18 novembre 2015

aggiornamento del 5 dicembre 2015
Una svolta attesa da giorni, ma che aggiunge un altro, inquietante capitolo alla vicenda della neonata uccisa e sepolta subito dopo il parto: la madre, di 17 anni, residente nell’Alta Padovana, è stata arrestata giovedì pomeriggio, e ha già trascorso le sue prime due notti nella casa circondariale femminile minorile di Pontremoli.
Sarebbe stata lei, dopo essersi auto indotta il parto al settimo mese di gravidanza, a infierire (con un paio di forbici, o forse con un coltello) sul corpicino della figlia non voluta. Una verità straziante già emersa dall’autopsia di una settimana fa.
Negli ultimi giorni, le indagini di due Procure - quella dei minori di Venezia, per la madre, e quella di Padova per il fidanzato 18enne e padre della bimba -, sono giunte a un primo verdetto: la madre avrebbe fatto tutto da sola. La posizione del padre, che avrebbe aiutato la compagna soltanto al momento di occultare il cadavere, resta al vaglio degli inquirenti, ma al momento nei suoi confronti non è stata emessa alcuna misura cautelare.
«Al termine degli accertamenti autoptici - hanno spiegato i carabinieri di Piombino Dese, nel Padovano - sono emersi nei confronti della ragazza gravi indizi di colpevolezza in ordine all’uccisione della propria figlia, avvenuta immediatamente dopo il distacco dall’utero con l’utilizzo di un’arma bianca, procurandole plurime ferite all’addome e alla testa». Oltre al reato di omicidio doloso aggravato, la ragazza è accusata di occultamento di cadavere in concorso e di false attestazioni sull’identità personale, perché dopo l’aborto indotto si presentò in ospedale fornendo le generalità di un’amica.
Dal 18 novembre, giorno dell’uccisione della piccola, a oggi, il tremendo puzzle dell’infanticidio si è composto tassello dopo tassello: le bugie della coppia in ospedale, mentre quel feto era sepolto in un campo a pochi metri da casa; la scoperta dell’aborto autoindotto, cercando i farmaci in internet; la sconvolgente autopsia, con le ferite su quel corpicino che aveva molto più tempo dei tre mesi riferiti dalla madre, e che sarebbe sopravvissuto al parto.
Ora, l’arresto. Resta qualche tessera da incastrare: davvero i genitori della ragazza, che dormivano mentre la figlia (chiusa in bagno) infieriva sulla piccola, non si sono accorti di nulla fino al mattino seguente? Il compagno sarebbe entrato in scena a omicidio avvenuto, per soccorrere la fidanzata in preda all’emorragia. E l’avrebbe aiutata a nascondere la loro bambina. In una busta di plastica, dentro una fossa larga mezzo metro.

Fonte: https://www.lastampa.it/2015/12/05/italia/cronache/la-neonata-uccisa-a-forbiciate-in-manette-la-mammaragazzina-PrcEx5kOJORepZPReg9ifJ/pagina.html


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