22 ottobre 2009

Il 45% dei ragazzi che fanno i bulli a scuola viene condannato per tre diversi crimini entro i 24 anni di età. E’ un dato della Procura di Milano citato da Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di Neuroscienze all’Ospedale Fatebenefratelli di Milano, nel presentare il primo convegno nazionale sul tema del bullismo che si aprirà domani.

‘’Il bullismo c’è da sempre - spiega Mencacci - i dati Istat ci dicono che gli omicidi volontari commessi dai minori sono passati da 14 nel 2000 a 27 nel 2005. Inoltre, oggi la Tv, i videogiochi e il cinema trasmettono ai ragazzi il messaggio che ‘vince il piu’ forte’. Se non curiamo questi ragazzi oggi, avremo dei potenziali criminali e dei depressi domani: il 45% degli ex bulli, entro i 24 anni, è stato condannato presso un tribunale per almeno tre crimini’’.

Il bullismo è quindi sempre meno un fenomeno isolato, e sempre più un’emergenza sociale: più di sette ragazzi su dieci hanno subito le prepotenze di un bullo, o le hanno viste subire a un loro amico. Un fenomeno talmente esteso che gli esperti hanno intitolato il loro congresso chiamandoli ‘I moderni predatori’. L’incontro, promosso dal Ministero dell’istruzione, riunirà all’Istituto dei Ciechi di Milano medici, pedagogisti, forze dell’ordine e istituzioni per ‘’trovare reali soluzioni alle ferite del bullismo - spiegano gli organizzatori - e incontrare più attori del sistema possibili’’.

Il bullismo, raccontano i presidenti della Commissione nazionale per la prevenzione del bullismo Claudio Mencacci e Luca Bernardo (quest’ultimo direttore del dipartimento materno infantile del Fatebenefratelli) ‘’è un fenomeno sociologico, familiare, scolastico e sanitario che ha conseguenze a breve e lungo termine su chi lo attua e chi lo subisce. In Italia è sempre più diffuso’’, tanto che secondo un’indagine della Società italiana di pediatria del 2007, per l’83,8% degli adolescenti il motivo per cui ci si comporta da bullo è quello di essere ammirati all’interno del gruppo.

"Il fenomeno è preoccupante - proseguono gli esperti - ha i contorni dell’emergenza". "Non esistono buoni e cattivi - conferma Bernardo - esistono solo grandi fragilità". E l’età di esordio nel mondo del bullismo, della trasgressione, dello sballo scende vertiginosamente. Hanno fretta di crescere i ragazzi di oggi e cominciano a fumare o a stordirsi con drink e droghe anche dai 12 anni in poi.

Non solo ragazzi ansiosi di diventare ‘capi' che si fanno largo a colpi di minacce e violenze, anche ragazze sempre più aggressive e inclini a ricorrere alle mani, avverte Bernardo. Un cambiamento che fa paura. "Prima il loro era accanimento psicologico: con cattiverie e pettegolezzi puntavano a creare il vuoto intorno alla coetanea presa di mira. Oggi invece non esitano a picchiare. L’aggressione è diventata fisica e brutale come quella dei maschi". L’anno scorso, riferiscono gli esperti, a Milano sono state registrate "436 denunce per lesioni personali imputabili ad atti di bullismo femminile". Il rapporto fra maschi e femmine è 53% contro 47%: la forbice si sta riducendo. "E a poco serve intervenire con i divieti" prosegue Bernardo. "L’unica vera cura è la prevenzione". E il gioco di squadra fra medici, istituzioni, famiglie. I livelli di guardia devono essere al massimo, a cominciare dalle scuole, luoghi privilegiati dai bulli per i loro ‘crimini', sottolineano gli esperti.

"Vogliamo coinvolgere tutti: insegnanti, presidi. A parte gli atti di prepotenza sui compagni, capita sempre più spesso che i ragazzi facciano uso di droghe o alcol. I campanelli d’allarme sono tanti. Non si può far finta di niente quando un 16enne dorme su un banco tre giorni su 4". Il medico chiama a rapporto anche le famiglie: "Spesso sono assenti, non ascoltano i figli, tendono a minimizzare. E invece devono impegnarsi in prima persona. Il nostro obiettivo è restituire questi giovani alla società, vogliamo che i nostri ragazzi tornino ad essere sani".

In questa direzione lavora la Commissione nazionale per la prevenzione del disagio e del bullismo, istituita dal ministro dell’Istruzione, università e ricerca Mariastella Gelmini e presieduta proprio da Bernardo, con Mencacci vicepresidente. Una task force che coordina e catalizza gli interventi, i contributi delle associazioni, le pubblicazioni come il manuale multimediale ‘Stop al cyberbullismo', curato dallo psicologo Nicola Iannaccone e ideato dalla gruppo Bongiorno per affrontare un fenomeno che sta vivendo un vero e proprio boom.

"Diciotto professionisti che senza gettone di presenza, stanno lavorando per uniformare a livello nazionale le iniziative di contrasto al bullismo. Il convegno di domani - concludono i due specialisti - sarà l’occasione per tracciare le linee guida di un’azione coordinata su tutto il territorio".


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