12 giugno 2009

http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2009/jun/11/child-sexual-abuse-plymouth

Presumiamo che le donne non commettano abusi sessuali sui bambini, per questo motivo rimaniamo nauseati da chi è accusata
The Guardian, UK, June 11, 2009
Dr Michele Elliott
(Fondatrice e direttrice di Kidscape (Agenzia di Protezione per Bambini)
is the founder and director of Kidscape. As a teacher and child psychologist, Michele has worked in all sectors of education and is author of over 20 books and numerous articles on bullying, parenting and child abuse. She has chaired Home Office and World Health Organisation Committees, and is a Winston Churchill Fellow.


Circa 20 anni fa diedi una conferenza sugli abusi sessuali alla RAF (Royal Air Force). Alla fine, un giovane aviatore venne da me e mi disse: "Guarda che non sono solo gli uomini", prima di allontanarsi in fretta. Ciò mi turbò. Fino ad allora, come la maggior parte delle persone che lavorano nel campo degli abusi sessuali, avevo creduto che chi abusava fosse sempre l’uomo.
Semplicemente non è così. Non possiamo essere sicuri dell’esatta dimensione degli abusi sessuali da parte delle donne, in quanto non c'è stata abbastanza ricerca su questo argomento. Gli studiosi in questo campo pensano che questi abusi non ci siano. Ma le stime più prudenti indicano che il 5% delle ragazze e il 20% dei ragazzi che hanno riferito di abusi sono stati abusati da donne. Dalla mia ricerca - 800 casi a me segnalati - credo che la cifra più probabile di abusi sessuali fatti da donne si aggiri intorno al 20%.
Sono le donne stesse ad aver contribuito di più per diffondere questa congiura del silenzio. E' diventato quasi un assioma femminista che solo gli uomini sono responsabili di abusi, e che nei casi in cui ci sono donne coinvolte è solo perché sono state in qualche modo costrette o condizionate contro la loro volontà. Di nuovo, questo risulta essere completamente errato: nel 75% dei casi segnalati le donne coinvolte agiscono per proprio conto.
Ma lo stereotipo è duro a morire. In parte, perché la maggior parte della gente non sa di preciso cosa sia un abuso. Guardano le donne e pensano: "Come potrebbero abusare qualcuno se non hanno il pene?" Eppure la maggior parte degli abusi sui bambini piccoli viene fatta con le dita. Ci fu un caso in Cornovaglia dove un uomo segnalò i sospetti che la sua partner abusasse dei figli: eppure fu l'uomo quello indagato dai servizi sociali.
Come la maggior parte dei maschi che abusano, anche le femmine spesso sono state abusate da piccole. Tuttavia, ciò non significa che coloro che abusano non abbiano la scelta nel loro comportamento: ogni vittima abusata ha la scelta di rimuovere l’abuso verso l’esterno su qualcun altro, rimuoverlo dentro di sé o cercare di dare un senso a questa esperienza ed elaborarla. I pedofili cercano spesso di rivendicare che la loro attrazione per i bambini è un orientamento sessuale, come l'omosessualità o la bisessualità: invece non lo è; è un comportamento appreso e deviante.
Le donne che abusano ricevono anche un trattamento molto diverso dai media. Se, come nel caso di Plymouth, una donna è accusata di abusare bambini molto piccoli, sarà probabilmente vilipesa di più che se fosse un maschio. E come se non ci aspettassimo qualcosa di diverso dagli uomini, ma da una donna questo è l'ultimo tabù.
Eppure, quando le donne sono accusate di abusi verso gli adolescenti, il giudizio cambia, un quadro molto diverso emerge. Le donne diventano personaggi come la signora Robinson - tentatrici - e c'è la tacita supposizione che il bambino in qualche modo "ebbe fortuna”. Si può vedere dai titoli dei giornali, come "Lezioni di Lussuria", usato di recente nel Sunday Times. C'è una collusione che implica che non è comunque così grave se ad essere coinvolta è una donna. Le persone sono più inclini a cercare delle scuse - "il ragazzo andò da lei e lei non fu capace di reprimersi" - e non applicano le stesse norme che applicherebbero per uomini.
Abbiamo bisogno di ripensare il modo in cui affrontiamo gli abusi sessuali. Siamo riuscite ad allontanare gli uomini fuori dalla scuola primaria, trattandoli come potenziali pedofili, confortando noi stesse con la consapevolezza che i nostri bambini venivano accuditi da badanti naturali (donne). Ma dobbiamo in realtà chiederci se i bambini a Plymouth, che, secondo imputazione, sono stati abusati da una collaboratrice dell’asilo nido, non sarebbero stati accuditi meglio da un uomo.
http://www.guardian.co.uk/society/2009/jun/12/vanessa-george-child-abuse-women-paedophiles

La verità nascosta
The Guardian, Friday 12 June 2009

Sandra Laville - crime correspondent for the Guardian


Ieri la collaboratrice dell’asilo nido Vanessa Gorge è stata accusata di abusare dei bambini a lei affidati. Il fatto che sia una donna ha causato un ampio scombussolamento, ma - riferisce Sandra Laville - è un problema che la società ha nascosto sotto il tappeto a lungo, ed ogni tanto la coscienza nazionale è scossa da cause penali: James Bulger, gli omicidi di Soham, Beverley Allitt e la morte di Baby P, solo per citarne alcuni. La folla che si è riunita all'esterno del Tribunale di Plymouth ieri, per l'arrivo di Vanessa Gorge, ci fa vedere fin troppo chiaramente che la sua storia è già stata aggiunta a tale elenco.
Gli abusi sessuali su minori sono già di per sé abbastanza scioccanti e sconvolgenti, ma il fatto che a realizzarli sia una donna a cui erano stati affidati centinaia di bambini molto piccoli, ha dato origine ad un'ondata di rabbia, incredulità e confusione totale.
Tutti i giornali e le emittenti televisive hanno puntualmente riferito sui dettagli del caso di George, con quattro capi d’accusa per aver aggredito sessualmente i bambini, e tre per elaborazione, possesso e distribuzione di immagini pedopornografiche. Tutti gli argomenti sono confluiti sulla rarità delle donne che abusano sessualmente, il facile accesso delle donne ai bambini, e la questione-incubo che affrontano i genitori: 'se non ci si può fidare di una badante di asilo nido per il proprio bambino, allora di chi ci si può fidare?'.
Se non altro, il caso mette in evidenza come la società nel suo complesso - dagli ufficiali di polizia ai lavoratori sociali, agli insegnanti ed al pubblico in generale – non sia stata capace storicamente di riconoscere in pieno la problematica. Le donne possono e abusano sessualmente i bambini. Di più: secondo recenti studi, l'incapacità di riconoscere questo può ostacolare le indagini sugli abusi su minori e la scoperta ed il fermo delle donne che abusano. Lo studio della NSPCC dal 2005 dice che “c’è prova evidente della vasta gamma di reati sessuali commessi da donne, da sole oppure con un uomo: dal voyeurismo al toccare inappropriato, allo stupro, alla penetrazione e ai feticismi, ai sadici abusi sessual”.
Mentre l'esistenza di siti web pedofili è stata riconosciuta ed indagata per anni, non è invece così nota l’esistenza di siti pedofili esclusivamente per donne. Uno di questi siti mette in mostra commenti del tipo "vedo piccole bambine e mi viene voglia di vederle nude", e "ho 21 anni e da quando riesco a ricordarmi sono stata sempre attratta da ragazzine dai 5 ai 12 anni ... compro dei film dove ci sono delle bambine. Libri di bambine in situazioni sessuali ... non sono attratta da donne, solo da ragazzine". Questo particolare sito web è uno dei più prolifici. Le agenzie hanno cercato di chiuderlo, solo per vederlo riemergere con un nuovo nome.
La Dr.ssa Sharon Lambert, una psicologa che ha studiato le donne che abusano sessualmente, dice: "Ancora non sappiamo l’effetto che Internet provoca sulle persone, tanto meno sulle donne. Tutte le ricerche sono state fatte sull’interazione tra gli uomini e questi siti pedofili. Ma anche le donne interagiscono con essi e, fino adesso non sappiamo qual è il condizionamento sulle donne, come questi siti influiscano sui loro comportamenti e in che modo possano spingerle a commettere i reati. Quel che è riconosciuto da tutti è che le donne hanno un accesso molto più libero ai bambini rispetto agli uomini".
Tutti gli esperti concordano sul fatto che la rivoluzione di Internet ha fornito straordinarie opportunità ai pedofili. Le immagini di bambini abusati in una casa in Gran Bretagna possono essere viste nel resto del mondo in pochi minuti, rendendo l'indagine e il perseguimento del reato una vicenda internazionale. Uno dei casi più recente di abuso sessuale femminile nel Regno Unito è stato scoperto dall'FBI, che stavano indagando su centinaia di immagini nell’ambito di una operazione internazionale.
Dalla singola immagine della vittima, l'abuso è stato rincorso fino ad una casa nel Northamptonshire, e subito, dopo sei ore dall’avvertimento da parte dell'FBI, gli agenti del Child Exploitation and Online Protection Unit si sono presentati nel domicilio inquisito. Hanno arrestato Katie Scott, 26enne, ed il suo compagno Christopher Oxtoby, 27enne. Scott è stata incarcerata lo scorso anno per quattro anni e mezzo dopo aver abusato sessualmente di un bambino di quattro mesi, un atto che è stato filmato e distribuito sul web da Oxtoby, che ha ricevuto una pena indefinita.
Due anni fa, la polizia del Kent ha spezzato un giro di pedofili in cui una donna della classe media, una rappresentante farmaceutica, è stata condannata per quattro reati di abusi sessuali su un bambino oltre ad un altro reato per esibirsi in attività sessuali in presenza di un bambino. McCanch Monica, 55 anni, e i due compagni maschi avevano sottoposto due bambini a quello che la polizia definì degli "orribili abusi". Lei è stata condannata a sei anni.
Le ricerche mostrano che tra il 5 e il 10% dei reati sessuali contro i minori sono eseguiti da donne, sia da sole sia con un complice maschio, ma la reale portata della violenza sessuale femminile è semplicemente sconosciuta.
La mancanza di riconoscimento del fatto che le donne possono e abusano sessualmente dei bambini potrebbe ritardare l'individuazione di aggressioni a sfondo sessuale, sostiene un investigatore di pedofilia. "C’è la tendenza a fare delle ipotesi dove è il maschio a fare l'abuso. Ci sono stati alcuni casi in cui le squadre hanno avuto la prova medica che c’erano delle aggressioni a sfondo sessuale in corso, ma i funzionari esaminavano l'uomo una ed un'altra volta ancora, e non trovavano nulla; e poi il pensiero: 'ah, forse qui dovremmo dare un'occhiata a mamma".
"Dobbiamo uscire dallo stereotipo del pedofilo - uomo di mezza età, calvo che indossa un impermeabile sporco", dice Zoe Hilton, consulente per la politica di protezione dei minori nel NSPCC. "È importante non fissarsi con quest'immagine. Essa altera la portata reale degli abusi sessuali e può rendere difficile ai bambini il parlare. L’abuso infantile è molto diffuso nella società, proveniente da fonti diverse, comprese quelle persone che sono viste dalla società come materne e protettive: le donne”.
Traduz. per il CDVD di Santiago G.


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