3 giugno 2014

Acido in faccia per vendetta, donna condannata a tre anni

aggiornamento del 10 gennaio 2015
Dovrà scontare tre anni di reclusione la donna che, martedì 3 giugno 2014, gettò dell’acido muriatico in faccia ad un noto commerciante di Quarrata, Alessio Gori, 59 anni. E alla fine della detenzione, dovrà essere ricoverata in una struttura psichiatrica per farsi curare.
Così ha stabilito venerdì 9 la sentenza del giudice per le indagini preliminari Roberto Tredici, al termine dell’udienza con rito abbreviato nei confronti di Nicoletta Schiavone, 53 anni, pratese, accusata di tentate lesioni gravissime.
Che la donna soffrisse di gravi problemi psichiatrici era emerso già poco dopo l’aggressione al commerciante. Ai carabinieri che l’avevano fermata, infatti, non aveva saputo spiegare coerentemente il perché del suo gesto. Alla sua vittima però aveva gridato di volersi vendicare per un antico sgarbo, ricevuto tanti anni prima.
La possibile ragione l’aveva fornita, il giorno dopo, l’aggredito: con quella donna, si era ricordato, era uscito un paio di volte quado aveva vent’anni. Una breve frequentazione, seguita da quattro decenni di silenzio. Nulla, insomma, che potesse spiegare la grave aggressione subita dal commerciante il pomeriggio del 3 giugno.
Un’aggressione che solo per la prontezza di riflessi di Alessio Gori non aveva prodotto danni rilevanti. Quando Nicoletta Schiavone, dopo essere entrata nella sua merceria agli Olmi, l’aveva avvicinato con una scusa, gettandogli poi in faccia l’acido muriatico contenuto in una bottiglietta che si era portata dietro, Gori raccontò di essere corso in bagno, di essersi tolto la maglia e i pantaloni e di essersi sciacquato subito la faccia. “Pensavo di morire, mi bruciava tutto e non riuscivo a respirare, mi mancava l’aria”, raccontò poi il commerciante. In quel modo, Gori riuscì ad attenuare l’effetto dell’acido, che finì col procurargli solo una temporanea irritazione ad un occhio.
Ma il gesto della Schiavone avrebbe potuto provocare danni ben più gravi: di qui l’imputazione di tentate lesioni gravissime. Oltretutto la donna, la sera stessa dell’aggressione, rientrata a casa, aveva telefonato alla sua vittima alle 23,30 minacciandolo: “Questa volta ti è andata bene, ma la prossima non sarà così”.
Decisiva, poi, nel processo, la consulenza del medico che ha esaminato le condizioni psichiche dell’imputata. La donna è stata riconosciuta possedere una ridotta capacità di intendere e volere, sufficiente comunque a non cancellarne del tutto l’imputabilità. La stessa consulenza ha anche ribadito la pericolosità sociale di Nicoletta Schiavone, che ieri non era presente all’udienza.
Anche da queste conclusioni ha preso le mosse la decisione del giudice Tredici: tre anni di reclusione e, alla conclusione di questi, il ricovero in una struttura psichiatrica.

link alla notizia:
http://iltirreno.gelocal.it/pistoia/cronaca/2015/01/10/news/acido-in-faccia-per-vendetta-donna-condannata-a-tre-anni-1.10636225


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