30 maggio 2011

http://www.canadiancrc.com/Newspaper_Articles/Conservative_Voice_Female_Sexual_Predators_08AUG06.aspx http://theconservativevoice.com/

The conservative Voice, sito web, USA, di Gordon Finley (Professore di Psicologia presso la Florida International University di Miami, Florida, USA), 8 agosto 2006

Dalle notizie sempre in aumento, dei mezzi stampa ed elettronici, su insegnanti femmine che intrattengono rapporti sessuali con i loro allievi, all’articolo apparso nel numero di febbraio della rivista Seventeen sul libro di Lauren “La mia nonna mi molesta”, i cittadini, impensieriti, hanno tutto il diritto di chiedersi: cosa sta succedendo? E, forse più criticamente: questa è forse la punta dell’iceberg?
In sostanza, la risposta è sì, è la punta dell’iceberg. È anche giusto chiedersi: come si fa a sapere? È difficile saperlo con precisione, perché l’argomento sulle predatrici sessuali è un argomento politicamente scorretto e quindi nascosto alla conoscenza del pubblico. Tuttavia, sappiamo che i pochi professionisti che hanno lavorato in questo ambito ammettono universalmente la massiccia sottostima dei ragazzi o ragazze vittime dalle predatrici sessuali e, anche quando le segnalazioni di molestie sessuali femminili emergono, incontrano un muro d'incredulità da parte dei genitori e della polizia.
In maniera critica, abbiamo oggi sufficienti elementi, da preliminari ricerche e ben documentati casi clinici, per poter essere certi di avere un grave problema sociale che richiede un'attenzione immediata della società, del Congresso e del legislatore. Consideriamo innanzitutto la ricerca.
Una relazione del Dipartimento di Educazione Americano del 2004 intitolata “Educator Sexual Misconduct: A Synthesis of Existing Literature” cita due grandi indagini su campioni, in cui gli studenti riferiscono che il 43% dei loro molestatori sessuali erano donne, mentre gli studi più piccoli riportano tassi più bassi. Una seconda sintesi di studi e relazioni dai media può essere trovata sul sito web del Consiglio Canadese dei Diritti dei Bambini (female_sexual_predators_awareness.htm). Questa seconda sintesi stima che il 25% dei predatori sessuali siano donne, ma cita anche studi dove i tassi delle predatrici oscillano dall'1% all'82%, fra i quali sono sei quelli che riportano tassi di predatrici superiori al 50%.
Considerati insieme, queste ricerche dimostrano che attualmente stiamo vivendo un'epidemia di predatrici sessuali. Questi tassi vanno al di sopra di qualsiasi standard e richiedono un'attenzione immediata ed azioni correttive.
L’evidenza più traumatica, emotiva e commovente, tuttavia, non viene dagli studi statistici, ma dal cuore delle relazioni strazianti dei casi individuali. Questa evidenza può essere trovata in un rivoluzionario documentario mandato in onda dalla British Broadcasting Corporation, il 6 ottobre 1997, intitolato “L’ultimo tabù: abusi sessuali su bambini commessi da donne”. La trascrizione di questo documentario è disponibile sul sito web del Consiglio Canadese dei Diritti dei Bambini che specifica: questo è stato un vivo e raccapricciante programma in cui le vittime di abusi sessuali commessi da donne testimoniavano inquietanti storie di danni emotivi e fisici.
(BBC_Child_sexual_abuse_by_women_06OCT97.aspx).
Con l’aumento continuo dell’evidenza - le notizie quotidiane dei media, il documentario della BBC, gli studi di ricerca empirica - diventa sempre più chiaro che l'epidemia velata di predatrici sessuali femmine non può più essere nascosta, dev'essere portata alla conoscenza del pubblico e indurre ad un cambiamento sociale. Come società abbiamo bisogno di un sostanziale cambiamento della nostra concezione sociale, per iniziare ad affrontare il fatto che fra le persone alle quali abbiamo affidato i nostri figli per secoli - madri, babysitter, monache, bambinaie, badanti all'assistenza dei bambini, e maestre – ci sono predatrici sessuali.
A mio avviso, il Mese per la Prevenzione dell’Abuso di Minori - Aprile 2006 - offre un'opportunità unica per guardare la realtà politicamente scorretta che le donne predatrici sessuali esistono, predano, e lo fanno in un numero non trascurabile. Esso offre inoltre l'opportunità di creare un cambiamento del modello su cui riformulare il dibattito sull’abuso sessuale e riconoscere l'esistenza di entrambi, uomini e donne, predatori sessuali.
Continuare a negare che le predatrici sessuali femmine esistono, predano, e lo fanno in un numero non trascurabile, non solo continua a mettere in pericolo i nostri bambini, ma li danneggia fisicamente, emotivamente, e nei loro rapporti successivi con gli altri.
La negazione serve solo gli interessi delle predatrici sessuali femmine.

Gordon E. Finley è professore di Psicologia presso la Florida International University a Miami
L'ultimo tabù: abusi sessuali commessi da donne su bambini e adolescenti
Sintesi del programma britannico TV - Panorama – BBC1 - 10 pm di lunedì, 6 ottobre 1997

Riassunto

Il programma è una viva e raccapricciante testimonianza dei danni emotive e fisici delle vittime di abusi sessuali commessi da donne:

• Stupro e tentato omicidio di un bambino di 12 anni commesso da una ragazza di 19 anni

• Stupri e abusi di un bambino di 12 anni durante un periodo di due anni commessi da una 28enne madre di quattro figli

• Stupri e abusi di bambini commessi dalla loro madre

• Stupri e abusi di bambine commessi dalla loro madre

• Donne che assumono un ruolo centrale nella pedopornografia

• Bambini abusati da suore

• Bambini abusati nel gruppo di gioco

• Ragazzo abusato da lesbiche

È riconosciuta la grave sottovalutazione della portata e della natura di questi attacchi e ci sono esempi di donne che praticano un'aperta violenza mediante oggetti, come gambe di sedie e posate.
Un sorprendente 86% dei dei reduci da abusi sessuali non sono stati creduti quando hanno detto che il violentatore era una donna.
Molti miti sono stati sconfessati, come quello che le donne sono vittime che abusano solo quando costrette da uomini: in realtà esse hanno un ruolo guida. Anche il mito delle donne incapaci di crudeltà: quanto mostrato va al di là dell’immaginabile.

Statistica

Il programma ha sostenuto che:

• le donne commettono il 25% di tutti gli abusi sessuali su bambini
• 250.000 bambini nel Regno Unito sono stati abusati sessualmente da donne.

La gente stenta a crederci, in quanto ciò colpisce il cuore della percezione sociale sulle donne:

• le donne sono percepite come nutrici, assistenti, protettrici: persone che badano ai figli
• il delitto sembra così innaturale da offendere tutti gli istinti, per cui la società è riluttante ad associare le donne agli abusi sessuali
• è più facile pensare agli uomini - uomini come nemico, in qualche modo - ma non alle donne: è qualcosa che la donna “non può” assolutamente fare.

L’incredulità costituisce il trauma più grande

• l'incredulità è il trauma più grande per alcune vittime. Una ricerca di 127 reduci della Associazione Caritatevole Rifugio per Bambini ha svelato che l’86% di loro non sono stati creduti, in un primo momento,nell’indicare una donna come la persona che aveva abusato di loro.

• Il fatto che la società non si aspetti dalle donne gli abusi, causa sulle vittime effetti profondi, spesso prolungando l’abuso di parecchio nel tempo - molto più a lungo di quanto non sarebbe stato in altri casi - ma anche facendo sentire la vittima più stigmatizzata, più discriminata, più tradita, più impotente.

Attacchi violenti e sadici

• La violenza, che spesso accompagna l'abuso, è inattesa da una donna. Le donne sono percepite come il gentil sesso, incapaci di crudeltà

• In un recente sondaggio di 50 condannate per abusi sessuali, la metà delle donne ha ammesso di ottenere un sadico piacere dal dolore inflitto alle vittime.

L'ultimo tabù: abusi sessuali commessi da donne su bambini ed adolescenti

Avvertenza: Questo programma contiene descrizioni esplicite degli attacchi e dei danni emotivi e fisici causati, che potrebbero urtare la sensibilità degli spettatori.

Narratore:
Una volta l'abuso sessuale di minori commesso da donne era creduto così raro da poter essere ignorato. Oggi le vittime raccontano una storia diversa.

Donna:
Quando mia mamma diventava affettuosa, sapevo che qualcosa stava per accadere: stavo per essere stuprata.

Uomo:
Immaginate il vostro peggior incubo che diventa realtà. Probabilmente non ci si avvicina nemmeno.

Narratore:
Stasera Panorama rivela l'entità e la natura di questo tabù sessuale, fortemente sottostimato.

Bambino:
Di solito giocavamo a calcio insieme, facevamo una passeggiata, eravamo amici.

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Cheryl

Narratore:
L’amico di Cheryl era solo uno scolaro di 12 anni. Lei aveva 19 anni. Una sera, camminando con lui, Cheryl commise un atto così grave d’abuso sessuale da finire in carcere.

Cheryl:
Gli dissi, facciamo una passeggiata lungo il campo. Così abbiamo iniziato a percorrere il sentiero del campo e mi sedetti; lui si sedette. Lo spinsi indietro, tirai giù i suoi pantaloni, tirai giù i miei, poi ebbe un rapporto sessuale con lui ... fino a quando qualcuno s’avvicinò passeggiando con un cane.

Intervistatore:
E quanto tempo è durata l’aggressione?

Cheryl:
Circa 15 minuti.

Intervistatore:
Perché l'hai fatto?

Cheryl:
Perché ero spinta da questa sensazione. Lui piangeva, urlava chiamando la sua mamma, voleva tornare a casa.

Intervistatore:
E che cosa hai pensato quando lo hai visto piangere?

Cheryl:
Allora non riuscivo a pensare giusto, quindi ho continuato.

Narratore:
Dopo aver stuprato il bambino, Cheryl si rese conto che, come donna aveva abusato, aveva rotto uno dei tabù più gravi della società. Perciò lo portò fino ad un ponte ferroviario, credendo che ci fosse solo un'opzione possibile per lei.

Cheryl:
Poi mi guardai intorno per vedere se qualcosa stava arrivando .. come veicoli, e non c'era niente e allora l’ho spinto giù. Pensavo: cosa avevo fatto di sbagliato?

Intervistatore:
Perché l’hai spinto?

Cheryl:
Ho cercato di spaventarlo: spaventarlo in modo che non raccontasse cos'era successo.

Intervistatore:
Avresti potuto ucciderlo. Lo sapevi quando lo hai spinto?

Cheryl:
Sì.

Narratore:
Il ragazzo sopravvisse alla caduta dal ponte. Cheryl fu condannata a 18 mesi per abuso e lesioni personali gravi.

Narratore:
L'abuso sessuale è sempre raccapricciante, ma quando l'autore del reato è una donna il delitto sembra così innaturale da offendere tutti gli istinti. Si calcola che il 10% della popolazione sia stata abusata nell’infanzia; è difficile accettare che alcuni dei loro aguzzini siano donne.
Jacqui Saradjiam (psicologo clinico):
Penso che la gente trova così difficile concepire le donne come autrici d’abusi sessuali di bambini, perché l'intera visione delle donne è di nutrici, assistenti, protettrici - persone che badano ai figli - e perciò si concepiscono le donne come vittime, piuttosto che nemiche o autrici di qualsiasi abuso.

Michelle Elliott (direttrice dell'associazione Kidscape):
Penso che il problema colpisce nel cuore la percezione che noi abbiamo delle donne. Credo che sia più facile pensare agli uomini come autori - gli uomini come nemico, in qualche modo - ma non alle donne, è una cosa che le donne non fanno. Noi donne possiamo essere uguali, possiamo essere libere, possiamo gestire le imprese, ma non possiamo abusare sessualmente i bambini: questo è assolutamente falso.

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Tina

Narratore:
La reazione della società di fronte al rapporto fra Tina Purser, 28 anni, ed un bambino di 12 anni, dimostra la riluttanza ad associare minimamente le donne con l’abuso sessuale. Purser, infermiera e madre di quattro figli, segretamente ha abusato di un bambino di 12enne per due anni.

Intervistatore:
Quando fece il suo primo approccio sessuale? come lo fece?

Madre:
Apparentemente non molto tempo dopo che aveva compiuto 12 anni. Ella mandò i suoi figli al parco giochi a giocare. Nostro figlio era a casa e lei stava facendo il suo lavoro domestico e apparentemente mentre stava pulendo il bagno si rivolse a nostro figlio e gli disse come gli sarebbe piaciuto e poi abusò di lui: lo masturbò, in quella prima occasione, con lui apparentemente appoggiato alla porta. In seguito lui si ripulì e lei gli disse "Faresti meglio ad uscire e giocare con i bambini e io adesso finirò i lavori di casa e ci vediamo più tardi".

Intervistatore:
Pensa che lei lo avesse scelto premeditatamente?

Madre:
Certamente. Lei scelse quel piccolo, splendido bambino biondo. Usò suo figlio per arrivarci. Usò suo figlio per trascinarlo a giocare insieme. Usò suo figlio per fargli fare delle cose che piacevano a nostro figlio. Se a nostro figlio era piaciuto qualche video, glieli faceva piacere anche a suo figlio.

Intervistatore:
In qualche modo ha capito quello che cercava di trarre da un rapporto con un ragazzo di 12 anni?

Madre:
Assolutamente no. Se fosse stato un giovanotto, sì; ma un bambino di 12 anni, no. Posso solo immaginare che lo facesse solo per sesso, e non aveva esigenze di un rapporto completo con un uomo adulto. Era soltanto del sesso facile.

Narratore:
Bisognò far fare delle registrazioni segrete da un investigatore privato per convincere le autorità che Tina Purser stava abusando un bambino, anche se lui sembrava consenziente. La famiglia fu turbata dal fatto che i media descrivevano l’abuso come una relazione.

Intervistatore:
Lei crede che quello che ebbero fu una relazione?

Madre:
No. Lei lo stuprava. Lei lo ha violentato centinaia di volte e gli ha derubato i sei anni della sua infanzia. Io avevo un piccolo bambino splendido e adesso ho un adolescente instabile, molto aggressivo.

Narratore:
Tina Purser fu trovata colpevole di due eventi di abusi, ma la sentenza stabilì solo due anni di libertà vigilata e il giudice disse di non vedere nella Purser un rischio futuro per i bambini.

La società scagiona le donne che commettono abusi

Michelle Elliott:
Di solito accade che la donna che abusa è scusata in qualche modo. "Dev'essere stata fuorviata" , o si trattava di una "storia eccezionale". Ad esempio, una storia fra una donna di 34 anni ed un ragazzino di 10. Voglio dire che non si sarebbe mai detto questo nel caso di un uomo. E ciò che accade è che le sentenze sono più indulgenti. I giudici potrebbero perfino pensare "Beh, una donna davvero non avrebbe mai potuto farlo: dev'essere stato un errore". E di solito ricevono la sospensione condizionale della pena o se ne vanno libere. Un uomo nelle stesse condizioni sarebbe spedito in galera.

Narratore:
Questo perché gli uomini sono stati a lungo percepiti come in grado di abusare sessualmente dei bambini e come i principali responsabili degli abusi. Questo è ancora vero per quanto riguarda gli uomini, ma c’è un'evidenza sempre più crescente che ci sono molte più donne che abusano sessualmente dei bambini di quanto si pensasse.

Michelle Elliott:
In passato le statistiche indicavano una percentuale probabile del 2-5% di autrici donne. Credo che, sulla base delle persone che mi hanno contattato, la percentuale sia probabilmente molto più elevata, forse arriva al 25%.

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Chris

Narratore:
Chris Roberts, intervistato qui negli anni ‘80 in una famiglia affidataria, era stato allontanato dalla sua casa a causa di abusi fisici commessi dal padre. Ciò che le autorità non presero neppure in considerazione, al momento, fu che sua madre avesse potuto abusare sessualmente di lui.

Chris:
Non c'è modo di poter descrivere quanto sgradevole fosse. Era impossibile esprimerlo a parole. Immaginate il vostro peggior incubo che si avvera, probabilmente non ci si avvicina nemmeno. I primi ricordi sono probabilmente di quando avevo circa due anni e mezzo o tre. Percosse, abusi fisici e sessuali, abuso mentale, da entrambi, mia madre e mio padre. Mia madre ci tenne lontano dalla scuola materna e i miei altri due fratelli lontani da scuola, per servirsi di noi per le sue perversioni sessuali, mentre mio padre era al lavoro. Quando avevo tre anni mi ricordo di essere stato messo in un orfanotrofio.

Narratore:
Ma gli abusi su di Chris non era finiti qui. Durante le visite settimanali permesse all’orfanotrofio, i suoi genitori continuavano gli abusi.

Chris:
L'ordinanza cautelare non fu eseguita. Venivamo portati in una sala giochi e nostro padre bloccava la porta con una sedia e l'abuso continuava, sulla proprietà dell’orfanotrofio.

Intervistatore:
Che tipo di abusi accadevano nell’orfanotrofio?

Chris:
In quel periodo mia madre aveva perso dei gemelli ... posso interrompere per un minuto per favore? [Crolla].

Narratore:
Dissero a Chris che i gemelli erano morti per colpa sua. Il suo senso di colpa contribuì ad assicurare ancora la sua sottomissione ad ulteriori abusi.

Chris:
C’erano molte forme di abuso: fisici, mentali e sessuali. Ho una miscela di abusi mentali e sessuali di scene di riviste pornografiche portate all’orfanotrofio, dove ci facevano sedere e guardare le riviste, mentre compivamo atti sessuali con nostra madre, a cui si univa pure nostro padre.

Narratore:
Circa uno ogni cento ragazze e uno ogni cento ragazzi sono vittime di abusi sessuali ,nella loro infanzia, commessi da una donna. E questo è un vasto numero di vittime che stiamo ignorando se non guardiamo la questione delle donne come autrici di abusi sessuali.

Le vittime bambini intrappolate nella custodia delle loro madri, spesso parlano solo dopo che scappano da questa custodia. Quando lo fanno, gran parte della loro testimonianza frantuma il mito che l'abuso sessuale femminile sia possibile solo da donne costrette dagli uomini.

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Lucy

Narratore:
Lucy Jenner aveva una madre single. Lucy prese il posto del marito nel letto che doveva condividere ogni notte.

Lucy:
Chiudeva la porta a chiave e dopo un po’ accendeva la luce. A volte cercavo di far finta di dormire illudendomi che non sarebbe successo, ma non faceva alcuna differenza. Mia madre era dietro di me ed io ero rivolta verso il muro. Mia madre era intorno a me e mi tirava su una sedia e mi diceva che mi amava ed altre cose e mi penetrava vaginalmente ed analmente con tutto quello che le capitava fra le mani.

Narratore:
Ancora oggi c’è un danno permanente, con dolori e sanguinamenti, retaggio degli abusi che aveva subito allora.

Lucy:
Penso che sono stati soprattutto gli abusi a danneggiare il mio intestino. Soffro di prolasso rettale, risultato diretto dell'essere stata penetrata con i più svariati oggetti , quando ero una bambina ed ero abusata sessualmente da mia madre.

L’incredulità è il trauma più grande

Narratore:
Il trauma più grande per alcune vittime, tuttavia, è l’incredulità. Una ricerca su 127 reduci [di abusi] dell'Associazione caritatevole Rifugio dei Bambini ha rivelato che l’86% di loro non furono creduti in un primo momento, quando avevano indicato una donna come la persona che aveva abusato di loro.

Jacqui Saradjiam:
Il fatto che la società non si aspetti dalle donne gli abusi, causa sulle vittime effetti profondi, spesso prolungando l’abuso di parecchio nel tempo, molto più a lungo di quanto non sarebbe stato in altri casi, ma anche facendo sentire la vittima più stigmatizzata, più diversa, più tradita, più impotente.

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Sandra & Lesley

Narratore:
Per 20 anni nessuno si accorse di quello che Sandra e Lesley Wilson dovettero subire. La madre iniziò ad abusare di loro all’età di cinque e sei anni, e continuò a farlo anche dopo il loro matrimonio. Quando esse minacciarono di andare alla polizia la madre le minacciò che avrebbe abusato dei loro figli. Anche il padre di Sandra e Lesley partecipava agli abusi, ma era la madre che prendeva l'iniziativa.

Una sorella:
Di solito mia madre entrava in camera da letto e ci trascinava fuori dal letto. Non aveva mai niente addosso. Sapevamo che cosa stava per accadere. Ero costretta a fare le cose. Ero spaventata. Piangevo. Mi dicevano di stare zitta e che dovevo abituarmi.

Altra sorella:
Quando mia madre diventava molto affettuosa sapevamo cosa stava per accadere: stavamo per essere stuprate. Sentivo come se fosse ogni sera. Mi violentavano entrambi 2 o 3 volte a settimana.

Intervistatore:
Chi iniziava queste violenze? chi era il partner dominante?

Una sorella:
Mia madre. Era sempre mia madre che veniva a prendermi.

Altra sorella:
Mio padre era al lavoro. Stavo pulendo il bagno. Tutto ad un tratto mia madre entrò in bagno e mi spinse in volo, mi afferrò i capelli e mi trascinò in camera da letto e lei mi fece fare delle cose… le solite cose per la sua soddisfazione.

Sorella:
Non riuscivo a capire come la nostra stessa madre ... Non hai nessun altro a cui rivolgerti. Se è il tuo papà a farlo, almeno hai qualche via di fuga cercando di parlare a tua madre, se è una buona mamma. Ma quando anche tua madre lo fa, che possibilità hai? Nessuno ti crede. Non c'era scampo.

Narratore:
John Wildman, il padre di Sandra e Lesley, fu condannato a 22 anni di prigione. Maureen Wildman, la madre, morì poco dopo essere stata accusata. L’abuso della madre, affermano le figlie, fu quello che fece più male.

Michelle Elliott:
I reduci che mi dicono di essere stati abusati sessualmente da entrambi, uomo e donna, mi dicono sempre che è stato più traumatico essere vittime di abusi sessuali commessi da una donna: si sentono più traditi, si sentono molto arrabbiati, si sentono che la donna avrebbe dovuto prendersi cura di loro, avrebbe dovuto amarli, invece di abusare di loro. Per qualche ragione se l'aspettavano di più quasi da un uomo, ma mai dalla donna.

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Louise

Narratore:
La violenza che spesso accompagna l'abuso è anche inaspettata da una donna. Le vittime spesso riferiscono la stessa violenza fisica se non addirittura superiore a quella di un uomo. Questa è stata l'esperienza in un taxi di Newcastle un anno fa, di una ragazza di 15 anni. Sua zia di 33 anni la teneva giù e la costringeva a fare del sesso orale ad un taxista, come pagamento in natura. Esasperata da queste e da altre violenze sessuali da parte della zia Paula Bélisle, la vittima decise di parlare pubblicamente dell'abuso.

Louise:
Ero seduta a guardare la tv e pensai che andava in bagno perché era uscita nel corridoio. Tornò indietro e aveva una gamba della sedia che era in cima all’apparecchio elettrico e allora appena arrivata sul divano, mi mise una mano sulla bocca e mi tirò giù i pantaloni, aveva le gambe sopra le mie gambe e lei ha delle gambe grandi e grasse - capisci cosa voglio dire - davvero strette sulle mie gambe e non riuscivo a muovermi. Aveva una mano sulla mia spalla e l’altra sulla bocca e tutto, ed allora con una sola mano, lei spingeva su la gamba della sedia davvero davvero forte e non riuscivo neppure a gridare perché aveva la mano sulla mia bocca. Era molto doloroso, come avere un bambino. E io piangevo, ero molto sofferente, non volevo credere che la mia propria zia potesse fare ciò a noi. Io credevo che gli uomini fossero degli animali, ma le donne sono altrettanto malvage: in particolare mia zia che faceva ciò. La odio. Se ne avessi la possibilità l’ucciderei. Non voglio neanche vederla.

Narratore:
Paula Bélisle è ora in libertà vigilata. Louise dice che sua zia l’ha minacciata di ucciderla per essere andata alla polizia.

Michelle Elliott:
Le donne sono percepite come il gentil sesso, incapaci di crudeltà in qualche modo ed io, come donna, vorrei crederci. Purtroppo la mia esperienza con i reduci mi ha fatto notare come molte delle autrici di abusi siano state molto sadiche con le loro vittime. Crudeltà quasi inimmaginabile nel Galles del Sud.

Narratore:
Lo scorso anno, nel sud del Galles, alle prime ore dell’alba di una mattina, le autorità fecero irruzione in una bella casa di una strada tranquilla, con l’intenzione di arrestare un autore di abusi di sesso maschile. Nulla poteva lasciare immaginare quello che trovarono. Il Corpo di Protezione dei Bambini incappò in un covo di pedofili professionisti, ma un covo in cui la madre era l'autrice principale.

Harris Margaret (Procura South Wales):
Dall'esterno la casa aveva tutte le apparenze di una normalissima casa, in una comunità molto normale e orgogliosa di esserlo. Dal momento che si traversava la porta d'ingresso la situazione cambiava drammaticamente. La casa era piena di macerie e rifiuti dal pavimento al soffitto. Le pareti erano deteriorate al punto da poter vedere i fili scoperti pendere, come se la casa fosse ancora in costruzione. Aveva l'aspetto di una casa disegnata apposta per disorientare completamente i bambini. Nella stanza dove la famiglia viveva in realtà - che era dove si filmavano i bambini - usavano due telecamere diverse. La sala dove si trovava il computer era piena di spazzatura e in quest'ultima sala, in un angolo particolare, separato fuori dal resto della stanza, c’erano le più sofisticate attrezzature tecniche che si possano immaginare. Nella zona cucina nella dispensa c’erano dei video: video pornografici. Quasi nessun alimento, soltanto pile di video su video su video. Sotto il pavimento abbiamo trovato anche dei video fatti in casa con i bambini abusati. Avevano realizzato quello che è quasi un video professionale, si può presupporre perciò che fossero prodotti per la vendita.

Narratore:
Il marito girava i video, ma la moglie faceva gli abusi. Aveva assunto un ruolo guida, a volte leggeva i copioni, recitava le scene. La maggior parte della registrazione video riguardava la figlia, di età fra gli otto ed i tredici anni.

Margaret Harris:
La bambina più grande era nuda. La mamma era nuda. La bambina l'avevano legata, imbavagliata ed appesa con una fune ad un gancio del soffitto e l'avevano picchiata qualcosa come 100 volte in circa quattro minuti. Dopo l'avevano distesa sul letto ed in seguito abusata. Durante tutto il tempo che la madre faceva questo, il padre filmava l'abuso vero e proprio. Alla fine di tutto ciò, quando la bambina era distesa sul letto quasi incosciente, la madre e il padre si sedevano sul bordo del letto a bere una tazza di tè insieme. Penso che questo resoconto ritrae molto chiaramente la natura di questi terribili abusi. Definire abuso sessuale quello che effettivamente accadeva in quella casa è un eufemismo. Era una tortura. È stata la più orrenda tortura che io abbia mai visto.

Narratore:
La madre utilizzava internet per alimentare le sue fantasie. Le connessioni internet con il nord dell'Inghilterra e con gli Stati Uniti erano la prova evidente del ruolo di leader della donna, su una sorta di rete di abusi sessuali che normalmente è associata agli uomini. Il padre fu portato via e incarcerato a vita. La madre ebbe meno di 15 anni di reclusione. Le autorità sostennero che, senza l’eccezionale prova del video, poiché era una donna, sarebbe stato quasi impossibile poter dimostrare il suo coinvolgimento.

Margaret Harris:
Spesso, quando i bambini cercando di dirci cosa è successo loro, noi dipendiamo dai loro racconti, e mi chiedo: con questa bambina, se non avessimo trovato i video, e questa bambina ci avesse semplicemente detto quello che era successo, che andava al di là dell'immaginazione, temo che nessuno l’avrebbe creduta. E mi chiedo, quindi, quanti altri bambini hanno vissuto situazioni simili, in cui hanno avuto troppa paura di riferire o, se hanno provato a farlo, non sono stati creduti né protetti. Perché quello che sappiamo, lo sappiamo dai video. I bambini ancora non hanno parlato pienamente degli orrori che hanno subito.

Narratore:
In un recente studio su 50 autrici di abusi sessuali condannate, la metà delle donne hanno ammesso di ottenere del sadico piacere dal dolore inflitto alle vittime. La ricerca rivela che né la classe sociale né l’età sono stati ostacoli al loro comportamento.

Jacqui Saradjiam:
Nella mia ricerca ho incontrato donne di ogni età, da giovani adolescenti a nonne, di qualsiasi classe: da donne che possiedono appena una casa in cui vivere, a donne con case molto grandi. E di ogni livello d'istruzione: da donne che riescono a malapena a leggere e scrivere, a donne con titoli di studio. Non possiamo fare ipotesi sul tipo di donna standard che abusa sessualmente di un bambino.

Rifugio dei Bambini

Narratore:
Attualmente più di 40 persone riferiscono di abusi, compresa la violenza sessuale, accaduti in questa ex casa rifugio di bambini ad Aberdeen. L'orfanotrofio era gestito dalle Sorelle Povere di Nazareth. Le denunce, che la polizia sta ora indagando, erano fino a poco tempo fa dichiarate impossibili ed ignorate. Si indaga su un periodo di 30 anni, in cui si presume che singole suore avrebbero abusato.

Ragazzo:
Avevo circa 7 o 8 anni, all'epoca lei era la responsabile del nostro gruppo, e improvvisamente un giorno lei arrivò e mi chiese se mi sarebbe piaciuto imparare l’ora. Allora io dissi di sì, che mi sarebbe piaciuto imparare l’ora. Mi disse che il suo orologio era nel suo seno, sotto la tonaca che di solito indossavano. Così misi la mia mano dentro: ovviamente palpai i seni per cercare l'orologio e, una volta trovatolo, mentre stavo tirando fuori l'orologio, lei mise la sua mano vicino al mio pene e delicatamente lo schiacciava per ottenere la mia eccitazione. Capii che lei si stava eccitando, perché il suo viso era rosso vivo ed il suo eloquio piuttosto concitato.

Narratore:
Questo tipo di incidente accade in diversi occasioni, ma il ragazzo si sentiva impotente.

Ragazzo:
Sapevo che era sbagliato farlo, ma lo facevo, perché dovevo farlo o sarei stato punito.

Le autrici di abusi acquisiscono posizioni di fiducia

Narratore:
Alcuni bambini non sono solo a rischio con le persone con cui vivono: diventano anche obbiettivi vulnerabili quando lasciano le loro case. In mezzo a comunità di bambini abusati, gestite da donne, queste possono manovrare più agevolmente degli uomini, usufruendo delle posizioni di fiducia ed autorità su bambini vittime.

Dawn Read e Christopher Lilley

Narratore:
Dawn Read e Christopher Lilley lavoravano insieme come maestri qualificati in un asilo a Newcastle. Circa 120 bambini fra i 2 ed i 4 anni passarono per le loro classi. Le loro madri non sospettarono nulla.

Madre:
Mi piaceva. Si presentava come una persona piacevole, sempre ridendo, sorridendo ed aperta, ed infondeva fiducia.

Narratore:
Ci sono voluti due anni, ai fiduciosi genitori, per scoprire che i loro figli erano stati ripetutamente abusati sessualmente nella scuola materna. Lilley e Read non furono mai portati davanti alla giustizia, costringendo i genitori a denunciare pubblicamente l'abuso.

Madre:
Mia figlia era seduta a tavola a pranzo e disse che non voleva il suo pranzo; allora Dawn prese un coltello e una forchetta e portò mia figlia in bagno, che era in classe, e la sedette sul pavimento e inserì il coltello e la forchetta nella sua vagina. Chris era lì ed entrambi ridevano.

Narratore:
Che cosa Le disse sua figlia, come si sentiva a proposito?

Madre:
Disse che le fece male e che c'era sangue e che avevano preso un asciugamano per lavarla, e che l'asciugamano aveva del sangue. Ma a quanto pare l’avevano fatto altre volte.

Narratore:
La bambina fa parte di altri, più di 20, che raccontarono alle loro madri quello che Dawn faceva loro. In un primo momento le madri non riuscivano a raccapezzarsi su quello che veniva raccontato loro.

Madre:
Sono furiosa. Non riesco a concepire cosa la spingesse a fare ciò che faceva ai bambini. Non posso crederci, come madre avevo fiducia in lei e non posso credere che una donna potesse conquistarsi la fiducia per poi tradirla in questo modo.

Narratore:
Dawn Read e Christopher Lilley costantemente abusarono della fiducia dei genitori all’asilo e in altri luoghi a Newcastle.

Intervistatore:
Cosa ti chiedevano di fare?

Bambina:
Tirare giù i pantaloni. Se avevo un vestito, di sollevare il mio vestito.

Intervistatore:
Qualcuno prese delle foto di te?

Bambina:
Sì, c'era un uomo con una macchina fotografica.

Intervistatore:
Raccontami un po’ di questa faccenda.

Bambina:
L’uomo scattava delle foto mentre loro erano cattivi verso di me. Io piangevo ed ero molto disturbata. Urlavo e dicevo che volevo tornare all’asilo e da mia mamma e tutto. E loro ignoravano tutto e ridevano di me.

Intervistatore:
Quando ti univi a loro, che cosa dovevi fare?

Bambina:
Mi ricordo quando Chris mise il suo intimo nel mio.

Intervistatore:
E che cosa faceva nel frattempo Dawn, mentre Chris stava facendo questo?

Bambina:
Badava agli altri bambini, era cattiva con gli altri bambini.

Intervistatore:
Era cattiva con agli altri bambini? che cosa faceva agli altri bambini?

Bambina:
Faceva sollevare loro i vestiti e li spogliava.

Madre:
Da un'analisi medica c’erano lacerazioni dei tessuti, sanguinamenti traumatici, danni enormi all’imene. Da allora è stata sottoposta a degli STD-test per la trasmissione di malattie sessuali e anche ad un test HIV.

Narratore:
Dawn Reed e Christopher Lilley non furono mai portati davanti alla giustizia, perché il giudice ritenne i bambini troppo giovani per ascoltare le loro testimonianze in tribunale. Ci fu una protesta a nome dei bambini. I genitori formarono un gruppo di protesta per aiutarsi a vicenda e rendere pubblici gli abusi di Reed e di Lilley. Alcuni bambini mostrano ancora oggi segni di trauma.

Madre:
Lei stava sempre cercando di giocare con il suo corpo ed io pensavo che è proprio dei bambini. Mi rivolsi alla consulente di salute un paio di volte e lei mi disse "Sta solo esplorando il proprio corpo, un sacco di bambini lo fanno". Ma col passare del tempo non si è risolto. Ho fatto tante visite da consulenti, perché ho una paura che crescendo anche lei possa abusare. Il terapeuta sostenne che una bambina che viene da una casa amorevole e che è stata abusata, non necessariamente diventa ella stessa autrice d’abusi. Ma questo non vuol dire che non possa succedere.

Terapia per i bambini vittime di abusi

Narratore:
Il Servizio di Assistenza di Bambini Sessualmente Abusati [Sexual Abuse Child Consultancy Service] è una delle poche organizzazioni che tenta di rompere questo ciclo. In sale appositamente progettate, terapie di gioco a lungo termine aiutano i bambini ad esplorare i sentimenti e le relazioni. La metà dei bambini che passano da qui sono stati abusati da una donna: come questo bambino di 10 anni.

Terapeuta:
Il bambino è stato abusato da donne, coinvolte in una relazione lesbica, e anche da uomini, quindi adesso è un bambino un po’ confuso, come manifesta molto spesso nel suo gioco, dove lui non sa se è una donna o un uomo.

(immagini che mostrano il bambino che ha vestito una bella bambola con un sacco di diamanti e un anello di fidanzamento)

Terapeuta:
Era fuori controllo. A volte era fisicamente violento e a volte ciò sfociava nello sputare, a volte nel fare pipì in una sala giochi, a volte nel fare pipì sul terapeuta. Era anche molto erotizzato, tanto con gli adulti come con gli altri bambini, il che significava che c’era un sacco di pulsione sessuale: tirava fuori il suo pene e lo muoveva in mostra - questo tipo di cose sessuali - e cercava di baciare con la bocca gli altri bambini e il personale.

(immagini che mostrano il bambino che abbraccia una bambola, dice che ha avuto un bambino di notte, e dopo la bacia sulla bocca)

Terapeuta:
Lui comprende cos'è un bacio carino e un bacio sano, ma quando aveva in mano la bambola chiaramente il bacio ha iniziato a diventare molto insano. Mi ha guardato per fare in modo che io capissi che il bacio era insano. Quindi, un problema per lui sono i baci insani con i bambini – ciò che naturalmente è stata la sua esperienza.

Terapeuta:
Alcuni di loro diventano eterne vittime e non si recuperano mai. Altri bambini, come questo, saranno capaci di mascherare le loro confusioni e, in età adulta, non saranno mai veramente in grado di sostenere rapporti o sosterranno rapporti molto distorti a causa della loro enorme confusione. E ci sono altri bambini che abuseranno non solo di altri bambini nella loro infanzia, ma anche in età adulta.

250.000 bambini vittime di abusi commessi da donne

Narratore:
Si calcola che più di 250.000 persone in questo Paese abbiano subìto, da bambini, abusi da donne. Anche se non tutte le vittime perpetuano gli abusi su altri, si calcola che la percentuale si aggiri intorno al 5% delle vittime. Perché alcune lo fanno e altre no?

Jacqui:
Nella nostra società le donne sono state descritte come vittime. Non sto contestando che, nella mia ricerca, quasi tutte le donne che abusano sessualmente di bambini siano state a loro volta abusate; ma, da qualche parte, nella loro esperienza di vittima, hanno appreso che abusare dei bambini dà loro un senso di potenza, di controllo, di guida, come nessun'altra esperienza nella vita. E quindi hanno usato l'abuso di bambini per acquisire quelle cose.

Zoe

Narratore:
La spinta naturale di una madre ad amare e a proteggere il suo bambino può essere distrutta da anni di abusi. Una di queste donne accusata di abusi vedeva il bambino come un mero oggetto.

Zoe:
Avevo circa 22 anni, avevo appena divorziato da mio marito. I miei figli avevano l'uno due anni e l'altro era un neonato; e ho cambiato il pannolino a mio figlio più grande, e l'ho masturbato, una volta. Mi sentivo male per quello che facevo. Ero arrabbiata per quello che facevo. Non lo facevo per piacere, era più per la rabbia per ciò che il loro papà mi aveva fatto. Successe un giorno che avevo appena finito di decorare la camera da letto con mio fratello più grande. Lui aveva abusato sessualmente di me ed io ero così arrabbiata per quello che lui mi aveva fatto che ho deviato la rabbia masturbando mio figlio.

Intervistatore:
Che conseguenze hanno avuto questi fatti sui tuoi figli?

Zoe:
Entrambi i miei figli hanno abusato sessualmente. Mio figlio più grande è in prigione per quello che ha fatto.

Intervistatore:
Che cosa ha fatto?

Zoe:
Ha abusato sessualmente di un bambino di nove anni.

Intervistatore:
Ti senti responsabile per quello che è diventato?

Zoe:
Moltissimo.

Intervistatore:
E perché?

Zoe:
Perché se non avessi fatto quello che gli ho fatto, non sarebbe diventato com'è adesso.

Narratore:
Zoe è stata incarcerata per quattro anni per abusi sessuali. Mentre era in carcere è stata isolata, ma non trattata. Ora è tornata nella società ed è ancora considerata un rischio per i bambini.

Commenti conclusivi

Jacqui:
Si sta facendo molto molto poco per risolvere la problematica degli abusi sessuali commessi da donne. In questo Paese non abbiamo programmi specifici che abbiano lo scopo di trattare le donne autrici di reati sessuali. Un sacco di professionisti devono trattare ora donne autrici di abusi. Quello che non hanno sono le risorse per aiutare a trattare questi trasgressori donne. È solo adesso - che tanti professionisti del settore devono trattare delle autrici di abusi - che ci stiamo rendendo conto, in qualche modo, delle dimensioni del problema in tutto il Paese.

Narratore:
Poche donne autrici di abusi riconoscono spontaneamente la propria colpa, colpa che dietro la porta chiusa della casa è difficile da dimostrare. Il tradizionale ruolo casalingo della donna come madre spesso la solleva da qualsiasi sospetto, e le prove mediche sono difficili da ottenere. Ma il sempre crescente numero di vittime di abusi commessi da donne, che decide di farsi avanti e di parlare, prima o poi costringerà la società ad affrontare l’ultimo tabù.
Traduz. per il CDVD a cura di Santiago G.


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