Quando mangiava pretendeva che i suoi piccoli alunni stessero col
il capo chino per tutto il tempo, per stare più tranquilla e se qualcuno
non le obbediva erano botte, ginocchiate nella schiena e schiaffi. In
un caso avrebbe infilato la testa di una bambina, con difficoltà
psicofisiche riconosciute, nel cestino della spazzatura. È stata
arrestata, e messa ai domiciliari, su disposizione del gip di Roma una
maestra elementare di 54 anni. Ad accusarla, colleghi e anche ex alunni
ora maggiorenni. I maltrattamenti ai piccoli alunni di una scuola
statale del quartiere Appio a Roma andavano avanti da anni, anche perchè
ad incastrare la maestra sono stati anche i racconti di ex alunni oltre
alle denunce partite dalle famiglie di tre attuali allievi.
E la Gilda chiede ai presidi di denunciare i casi sospetti e al
parlamento una legge per gli insegnanti non più idonei, «da spostare in
altri ministeri». Le indagini sono partite nel marzo scorso quando i
poliziotti hanno raccolto lo sfogo di un collaboratore scolastico che
aveva assistito ad un gesto di violenza fatto dalla maestra ad un
bambino di 6 anni; secondo il racconto del testimone, la maestra,
tenendo il bimbo per un braccio, lo avrebbe colpito con una ginocchiata
alla schiena ed un forte schiaffo in faccia. La polizia ha raccolto
varie testimonianze di ex alunni e attuali allievi, di genitori e
familiari di alcuni bambini. Fin dai primi racconti, è emerso, secondo
gli inquirenti, «un quadro inquietante». La maestra, nel corso degli
ultimi anni, era stata più volte spostata di classe ma altri
provvedimenti, fino all'intervento dell'autorità giudiziaria, non sono
mai stati presi, circostanza che ha portato ora gli inquirenti anche a
vagliare eventuali responsabilità da parte della scuola. Fabrizio
Reberschegg, dirigente sindacale della Gilda, torna a chiedere «con
forza, come facciamo da decenni, che alla luce di questo ennesimo caso
venga fatta una proposta di legge sulla cosiddetta mobilità
intercompartimentale. Ovvero, prevedere per l'insegnante che non è più
in grado di svolgere il suo lavoro, lo spostamento in altri ministeri.
Ma potrebbe esistere anche la mobilità compartimentale, lo spostamento
dell'insegnate al Provveditorato o al Ministero dell'Istruzione. Il
lavoro dell'insegnante, bisogna capire, non è un semplice lavoro
impiegatizio: ha dei riflessi sulle persone, sui bambini, in questo
caso. E se uno non è in grado di farlo, va spostato». E ai presidi dice:
«Abbiano il coraggio di intervenire e di denunciare».
Fonte: http://www.ilmessaggero.it/roma/cultura/roma_maestra_arrestata_bimbi_picchiati-2540315.html
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