25 febbraio 2012

Un’insegnante di scuola materna tanto si è invaghita di un assessore provinciale - regolarmente sposato - da perseguitare una collega di partito di lui, sospettandola d’essere una pericolosa rivale in amore. Da qui una serie interminabile di telefonate, circa un centinaio. E così il got del Tribunale di Maglie Angelo Oliva, ha condannato a 200 euro di ammenda, per molestie, la maestra Marcella Mariano, 44 anni, di Botrugno.
Nel corso dell’udienza, in un’aula gremita, l’imputata, per nulla intimorita dal luogo e dai tanti presenti, ha rivelato di essere stata per due anni l’amante di un noto assessore provinciale - tuttora in carica - e di aver fatto tutte quelle telefonate nella convinzione che la presunta rivale - un’avvenente e giovane consigliera comunale residente nell’hinterland magliese - avesse preso il suo posto nel cuore dell’uomo.
La Mariano ha raccontato che l’amministratore l’avrebbe corteggiata per alcuni anni, e che alla fine lei sarebbe caduta fra le sue braccia. Poi, sempre stando alla sua versione, una sera l’assessore le avrebbe dato il numero di cellulare della propria collega di partito, dicendole che se per qualche motivo non fosse riuscita a rintracciarlo, avrebbe potuto rivolgersi a lei.
E così la Mariano avrebbe iniziato a chiamare la bella consigliera: ad un certo punto, però, il sospetto che fra lei e l’assessore potesse esserci del tenero l’ha logorata. L’imputata sarebbe arrivata al punto di spacciarsi per la moglie del politico, chiedendo alla ragazza di lasciar stare «mio marito».
Il capo d’imputazione parla di numerosissime telefonate da febbraio ad aprile del 2009. Ma le chiamate sarebbero andate avanti sino a luglio, finché la consigliera non decise di chiamare la moglie dell’assessore, intimandole di smetterla di importunarla, visto che lei e suo marito erano semplici colleghi di partito. Inutile dire che la donna, ignara di tutto, cadde dalle nuvole.


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