24 marzo 2024

 Per l’accusa la donna voleva ucciderlo: avevano avuto una storia, e la fine aveva scatenato la gelosia di lei, che ora rischia il carcere

 TARANTO - «Come mai non ti ho ammazzato? Come mai non sei morto». E poi una raffica di insulti. Sono le prime parole che la 45enne tarantina, finita ai domiciliari per tentato omicidio, avrebbe detto all'uomo che ha investito in via Mazzini a Taranto nel pomeriggio del 22 marzo scorso: non un incidente casuale, ma un gesto compiuto, secondo la procura, con il preciso intento di ucciderlo. Ed è anche per questo che il pubblico ministero Enrico Bruschi, nella richiesta di convalida del fermo, ha chiesto al giudice di applicare la misura della custodia cautelare in carcere. Sarà il il gip Benedetto Ruberto a decidere se trasferire la donna in cella oppure se lasciarla ai domiciliari dove si trova dal momento del fermo: domani mattina, infatti, la 45enne dovrà comparire dinanzi al magistrato per l'interrogatorio di convalida, accompagnata dal sue difensore, l'avvocato Paolo La Gioia.

Le indagini condotte da i carabinieri, per il pm Bruschi, hanno infatti permesso di accertare la volontà della donna di uccidere l'uomo con cui aveva avuto una relazione: un rapporto che da qualche tempo era finito, scatenando l'ira della donna. E per l'accusa questo avrebbe provocato il gesto di due giorni fa. Intorno alle 18 l'uomo era in via Mazzini passeggiava parlando al telefono quando l'auto lo ha travolto: le telecamere di video sorveglianza - raccolte immediatamente dagli agenti della Polizia Locale che insieme ai militari dell'Arma erano intervenuti sul luogo – hanno però fatto emergere aspetti che hanno portato la donna sotto accusa. L'auto, infatti, avrebbe improvvisamente svoltato a sinistra verso via Monfalcone salendo sul marciapiede in fase di accelerazione: solo la presenza di un dissuasore di parcheggio (paletti gialli presenti agli angoli delle strade) ha impedito l'uccisione dell'uomo. Ma soprattutto a suscitare i dubbi della magistratura è stata la reazione che la donna ha avuto una volta avvenuto l'incidente: stando a quanto i testimoni hanno raccontato ai carabinieri, infatti, avrebbe cominciato a inveire contro la vittima. «Come mai non ti ho ammazzato? Come mai non sei morto». Tutto questo alla presenza della figlioletta di 7 anni che si trovava nel veicolo. E infine quando la donna ha preso la bambina e si è allontanata lasciando lì l'auto, è apparso chiaro che qualcosa non tornava. La vittima intanto era addirittura rimasta incastrata sotto l'auto e solo grazie all'aiuto di due cittadini extracomunitari è stato possibile metterlo in salvo e portarlo in ospedale: i medici che lo hanno immediatamente soccorso gli hanno infine diagnosticato solo ferite guaribili in 20 giorni.

La donna, qualche ora dopo, si è presentata nella caserma dei carabinieri insieme all'avvocato La Gioia: la 45enne, però, non ha voluto fornire nessuna versione dei fatti che potesse in questa fase migliorare la sua posizione. E così il pm Bruschi ha disposto per lei il fermo agli arresti domiciliari, ma ora all'orizzonte di profila l'ipotesi che si spalanchino le porte del carcere. La donna e il suo legale, quindi, dovranno valutare a fondo se, nell'interrogatorio di domani, avvalersi della facoltà di non rispondere oppure rispondere alle domande del giudice per provare a scalfire l'accusa e evitare di entrare in carcere.

Fonte: https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/taranto/1489076/taranto-investe-l-ex-e-poi-urla-perche-non-muori-la-45enne-arrestata-per-tentato-omicidio.html

 


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