11 dicembre 2009

Fu arrestato senza motivo. Tre anni fa l'artigiano Giuseppe Parro, 46 anni, di Arcugnano, venne catturato dai carabinieri con l'accusa di avere violentato la moglie dalla quale si stava separando. «È una cosa che non sta né in cielo né in terra, totalmente infondata, non ho mai umiliato mia moglie», protestò l'uomo spiegando che in quel periodo, l'estate 2006, stava vivendo un periodo difficile della sua vita.
Dopo quasi un'ora di camera di consiglio il tribunale presieduto da Maurizio Gianesini (giudici Eleonora Babudri e Dario Morsiani), gli ha dato ragione. Ha accolto per il reato più grave di violenza sessuale la tesi difensiva dell'avvocato Andrea Balbo. Invece, ha ritenuto provate le accuse di maltrattamenti per i fatti avvenuti fino al 24 luglio 2006 e Parro è stato condannato a 1 anno di reclusione e al risarcimento di 15 mila euro alla parte civile costituita con l'avv. Milena Gasparotto. La pena è sospesa.
Non c'è dubbio, comunque, che il processo ruotava attorno all'accusa più grave, quella appunto di violenza sessuale, per la quale si erano aperte le porte del carcere. Dopo qualche tempo fu collocato ai domiciliari, anche se Parro spiegò che «l'unica spiegazione che riesco a darmi per il tenore4 della denuncia per violenza sessuale è che mia moglie stava attraversando un difficile momento dal punto di vista psicologico». Anche il pm Marco Peraro all'esito del processo iniziato a febbraio 2008 ha ritenuto che non fosse attendibile l'accusa originaria, ed ha ritenuto sussistessero i maltrattamenti. «Faremo appello per quest'ultimi - ha spiegato l'avv. Balbo - perché dal nostro punto di vista non sono provati neppure le angherie domestiche». Parro sostenne che l'episodio contestatogli dalla moglie nel luglio 2006 era del tutto infondato perché già da un mese non dormiva più assieme a lei e quella sera le chiese di dormire con lei. «Vieni, nessuno ti manderà via, mi rispose, e così fu», ha detto ai giudici sostenendo che nessuno rapporto era stato estorto con la forza.
Il processo è stato una spina nel fianco per l'uomo. Ieri in aula, prima della discussione, è stato sentito come testimone anche il primario di otorino dell'ospedale di Venezia Sandro Bordin. Lungo l'elenco dei testimoni che ha compreso, tra gli altri, anche la dott. Michela Pantano e il sostituto commissario Giampaolo Bettini, amico della coppia. Il quadro che è scaturito è stato quello di una conflittualità domestica nell'ultimo periodo, ma niente che provasse che l'uomo avesse abusato sessualmente della compagna.
«Tra di noi ci furono solo discussioni normali e in alcune occasioni quando mia moglie rifiutava i miei inviti, le chiedevo spiegazioni, magari in maniera pressante, ma sempre in maniera corretta», si è difeso Parro. I giudici sono stati dello stesso avviso. Diversa la questione dei maltrattamenti, perché l'esasperazione di un menage famigliare ormai in crisi aveva indotto talvolta l'uomo ad alzare le mani, alimentando nella donna stress e uno stato di sofferenza psicologica, che avevano alimentato paura e tensione.
«Mia moglie è stata l'unica donna alla quale ho voluto bene - disse l'uomo al giudice quando venne arrestato - e non capisco perché mi accusi di una cosa così grave. Quando litigavamo posso avere alzato la voce, ma non l'ho mai violentata».
Ivano Tolettini
link alla notizia:
www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Cronaca/111210__arrestato_per_lo_stupro_della_moglie.__assolto/


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