San Giorgio in Bosco, la coppia abitava da anni in Italia ma il camionista desiderava tornare a vivere in patria. Il racconto del conoscente dalla vittima: «Quando ho saputo che era morto e come era successo sono rimasto sotto choc»
«Lui voleva ritornare in Romania e forse voleva cominciare una nuova attività come autotrasportatore, lei invece voleva rimanere in Italia, a San Giorgio in Bosco nel Padovano, dove vivevano da anni. Per questo so che avevano avuto degli screzi e dei momenti di infelicità, ma tutte le coppie che stanno insieme da molto tempo litigano per questioni tecniche». A parlare è R. C., un conoscente di Gheorghe Zapate, il cinquantaseienne che il 22 agosto è stato ucciso a coltellate a Fundeanu, nella contea di Galati, in Romania: omicidio per cui è stata arrestata la moglie V. Z. di 53 anni.
Il delitto
Del delitto e dei suoi contorni se ne stanno occupando le forze dell’ordine romene e la dinamica quanto il movente rimangono ancora avvolti nel mistero. Il fatto è accaduto la sera di venerdì 22 agosto. I due erano partiti dal Padovano per organizzare la veglia ortodossa (parastas) in memoria della madre di lui. Quella sera i due coniugi erano in cucina e forse insieme stavano rimettendo ordine dopo la cena. Tra di loro sarebbe scattata una discussione che, in pochi minuti, sarebbe degenerata in una violentissima lite. Per motivazioni che ancora non sono chiare, V. avrebbe impugnato uno dei coltelli della cucina e avrebbe colpito il marito Gheorghe con due colpi, uno di questi al petto. La lite non sarebbe passata inosservata: ad accorgersi per prima che era successo qualcosa di grave sarebbe stata proprio la sorella di lui che, entrando nella stanza a grande velocità, lo avrebbe trovato per terra, in un’enorme pozza di sangue che bagnava la sala. Proprio lei ha chiamato l’equivalente del Suem che si è precipitato a casa. L’uomo è stato portato via d’urgenza e ricoverato in terapia intensiva, ma è morto subito dopo.
Il movente
Sul movente si sa ancora poco e, sebbene si sappia che i due avessero litigato poco prima della tragedia, non è ancora chiara la motivazione. Gheorghe e V. (la loro figlia con occupazione a Camposampiero, in ospedale) lavoravano entrambi a San Giorgio in Bosco. Lui era un autotrasportatore, lei invece operaia in una ditta che produce materassi. Entrambi dedicavano la maggior parte delle loro vite al lavoro e, proprio in occasione della cerimonia dedicata alla mamma di Gheorghe, avevano deciso di prendersi una pausa, organizzando un viaggio da cui sarebbero tornati qualche giorno dopo. «Gheorghe era un uomo normalissimo», continua R.C., che per qualche tempo aveva avuto modo di lavorare con il cinquantaseienne. «Quando ci hanno detto che era morto e com’era morto, siamo rimasti tutti sotto choc. Era una persona profondamente devota alla professione, gli piaceva e dopo aver lavorato in Italia per molto tempo, aveva cominciato a pensare di poter anche ritornare in Romania, facendo sempre l’autotrasportatore. So che questo aveva creato qualche screzio con la moglie. I due forse discutevano, ma come spesso succede tra marito e moglie», conclude.
Nessun commento:
Posta un commento