6 giugno 2012

Quando si erano fidanzati, aveva raccontato al ragazzo di venire perseguitata da un ex, residente a Milano, ed aveva mostrato anche una copia di una denuncia sporta ai Carabinieri, e gli aveva detto: «Vedrai, ora magari perseguiterà anche te», è quanto comunicato dalla polizia Postale.
E infatti, nel giro di poco tempo, il ragazzo, a Terni per ragioni di lavoro, ma originario della provincia di Cosenza, aveva cominciato a ricevere sms, in cui veniva minacciato di morte, il suo computer veniva continuamente violato, ed in diverse occasioni qualcuno era riuscito ad entrare perfino nel suo appartamento a Terni e a metterlo a soqquadro. La ragazza, rimasta al paese d’origine in Calabria, gli confermava che l’ex era un hacker e a quel punto il ragazzo, esausto e sul punto di perdere anche il lavoro a causa del forte stress procurato dalla situazione, ha deciso di rivolgersi alla Polizia Postale e delle Comunicazioni di Terni.
Gli agenti hanno avviato un’indagine, sia con mezzi tradizionali, che attraverso l’utilizzo di strumenti informatici e nel giro di alcuni mesi sono riusciti a riscostruire l’intera vicenda che ha portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere da parte del Gip di Terni, Pierluigi Panariello, su richiesta del pubblico ministero, Elisabetta Massini, proprio nei confronti della fidanzata trentatrenne, che è stata arrestata nei giorni scorsi dalla polizia postale di Cosenza. Le accuse a suo carico sono pesanti: stalking, minacce, falso in atto pubblico commesso da privato; ora si trova al carcere di via Sabbione e ripete agli inquirenti che l’intera faccenda va vista solo come normali scaramucce fra fidanzati.
Le «normali scaramucce» annoverano, tra le altre cose, 5.000 sms inviati in tre mesi al cellullare del ragazzo da almeno 15 schede diverse, tutte intestate a lei e a ignari familiari, la falsificazione di un verbale di denuncia, incursioni nel pc del fidanzato rintracciate come partite dal suo computer, e soprattutto l’inesistenza del fantomatico ex.
Quando gli agenti hanno mostrato l’esito delle indagini al ragazzo, smontando punto per punto l’intero castello costruito dalla donna, questi, sotto shock, non riusciva a credere a quanto gli veniva detto, ma alla fine ha dovuto arrendersi all’evidenza, ammettendo che si, forse era un po’ gelosa, ma mai avrebbe creduto che si spingesse fino a tanto, anche perché lui non le aveva mai dato modo di sospettare alcun tipo di infedeltà.


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