31 gennaio 2011

Insensibile, manesca e violenta: una badante 57enne, di nazionalità georgiana, è stata arrestata dai Carabinieri. Dovrà rispondere di tentata estorsione, violenza privata, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. La donna era stata assunta in prova nel mese di gennaio per dare assistenza a un uomo di 91 anni, vedovo. Per lei nessun contratto scritto da parte dei datori di lavoro, solo l’impegno assunto dai parenti dell’anziano a corrisponderle 900 euro al mese, oltre al vitto e all’alloggio.
A pochi giorni dal suo trasferimento in casa dell’uomo, l’anziano però viene ricoverato nell’ospedale di Terlizzi. Dove resta una quindicina di giorni. Superato un intervento chirurgico, al suo rientro a casa, l’uomo implora i figli di interrompere il rapporto di lavoro con la badante. Pare abbia detto: «Se non mi fa morire Dio, mi farà morire lei».
L’anziano ha raccontato ai figli di quotidiane vessazioni e angherie: pare che la badante gli negasse perfino l’acqua. Così i due figli, un medico 57enne e sua sorella, impiegata in un ente pubblico, comunicano alla donna la decisione di non volere più usufruire della sua collaborazione. E la invitano a lasciare al più presto la casa. La badante ottiene di restare pochi altri giorni in servizio, in attesa di trovare una nuova sistemazione lavorativa. Ma allo scadere della data pattuita è andata in escandescenze, rifiutandosi di lasciare l’appartamento.
Sono iniziate trattative bonarie tra i figli dell’anziano e la badante. Oltre al mese di gennaio, le hanno offerto altri 100 euro come «buonuscita». Ma nulla. La donna - secondo le indagini - pretendeva di percepire anche lo stipendio di febbraio. A quel punto i due fratelli hanno chiamato il 112. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri della locale stazione, guidata dal maresciallo Domenico Andresani.
Sulle prime i militari hanno tentato di mediare tra le parti e di fare accettare alla badante la situazione. Ma la georgiana all’improvviso ha scagliato contro i datori di lavoro i soldi appena accettati, continuando a insistere di non volersi muovere da lì. Alla richiesta dei militari di esibire i documenti, la badante ha perso il controllo. Ha inveito contro i Carabinieri, rifiutandosi di seguirli in caserma. A quel punto sono scattate le manette. Ma un’unghiata della donna ha raggiunto al viso un Carabiniere.
Bloccata, è stata tratta in arresto e per lei si sono aperte le porte del carcere di Trani. Successive indagini hanno permesso di ricostruirne la storia più recente. Arrivata in Puglia da 6 mesi, ha prestato servizio in una famiglia di Bari, da dove è stata allontanata. Quindi si è spostata a Molfetta ma l’esperienza lavorativa è durata soli due mesi. Quello di Ruvo era il suo terzo tentativo da «aspirante» badante.
Della vicenda è stata informata la questura, che deciderà in merito all’allontanamento della donna dal territorio nazionale.


Nessun commento:

Posta un commento