la donna, per movimentazioni di denaro contante su conti correnti con un saldo attivo eccezionalmente elevato. Gli approfondimenti fiscali della Compagnia della Gdf di Rimini hanno poi chiarito che quei 208mila euro erano il frutto dell'attività di prostituzione, che la donna ancora esercita, servendosi per farsi pubblicità di un giornale di annunci di Pesaro. Il reddito da prostituzione - fa notare la Guardia di Finanza - va inteso «come da assodata giurisprudenza di prestazione di servizio e come tale assoggettata ad Iva» e tassazione sul reddito.
Non avendo mai presentato dichiarazione dei redditi, però, la donna risultava praticamente sconosciuta al Fisco. Anche se in base alla normativa vigente, che non permette di risalire indietro di oltre sei anni, per i 208 mila euro, somme a reddito dal 2006 ad oggi riconducibili, secondo la Guardia di Finanza, a lavoro autonomo, la 68enne dovrà versare l'Iva dovuta. Inoltre nel corso dei controlli è emerso che la prostituta dal 2010, risultando nullatenente, ha percepito un assegno sociale di circa 450 euro al mese, che ora dovrà restituire. La donna, ascoltata dai finanzieri, ha spiegato che per tutta la vita ha risparmiato senza spendere. I suoi due milioni e mezzo di euro sono stati accumulati grazie ad investimenti finanziari oculati, in azioni, pronti contro termine, obbligazioni e fondi bilanciati. Risparmi di una vita che la 68enne avrebbe destinato alle nipotine. I proventi da reddito da risparmio ovviamente non potranno essere soggetti ad altra tassazione se non quella applicata alla fonte.

Corigliano C. (CS) - Reclutava minori per farli prostituire, arrestata rumena

16 maggio 2012 - Una donna di nazionalita' romena, Tatiana Munteanu, di 48 anni, e' stata arrestata dai carabinieri a Corigliano Calabro, in esecuzione di un mandato di arresto europeo.
La donna, latitante dal 2009, aveva costituito assieme ad altri complici un'associazione a delinquere finalizzata al reclutamento, mediante costrizione, di minori connazionali che venivano condotti in Italia, nella zona di Corigliano Calabro, ed obbligati a prostituirsi.

Montesilvano (PE) - Dominicana costringeva connazionale a prostituirsi ed intascava tutto il compenso
22 maggio 2012 - Scoperta dai carabinieri di Montesilvano, una donna dominicana di 46 anni è stata denunciata per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. 
Quando i militari, coordinati dal capitano Enzo Marinelli, hanno fatto irruzione nell'appartamento in via Metauro, dove le due donne vivevano e "lavoravano", hanno trovato quella poi denunciata in una stanza, mentre l'altra, anche lei di 46 anni, era in camera da letto con un cliente. 
La denunciata aveva già provveduto a intascare l'intero importo della prestazione sessuale, pari a 50 euro. Durante il controllo, inoltre, sono stati trovati e sequestrati due cd con le foto porno della prostituta, vibratori e preservativi. 
Il blitz è scattato a seguito delle numerose segnalazioni fatte dai residenti di via Metauro, insospettiti dal continuo via vai di uomini dall'appartamento in cui vivevano le due donne (e di cui la denunciata è l'affittuaria). I carabinieri hanno provveduto a sequestrare anche il denaro dell'ultima prestazione sessuale. Le due straniere state invitate ad allontanarsi dall'appartamento in questione.

Pescara - Tre prostitute rumene accoltellano al polmone una connazionale
28 maggio 2012 - Una prostituta romena di 22 anni e' ricoverata in ospedale, a Pescara, in prognosi riservata, dopo essere stata aggredita da tre connazionali che l'hanno accoltellata al polmone.
L'aggressione si e' verificata ieri sera verso le 22 nei pressi di via Solferino, dove la ragazza stava lavorando con una collega. Le tre straniere che sono presumibilmente responsabili dell' aggressione sono state bloccate dal personale della squadra volante, diretto da Alessandro Di Blasio, e arrestate.
In base alla ricostruzione fornita dalla volante le due romene, di 22 e 24 anni, sarebbero state aggredite dalle tre connazionali forse per motivi legati alla gestione del territorio per l'esercizio della prostituzione. Le tre erano armate di coltelli e bastoni. Una pattuglia della volante, passando di li', ha notato le due vittime e terra e le ha soccorse.
La 22enne e' finita in ospedale per la coltellata ricevuta al polmone ed e' in prognosi riservata, l'altra ha avuto una prognosi di 5 giorni. A quest'ultima e' stato rubato il telefonino. Un cittadino ha indicato la via di fuga delle tre che sono state bloccate poco dopo in zona con il telefonino di una delle vittime. Sono state arrestate per concorso in tentato omicidio e rapina aggravata. Sono state condotte in carcere a Chieti.

Monteforte I. (AV) - Una rumena obbliga, con minacce e lesioni, connazionale a prostituirsi
31 maggio 2012 - La Squadra Mobile della Questura di Avellino ha svolto un'operazione nel comune di Monteforte: gli agenti, infatti, hanno denunciato in stato di libertà, alla locale Procura della Repubblica, una rumena di anni 39 per minacce, lesioni ed induzione e sfruttamento della prostituzione. Reati commessi nei confronti di una connazionale, già fermata in Piazza Kennedy mentre era intenta ad esercitare l’attività di meretrice.
Dalle indagine, coordinate dalla Procura della Repubblica e condotte dall’Ufficio Volanti, si è potuto accertare che la persona denunciata, gravata da precedenti penali, dal 2008 sfruttava la connazionale facendola prostituire a Milano, Napoli e Avellino.

Cattolica (RN) - Puttanòpoli: le casalinghe di Pesaro hanno tariffe dai 500 euro in su (esentasse)
2 giugno 2012 - Le donne che si facevano pagare (tariffe da 500 euro in su) non erano del mestiere ma insospettabili casalinghe, impiegate, professioniste. Senza tanti giri di parole, lo facevano per arrotondare. Le donne volevano essere al riparo da sguardi indiscreti e per questo preferivano «lavorare» a Cattolica piuttosto che a Pesaro.
Questo filone d’indagine, stralciato dal fascicolo Fiscopoli, è ancora aperto: se ne occupano, in particolare, il pm Maria Letizia Fucci e la collega Monica Garulli, oltre al procuratore Manfredi Palumbo.

Padova - Studentessa: "mi prostituisco perché sono soldi facili e mi piace il lusso"
9 giugno 2012 - «All'inizio, tre o quattro anni fa, lo facevo qualche volta per comprarmi la cocaina. Poi ho smesso di assumere stupefacenti ma ho continuato a prostituirmi. Perchè? Sono soldi facili, mi pago gli studi e le mie spese e non ho problemi. Non posso dire che questa cosa mi entusiasmi, ma nemmeno che mi dispiaccia. Scelgo i clienti, e lo faccio ogni tanto».
È quanto ha raccontato una vicentina di 23 anni, ascoltata qualche giorno fa in tribunale a Padova come testimone nell'ambito di un processo per spaccio di droga.
Quello che fa discutere è la scelta - che lei definisce liberissima - di una ragazza di 23 anni, di famiglia molto modesta ma non indigente, residente nell'hinterland di Vicenza, di andare a letto con chi capita a pagamento. Studentessa di Medicina a Padova fuori corso, vive in un appartamento della città del Santo con altri coetanei universitari. I quali sanno e non sanno dove sia quando non passa la notte in casa. Di certo non lo sanno i suoi genitori. «Farebbero un colpo. Ma lo farebbe soprattutto mia nonna, che prega perchè io mi laurei e mi trovi un principe azzurro che mi sposi e la faccia diventare bisnonna».
La giovane infatti non si prostituisce in casa. Qualche volta va in quella dei clienti; altre, più spesso, in appartamenti del sesso. Di recente è stata identificata durante un blitz delle forze dell'ordine: era con altre ragazze italiane, ognuna nella sua stanza con il cliente, e il padrone di casa è stato denunciato per favoreggiamento della prostituzione.
«Lo faccio una o due volte la settimana. A fine mese, sono circa 6-700 euro», racconta la ragazza che non è una bellezza di quelle che fanno girare gli uomini quando cammina per strada, ma ha tutte le curve al posto giusto e uno stupendo sorriso.
A casa, a Vicenza, la studentessa torna ogni 15 giorni. Racconta di lavorare come cameriera in pizzeria. «Il mio cruccio è che non riesco ad andare avanti con gli esami. In tre anni ne ho fatto 7, non ho neanche idea di quanti me ne manchino. Ma mi piace la bella vita, divertirmi, andare al mare, passare la notte in discoteca, vestire abiti lussuosi. Una delle prime cose che mi sono comprata (con le marchette, ndr), è stata una borsa di una griffe famosa. A Vicenza ho detto che era falsa, acquistata dai vu cumprà».
La vicentina sottolinea che la sua impressione è che alcune sue colleghe di studi siano come lei: «È troppo facile guadagnare così». E ricorda che la prima volta che lo ha fatto per soldi è stato con un coetaneo, subito dopo la maturità. «Era un figlio di papà che a scuola ho sempre odiato. Arrogante, convinto che il mondo fosse ai suoi piedi. Vicenza è piena di gente così. Mi ha detto chiaramente che mi voleva, dopo avermi corteggiata invano. Io gli ho risposto che con lui sarei andata solo se mi pagava. Mi ha chiesto quanto. Gli ho risposto 10 mila euro. Me ne ha dati 300 e ho detto di sì».

Firenze - Una dominicana reclutava sue connazionali per farle prostituire in Italia
11 giugno 2012 - Il nuovo sistema telematico “Alloggiati Web”, con il quale ormai da mesi le strutture ricettive inviano alla Questura di Firenze i dati degli ospiti, ha consentito un’altra cattura di una persona ricercata. Questa volta la polizia ha rintracciato in uno ostello una 34enne dominicana che doveva scontare una pena di 2 anni di reclusione a seguito di una condanna definitiva emessa dal Tribunale di Firenze. La donna, finita ieri a Sollicciano, era stata processata e condannata in via definitiva nell’ambito di un’indagine della Squadra Mobile di Pistoia: è stata riconosciuta colpevole di aver reclutato persone nel suo paese d’origine al fine di favorirne la prostituzione.

Rimini - Arrivano in Italia autonomamente, decise a battere, su consiglio delle amiche - guadagnano 2mila € a settimana
22 giugno 2012 - Arrivano in Italia già con l’idea di battere i marciapiedi e dopo una notte in caserma tornano sulla strada / Prostitute, è un arrembaggio / Pironi si complimenta con i carabinieri, ma quanto dura il “repulisti”? Lotta alla prostituzione. Una lotta senza quartiere che si scontra con una normativa penale che non dà tante armi alle forze dell’ordine. Prostituirsi, non è reato per il codice penale, sfruttamento e favoreggiamento sì. Ma per combattere il fenomeno si deve, per forza di cosa, partire dalla strada. Dalle ragazze che battono quelle vie, sulle quali tornano sempre dopo una notte in caserma. E spesso sono già colpite dall’inefficace foglio di via. Provvedimento che anche per il Tribunale di Rimini (martedì ne ha mandate assolte 10) non regge davanti al codice penale.
[...]
Ieri infatti i carabinieri della compagnia di Riccione hanno dato avvio ad un servizio straordinario per contrastare il fenomeno della prostituzione su strada. Il servizio, svolto tramite il controllo delle principali arterie stradali, ha visto impegnate diverse pattuglie del comando “consentendo una capillare e contestuale azione di contrasto all’annoso fenomeno - dice una nota dell’Arma -. Il territorio di Riccione pur avendo meno problemi rispetto ai limitrofi territori, ha registrato nell’ultimo periodo una costante migrazione verso viale D’annunzio delle prostitute in atteggiamenti ammiccanti”.
Al termine del servizio, i militari hanno accompagnato in caserma 15 ragazze, rumene e bulgare di età compresa tra i 20 ed i 30 anni. Una di queste è stata indagata in stato di libertà per inosservanza del foglio di via obbligatorio. Per tutte le controllate, i carabinieri hanno provveduto alla redazione di “interviste” per cittadini stranieri, dalle quali è emerso che le ragazze sono tutte dimoranti a Rimini, residence o appartamenti, e di essere entrate in Italia al solo scopo di prostituirsi mediante segnalazioni di altre amiche già avviate al mestiere.
[...]
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[...] Emerge un quadro nuovo della prostituzione a Rimini: le ragazze  - tutte di età giovanissima, ma maggiorenni, tra i 18 e 20 - sono in maggioranza bulgare, rumene e polacche.
Guadagnano fino a 2.000 euro a settimana e si autogestiscono, facendo a meno dei protettori, dividendo le spese degli alloggi e delle camere dei residence dove vanno con i clienti. Le tariffe sono comprese tra i 40 e 50 euro in strada, mentre per un'ora in residence la tariffa sale fino a 250 euro.

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San Severo (FG) - Così la magnaccia bulgara schiavizzava la sua connazionale
2 luglio 2012Quello di Antova Katya Fidanova era, secondo gli inquirenti, un ruolo chiave (rispetto a marito 51enne e figlio 27enne): si occupava di controllare costantemente la vittima, a casa come sulla direttrice verso San Severo, presenziava al contatto con i clienti, con i quali "contrattava" pagamenti e prestazioni, ed infine ne riscuoteva il denaro, controllando che alla ragazza non andasse nemmeno un euro.
La vittima, infatti, che viveva in condizioni di forte asservimento psicologico (sia perché non conosceva la lingua italiana, sia perché non era assolutamente autosufficiente), veniva costretta a vivere in condizioni misere e precarie all'interno di un casolare di campagna, sotto il controllo costante della famiglia-carceriera.
La ragazza, che in Bulgaria ha un marito ed un bambino, era obbligata al meretricio a causa delle continue minacce di ritorsioni nei confronti suoi e della sua famiglia che ignorava la vera natura del suo lavoro.
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Vittoria (RG) - La prostituta si trova un nuovo protettore, la polizia le arresta anche questo
16 luglio 2012 - Anche se rimasta senza protettore poiché arrestato dai Carabinieri il primo giugno scorso, una prostituta continuava ad esercitare a Vittoria, dopo essersene procurato uno nuovo.
La donna continuava a svolgere la propria “attività” nel piazzale del mercato ortofrutticolo di Fanello, nel punto ormai conosciuto da clienti affezionati e da quelli nuovi, complice l’immancabile passaparola, nei pressi di un distributore di carburante.
Particolare che ha sorpreso non poco i militari, la prostituta si era trovata un nuovo protettore, dopo l’arresto del precedente: non più il bracciante agricolo romeno di 37 anni, finito in cella, ma un insospettabile vittoriese incensurato di 34 anni, anche lui bracciante agricolo.
Per lui le manette sono scattate per favoreggiamento della prostituzione.
Il vittoriese soleva parcheggiare la sua Ford Ka in posizione tale da poter controllare il luogo di lavoro della donna, lampeggiandole ogni tanto con i fari come a rassicurarla e facendogli sentire la presenza. Successivamente il vittoriese si spostava dal suo parcheggio per avvicinarsi alla prostituta, accertandosi che tutto andasse per il verso giusto, circostanza che si ripeteva ogni qualvolta la donna si appartava con un cliente.
Infine, l’opera di “assistenza”, comprendeva anche il rifornimento di bevande (acqua e caffè) per ristorare la prostituta, durante e dopo il lavoro, proprio come faceva il precedente magnaccia finito in manette. Con l’arresto di questo secondo protettore, la prostituta è di nuovo rimasta, per così dire, di nuovo sola.

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Ferrara - Ergastolo alla magnaccia rumena che cooperò a bruciare viva la prostituta ribelle
12 maggio 2012 - Jana Serbanoiu, ex compagna di cella in Romania di Gianina Pistroescu - quest’ultima imputata per l’omicidio della diciottenne prostituta romena Paula Burci - ha testimoniato dal carcere di Arad, dove è rinchiusa da più di 8 anni per truffa, in videoconferenza trasmessa nell’aula 11 del tribunale di Bologna.
Tutto parte dal carcere di Craiova, anno 2009/2010. Con Jana, in cella, c’erano altre 22 donne tra cui Gianina Pistroescu, all’epoca appena indagata per l’omicidio di Paula Burci.
«Mi chiese di aiutarla a scrivere una lettera per l’autorità italiana perché voleva essere ascoltata in merito a quei fatti — spiega la donna tradotta in aula da ben tre persone — Le domandai cosa c’entrasse in quell’omicidio, prima mi rispose nulla, poi...». Il racconto è terribile. «Disse che Paula venne portata in Italia da suo fratello con la promessa di un posto come colf». La diciottenne viene subito piazzata a Villadose a casa di Sergio e Gianina. Il suo lavoro sarà la strada.
Paula non ci sta, tenta di ribellarsi e di uscire da quell’inferno. Tutto inutile. Diventa merce di scambio per sanare un debito contratto dalla Pistroescu con un gruppo di marocchini e romeni. «La ragazza venne consegnata a tre persone da Gianina e Sergio — precisa ancora — ma una sera fuggì e tornò a Villadose chiedendo protezione e minacciando di andare dai carabinieri». I suoi aguzzini però la raggiunsero in fretta per massacrarla.
In quanti erano, chiede il pm? «Gianina, Sergio ed altre due o tre persone, loro amici. Per le botte prese Paula si sentì mancare e loro si spaventarono». Così la caricarono su un furgone, la portarono «al margine di un bosco» (il cadavere venne ritrovato in golena a Zocca di Ro) e le diedero fuoco.
Respirava mentre la conducevano in quel luogo, insiste il pm? «Sì, — chiude Jana — Gianina mi raccontò che stava ancora respirando e che lei, poi, tornò a orinare nei pressi del cadavere».
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17 luglio 2012 - Ergastolo con isolamento diurno per due mesi per Gianina Pistroescu e Sergio Benazzo. La Corte d’Assise di Ferrara ha accolto in toto la richiesta della pm Barbara Cavallo. Salvo un capovolgimento della sentenza in appello o cassazione, i due imputati sconteranno per tutta la vita la responsabilità di aver concorso con ignoti nell’omicidio della 19enne Paula Burci, di aver contribuito a bruciarne il cadavere e a nascondere i resti carbonizzati sotto un tronco e delle frasche nella zona golenale di Zocca di Ro.
In prima fila, in piedi dietro al banco degli imputati, Sergio Benazzo è rimasto immobile fino alla lettura del verdetto. In aula c’erano anche i rappresentanti di carabinieri e squadra mobile di Ferrara, che seguirono le indagini coordinati dalla procura. Era il 21 marzo del 2008 quando un corpo carbonizzato venne ritrovato da alcuni ragazzi a spasso con i propri cani nella zona golenale di Zocca di Ro.
Ci vorrà del tempo prima di dare un nome e un volto a quelle spoglie. Il caso finì anche a “Chi l’ha visto?”. In trasmissione si presentò l’allora capo della Mobile Pietro Scroccarello, per lanciare un appello: chi riconoscesse dall’identikit fornito dalla polizia la ragazza si faccia vivo.
Ci vorranno tre anni di indagini prima di mettere le manette ai polsi ai sospettati numeri uno dell’omicidio. Le forse dell’ordine arrestano nella sua casa di Villadose di Rovigo Sergio Benazzo, idraulico di 36 anni. Gianina Pistroescu, rumena di 36 anni, viene raggiunta dall’ordine di esecuzione a Craiova, in Romania, dove è detenuta per una condanna a 5 anni per sfruttamento della prostituzione.

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Rimini - Megarissa fra 12 prostitute rumene
18 agosto 2012Una lite, furiosa, per accaparrarsi la propria fetta di territorio a Rivazzurra di Rimini. Protagoniste, la scorsa notte intorno alle 3.30, dodici prostitute - tutte romene di età compresa tra i 19 e 27 anni - accapigliatesi per difendere i propri spazi di lavoro. In particolare un gruppo di lucciole pretendeva una sorta di primazia su via Lecce nella frazione riminese.
Sono intervenuti tre equipaggi del nucleo radiomobile dei carabinieri, costretti a faticare non poco per sedare la lite. Bloccate e condotte in caserma per accertamenti e controlli, otto delle dodici prostitute sono state sanzionate, in via amministrativa, per violazione dell'ordinanza del Comune di Rimini di contrasto alla prostituzione in strada. Nei loro confronti è stato proposto anche il divieto di ritorno in questo centro, mentre le altre quattro sono state denunciate alla Procura della Repubblica sia per violazione del foglio di via obbligatorio, sia per inosservanza del provvedimento dell'Autorità poichè già ammonite in precedenza.
Negli ultimi 50 giorni, da quando è entrata in vigore l'ordinanza comunale, solo a Rimini sono state oltre 100 le prostitute identificate, delle quali 85 sanzionate amministrativamente, 62 denunciate per violazione del foglio di via e 25 denunciate per inottemperanza ai provvedimenti dell'autorita'.

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2012/08/18/news/rimini_mega_rissa_tra_lucciole_in_12_a_contendersi_il_territorio-41144550/

Bangladesh - Tutto al femminile il business delle sex-workers
19 agosto 2012 - [...] Le operaie del sesso sono costrette a versare la maggior parte dei loro guadagni alla sardarnis , la padrona del bordello.
Fornitrici della manodopera locale sono per lo più le famiglie ridotte in miseria, che vendono le figlie per soli 20mila taka (circa 245 dollari). È il caso di Eiti, 25 anni, che da 6 è ospite del Ghat Brothel, dove la madre infermiera, disoccupata, l'ha scaricata.
L'alloggio nei «lupanari» della città - da quelli di 5 stelle al centro alle case-tende-capanne della periferia - non viene offerto gratis: e per pagare l'affitto, la luce, l'acqua, il cibo e quant'altro occorre per un'esistenza decente, le «sex workers» devono avere rapporti quotidiani con almeno quattro o cinque clienti.
Si rimane perciò sorpresi quando, varcando la soglia di un edificio di quattro piani come il Town Brothel, trovi decine e decine di ragazze accovacciate nei corridoi che mangiano e bevono allegramente e qualcuna osa perfino invitarti nella sua «cuccia» per un tè o una Coca Light.
Ci sono poi anche quelle che pur avendo lavorato tutti i giorni, per anni, non intascheranno neanche un centesimo di taka: è il destino delle Chukri , prostitute vendute dalla nonna, dalla mamma o dalla suocera, i cui miseri salari sono andati a impinguare il ventre delle sardarnis.
Diversamente da quanto avviene in tutte le altre parti del mondo, le donne del Bangladesh non ambiscono a mantenersi filiformi, dal momento che ai loro uomini piace la «femmina in carne», con le dovute curve e rotondità. Perciò ricorrono assiduamente all'Oradexon, un farmaco che viene dato anche alle mucche perché raggiungano il giusto peso e adeguate dimensioni fisiche e viene appunto chiamato cow pill , la pillola delle vacche.
Questa la medicina che la sardarnis di un bordello impone alle sue sei «operaie», sottoposte a una ferrea disciplina anche se si rivolge a loro affettuosamente chiamandole «figlie» e «bambine». L'effetto taumaturgico dell'Oradexon è stato più volte decantato dalle giovani prostitute, come conferma Hashi, una ragazza di 17 anni che intraprese la sua «avventura» quando ne aveva solo dieci e adesso lavora a tempo pieno in un bastione di Kandapara, una città labirinto a nord-est di Dacca: «Tu non lo puoi immaginare - esordisce -, ma c'è una grande differenza fra il mio aspetto attuale e quello della bambina gracile e denutrita dell'infanzia. Ora godo di un'ottima salute e sono in grado di intrattenere e soddisfare ogni giorno un bel numero di clienti, talvolta fino a quindici».[...]
http://www.corriere.it/esteri/speciali/2010/i-reportage-di-ettore-mo/notizie/ettore-mo-bangladesh-bambine-prostitute_2957d026-e9cf-11e1-aca7-3ef3e0bba9b5.shtml

Napoli - Le povere indifese aggrediscono consigliere regionale
23 agosto 2012 
Ieri sera sono stato aggredito da alcune prostitute nella Via Repubbliche Marinare angolo Via delle Brecce mentre avevo iniziato a fotografare le strade piene di donne e travestiti che intorno alle 20 avevano preso totalmente possesso del territorio. Volevo documentare lo status quo di una dei tanti luoghi di Napoli invasi da queste persone chiaramente nelle mani della criminalità.

A renderlo noto è il commissario regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli.
Ero a debita distanza e non mi sono accorto che tre donne certamente di origine africana si erano appostate alle mie spalle e così mi hanno improvvisamente aggredito tentando di levarmi la macchina fotografica digitale di mano - racconta - Una mi ha afferrato la mano, un'altra mi morso sulla spalla e la terza mi ha infilato una mano nella tasca della giacca strappandomela. Una delle donne da cui mi ero divincolato - continua Borrelli - mi ha improvvisamente lanciato una bottiglia addosso che mi ha colpito alla testa. Anche dall'altra parte della strada sono cominciate a volare bottiglie di vetro da parte di altre prostitute verso la mia persona ed il mio scooter che mi hanno colpito di nuovo in testa e in vari punti del corpo. Per fortuna avevo il casco e sono riuscito a fuggire e a chiamare la Polizia che dopo circa 30 minuti mi ha raggiunto in un stazione di servizio vicina e mi ha riaccompagnato sul luogo dell'aggressione da cui ovviamente erano scappate tutte queste donne ma erano rimaste le bottiglie di vetro e alcuni oggetti sparsi per strada che si trovavano nella tasca strappata della mia giacca.La polizia mi ha accompagnato a farmi refertare all'Ospedale Vecchio Pellegrini - conclude Borrelli - dove hanno riscontrato una contusione della regione lombare destra e mi hanno dato tre giorni di prognosi. Poi ho denunciato l'accaduto in Questura dove sono rimasto fino alle 23.15 circa.
http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=215448&sez=NAPOLI

Termoli (CB) - Rumena 25enne indagata per tratta di prostitute minorenni
26 agosto 2012Risulta essere indagata per sfruttamento della prostituzione una romena di 25 anni, domiciliata presso la città costiera, la quale risulterebbe da tempo essere dedita a questo tipo di attività. La 25enne sarebbe impegnata in un traffico di giovani donne che fa giungere dall’Est con la promessa di una vita migliore, inducendole invece, una volta approdate in Molise, a prostituirsi.
L’Ansa ha reso noto che è tuttora in corso un’inchiesta, ad opera degli agenti, sulla prostituzione lungo la costa molisana e gli inquirenti dovranno interrogare la romena di circa 25 anni che sembra favorisse l’arrivo a Termoli di giovani connazionali e ragazze dell’Est.
http://ilnuovomolise.it/39326/giro-di-prostituzione-sulla-costa-la-polizia-indaga-nel-mirino-una-25enne-romena


Torino - Tre prostitute marocchine pestano tre colleghe che non pagano il pizzo-marciapiede
28 agosto 2012Non volevano pagare il pizzo per l’occupazione del suolo e sono state picchiate da 3 “colleghe”. Succede a Torino e “l’occupazione del suolo pubblico” era finalizzato alla prostituzione.
Il fatto risale ad alcuni giorni fa. Secondo la ricostruzione della polizia,  tre ragazze - un'italiana e due dell'est Europa - erano state aggredite da tre colleghe marocchine che avevano chiesto alle nuove arrivare soldi per potersi prostituire nella loro zona.
Ma i poliziotti hanno rintracciato subito due delle donne marocchine, entrambe 48enni, che sono state arrestate con l'accusa di tentata estorsione.
Le due, risultate irregolari sul territorio nazionale, sono state anche denunciate per furto, percosse e minacce.


Anche nel Cesenate il business delle sudamericane e caraibiche è tutto e solo femminile
1° settembre 2012 - Sgominato il filone dominicano della prostituzione in appartamento. Gli agenti della Squadra Mobile di Forlì e della Polizia Municipale di Cesenatico hanno arrestato in flagranza di reato, la cittadina statunitense di origine dominicana Carmen Ligia Rolfott Rijo, 50enne residente a San Mauro Mare. "Damaris", questo il suo nome d'arte, è accusata di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione di quindici giovani donne dominicane. Ricevevano in appartamenti tra i Comuni di Cesenatico e San Mauro.
Il blitz è avvenuto nel pomeriggio del 30 agosto, dopo una serie di attività di appostamento e pedinamento, che hanno visto come obiettivo principale la residenza dell'arrestata, ove da tempo era stato rilevato un certo via vai di uomini. Tutto è partito dagli annunci pubblicati su quotidiani e settimanali e su internet; le ragazze offrivano in modo esplicito prestazioni sessuali invitando gli interlocutori a raggiungerli proprio a quell'indirizzo.
Il costo delle prestazioni variava da 50 a 70 euro, a seconda delle richieste e del tempo dedicato al cliente.
Di seguito, è stata fatta irruzione dentro l'appartamento, dove sono state identificate tre donne, tra le quali la locataria Carmen Ligia, ed altre due ragazze dominicane, una di 21 anni, l'altra di 37, tutte in regola con le norme sul soggiorno ed incensurate.
Numerose le prove repertate nel corso della perquisizione: decine di schede telefoniche riferibili ad annunci pubblicati per reclamizzare la prostituzione, copie di ricevute di pagamento per la pubblicazione degli annunci, computer con fotografie di donne svestite o con biancheria intima da inviare per corredo agli annunci su internet, denaro contante frutto dell'attività in questione, strumenti del mestiere quali profilattici, gel lubrificanti, e altri oggetti per giochi erotici.
Particolare rilievo assume l'accertamento di carattere patrimoniale effettuato sulla donna oggetto di indagine, che ha permesso di verificare che negli ultimi due anni ha inviato alla famiglia d'origine importanti somme di denaro, qualche decina di migliaia di euro, ai quali non corrisponde però lo svolgimento di alcuna attività lavorativa ufficiale e che quindi, alla luce di quanto è emerso, quantifica il guadagno dell'attività illegale mediante lo sfruttamento della prostituzione altrui.
L'arresto segue una analoga operazione dei giorni scorsi e che ha visto protagonista la cittadina colombiana Leydi Santiesteban Delgado, ma al momento non sono stati accertati collegamenti tra le due arrestate, anche se si è rilevato che, in passato, si erano alternate nella locazione di alcuni immobili dove venivano collocate le prostitute.
Il tutto nasce in un contesto di azione sinergica tra la polizia locale e l'organo investigativo provinciale della Polizia di Stato, a fronte dell'improvvisa presenza di numerose prostitute sudamericane, apparentemente scollegate tra loro ma in realtà riunite in due "filoni" principali di approvvigionamento delle giovani ragazze avviate alla prostituzione nella nostra riviera: uno "colombiano", facente capo alla Santiesteban, nei cui appartamenti esercitavano la prostituzione tutte ragazze colombiane; l'altro "dominicano" ove erano sfruttate ragazze provenienti da Santo Domingo, la cui rotazione dentro gli appartamenti era coordinata dalla Rolfott.

In tutto sono state individuate 15 donne, distribuite in sei diversi appartamenti, tra Cesenatico e San Mauro Mare.
Nei confronti delle due meretrici il Questore di Forlì ha anche disposto la misura di prevenzione del "foglio di via obbligatorio" con divieto di ritorno per tre anni nei comuni di Cesenatico e San Mauro, provvedimento emesso nei confronti di altre otto donne dedite al mestiere più antico, identificate negli ultimi mesi nell'ambito di questi controlli. L'arresto è stato convalidato dal GIP dott.Giovanni Trerè su richiesta del PM Michela Guidi, e l'arrestata, ritenuti gravi gli indizi probatori raccolti nei suoi confronti, nonché la professionalità e la sistematicità della condotta criminosa posta in essere, è trattenuta in carcere in custodia cautelare.

http://www.cesenatoday.it/cronaca/cesenatico-damaris-saluta-famiglia-passeggiata-va-prostitute.html

Orte (VT) - Prostituta nigeriana prende a calci e pugni i Cc
8 settembre 2012 - I Carabinieri della Stazione di Orte, guidati dal Maresciallo Lo Giudice, impegnati nei consueti controlli anti prostituzione, l’altra sera hanno arrestato una meretrice nigeriana con l’accusa di resistenza e violenza a Pubblico Ufficiale.
I Carabinieri, durante un servizio perlustrativo, transitando lungo la S. P. per Penna in Teverina, hanno notato la ragazza che, a margine della carreggiata, semivestita, cercava di adescare clienti, invadendo pericolosamente la sede stradale, creando intralcio alla circolazione. Alla vista della pattuglia, la donna si è data alla fuga nella macchia adiacente alla strada provinciale, ma raggiunta in breve dagli operanti, ha iniziato a colpirli con calci e pugni, riuscendo a divincolarsi e a proseguire la sua corsa, fino a quando non è stata definitivamente bloccata ed ammanettata.
I Carabinieri, ricorsi alle cure dei sanitari, ne avranno per pochi giorni a causa delle contusioni e dei graffi riportati.
http://www.occhioviterbese.it/occhioviterbese_v2/cronaca-viterbese-id-13815-titolo-Prostituta-nigeriana-arrestata-per-resistenza-e-violenza-a-pubblico-ufficiale.html#.UQbzix1IFdw

Bari - Trafficking: l'aguzzina rumena minacciava e sfruttava due connazionali
15 settembre 2012(Adnkronos) Gli agenti delle volanti della Questura di Bari, in collaborazione con personale della Squadra Mobile, hanno arrestato ieri una cittadina rumena di 22 anni, accusata di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione ai danni di due connazionali, rispettivamente di 34 e 23 anni.
Nei suoi confronti e' stata eseguita una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale del capoluogo pugliese. L'arresto e' scaturito a seguito di una denuncia di una delle vittime, le quali, attirate in Italia dalla promessa di un lavoro, sono state invece costrette a prostituirsi, contro la loro volontà, subendo violenze fisiche e minacce dalla loro aguzzina.

«Quando cominci a venderti, non sai più smettere»

E' confermato: prostitute per convenienza, e non per bisogno; tanto meno per costrizione

15 settembre 2012 - "Quando cominci non riesci a smettere, è come fumare". Sono le parole di Charlotte, studentessa universitaria, appena ventenne. In Francia, secondo un rapporto del sindacato SUR, ogni anno 40mila studenti, tra i 19 e 25 anni, in maggioranza ragazze, si prostituiscono per pagarsi gli studi. E l'Italia non è da meno. Sono in aumento continuo infatti le webcam girls che davanti alla telecamera del proprio computer guadagnano i soldi per pagarsi l'affitto, baby prostitute, spesso minorenni, che con autoscatti sexy si ricaricano cellulare, accompagnatori e accompagnatrici che concedendosi per un caffè o un week-end completo raggiungono le vette della loro personale scala sociale.
Il variegato popolo delle "escort" è fatto non solo di donne sole ma anche di giovani madri di famiglia che arrotondano, studentesse che si pagano le spese della grande città, modelle in cerca di incontri di successo, adolescenti bisognosi di emozioni e soldi facili.
Elles, firmato dalla regista polacca Malgoska Szumowska e in uscita al cinema il 28 settembre, si addentra nel mondo dell'adolescenza e ne indaga quest'aspetto. La meravigliosa Juliette Binoche, nei panni di una giornalista affermata di un periodico femminile, si butta, letteralmente anima e corpo in un'inchiesta sulla prostituzione tra le giovani studentesse.
E' così che incontra Alicja e Charlotte. Due giovanissime prostitute in realtà molto orgogliose di praticare questo "mestiere", soprattutto per l'indipendenza economica che ne ricavano. Charlotte brama l'appartamento con bagno con vista e Alicja, polacca, non riesce ad abbandonare il lusso in cui è stata catapultata in brevissimo tempo. «Volevamo trattare l'argomento della prostituzione studentesca dal punto di vista femminile. Una giornalista, una donna, che gode di una condizione sociale invidiabile, che interroga due studentesse», spiega la regista polacca Malgoska Szumowska. Due ragazze che per finanziare i propri studi e sentirsi sempre più ricche, vendono il proprio corpo a uomini adulti.
«Il film non accusa nessuno, ma ci interroga – racconta l'attrice - sugli insidiosi cambiamenti della nostra società. Non è facile, infatti, studiare quando si hanno problemi economici. La prostituzione paga bene, non occupa troppo tempo, garantisce un certo agio finanziario e ci fa sentire parte della società consumistica in cui viviamo».
http://www.vanityfair.it/show/cinema/2012/09/15/elle-film-prostituzione-sexy-web-cam-juliette-binoche#?refresh=ce

Roma - Due rumene controllano prostitute connazionali
15 settembre 2012I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Bracciano, nella serata di ieri, hanno arrestato con l’accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione due donne e un uomo, tutti cittadini romeni.
I militari avevano notato un “fiorire” di prostitute nelle strade della periferia nord di Roma, tra gli abitati di Santa Maria di Galeria ed Anguillara Sabazia: sono iniziati servizi di osservazione e pedinamento che hanno permesso di individuare le abitazioni delle prostitute e delle sfruttatrici, nonché identificare queste ultime. Durante i citati servizi è balzata subito all’occhio dei Carabinieri l’elevato tenore di vita condotto dalle sfruttatrici, le quali avevano la disponibilità di numerose auto, tra le quali spiccavano due grossi SUV della BMW.
Nella giornata di ieri è scattato il controllo da parte dei Carabinieri che hanno fermato la macchina condotta da una delle due donne arrestate (C.C.E.), con a bordo due ragazze appena recuperate dalla strada dopo una giornata di “lavoro”. Immediatamente sono scattate le perquisizioni domiciliari negli obiettivi individuati precedentemente, permettendo di completare il quadro probatorio. Sono stati, infatti, rinvenuti documenti d’identità e di espatrio delle sfruttate, tenuti nascosti nella casa degli altri due arrestati, M.C. e M.S.I., nonché sequestrati 80.000 euro in contanti provento dello sfruttamento.
Espletate le formalità di rito, le arrestate sono state tradotte presso il Carcere di Roma “Rebibbia” a disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma.
link alla notizia:
http://roma.ogginotizie.it/215655-roma-sfruttamento-della-prostituzione-arrestata-coppia/#.UR_HUx03ZZo


Enna - Una prostituta fa prostituire una 16enne
20 settembre 2012(ASCA) Le indagini della Squadra Mobile della Questura di Enna, hanno permesso di scoprire che una donna, da piu' fonti indicata come prostituta, si accompagnava con una ragazza che invece di frequentare la scuola era solita seguirla.
I conseguenti servizi di appostamento e tecnologici hanno consentito di raccogliere numerosi elementi di colpevolezza della donna, responsabile di induzione alla prostituzione minorile.

Sindacato prostitute: "Per colpa delle nigeriane non possiamo più arricchirci"
22 settembre 2012 - Il sindacato delle prostitute scende in campo contro studentesse e casalinghe. Il motivo? Decine di migliaia di ragazze giovani, ma anche di casalinghe, esercitano il più antico mestiere del mondo, sottraendo mercato alle professioniste e facendo crollare i prezzi.
La denuncia è stata lanciata da Carla Corso, presidente del Comitato per i diritti civili delle prostitute in una intervista rilasciata al programma KlausCondicio condotto da Klaus Davi su YouTube http://www.youtube.com/user/klauscondicio.
Il fenomeno della prostituzione nel nostro Paese è un business stimato in 5 miliardi di euro l'anno che coinvolge circa otto milioni di italiani. Ma negli ultimi due anni c'è stato un vero e proprio crollo dei prezzi. Secondo Carla Corso, infatti, "si passa da una media di 50 euro a rapporto completo a chi arriva a vendersi anche solo per 5 euro". Il tracollo dei prezzi è determinato soprattutto, spiega la presidente del Comitato, "dalle prestazioni dalle ragazze di colore, in primis nigeriane, che pur di non perder la loro fetta di mercato popolare sono disponibili ad avere rapporti sessuali a prezzi stracciati".
http://www.lapresse.it/cronaca/sindacato-prostitute-contro-studentesse-fanno-crollare-i-prezzi-1.219741


Rimini - Multe? le lucciole non pagano
1° ottobre 2012 - Sulla carta è un tesoretto da oltre 170mila euro che dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) entrare nelle casse del Comune, come provento delle sanzioni elevate alle lucciole che hanno violato l’ordinanza anti prostituzione.
Da quando è entrata in vigore, Polizia di Stato, Municipale di Rimini e Carabinieri hanno contestato 343 verbali alle “belle di notte” e 70 ai clienti. Un bilancio che, oltre a dare una boccata d’ossigeno alle casse, dovrebbe scoraggiare le prostitute dal vendersi sulle strade a luci rosse di Rimini: ma, dati alla mano, non sembra che abbiano avuto una vita particolarmente difficile durante questa estate.
Ogni notte erano almeno una trentina a battere i marciapiedi dei viali delle Regine e della Statale Adriatica. Se l’ordinanza non ha avuto l’effetto desiderato, ovvero quelle di allontanarle, nemmeno l’obiettivo di fare cassa ha funzionato dal momento che, allo stato attuale, è impossibile capire quante delle sanzioni siano state effettivamente incassate. Per il momento, infatti, l’unico dato disponibile è quello riferito alle memorie difensive depositate dalle prostitute che si sono opposte alla sanzione che, in base all’ordinanza, è di 400 euro. Sono circa un centinaio le pratiche di questo genere che stanno ingolfando gli uffici comunali e che, al momento, sono ferme sui tavoli.
A questo punto il Comune, oltre alla beffa di non aver incassato quasi nulla, arriva anche il danno di dover mobilitare i propri legali per dare corso alle impugnazioni del verbale con una spesa non certo indifferente. Un esborso al quale, oltretutto, si dovrà aggiungere anche il costo dei pattuglioni delle forze dell’ordine impegnati, soprattutto durante l’estate, a dare la caccia alle prostitute sui viali riminesi.

La soluzione della questione, ossia se le prostitute saranno costrette a pagare le multe o verranno “graziate” dalla legge, è ancora in alto mare dal momento che dal primo di luglio, data di entrata in vigore dell’ordinanza, a oggi nessun ricorso si è concluso: l’iter non è mai partito. Allo stato attuale, infatti, per le memorie difensive depositate in Comune non c’è stata ancora l’audizione davanti al sindaco chiesta dalle ricorrenti.
http://www.nqnews.it/news/139056/Multe__Le_lucciole_non_pagano.html

Napoli - Tratta delle nigeriane: arrestate due organizzatrici
4 ottobre 2012Gli agenti della Squadra Mobile di Napoli, hanno dato esecuzione a quattro provvedimenti di fermo emessi dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di quattro cittadini nigeriani, in quanto gravemente indiziati dei reati di associazione per delinquere, riduzione in schiavitù, sfruttamento della prostituzione ed estorsione. Si tratta di due ragazze, Joy Sunday 31enne ed Endurance Sunday, anche lei 31enne e due ragazzi, Destiny Ehirobo Edib 32enne e 
Kingsley Nneji 36enne.
Secondo gli investigatori, le due coppie avevano costituito un articolato sodalizio criminale che gestiva giovani connazionali facendole giungere dalla Nigeria all’’Italia. Una volta arrivate, le ragazze si prostituivano, cedendo poi loro una consistente parte dei compensi, per estinguere il cosiddetto “debito contratto” per riuscire a raggiungere il nostro paese. La somma variava tra i quarantamila ed i settantamila euro.
Una lunga ed accurata attività investigativa, basata anche su numerose intercettazioni telefoniche, ha dimostrato che le ragazze venivano avvicinate nel loro paese prospettando loro una normale attività lavorativa nel nostro paese. Giunte in Italia, venivano costrette a prostituirsi mediante violenze fisiche e psicologiche, non ultimi i riti voodoo, molto praticati e sentiti nella cultura nigeriana.
Il viaggio dalla Nigeria all’’Italia avveniva lungo un tragitto che toccava numerosi paesi africani. Le tappe venivano cambiate a seconda del mutare delle situazioni politiche nei singoli paesi. Tappa finale in Africa era la Libia, almeno sino a prima dello scoppio della guerra civile, da dove con i classici barconi raggiungevano le coste italiane.
I quattro cittadini nigeriani, sono stati pertanto rintracciati al Borgo Sant’’Antonio dove vivevano in due diversi alloggi e subito fermati. Tutti e quattro erano titolari di regolare permesso di soggiorno per asilanti.
http://www.cronacaflegrea.it/sgominato-gruppo-nigeriano-dedito-alla-tratta-delle-prostitute-fermati-4-asilanti/

Piacenza - Riduzione in schiavitù: arrestata nigeriana
5 ottobre 2012“Catene spezzate”, così è stata denominata l'operazione che ha portato all'arresto di una cittadina nigeriana di 25 anni a Piacenza, nell’ambito di 7 arresti (tutti nigeriani) portati a termine dalla Squadra mobile di Frosinone per sfruttamento della prostituzione.
La donna, che aveva ottenuto la richiesta di rifugiato politico dalla questura di Parma, aveva avuto il permesso di soggiorno dopo l'emergenza del Nord Africa. La giovane, che aveva avuto un figlio da poco, si era trasferita nella nostra città per poter dare le dovute cure al piccolo (ora si trova in carcere con il neonato).
Non si trattava di una semplice giovane in cerca di tranquillità ma di una “maman”, cioè facente parte di un’organizzazione dedita allo sfruttamento della prostituzione. Le accuse sono infatti di riduzione in schiavitù, immigrazione clandestina e favoreggiamento alla prostituzione minorile. 
L'organizzazione perpetrava minacce, anche tramite il vodoo, e faceva prostituire le donne all'interno delle case. Si tratta di un'aggiuntiva difficoltà' nelle indagini condotte dalla squadra mobile di Frosinone, in collaborazione anche con quella piacentina. 
Inoltre i clienti erano per di più' connazionali, africani, il che permetteva una maggior sicurezza nel portare avanti i reati contestati. Tra gli sfruttati anche una 15enne, già ascoltata dagli agenti di Frosinone.
I nigeriani, per avere una parvenza di regolarità, usavano la normativa di permesso di soggiorno simulando rapporti coniugali per convalidare la tesi davanti alla commissione territoriale di essere una famiglia scappata dopo la guerra scoppiata in Libia.

http://www.piacenza24.eu/Cronaca/44099-Sfruttamento+della+prostituzione%3A+arrestata+'maman'+a+Piacenza+.html

Ferentino (FR) - Prostituta nigeriana impone pizzo-marciapiede a collega
9 ottobre 2012Doveva pagare dai 200 ai 400 euro mensili per poter ottenere "l'autorizzazione" a prostituirsi sulla via Asi di Ferentino. E' quanto hanno accertato i carabinieri della stazione di Ferentino che ieri hanno arrestato un'altra prostituta nigeriana con l'accusa di "tentata estorsione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione".
La donna, mediante minacce costringeva la connazionale più giovane ha pagare una forma di fitto per poter sostare lungo un marciapiedi. Nel corso della stessa operazione, una terza prostituta, invece, è stata arrestata per resistenza a pubblico ufficiale rea di aver preso a calci e pugni i militari in servizio. (omniroma.it)

Parma - Nigeriane: una donna al vertice del giro
10 ottobre 2012Per una 27enne nigeriana la sua connazionale di 3 anni più giovane si è trasformata nella sua sfruttatrice e aguzzina. Una storia di donne.
Da una parte la vittima, brutalmente picchiata e messa alla porta quando non ha potuto saldare il debito pattuito. Dall'altra la capobanda, E. R., una 30enne nigeriana, che i carabinieri descrivono come spietata. La donna non ha esitato a ordinare ai complici - altri cinque nigeriani, tutti piuttosto giovani - di malmenare violentemente la connazionale, quando questa non è stato in grado di pagare i 60mila euro che doveva all'organizzazione. 
Dalla denuncia della 27enne - che ha riportato una prognosi di 25 giorni, con ferite anche al volto - i carabinieri, mercoledì scorso, sono risaliti alla banda, arrestando tutti i membri con l'accusa di sfruttamento della prostituzione e lesioni.
La storia inizia proprio in via delle Fonderie, dove la donna si presenta in caserma. Ha il volto tumefatto e ferite un po' su tutto il corpo. Allo stremo ha deciso di raccontare ogni cosa e denunciare i suoi sfruttatori. Spiega di essere arrivata in Italia dall'estero, dove ha svolto la sua attività di prostituta. Da Bologna si è spostata a Parma proprio per saldare il debito di 60mila euro, forse con la speranza di iniziare una nuova vita. Ma non dispone di tutta quanta la somma. Riesce a consegnare alla banda - che ha la sua base logistica in Borgo Guazzo - "solo" 20mila euro. 
La capa dell'organizzazione - una nigeriana di 30 anni - non ci sta. La fa picchiare dai complici, le porta via la macchina e la costringe a vivere in strada, togliendole anche l'alloggio. Come se non bastasse la banda minaccia anche ritorsioni sulla sua famiglia in Nigeria. Il resoconto della vittima spinge i carabinieri ad agire immediatamente.
I militari hanno fortuna. La sera stessa di mercoledì rintracciano uno dei nigeriani su una bici. Lo pedinano e dopo diverse ore li conduce in Borgo Guazzo. Qui trovano il resto della banda. Scattano le manette. Per due E. D. e A. A. G c'è anche l'accusa di ricettazione, in quanto sorpresi nell'auto della vittima, dove i militari trovano anche la valigia della 27enne.
Dopo la convalida del fermo quattro sono in via Burla, mentre i due accusati di ricettazione, sono in libertà. La vittima si trova ora in un luogo protetto. In manette anche la capo banda. 
Una donna giovane al vertice di un giro di prostituzione, gestito con pugno di ferro e con ramificazioni internazionali, in Olanda e Germania, dove sembrano principalmente concentrasi gli affari del giro.

Terni - Madame nigeriana fa prostituire ed abortire connazionale
12 ottobre 2012Una ragazza nigeriana, nonostante fosse al quinto mese di gravidanza, veniva costretta a lasciare il centro di accoglienza di Foggia ed a trasferirsi a Roma per prostituirsi nella capitale e nella provincia di Terni, sotto la minaccia ed il costringimento fisico, fino ad arrivare ad una vera e propria segregazione in casa, non avendo nessuna possibilità di telefonare e di uscire, se non accompagnata dalle sue aguzzine ed esclusivamente per prostituirsi. 
La ragazza, che per giungere in Italia aveva probabilmente contratto un debito per circa 50.000 euro, veniva costretta a prostituirsi per restituire la somma pattuita, nonostante fosse rimasta incinta. Per il suo stato di gravidanza, che naturalmente rendeva difficile la sua attività di prostituzione, veniva fatta abortire illegalmente, senza la sua volontà, probabilmente in casa e senza nessuna assistenza sanitaria, tanto che si presentava lo scorso 5 luglio presso un ospedale romano con una busta in mano con all'interno il feto privo di vita, chiedendo naturalmente di essere assistita. 
Immediatamente dopo le cure mediche fuggiva dalla struttura sanitaria rendendosi irreperibile anche se, di fatto, rientrava presso l'abitazione della Esther O., cittadina nigeriana, che la costringeva fisicamente a rimanere in quella casa per circa sette giorni, senza poter comunicare telefonicamente con nessuno, guardata a vista da altre prostitute di fiducia della cd «Madame»; fino a quando, rimessasi fisicamente, veniva nuovamente indotta alla prostituzione nella città di Terni.

Coinvolta anche Patience O., cittadina della Sierra Leone, altra «Madame» che quotidianamente sfrutta le ragazze nell'esercizio dell'attività della prostituzione, sia a Roma che a Terni, e che probabilmente ha aiutato «Madame Esther» a provocare l'aborto alla ragazza.
Madame Esther - già indagata per aborto clandestino ed indotto in un'altra città italiana - risulta essere il personaggio principe del gruppo tanto che, attraverso un altro connazionale, residente attualmente a Verona, cercava di indurre alla prostituzione, facendola fuggire dal centro di prima accoglienza di Agrigento, con inganni e raggiri, anche un'altra ragazza minorenne nigeriana.

Verona - 13enne costretta a prostituirsi da sorella zingara ed altra rumena
2 novembre 2012 - Tredici anni e già costretta a vendersi sulla strada dalla sorella e da un'altra giovane romena. E' l'agghiacciante realtà portata alla luce dalla polizia municipale di Verona, che ha arrestato con le accuse di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione due ragazze romene di 18 e 23 anni.
Grazie alla segnalazione di un'agente, il nucleo di polizia giudiziaria martedì mattina è riuscito a scoprire quel che avveniva nelle vicinanze di un distributore di via Palladio, a pochi metri di distanza dalla stazione di Porta Nuova. La ragazzina veniva continuamente avvicinata da clienti di ogni età e provenienza che si mettevano d'accordo con le due più grandi per la prestazione.
Dopo circa un'ora di appostamenti gli agenti hanno visto che la piccola saliva sull'auto di un cliente, diretta verso un campo isolato in località Spianà. Era lì che la ragazzina viveva insieme ai genitori e alla sorella, in quel momento assenti. Ed era lì dove si sarebbe consumato il rapporto se i vigili non fossero intervenuti tempestivamente. Per il cliente è scattata la denuncia a piede libero, mentre le due sfruttatrici sono state arrestate e si trovano ora in carcere a Montorio. Dagli accertamenti effettuati è emerso che la ragazzina, analfabeta e incapace persino di distinguere i numeri, si vendeva in strada da almeno una settimana.
Grazie al rapido intervento dell'Unità di Crisi e Valutazione della Regione, ente specializzato nell'assistenza alle vittime della tratta, la piccola è stata immediatamente affidata a un centro specializzato nel Padovano. Ma nella mattinata di ieri è riuscita a scappare senza lasciare tracce ed è ora ricercata. Nel mirino dei vigili anche i genitori, due nomadi già noti al comando per l'attività illecita di accattonaggio. Si sta cercando di capire se fossero o meno a conoscenza di quanto accadeva a quella piccola all'interno di quel casolare che è già stato demolito.
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Montesilvano (PE) - Casalinghe-prostitute: tanti soldi e subito
"Sono abituata ad un tenore di vita molto alto; e non sono certo adatta a pulire il sedere ai vecchi. Siamo vittime pure e innocenti degli uomini. E poi, lo fanno tutte"
8 dicembre 2012 - Insieme ad altre donne casalinghe e disoccupate come lei, aveva affittato un appartamento. Uno qualunque, camere anonime e normalissime per prostituirsi di nascosto. Dalla famiglia, dal marito, dai figli. E guadagnare tanti soldi, subito.
Quando i carabinieri, due giorni fa, hanno fatto irruzione in quelle stanze e l'hanno trovata con un cliente, lei è scoppiata in lacrime e ha chiesto disperatamente "riservatezza".
È in questo modo - ha messo a verbale - che paga il mutuo di casa, le rate della macchina e tutte le altre bollette che arrivano alla sua famiglia. "Noi siamo abituati a un tenore di vita molto alto. E le assicuro che non è facile, adesso con la crisi, tornare indietro. Poi, sono sempre stata una bella donna...".
Il suo nome d'arte è "Francesca", quarantenne, e di professione per molto tempo ha fatto l'estetista. Il suo negozio ha chiuso per difficoltà economiche e suo marito è un imprenditore. Le sue foto ("ma solo di alcune parti del mio corpo... il volto è oscurato") sono su Internet con tanto di numero di cellulare. Quel numero di telefono però per la sua famiglia non esiste.
Fuori dalla caserma dei carabinieri di Montesilvano - cittadina rivierasca a pochi chilometri da Pescara - appena dopo il suo interrogatorio, "Francesca", quasi si confonde tra la folla per il suo abbigliamento dimesso, i capelli raccolti e un volto senza un filo di trucco. E, superato lo spavento per il blitz dell'Arma, accetta di raccontare la sua storia di casalinga e prostituta.

Signora, suo marito non sa niente? Nemmeno del blitz dei carabinieri?"Per lui io sono una casalinga che fa qualche consulenza nel settore dell'estetica. Non immagina nulla. Le assicuro che non sa nulla". 
Com'è possibile?"Questo lavoro l'ho sempre fatto di nascosto. I clienti mi trovano su Internet, vedono le foto e poi mi chiamano a un cellulare che la mia famiglia certo non conosce. Di solito fisso gli appuntamenti all'ora di pranzo. Così la mattina e la sera sono sempre a casa". 
Quanto guadagna al giorno?"Non ho più di due appuntamenti, e spesso capitano tra un pranzo da mia madre e un caffè con una amica. Se devo dire la verità, prendo di solito cento euro a cliente, arrivo anche a settemila euro al mese". 
Quando ha iniziato a prostituirsi?"Un anno e mezzo fa. Mio marito era disperato per delle ingiunzioni di pagamento. Ho dovuto lasciare la mia attività ed ero piena di debiti. Avevamo tante spese...". 
Basta la crisi per diventare una prostituta? "Guardi che io sono andata anche da uno psicologo, all'inizio. Mi ha aiutato a capire che io non sono Francesca... Quello è solo il mio lavoro. E guardi che sono solo una delle tante. Le potrei raccontare decine di altre storie di donne che conosco, con mariti operai in cassa integrazione che si prostituiscono anche per 30 euro. Qui a Pescara c'è un fruttivendolo che è un maniaco sessuale. Lavora al mercato e appena entra in confidenza con qualche casalinga con problemi economici le propone di prostituirsi. Le alletta con i soldi, promette guadagni facili per cinque minuti appena e tante donne hanno cominciato per colpa sua". 
Non poteva trovare altre soluzioni per i guai economici?"Qualche giorno fa un cliente vedendomi piangere mi ha detto: preferiresti fare la badante? Pulire il sedere ai vecchi? Io non sono adatta. Certo, ho iniziato come accompagnatrice e ora, pensi... gli uomini mi cercano soprattutto per fare la dominatrice... È diventata la mia specialità. Quasi non li tocco. Li devo solo frustare. Sfrutto le perversioni di uomini ricchi e potenti". 
Anche di politici?"Politici, imprenditori, calciatori. Il cliente che è stato sorpreso con me nell'appartamento ha detto ai carabinieri di stare attenti, perché lui è un uomo importante, che ha conoscenze... È un alto funzionario dello Stato. In casa comunque c'era un codice per garantire riservatezza: quando la luce del corridoio era accesa, le altre sapevano che c'era un cliente e loro dovevano restare chiuse in camera". 
In una città così piccola non teme di incontrare i suoi clienti per strada?"Mi capita di incontrarli al supermercato quando faccio la spesa. Se sono soli mi salutano o altrimenti raccontano alle mogli che sono una lontana conoscente. Lei guardandomi può dire che ho l'aria di essere una prostituta?".
fonte

Busto A. (VA) - Una rumena reclutava minorenni per farle prostituire
2 gennaio 2013 - Sulla 45enne pendeva un mandato di cattura internazionale e questa mattina (mercoledì) i carabinieri di Busto hanno posto fine alla sua latitanza. Ora verrà estradata verso il suo paese d'origine.
Reclutava donne, anche minorenni, per farle prostituire ed era ricercata a livello internazionale; aveva scelto Busto Arsizio per trascorrere la sua latitanza.
Alle prime ore dell’alba di oggi, mercoledì, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Busto Arsizio, guidati dal tenente Marco Tubiolo, l'hanno scovata e arrestata. Si tratta di una rumena di 45 anni, sulla cui testa gravava un mandato d’arresto europeo per associazione per delinquere, tratta di esseri umani, tratta di minori, riciclaggio di denaro.
La donna è accusata di aver reclutato diverse donne, anche minori, avviandole alla prostituzione. Ricercata persino dall’interpol, sarà successivamente estradata verso il paese di origine che ha emesso il provvedimento. La donna era considerata una ricercata internazionale sino questa mattina, quando la sua latitanza ha avuto termine con l’arrivo dei carabinieri che le hanno chiesto i documenti.
http://www3.varesenews.it/busto/sfruttava-minori-facendoli-prostituire-arrestata-251766.html


Montesilvano (PE) - Arrestata dominicana che reclutava le connazionali
21 gennaio 2013 - Una dominicana di Montesilvano è stata arrestata per sfruttamento della prostituzione nel corso dell’operazione dei carabinieri denominata "Eredita'", in varie città di Puglia e Campania, che ha sgominato un’organizzazione dedita al racket delle ‘lucciole’. Reclutava sudamericane dal Palazzo Blu di via Orta.
La dominicana, M.C.A., 39 anni, non è stata rintracciata a Montesilvano, nel "palazzo blu", dove in passato sono stati scoperti diversi appartamenti trasformati in case a luci rosse. La donna era a Foggia ed è finita agli arresti domiciliari perché favoriva la prostituzione di alcune sudamericane la cui attività veniva pubblicizzata, a pagamento, su vari siti internet mediante specifiche inserzioni erotiche, corredate da fotografie, molte delle quali non corrispondenti alle reali caratteristiche fisiche delle 'lucciole'.
Sarebbe stata proprio lei a reclutare in Sud America le giovani da avviare alla ‘professione’, e proprio da Montesilvano avrebbe sviluppato la sua attività.
http://www.cityrumors.it/pescara/cronaca/55804-montesilvano-arresto-dominicana-sfruttamento-prostituzione-foggia-eredita.html

Taranto - Nigeriana ustiona e sfregia una sua connazionale che non voleva prostituirsi
6 febbraio 2013(Adnkronos) Indotta a venire in Italia con la falsa promessa di trovare un lavoro e poi, invece, avviata alla prostituzione. Non solo: anche ustionata e sfregiata dalla presunta aguzzina, sua connazionale.
Sono le disavventure capitate a una donna nigeriana di 27 anni. Stamane gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Bari, in collaborazione con la Squadra Mobile di Taranto, hanno arrestato nel capoluogo jonico Anthonia Humphery, 28 anni, piu' conosciuta come Sandra, di nazionalita' nigeriana.
La donna, in regola con il permesso di soggiorno, e' nota alle forze dell'ordine poiche' ha precedenti per rapina. Sarebbe stata lei ad aver fatto entrare in modo clandestino in Italia la vittima con la falsa promessa di trovarle un lavoro. In realta' l'intenzione era quella di farla prostituire, come poi e' avvenuto.
Nei confronti della Humphery e' stata eseguita una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Bari su richiesta della Procura della Repubblica che ha coordinato le indagini.
Allo sfruttamento della prostituzione, si sono aggiunti in questo caso due gravi aggressioni. La Humphery ha costretto la vittima a prostituirsi nella zona di Villa Castelli, in provincia di Brindisi. Di fronte al rifiuto della vittima, minacciata anche di ritorsioni nei confronti dei familiari rimasti in Nigeria, la maman - il termine con il quale sono conosciute in gergo le protettrici nell'ambiente della prostituzione - l'avrebbe torturata versandole una pentola d'acqua bollente sulle gambe e provocandole quindi ustioni permanenti.
http://www.liberoquotidiano.it/news/1178022/Bari-ustioni-e-sfregio-a-connazionale-arrestata-nigeriana.html

Terni - Prostituta nigeriana sfregia "collega" con una lametta perché non le paga il pizzo
6 febbraio 2013E' accusata di aver sfregiato al volto una connazionale 'collega' 34enne perché si rifiutava di pagare il pizzo, una prostituta nigeriana di 27 anni, denunciata dai carabinieri di Terni.
Dalle indagini è emerso che la prostituta da tempo esigeva il pagamento mensile di 250 euro dalla sua connazionale, affinché questa potesse esercitare il 'mestiere' a Terni. Ieri sera, al suo rifiuto al pagamento della mensilità, la 27enne ha colpito la 'collega' al volto con una lametta, procurandole una profonda ferita giudicata guaribile in 14 giorni. Subito dopo la nigeriana si è data alla fuga ma dopo breve è stata rintracciata dai carabinieri, nascosta tra la vegetazione lungo la linea ferroviaria.
La donna dovrà rispondere di lesioni aggravate e favoreggiamento della prostituzione.
http://www.repubblica.it/ultimora/24ore/prostituta-sfregia-collega-perche-non-paga-pizzo/news-dettaglio/4297379

Udine - Arrestata nigeriana al vertice della tratta
16 febbraio 2013La Squadra mobile ha arrestato, in esecuzione di un mandato europeo emesso dalle autorita' francesi, Lilian Osemwengie, cittadina nigeriana di 33 anni residente a San Giovanni al Natisone (Udine), per i reati di sfruttamento aggravato della prostituzione, facilitazione dell'immigrazione clandestina, associazione per delinquere, riciclaggio nell'ambito di un'organizzazione criminale, falsificazione e uso di documenti falsificati, commercio di esseri umani, pratica illegale di banchiere per l'accesso a documenti amministrativi. Tutti reati commessi a Strasburgo (Francia) nel 2010.
L'indagine effettuata dalle autorità francesi, in collaborazione con la Squadra mobile, ha permesso di stabile che la donna era parte integrante di una organizzazione di numerosi cittadini nigeriani coinvolti nello sfruttamento della prostituzione. Gli accertamenti le audizioni delle vittime e delle altre persone implicate hanno consentito di attribuire alla donna un ruolo cardine all'interno della banda. La nigeriana era infatti la procacciatrice e inoltre si occupava del trasferimento di ingenti quantità di denaro nel paese natio, provento dell'attività illegale.
La donna e' stata condotta con il figlio minore, di 1 anno e 6 mesi, nel carcere di Trieste, a disposizione dell'Autorità giudiziaria competente alla convalida dell'arresto (Corte d'Appello di Trieste), e in attesa della richiesta di estradizione da parte della Francia. Le altre due figlie, rispettivamente di 4 e 11 anni, su disposizione del pm della Procura presso il Tribunale per i Minorenni di Trieste, sono state affidate a un centro di accoglienza.
http://www.liberoquotidiano.it/news/1185770/Criminalita--tratta-esseri-umani-e-sfruttamento-prostituzione-arrestata-nigeriana.html


Corigliano C. (CS) - Prostituzione: arrestate due rumene, riducevano in schiavitù connazionali
19 febbraio 2013I poliziotti del commissariato di Rossano hanno arrestato due romene per riduzione in schiavitù, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione in concorso con altri connazionali.
Si tratta di Oana Daniela Marin, 22 anni, e Tudorita Cirlescu, 26, entrambe domiciliate a Schiavonea di Corigliano Calabro.
Gli agenti hanno notificato alle donne due ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari emesse dal gip di Rossano su richiesta della procura cittadina.
Le ipotesi di reato sono legate a una ventiduenne anch’essa romena, F.G., che le due connazionali e altri complici avrebbero picchiato e rinchiuso in casa impedendole pure di farsi medicare. Inoltre il gruppo la controllava sul luogo dove si prostituiva, impedendole di allontanarsi. Inoltre secondo l’accusa la Marin e la Cirlescu, in concorso tra di loro e con altri connazionali, avrebbero convinto la ventiduenne a venire in Italia, poi costringendola a prostituirsi. 
link alla notizia:

http://www.ilquotidianoweb.it/news/cosenza/711099/Rossano--prostituzione-arrestate-due-persone.html

Cosenza - Rumena procaccia clienti per la connazionale minorenne
5 marzo 2013 - (ANSA) I carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato e posto ai domiciliari Elena Geta Ciurar, di 35 anni, rumena, per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, e hanno notificato ad una sua connazionale minorenne un avviso di garanzia per lo stesso reato.
Secondo l'accusa le due donne contattavano uomini, generalmente di eta' avanzata, nel parcheggio di un ipermercato, proponendo prestazioni sessuali in cambio di denaro, con lo sfruttamento di giovani connazionali.
http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/calabria/2013/03/05/Prostituzione-cercava-clienti-arrestata_8350811.html

Padova - Il trafficking era gestito dalla ungherese
19 marzo 2013 - E.T., 36 anni, ungherese, aveva messo in piedi un giro di prostitute ventenni nel suo appartamento. La donna era arrivata dall’Ungheria a Padova dove ufficialmente gestiva un centro estetico ben avviato.
Un business da mille euro a notte che questo pomeriggio è costato il patteggiamento a due anni di reclusione alla bionda ungherese, arrestata proprio dalla Squadra Mobile nel marzo scorso con l’accusa di sfruttamento della prostituzione.
Secondo gli agenti, la donna si faceva mandare in Italia ragazze diverse ogni settimana con l’obiettivo di farle prostituire nel suo appartamento.
Le ragazze venivano pubblicizzate attraverso dei siti internet di escort. Il 50% dei guadagni finivano nelle tasche della donna ungherese.

http://www.infooggi.it/articolo/arrestata-donna-ungherese-per-sfruttamento-alla-prostituzione/39075/

Svizzera - Tratta di donne e travestiti, condannata una thailandese
22 marzo 2013 - Una thailandese di 43 anni è stata condannata oggi dal tribunale regionale di Berna-Mittelland a una pena detentiva da scontare di sei anni e mezzo per tratta di esseri umani e favoreggiamento della prostituzione.
La donna ha attirato in Svizzera dalla Thailandia 50 tra donne e travestiti e li ha costretti a prostituirsi. Secondo il Tribunale, si tratta di uno dei maggiori casi di tratta di esseri umani emerso in Svizzera.
Le persone provenienti dal paese asiatico sono state portate in Svizzera con false promesse, hanno subito abusi sessuali e in seguito sono state costrette a prostituirsi per saldare i propri debiti.
http://www.tio.ch/News/Svizzera/Cronaca/728028/Tratta-di-donne-e-travestiti-condannata-una-thailandese/

Castel Volturno (CE) - Con violenze fisiche e woodoo la pappona nigeriana incassa 33.500 € dalla schiava
6 aprile 2013 - Aveva costretto con minacce, violenze fisiche e riti voodoo, una connazionale a prostituirsi dopo averne favorito l'ingresso illegale in Italia.
Per questo motivo una nigeriana di 40 anni, Carolina Osagie, è stata arrestata dai carabinieri a Castel Volturno (Caserta), che hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare del Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Denunciata anche un'altra nigeriana, di 26 anni.
Le indagini hanno fatto emergere una vicenda drammatica, ma ormai ordinaria sul litorale domizio, dove è ormai accertata la presenza della mafia nigeriana dedita allo spaccio di droga e allo sfruttamento della prostituzione.
La vittima, 30 anni, sarebbe stata sfruttata dal 2009 ad oggi, e in questo arco di tempo avrebbe versato alla sfruttatrice 33.500 euro quale parte del compenso pattuito per ottenere la liberazione e riavere indietro il passaporto.
http://napoli.repubblica.it/cronaca/2013/04/06/news/minacce_e_riti_vodoo_arrestata_nigeriana-56069843/


Bologna - Prostituzione, sfruttava e ricattava due donne: arrestata 36enne
21 aprile 2013Una donna marocchina di 36 anni, Bouchra Jabbar, è stata arrestata dalla polizia a Bologna perché accusata di aver favorito, indotto e sfruttato la prostituzione di due connazionali, con minacce e violenze. Ora su disposizione del Gip Alberto Gamberini è ai domiciliari.
Le indagini della II sezione della squadra mobile erano partite dalla denuncia di una delle vittime che ha detto che la sfruttatrice la ricattava, dicendole che se non si fosse prostituita, in un camper parcheggiato in periferia, avrebbe fatto in modo che i servizi sociali le togliessero la figlia.
Nel racconto, fatto il 26 marzo in questura, la donna, 33 anni, ha spiegato di aver incontrato la Jabbar in un locale a Crevalcore, in provincia, a febbraio. Le aveva chiesto ospitalità e l'altra aveva accettato. In seguito però la trentaseienne aveva preteso un affitto di 250 euro e, visto che la donna non aveva i soldi, le aveva detto che si sarebbe dovuta prostituire.
L'aveva quindi portata in un camper che la stessa utilizzava per prostituirsi, in zona fiera. Dopo un mese, però, la trentatreenne, non ce l'ha fatta più: nella denuncia dice anche di essere stata picchiata, costretta ad avere rapporti non protetti coi clienti, minacciata e insultata.
La polizia allora ha piazzato telecamere e ha scoperto che la ragazza, 
che a quel punto non viveva più con Jabbar, era stata 'sostituita' da un'altra connazionale, sfruttata con le stesse modalità. Dopo una serie di appostamenti e dopo aver sentito alcuni clienti, martedì è arrivato l'arresto. Le indagini sono state coordinate dal pm Domenico Ambrosino.

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2013/04/20/news/prostituzione_sfrutta_e_ricatta_due_donne_arrestata-57086752/

Martina Franca (TA) - Prostituta cinese aggredisce poliziotto
20 febbraio 2014 - Prima, con modi gentili, lo ha invitato ad entrare e ad accomodarsi, poi quando l’agente di polizia si è qualificato mostrando il tesserino ha “tirato fuori le unghie” inveendo contro di lui e aggredendolo.
E’accaduto ieri pomeriggio quando gli agenti del commissariato di Martina Franca hanno deciso di procedere al controllo di un appartamento sito nel centro cittadino, dal quale, da alcuni giorni era stato notato uno strano via-vai di uomini che faceva presupporre la presenza di prostitute.
Entrati nello stabile, ed approfittando che la porta dell’appartamento in questione era già aperta, un poliziotto chiedeva di poter entrare. Ad accogliere l’agente si è presentata la donna cinese che, pensando ad un cliente, lo accolto con gentilezza, mostrando successivamente un atteggiamento violento.

Per questo la donna una cittadina cinese di 38 anni Li Xueyan è stata arrestata con l’accusa di resistenza e lesioni a P.U.
La violenta condotta della donna cinese non si placava neanche alla vista degli altri poliziotti intervenuti dopo i primi momenti di tensione. Solo dopo qualche minuto, nonostante la donna non avesse nessuna intenzione di calmarsi, gli agenti, con l’ausilio di personale femminile, nel frattempo giunto sul posto, sono riusciti a bloccare l’esagitata 38enne ed a condurla negli Uffici del Commissariato.

Su disposizione dell’A.G. competente la donna, in regola con i permessi di soggiorno sul territorio italiano, ha ottenuto gli arresti domiciliari.
http://www.rtmweb.it/martina-franca-prostituta-cinese-aggredisce-poliziotto-arrestata/

Torino - Una magnaccia albanese sequestra fidanzato della sua schiava ribelle
24 marzo 2014Una prostituta sequestra il fidanzato di una sua ex collega per costringere quest’ultima a pagare una sorta di risarcimento per i compensi mancati.
La donna, un’albanese di 34 anni, residente a Torino, è stata arrestata dalla polizia con l’accusa di estorsione e sequestro di persona.
Assieme al cognato, che è riuscito a fuggire, ha costretto un italiano di 29 anni a salire sulla sua auto e a seguirla fin sotto casa della fidanzata di lui, un’ex prostituta albanese di 26 anni. Visto che la ragazza aveva rifiutato di tornare in strada, l’aguzzina, che in passato era stata la sua protettrice, pretendeva un compenso giornaliero di 50 euro.
Alla vista dell’auto la giovane si è chiusa in casa e ha chiamato la polizia.

Castel di Judica (CT) - La rumena era la boss del trafficking
22 aprile 2014 - I Carabinieri di Castel di Iudica hanno arrestato la rumena Chis Ioana Marinela, 27enne, su ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica della Corte di Appello di Catania.
La donna dovrà scontare la pena residua di 6 anni, 9 mesi e 1 giorno di reclusione, poiché ritenuta responsabile di tratta e commercio di schiavi in concorso, riduzione in schiavitù in concorso, sequestro di persona in concorso, violenza sessuale, lesioni personali in concorso, induzione e favoreggiamento della prostituzione, reati commessi a Ramacca nel 2009.
L’arrestata è stata tradotta nel carcere di Piazza Lanza, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

http://www.scordia.info/castel-di-iudica-arrestata-una-27enne-originaria-della-romania-su-ordine-di-carcerazione/



Latina - Arrestata la 27enne rumena che terrorizzava le prostitute
25 maggio 2014 - Gli uomini del commissariato di Galatina hanno tratto in arresto Mindra Stoica, la 27enne rumenta era ospite di una struttura ricettiva di Corigliano d'Otranto (LE), dove gli agenti l'hanno rintracciata all'alba di oggi.
Nel 2011 venne arrestata a Latina con altre due connazionali senza fissa dimora, per i reati di rapina, sequestro di persona, lesioni e minacce nei confronti di connazionali, al fine di indurle a ritrattare accuse nei loro confronti e di loro complici nell’attività di sfruttamento della prostituzione.
Lo scopo era anche quello di farle allontanare dalla zona per inserire altre prostitute gestite dalle arrestate.
Le tre donne furono protagoniste di gravissimi episodi, compreso il sequestro di persona. In particolare, in un’occasione, al fine di rendere più grave la minaccia, con l’uso di un’arma da taglio hanno procurato delle lesioni ad una delle vittime.

Per loro la condanna è arrivata nei mesi scorsi, La Stoica, che si trovava nel Salento, in una struttura ricettiva di Corigliano d’Otranto è stata arrestata e dovrà scontare 8 mesi di carcere.
http://www.leccesette.it/dettaglio.asp?id_dett=19710&id_rub=58

Montesarchio (BN) - Una rumena segrega in casa due connazionali per avviarle alla prostituzione
14 giugno 2014 - Una 24enne rumena ha raccontato ai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Montesarchio di essere evasa dall’abitazione presso cui era tenuta segregata da lunedì scorso.
In caserma, infatti, la ragazza ha detto di essere stata costretta a non allontanarsi dall’abitazione della zia, una rumena 41enne, essendo stata privata dei documenti, del telefono cellulare e dei soldi, nonché minacciata. Stessa sorte era toccata ad una sua amica, una 32enne rumena che dal 9 giugno scorso era stata trattenuta nella stessa casa, tenuta sotto scacco dalla zia dell’amica e dal suo compagno, un beneventano 44enne.
Lo scopo delle minacce e della privazione della libertà era di avviare entrambe le ragazze alla prostituzione. I militari sono intervenuti presso l’abitazione e hanno riscontrato la veridicità dei fatti.
Il tutto ha portato alla liberazione dell’altra ragazza, l’identificazione ed il deferimento in stato di libertà della donna e del suo compagno per i reati di sequestro di persona e minaccia (ex artt. 605 e 612 del Codice Penale).
http://www.ilquaderno.it/montesarchio-liberate-dai-carabinieri-due-romene-segregate-casa-avviarle-prostituzione-96480.html

Reggio E. - Due prostitute brasiliane pestano un trans connazionale perché "rovina la piazza"
7 agosto 2014 - Moglie e marito - una brasiliana 32enne, D.F.L., e un italiano di 37 anni, A.D. - sono stati denunciati per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione: la denuncia è stata fatta da un transessuale di 30 anni che si prostituiva in uno dei loro appartamenti e che lo scorso febbraio era stato aggredito in zona S. Maurizio da due sorelle brasiliane, prostitute pure loro, fra cui la sua padrona di casa, a cui, a loro dire, avrebbe rovinato il mercato.
Dopo lo scontro il transessuale era andato in un bar dove aveva incontrato delle amiche che lo avevano sollecitato ad andare in ospedale e a denunciare l’accaduto, ma inutilmente perché solo qualche mese dopo avrebbe raccontato la sua storia alla polizia.

Il cittadino brasiliano da circa un anno e mezzo era giunto a Reggio Emilia, trovando sistemazione abitativa e lavorativa nell’appartamento condotto proprio da una delle due sorelle dalle quali poi sarebbe stato malmenato.
In quella casa, come ha scoperto la squadra mobile, il trans si prostituiva insieme a prostitute tradizionali, tutte brasiliane. La locataria tratteneva da ogni prostituta 300 euro a settimana, oltre alla logistica offriva la sua opera nell’acquisto di spazi pubblicitari sulle pagine di testate locali.

http://www.reggionline.com/?q=content/san-maurizio-transessuale-picchiato-denunciati-marito-e-moglie

Massafra (TA) - Dopo averla "importata" in Italia, la magnaccia nigeriana pretendeva restituzione debito a bastonate
1° dicembre 2014 -E’ stata ferita da una connazionale ma è stata anche arrestata per estorsione, lesioni personali e sfruttamento della prostituzione ai suoi danni. Entrambe sono state trasportate in ospedale.
E’ accaduto a Massafra, in provincia di Taranto, dove i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia e della Stazione di Statte, hanno arrestato una 22enne nigeriana, Saucess Aina Moidi.
E’ stato un automobilista a segnalare al 112, ieri in tarda mattinata, la presenza sulla statale 7 Appia, tra Massafra e Statte, di due donne di colore, entrambe prostitute irregolari e senza fissa dimora, che presentavano traumi evidenti. La 22enne arrestata ha riportato ferite da taglio al fianco sinistro, mentre l’altra ragazza lamentava lesioni agli arti superiori.
Le nigeriane, che non parlavano assolutamente l’italiano, sono state accompagnate all’Ospedale Santissima Annunziata di Taranto, dalle ambulanze del 118, dove la prima, poi arrestata, è stata giudicata guaribile in 30 giorni per le lesioni subite e ricoverata, mentre la connazionale, affetta da una lussazione alla clavicola sinistra, da un morso al braccio destro e contusioni varie, è stata dimessa con la stessa prognosi.
Solo grazie all’ausilio di un’interprete, i carabinieri hanno ricostruito l’accaduto: Aia Moidi Saucess avrebbe sfruttato la connazionale, dalla quale pretendeva e riscuoteva la somma mensile di 500 euro per consentirle di svolgere l’attività di prostituzione. L'altra, per raggiungere irregolarmente l’Italia ad agosto scorso, avrebbe contratto un debito di 45.000 euro con la sua sfruttatrice.
Di fronte alla impossibilità manifestata dalla vittima di corrispondere la somma mensile pretesa, Aina Moidi Saucess l’avrebbe malmenata anche con un bastone, provocando la reazione della connazionale che, per difendersi, avrebbe recuperato un coccio di bottiglia colpendo la 22 enne al fianco sinistro.
La donna sfruttata è stata collocata in una casa famiglia, mentre la donna arrestata si trova piantonata in ospedale dai militari.
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/homepage/massafra-prostitute-litigano-e-finiscono-all-ospedale-una-in-cella-per-estorsione-no773124

Pompei (NA) - Calci a ventre e gambe degli agenti: prostituta rumena denunciata 84 volte in 16 mesi
7 gennaio 2015 - Prostituta rumena arrestata dalla Polizia di Stato per resistenza e lesioni a Pubblico Ufficiale. In 16 mesi, la donna era stata denunciata 84 volte per violazione del foglio di via obbligatorio.
La 35enne è stata notata ieri, intorno alle 17, da una pattuglia del Commissariato di Pompei mentre, in abiti succinti, tentava di adescare potenziali clienti. Gli agenti - che già conoscevano la donna in quanto destinataria di un foglio di via obbligatorio dal comune di Pompei - si sono avvicinati per condurla in ufficio per le incombenze del caso. La 35enne, però, ha reagito con insulti e minacce, fino ad arrivare ad una vera e propria aggressione fisica, colpendo un agente con calci al ventre ed alle gambe.

La donna, che con non poche difficoltà è stata condotta in commissariato, è ora accusata anche di violenza, minaccia, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Arrestata, la 35enne sarà giudicata con rito direttissimo presso il Tribunale di Torre Annunziata.
http://www.napolitoday.it/cronaca/arrestata-prostituta-denunciata-84-volte-pompei.html

Turate (CO) - Le povere sfruttate si massacrano fra loro a bastonate
15 febbraio 2015 - Rissa a luci rosse ieri intorno all’ora di pranzo lungo la Pedemontana: una dozzina di prostitute si sono affrontate senza esclusioni di colpi per la conquista del territorio in cui poter svolgere la loro “professione”. E tre di loro sono finite in pronto soccorso.
Anche la piazzola più in vista di una strada, per calamitare il maggior numero di clienti, può scatenare una zuffa da saloon tra signore. Lo scontro ad alto tasso erotico è esploso all’altezza della rotonda vicino al cavalcavia della Pedemontana tra Cassano Magnago e Lomazzo, in prossimità di Turate, in provincia di Como.
Da una parte c’erano le “vecchie” prostitute, dall’altra le nuove leve che hanno tentato di soppiantare quelle più esperte portandole vie i posti migliori. Posizioni privilegiate che si sono conquistate nel corso degli anni e che hanno garantito loro ricchi compensi e prestazioni garantite con numerosi clienti, abituali frequentatori della provinciale. Scardinare delle posizioni precostituite ha innescato una rissa molto violenta che ha costretto almeno tre ragazze alle cure sanitarie in ospedale.
Secondo una ricostruzione sommaria dell’accaduto, i due schieramenti erano equamente suddivisi: sei ragazze originarie dell’Est Europa da una parte, e quelle di origini rom dall’altra. In pochi istanti dalle parole si è passati ai fatti: le ragazze si sono prese a male parole, si sono minacciate e insultate, ma nessuna delle contendenti è arretrata di un centimetro. Chi aveva conquistato la piazzola non era per nulla intenzionata a cederla. A quel punto le prostitute si sono accapigliate e se le sono suonate di santa ragione, tra urla, pugni, schiaffi e graffi.
Due di loro sono state colpite con violenza alla testa da un bastone o da qualcosa del genere. Sono rimaste ferite alle testa riportando dei tagli suturati successivamente nel trasporto all’ospedale di Saronno. La terza ragazza ferita e trasportata in ospedale ha, invece, riportato un ematoma, sempre alla testa, ma non ci sarebbe stato bisogno di punti di sutura. La rissa tra lucciole è stata placata grazie all’intervento dei carabinieri. Nella zuffa anche altre ragazze hanno riportato lievi contusioni, ma nessuna è rimasta ferita in maniera grave. Ma i momenti che si sono vissuti sono stati decisamente movimentati.
I militari, intervenuti tempestivamente sul posto, hanno raccolto le testimonianze di tutte le ragazze coinvolte nella mega rissa. In gran parte si parla di prostitute già denunciate dai carabinieri e con il foglio di via in mano, eppure per il momento nessuno è riuscito a schiodarle. Le donne coinvolte verranno denunciate per rissa dai carabinieri della stazione di Turate.
http://www.laprovinciadivarese.it/stories/Cronaca/pedemontana-bollente-maxi-rissa-tra-prostitute_1105185_11/


Roma - Prostituta rumena estorce pizzo-marciapiede a coltellate
23 maggio 2015Ha chiesto soldi a un'altra lucciola per 'concederle' l'utilizzo di un tratto di marciapiede; poi, armata di un coltello, l'ha aggredita e ferita al petto.
L'episodio è emerso nel corso della vasta operazione di controllo effettuata dai carabinieri del comando provinciale di Roma contro la prostituzione in strada in via Salaria, via dei Prati Fiscali, viale Tupini, viale Europa, viale America, viale dei Primati Sportivi, piazzale Ferruccio Parri, piazza Gandhi, viale Marconi, via Cristoforo Colombo, via Prenestina, via Palmiro Togliatti.
Trentacinque donne, tutte rumene, sono state identificate.

La prostituta, una 25enne, è stata arrestata in flagranza per aver chiesto dei soldi a una connazionale di 38 anni in cambio della “concessione” di un tratto di marciapiede. I carabinieri hanno raccolto la denuncia della vittima, che è stata aggredita e ferita al petto e al gomito dalla collega, armata di un coltello a serramanico, riportando una prognosi di 7 giorni.

Sassari - Lite a colpi di mannaia tra prostitute cinesi: urla e sangue
21 agosto 2015Una lite a colpi di mannaia tra due prostitute cinesi stava per finire in tragedia.
È' accaduto questa mattina intorno alle 10.30 in Corso Vico a Sassari ma la furiosa aggressione è proseguita fino a Largo Infermeria a San Pietro dove risiede una delle due extracomunitarie.
Entrambe sono state soccorse dal 118. Una delle due donne è apparsa subito in condizioni più gravi a causa di una profonda ferita alla testa.
Ancora da chiarire i motivi del litigio anche se alcuni testimoni hanno riferito che le giovani cinesi avevano avuto una violenta discussione anche il giorno prima, probabilmente per vecchie ruggini.


1 commento:

Anonimo ha detto...

ciò che pensano le prostitute dei loro clienti....

Tu sei buona solo per scopare; dammi la figa il resto di te conta zero; per me sei solo una alternativa ad una sega! :certe verità fanno inviperire.

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