Kelley Lynch, ex manager di Leonard Cohen, è stata condannata per molestie da un tribunale di Los Angeles e ora rischia cinque anni di prigione.
Il caso riguarda centinaia di telefonate, messaggi registrati ed e-mail minatorie che Cohen ha ricevuto a partire dal 2004, anno di scioglimento del loro sodalizio professionale (con implicazioni anche sentimentali, dal momento che in una pre-udienza il poeta/cantante ha ammesso di avere avuto una "breve relazione intima" con l'imputata, di ventidue anni più giovane di lui).
Comparso in tribunale in tre diverse occasioni, il settantasettenne artista di Montreal ha spiegato alla giuria di essersi sentito infastidito, e a volte anche spaventato, dalle minacce della Lynch.
"Non è piacevole sentire dire frasi del tipo 'Cohen finirà impiccato' ", ha dichiarato il cantautore, mentre la sua legale, Sandra Joe Streeter, ha prodotto come prove documentali messaggi che lo accusavano di spergiuro, frode fiscale e uso di droghe. "Gli ha reso la vita un inferno", ha sostenuto la Streeter nella sua arringa conclusiva.
La posizione dell'imputata è aggravata dal fatto di non avere ottemperato a ordinanze precedenti che le intimavano di non disturbare il suo ex cliente.
Le ruggini tra Cohen e la Lynch risalgono al 2004, quando Cohen - reduce da un periodo di ritiro spirituale presso un monastero buddhista in California - si accorse che la manager gli aveva sottratto somme ingenti di denaro: l'anno seguente le fece causa accusandola del furto di 5 milioni di dollari.
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