Studio indaga su ragazze molestatrici di giovani ragazzi
THE PRESS, Nuova Zelanda, Tim Hume , 1° luglio 2004
I ricercatori di abusi sessuali commessi da ragazze affermano che i reati di abusi sessuali commessi da donne sono cronicamente sottostimati e sono necessari urgentemente speciali programmi di riabilitazione.
I risultati resi noti ieri dal primo studio in Nuova Zelanda sui reati di abusi sessuali commessi da adolescenti femmine riferisce di una "cultura della negazione" su questo reato, che ha permesso ad adolescenti femmine di molestare le giovani vittime, in genere maschi, senza ripercussioni.
Se non saranno riabilitate, le femmine adolescenti che abusano continueranno con ogni probabilità ad abusare e, infine, rappresenteranno una vera minaccia per i propri figli.
L'indagine di 400 professionisti sanitari e della salute mentale hanno identificato a Christchurch otto giovani donne, di età compresa fra i 12 ed i 19 anni, che avevano abusato sessualmente. Sono state identificate altre femmine di età superiore ai 19 anni che avevano abusato, ma per l’età sono state escluse dallo studio.
La capo-ricercatrice Nikki Evans, del Dipartimento di assistenza sociale presso l'Università di Canterbury, ha sostenuto che c’è "una quantità enorme di minimizzazione" che avvolge il fenomeno dell'abuso sessuale commesso da femmine, poiché di solito non è denunciato dalle vittime, dalle famiglie, né dai professionisti della salute.
"Le persone trovano veramente difficile concepire delle giovani donne che abusano sessualmente; è contro la radicata idea delle donne come nutrici e materne", ha detto.
La ricerca mette in risalto come molte persone, compresi i professionisti della salute mentale, percepiscono gli abusi sessuali commessi da femmine come non abusivi o dannosi.
"Se una giovane ragazza abusa di un ragazzo di 12 anni, è visto come un avvio iniziatico e qualcosa di positivo, piuttosto che come qualcosa di traumatico", spiega la Evans.
Il ricercatore Don Mortensen, direttore del Trust STOP, che gestisce programmi di riabilitazione per adulti, adolescenti e bambini che abusano sessualmente, ha sostenuto che la società è stata lenta a riconoscere che l'abuso sessuale commesso da femmine è altrettanto distruttivo quanto quello perpetrato dagli uomini.
Il Trust STOP ha commissionato la ricerca come uno studio di fattibilità, allo scopo di stabilire il primo programma di riabilitazione del Paese per adolescenti femmine che abusano sessualmente.
In quasi tutti gli otto casi di Christchurch, le vittime delle ragazze erano state già individuate da Trust STOP; la maggior parte erano fratelli o fratelli adottivi; anche coetanei a scuola sono stati abusati ed altri bambini del vicinato a loro affidati a cui facevano da babysitter.
"Abusano nell’ambito di una relazione; sappiamo che questo tipo di abuso all'interno di un contesto affettivo pone maggiori difficoltà [per la vittima]", spiega la Evans.
Le loro vittime erano sempre più giovani, e di solito maschi. Tre bambini abusati avevano una età compresa tra uno e cinque anni.
Il numero delle vittime per ogni ragazza variava da uno a cinque, anche se la Evans ha sostenuto che il numero reale potrebbe essere più elevato a causa dei casi non denunciati, poiché vige la “cultura della negazione”.
L'età media delle ragazze era al momento dello studio di 16 anni, ma alcune di loro erano pre-adolescenti quando hanno cominciato ad abusare.
Nessuna era stata segnalata alla giustizia minorile o costretta a sottomettersi a programmi di trattamento specialistico.
"Tutto ciò rivela che i loro abusi non sono una priorità, e ciò riflette l'opinione generale della comunità", spiega la Evans.
"C'è urgente bisogno di trattare le adolescenti che abusano, perché le femmine che hanno subito degli abusi sessuali tendono a diventare madri precocemente, cioè nel periodo dell’adolescenza", ha sostenuto la Evans.
THE PRESS, Nuova Zelanda, Tim Hume , 1° luglio 2004
I ricercatori di abusi sessuali commessi da ragazze affermano che i reati di abusi sessuali commessi da donne sono cronicamente sottostimati e sono necessari urgentemente speciali programmi di riabilitazione.
I risultati resi noti ieri dal primo studio in Nuova Zelanda sui reati di abusi sessuali commessi da adolescenti femmine riferisce di una "cultura della negazione" su questo reato, che ha permesso ad adolescenti femmine di molestare le giovani vittime, in genere maschi, senza ripercussioni.
Se non saranno riabilitate, le femmine adolescenti che abusano continueranno con ogni probabilità ad abusare e, infine, rappresenteranno una vera minaccia per i propri figli.
L'indagine di 400 professionisti sanitari e della salute mentale hanno identificato a Christchurch otto giovani donne, di età compresa fra i 12 ed i 19 anni, che avevano abusato sessualmente. Sono state identificate altre femmine di età superiore ai 19 anni che avevano abusato, ma per l’età sono state escluse dallo studio.
La capo-ricercatrice Nikki Evans, del Dipartimento di assistenza sociale presso l'Università di Canterbury, ha sostenuto che c’è "una quantità enorme di minimizzazione" che avvolge il fenomeno dell'abuso sessuale commesso da femmine, poiché di solito non è denunciato dalle vittime, dalle famiglie, né dai professionisti della salute.
"Le persone trovano veramente difficile concepire delle giovani donne che abusano sessualmente; è contro la radicata idea delle donne come nutrici e materne", ha detto.
La ricerca mette in risalto come molte persone, compresi i professionisti della salute mentale, percepiscono gli abusi sessuali commessi da femmine come non abusivi o dannosi.
"Se una giovane ragazza abusa di un ragazzo di 12 anni, è visto come un avvio iniziatico e qualcosa di positivo, piuttosto che come qualcosa di traumatico", spiega la Evans.
Il ricercatore Don Mortensen, direttore del Trust STOP, che gestisce programmi di riabilitazione per adulti, adolescenti e bambini che abusano sessualmente, ha sostenuto che la società è stata lenta a riconoscere che l'abuso sessuale commesso da femmine è altrettanto distruttivo quanto quello perpetrato dagli uomini.
Il Trust STOP ha commissionato la ricerca come uno studio di fattibilità, allo scopo di stabilire il primo programma di riabilitazione del Paese per adolescenti femmine che abusano sessualmente.
In quasi tutti gli otto casi di Christchurch, le vittime delle ragazze erano state già individuate da Trust STOP; la maggior parte erano fratelli o fratelli adottivi; anche coetanei a scuola sono stati abusati ed altri bambini del vicinato a loro affidati a cui facevano da babysitter.
"Abusano nell’ambito di una relazione; sappiamo che questo tipo di abuso all'interno di un contesto affettivo pone maggiori difficoltà [per la vittima]", spiega la Evans.
Le loro vittime erano sempre più giovani, e di solito maschi. Tre bambini abusati avevano una età compresa tra uno e cinque anni.
Il numero delle vittime per ogni ragazza variava da uno a cinque, anche se la Evans ha sostenuto che il numero reale potrebbe essere più elevato a causa dei casi non denunciati, poiché vige la “cultura della negazione”.
L'età media delle ragazze era al momento dello studio di 16 anni, ma alcune di loro erano pre-adolescenti quando hanno cominciato ad abusare.
Nessuna era stata segnalata alla giustizia minorile o costretta a sottomettersi a programmi di trattamento specialistico.
"Tutto ciò rivela che i loro abusi non sono una priorità, e ciò riflette l'opinione generale della comunità", spiega la Evans.
"C'è urgente bisogno di trattare le adolescenti che abusano, perché le femmine che hanno subito degli abusi sessuali tendono a diventare madri precocemente, cioè nel periodo dell’adolescenza", ha sostenuto la Evans.
Traduz. per il CDVD di Santiago G.









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