23 marzo 2011

12 gennaio 2011
Era fissata per questa mattina, in Tribunale a Savona, una nuova udienza del processo che vede imputata, con l’accusa di violenza sessuale a scopo fotografico e sfruttamento di minore finalizzato alla produzione di materiale pedopornografico, una madre savonese. A causa di un impedimento del pubblico ministero però il processo non è stato celebrato ed è stato rinviato al prossimo 15 marzo.
La madre è finita a giudizio perché, secondo l’accusa, avrebbe permesso ad un pittore di Vado (adesso deceduto) - che a sua volta era finito sotto inchiesta per una serie di fotografie che mostrano bimbi molto piccoli in atteggiamenti epliciti - di fare foto osè alla figlioletta. La donna, difesa dagli avvocati Silvio Carrara Sutour ed Emanuele Lamberti, ha sempre respinto le accuse, sostenendo che quelli scatti sarebbero stati realizzati a sua insaputa: “Non mi sono accorta di quello che succedeva alle mie spalle. Lui scattava le foto, mentre ero in cucina a preparare il caffè, a mia insaputa”.


23 marzo 2011
Una madre savonese di 45 anni è stata condannata a tre anni di reclusione con le accuse di sfruttamento di minore finalizzato alla produzione di materiale pedopornografico e violenza sessuale a scopo fotografico.
Le foto osé erano finite a un pittore di Vado Ligure, già sotto inchiesta per reati del genere, ma che poi è deceduto.
La donna si è giustificata dicendo che l'uomo aveva effettuato gli scatti quando lei era in cucina, quindi lontano dalla bambina. Ma i giudici non le hanno creduto.


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