5 novembre 2010


Si è concluso con una condanna in primo grado a 2 anni e 2 mesi, al pagamento di 1000 euro di multa, alla rifusione della spesa di costituzione di parte civile per 4800 euro e al mantenimento del sequestro dei beni, il processo a carico di una coppia accusata di circonvenzione di incapace ai danni di un'anziana signora, deceduta nel maggio del 2007.
Per il giudice Paolo Perlo, A.M, operatrice sanitaria di 53 anni, e il marito di lei P.Z., 65 anni, sono dunque colpevoli. Nonostante l'animata arringa del difensore Tiziana Marraffa, che ha evidenziato come, nel corso dell'istruttoria, non siano emersi elementi certi per determinare la colpevolezza dei suoi clienti. Evidenziando anche come essi siano stati vicini ad una persona anziana, E.B., che più volte aveva lamentato, con diverse persone, di sentirsi sola e di non accettare di buon grado il fatto che i suoi beni fossero amministrati da un'altra persona, la nipote nella fattispecie, suo "amministratore di sostegno" e parte civile al processo contro la coppia.
A.M. aveva conosciuta la signora E.B. nella casa di riposo di Peveragno, "Villa Fiorita", dove l'anziana si trovava ricoverata a seguito ad un ictus e dove l'operatrice sanitaria lavorava. Secondo l'accusa lei e il marito si avvicinarono all'anziana, assecondandola in alcuni suoi vizi, quali quello delle sigarette, dandole ascolto, diventandole amici, e, nel tempo, la circuirono fino al punto da farsi lasciare in eredità un appartamento in corso Brunet a Cuneo. Inoltre, per l'accusa agirono anche per fare ricorso presso il giudice tutelare e far così cambiare l'amministratore di sostegno della donna, la stessa nipote. Richiesta, questa, che venne respinta dal giudice.
Il pm ha poi ricordato che i due coniugi, in precedenza, avevano già subito una condanna a 2 anni e 8 mesi, poi prescritta in appello e non passata in giudicato, per delle somme di denaro che l'anziana avrebbe dato loro tramite assegno. Nonostante questa condanna, la coppia si riavvicinò alla signora, continuando ad approfittare delle sue condizioni di suggestionabilità e infermità di mente, condizioni evidenziate dai medici che hanno testimoniato in aula nel corso dell'istruttoria.


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