Gestiva la casa d'appuntamenti per conto
della mamma. Lei era un'imprendiotrice del sesso: si muoveva tra la
Toscana, l'Emilia e la Liguria per aprire nuove case squillo. A gestire
l'alcola di La Spezia aveva mandato suo figlio, appena quindicenne.
Era
lui che apriva alle prostitute la porta dell'appartamento vicino a
piazza Verdi; le accoglieva in stazione quando arrivano in città,
ritirava la percentuale per la mamma. In cambio, si teneva la "paghetta"
settimanale: 30 euro.
Seppur lontana, la mamma si faceva sentire
spesso al telefono: "Sei andato a ritare i soldi? chiedeva in una
conversazione intercettata dai carabinieri di La Spezia. "Mamma, sono
andato: sono 370 euro, ok?" "Come mai così pochi? Te ne dovevano dare
450". "Sì, mamma, ma ottanta euro gli ho spesi per comprare i vestiti
alle ragazze".
Quindici anni compiuti lo scorso giugno, di
origini sudamericane, aveva imparato ogni trucco del mestiere. Ma i
carabinieri che lo pedinavano da mesi, non nascondono che, nonostante il
'mestiere' che gli aveva imposto la madre, il quindicenne aveva una
vita quasi normale: al mattino andava a scuola, e qualche sera usciva
con gli amici, come fanno gli adolescenti della sua età.
"Non
puoi mandare un minorenne a prendere i soldi, ti sembra il modo?"
chiese una prostituta alla mamma del giovane in una delle tante
intercettazioni carpite dai carabinieri. "E che male c'è?" tagliò corto
la madre.
La donna è stata arrestata in Emilia. Il ragazzino è
stato iscritto nel registro degli indagati della Procura per i minorenni
di Genova con le accuse di sfruttamento e favoreggiamento della
prostotuzione; un'équipe di psicolgoi si occuperà del suo recupero.
http://genova.repubblica.it/cronaca/2014/07/13/news/casa_squillo-91466238/
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