20 febbraio 2015


Una orribile notizia arriva dalla Svezia dove tre ragazze, figlie di una donna di 59 anni, sono state costrette alla completa segregazione per oltre 10 anni.
La vicenda ha scosso la cittadina di Bromolla, nella contea di Scania, nella regione di Gotaland, dove la tragedia si è consumata per tutti questi anni nascosta da una porta blindata. 
La terribile scoperta è stata fatta dalla polizia locale mercoledì sera su segnalazione di un vicino che da poco avrebbe appreso dello stato in cui vivevano le povere ragazze.
Sul posto si sono immediatamente recati i sanitari e gli assistenti sociali, oltre alle autorità inquirenti. Gli agenti hanno posto agli arresti la madre che inutilmente avrebbe cercato di scappare. Attualmente la donna, Pär Andersson, è detenuta nelle celle di sicurezza del tribunale di Kristianstad dove dovrà rispondere dei capi di imputazione contestati ed in particolare di sequestro di persona. 
Dietro quella porta chiusa hanno vissuto tre ragazze, all’epoca di 13, 14 e 22 anni, prigioniere contro la loro volontà in un appartamento di 65 metri quadrati e, con tutta probabilità, mai un giorno di scuola, mai uno svago. 
In seguito alle perquisizioni, gli inquirenti hanno accertato che le tre ragazze dormivano a terra su materassini ad aria. All’interno della casa nessuna possibilità di comunicazione: niente telefono, niente televisione. 
Appena si è diffusa la notizia un uomo si è presentato agli inquirenti dichiarando di essere il padre di una delle tre ragazze e spiegando che erano almeno 17 anni che non ne aveva più notizie. 
Secondo le prime ricostruzioni le ragazze sarebbero state segregate sin da subito quando la madre, in fuga dal marito, si trasferì dapprima ad Are poi a Bromolla ma gli investigatori stanno ancora indagando.
Nega ogni accusa Pär Andersson, la madre delle tre ragazze. Il suo avvocato difensore, Thomas Ljungdahl sostiene che la donna non avrebbe mai limitato la libertà di muoversi alle ragazze e che per certi periodi sono anche andate a scuola. 
Intanto la comunità svedese si interroga: in dieci anni nessuno ha sentito niente, nessuno sapeva? Intanto le indagini continuano, col massimo riserbo.


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