Benevento: uccise marito con mannaia
seminferma, condannata a sei anni
Il Gup Roberto Melone nell’udienza di ieri mattina ha inflitto una condanna a sei anni e otto mesi a Paolina Bellucci, di 75 anni, la donna che nell’ottobre del 2009 con otto colpi di mannaia uccise, alla Masseria Ponte, il marito Benito Vittorio Lombardi di 72 anni. Ieri mattina il ricorso al rito abbreviato con la requisitoria del pubblico ministero Maria Aversano, che ha chiesto una condanna ad otto anni con la diminuente nel caso che Gup avesse riconosciuto la seminfermità.Poi l’arringa del difensore Vincenzo Regardi che ha puntato sulle precarie condizioni mentali della donna, e sull’esistenza della provocazione. La donna è attualmente detenuta in una struttura sanitaria e il suo legale ha chiesto che si ponga fine a questo ricovero coatto. Il magistrato ha recepito sia l’istanza circa le ridotte capacità mentali che quelle della provocazione, riservandosi di decidere sulla attuale detenzione. Nelle precedenti udienze erano stati ascoltati i periti, quello nominato dal Gup Teofilo Golia, quello designato dal Pm, Feltz e quello della difesa Melchiorre. Tutti hanno eseguito perizie psichiatriche sulla donna giungendo a conclusioni diverse per quanto riguarda la sua attuale pericolosità.
La donna era imputata di omicidio volontario ed aveva confessato sin dal primo momento di aver commesso il delitto. L’imputata, nel corso degli interrogatori a cui era stata sottoposta dai magistrati, (il Pm Aversano ed il Gip Cusani) aveva dettagliatamente ricostruito la sua vita coniugale, confermando che con il coniuge vi erano sempre delle liti, dovute al fatto che l’uomo aveva delle amicizie con altre donne, per lo più straniere, per le quali spendeva anche denaro. Un rapporto coniugale pertanto fortemente incrinato, sfociato poi all’improvviso nella decisione della donna di uccidere il coniuge. Lo aveva fatto adoperando una mannaia. Un dramma familiare, improvviso, tra anziani coniugi.
Un delitto avvenuto nella loro abitazione, una villetta a due piani, alla contrada Masseria Ponte, alla periferia della città, lungo, la vecchia strada che dalla città conduce appunto a Ponte. A scoprire il corpo dell’uomo privo di vita su un divano, accanto al camino, era stato un vicino di casa. Paolina Bellucci, infatti dopo aver ucciso il marito aveva chiamato telefonicamente il vicino di casa dicendogli «Vieni subito è successo un guaio».
L’uomo aveva raggiunto l’abitazione della famiglia Lombardi e davanti ai suoi occhi si era presentata una scena terribile: Benito Vittorio Lombardi sul divano, con il capo fracassato e sangue su tutto il corpo. L’uomo aveva subito capito il dramma e si era precipitato a dare l’allarme e sul posto erano giunti gli agenti della Volante e gli agenti della Squadra Mobile e la polizia scientifica.
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