Questa volta la vittima della violenza a scuola non è un alunno ma una maestra. Si chiama Maria, ha 26 anni, è un’insegnante precaria da tre anni. È stata insultata, aggredita, addirittura picchiata in classe davanti ai suoi bambini dalla madre e dalla sorella di un suo piccolo alunno disabile. È accaduto a Ponticelli, via Bartolo Longo al confine con il famigerato «Lotto Zero», plesso «G» del 70esimo circolo didattico. La maestra è stata accompagnata al pronto soccorso dell’ospedale Villa Betania, dove i medici le hanno diagnosticato contusioni con ecchimosi. Guarirà in cinque giorni.
Il preside della scuola ha presentato al commissariato di Ponticelli una denunzia di infortunio sul lavoro da trasmettere all’Inail, ma l’avvocato della maestra, Pasquale Spina, si è riservato di presentare una querela. Maria è stata colpita con un calcio al basso ventre dalla sorella di Daniele, 6 anni, un bambino di prima elementare affetto da una patologia che talvolta non gli consente di controllare le sue funzioni fisiologiche. Nulla di grave, normalmente. Ieri mattina, invece, le cose si sono improvvisamente complicate. Ecco com’è andata. Daniele se l’è fatta addosso. Maria si è accorta che doveva essere cambiato e ha chiamato un’assistente materiale per fare avvertire la famiglia del bambino. Poco dopo è arrivata a scuola la mamma di Daniele. Famiglia difficile, il padre del disabile è detenuto, già in passato la direzione aveva invitato la donna a tenere comportamenti adatti a un ambiente scolastico. Appena entrata in cortile, invece, la mamma del bambino ha cominciato a sbraitare contro le insegnanti. Era convinta che il piccolo fosse stato trascurato o maltrattato. Maria non ha esitato ad andarle incontro per spiegarle che si sbagliava, che lei, invece, tiene moltissimo a Daniele e che quel «bisognino» improvviso poteva essere conseguenza dei farmaci. Non è bastato. La donna, infatti, ha continuato a gridare fino a quando non ha ripreso suo figlio ed ha lasciato la scuola. Sembrava finita, ma il peggio doveva ancora venire. Maria, intanto, era rientrata in classe con gli altri bambini della prima elementare. Dieci minuti dopo - racconta la maestra nell’intervista che pubblichiamo qui accanto - la sorella di Daniele, una ragazza sui vent’anni, è entrata in classe superando inspiegabilmente tutti i controlli del personale. E anche lei ha cominciato a gridare contro Maria, accusata, questa volta, di non aver riposto nella zaino di Daniele il suo pupazzo preferito, il personaggio di un cartone animato che il bambino chiama «Crash». La maestra si è difesa. Tiene anche lei a quel pupazzo, perchè vuole bene a Daniele, e lo aveva rimesso personalmente nel suo zaino. Niente da fare. La sorella del piccolo disabile, anzi, nonostante fossero presenti gli altri bambini, ha sferrato con violenza un calcio a Maria, colpendola al basso ventre. Un dolore acuto. La maestra si è piegata su se stessa. Poi grida, confusione, bambini terrorizzati. Finalmente, una collega di Maria e un’assistente sono riuscite a bloccare l’intrusa e ad allontanarla dalla scuola. Il consigliere comunale di An, Marco Noto, che per primo ha riferito la notizia dell’aggressione, ha espresso solidarietà al corpo docente del circolo didattico ed ha annunciato l’intenzione di presentare un’interrogazione al sindaco.
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26 novembre 2006
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