13 luglio 2014

Gestiva la casa d'appuntamenti per conto della mamma. Lei era un'imprendiotrice del sesso: si muoveva tra la Toscana, l'Emilia e la Liguria per aprire nuove case squillo. A gestire l'alcola di La Spezia aveva mandato suo figlio, appena quindicenne.

Era lui che apriva alle prostitute la porta dell'appartamento vicino a piazza Verdi; le accoglieva in stazione quando arrivano in città, ritirava la percentuale per la mamma. In cambio, si teneva la "paghetta" settimanale: 30 euro.

Seppur lontana, la mamma si faceva sentire spesso al telefono: "Sei andato a ritare i soldi? chiedeva in una conversazione intercettata dai carabinieri di La Spezia. "Mamma, sono andato: sono 370 euro, ok?" "Come mai così pochi? Te ne dovevano dare 450". "Sì, mamma, ma ottanta euro gli ho spesi per comprare i vestiti alle ragazze".

Quindici anni compiuti lo scorso giugno, di origini sudamericane, aveva imparato ogni trucco del mestiere. Ma i carabinieri che lo pedinavano da mesi, non nascondono che, nonostante il 'mestiere' che gli aveva imposto la madre, il quindicenne aveva una vita quasi normale: al mattino andava a scuola, e qualche sera usciva con gli amici, come fanno gli adolescenti della sua età. 

"Non puoi mandare un minorenne a prendere i soldi, ti sembra il modo?" chiese una prostituta alla mamma del giovane in una delle tante intercettazioni carpite dai carabinieri. "E che male c'è?" tagliò corto la madre.

La donna è stata arrestata in Emilia. Il ragazzino è stato iscritto nel registro degli indagati della Procura per i minorenni di Genova con le accuse di sfruttamento e favoreggiamento della prostotuzione; un'équipe di psicolgoi si occuperà del suo recupero.


http://genova.repubblica.it/cronaca/2014/07/13/news/casa_squillo-91466238/ 


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