24 ottobre 2016

Avviata dalla madre a prostituirsi a soli 13 anni: una storia di degrado e abbandono quella che si è consumata a Castel San Giorgio, nel Salernitano. La donna, una quarantenne, aveva coinvolto la ragazzina - che frequenta un istituto di Nocera Inferiore - in un giro di prostituzione messo in piedi da un 62 enne del luogo. Accusata di favoreggiamento ed organizzazione della prostituzione minorile, la donna è stata arrestata dai carabinieri di Mercato San Severino assieme all’uomo accusato anche di favoreggiamento della prostituzione. La vicenda ha inizio quando il 62enne si reca a casa della donna per alcuni lavori saltuari e così entra in contatto con lei. L’uomo, che procacciava donne per un altro anziano, recluta la mamma della ragazza nel giro di squillo. Mentre la signora andava con i clienti - il tutto non avveniva mai per strada - l’operaio si intratteneva sessualmente con la giovane alla quale regalava piccole somme di denaro. 

Non si esclude che la donna abbia avuto tra i clienti anche lo stesso operaio, né che la figlia sia andata con i partner della madre. Inizialmente la donna portava con sé la ragazzina agli incontri che la riguardavano. Ma ad un tratto, le due, resesi indipendenti, forse anche grazie ai guadagni accumulati, hanno iniziato a recarsi da sole dai clienti, servendosi dell’auto che la stessa aveva acquistato. Cosa che aveva preoccupato non poco l’anziano, il quale temeva di perdere il guadagno economico che le due fruttavano con le proprie prestazioni sessuali. 

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Salerno, sono state avviate dai militari di Castel San Giorgio guidati dal capitano Alessandro Cisternino dopo alcune segnalazioni arrivate a inizio anno, tra gennaio e febbraio. Alcune persone della zona, tra cui alcuni parenti della ragazzina, infatti, si erano insospettiti della frequentazione così assidua e immotivata tra la ragazzina e il 62 enne, nonché delle frequentazioni dell’adolescente con uomini adulti, cosa che avveniva con il consenso e la complicità della madre. 

La famiglia della giovane era seguita dai servizi sociali già da due anni, probabilmente proprio a causa dei cambiamenti mostrati dall’adolescente nel suo modo di vivere. I militari non solo hanno ascoltato le persone informate dei fatti, ma hanno anche proceduto con intercettazioni per delineare al meglio le posizioni dei due indagati che risultano pesantissime. A peggiorare la situazione anche l’assenza del padre, definito un soggetto che vive una situazione di disagio. La ragazzina, apparsa sin da subito molto disorientata, è stata affidata alla nonna paterna che si prenderà cura di lei.  


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