14 agosto 2016

Rosarno, uccidono il fratello più piccolo per spartirsi l'eredità: due arresti

Un "consiglio di famiglia" per decidere l'eliminazione di Antonio Scarone, arrestati la sorella e il marito. Già in manette un altro fratello della vittima e il nipote.
ROSARNO (REGGIO CALABRIA) - Consiglio di famiglia per decidere un omicidio. Tragica storia in Calabria che ha portato all'uccisione di Antonio Scarfone, assassinato il 14 agosto 2016 a Rosarno. Lo hanno scoperto i carabinieri, che ieri mattina all'alba hanno arrestato la sorella della vittima, Vittoria Scarfone, 54 anni, e il marito di lei, Vincenzo Timpani, entrambi accusati concorso in omicidio aggravato dalla premeditazione.

Secondo quanto emerso dalle indagini della procura di Palmi, anche loro hanno partecipato all'organizzazione dell'agguato in cui ha perso la vita Scarfone, freddato l'estate scorsa con due colpi di revolver 7,65 la notte del 14 agosto, a poche centinaia di metri dalla casa della madre, Carmela Fazzari. All'epoca, grazie anche alla testimonianza della moglie della vittima, Soumia Lachhab, in manette erano finiti Angelo Scarfone, 52 anni, fratello della vittima, e il nipote ventottenne Luigi Timpani, figlio della coppia arrestata in mattinata. Le indagini degli ultimi mesi avrebbero però dimostrato che i due fermati dell'estate scorsa sarebbero stati solo gli esecutori materiali di un vero e proprio piano progettato in famiglia. I fratelli maggiori, Vittoria e Angelo Scarfone, insieme ad alcuni dei loro familiari, avrebbero deciso di eliminare il più piccolo, Antonio, per meglio spartirsi la pensione e gli immobili della madre.

Una ricostruzione contestata dai coniugi, che respingono ogni addebito e tramite il loro legale fanno sapere "il giorno dell'omicidio, la signora Scarfone Vittoria, insieme al marito, al figlio Luigi  ed al fratello Angelo, avrebbero sollecitato l'intervento dei Carabinieri di Rosarno al fine di denunciare il fratello Antonio (che sarebbe stato ucciso intorno alle 23.00) per abbandono di persona incapace, attese le ritenute condotte omissive che avrebbero causato lesioni personali alla madre". Per il legale che li assiste, l'avvocato Adele Manno "sarebbe del tutto illogico, infatti, che, avendo poche ore prima  deciso di uccidere il congiunto, il pomeriggio gli stessi soggetti  convocassero i  Carabinieri proprio nel luogo che sarebbe diventato da lì a poco la scena del crimine". Elementi che a detta del difensore della coppia "convergono nel senso di una lite familiare sfociata in tragedia".

Di tutt'altro avviso la Procura di Palmi e il giudice che ha ordinato l'arresto dei coniugi, secondo cui da tempo i rapporti fra i fratelli erano burrascosi. Alla vittima, Vittoria ed Angelo rimproveravano di aver monopolizzato casa e pensione dell'anziana donna, senza preoccuparsi minimamente del suo stato di salute. Recriminazioni tracimate in una furiosa lite la mattina del 14 agosto, quando Angelo e il nipote Luigi - entrambi residenti in Emilia Romagna - si sono presentati a sorpresa a Gioia Tauro per affrontare Antonio, minacciato di morte di fronte alla compagna. Parole che
  la vittima ha preso sul serio, tanto da sparire per l'intera giornata e rientrare a casa della madre solo a notte fonda. Una fuga che non l'ha salvato. Nei pressi della casa della madre ha trovato il fratello Angelo e il nipote Luigi che lo hanno freddato, per poi dileguarsi.


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