1 marzo 2009

Il titolo richiama uno degli slogan dei cortei femministi contro la violenza sulle donne: proviamo, dunque, a verificarlo alla luce dei dati ISTAT - cause di morte 2006 - rinvenibili qui:
http://www.istat.it/dati/dataset/20090302_00/
Nella tavola 2 del foglio di Excel si può leggere che, su un totale di 282.231 donne morte (in tutte le fasce d'età), le cause sono, nell'ordine:
  1. malattie 263.710
  2. traumatismi, avvelenamenti 9.578
  3. accidenti 7.898
  4. suicidio ed autolesione intenzionale 859
  5. omicidio ed aggressione 154
  6. eventi di intento indeterminato 32
Pertanto, l'omicidio (compiuto da chiunque - anche da altre donne - e con qualunque movente, anche non passionale) è la penultima causa di morte, in un ordine di grandezza 1.700 volte inferiore a quello della prima causa.


Risalendo all'anno precedente - 2005 - si rivela interessante l'indagine EURES-ANSA rinvenibile qui: http://www.ristretti.it/areestudio/statistiche/omicidi_dom_2005.pdf

A pag. 8 la Tab. 11 illustra quante donne sono state uccise in quell'anno, da uomini e per motivi passionali:basta sommare i valori delle righe che vedono come autori "coniuge/convivente", "ex coniuge / ex partner", "partner/amante", "pretendente/spasimante": totale 70 vittime donne.
La stessa tabella ci dice, seguendo gli stessi criteri, quanti uomini sono stati uccisi da donne per motivi passionali: 27 vittime uomini.
In tutto il 2005 il saldo fra le vittime della violenza di genere (movente passionale) è stato di appena 43 donne vittime.
5 marzo 2004


ERRATA

La campagna globale di Amnesty International contro la violenza sulle donne ha fatto uso dell'affermazione, attribuita al Consiglio Europeo, secondo cui "la violenza domestica è la prima causa di morte e disabilità per le donne fra i 16 ed i 44 anni e causa più morti e malattie del cancro e degli incidenti stradali".
Quest'affermazione non corrisponde ai dati cui si riferisce.
Viene quindi cancellata dal materiale di Amnesty International, per venire rimpiazzata dalla frase seguente:
"Secondo uno studio del 1994 basato su dati di un esercizio di modellizzazione della Banca Mondiale, fra 10 cause e fattori di rischio considerati per la morte e la disabilità di donne fra i 15 ed i 44 anni, lo stupro e la violenza domestica erano cause maggiori del cancro, incidenti di veicoli a motore, guerre e malaria." [Lori L. Heise, Jacqueline Pitanguy e Adrienne Germain, 1994, Violence against Women: The Hidden Health Burden (World Bank Discussion Paper 255), World Bank]
La frase usata da Amnesty International è dovuta al Consiglio Europeo, raccomandazione 1582 del 27/9/2002 (http://assembly.coe.int/Main.asp?link=http://assembly.coe.int/Documents/AdoptedText/TA02/EREC1582.htm)
che a sua volta è senza referenza. Questa frase e varianti simili sono state usate da vari gruppi nel mondo: organizzazioni femministe, organizzazioni di salute pubblica, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. È stata variamente attribuita alla Banca Mondiale, all'Organizzazione Mondiale per la Sanità, ad Amnesty International, ed al Consiglio Europeo.
La sorgente originale di questa affermazione sbagliata è: Lori L. Heise, Jacqueline Pitanguy ed Adrienne Germain, ibid., http://www-wds.worldbank.org/servlet/WDS_IBank_Servlet?pcont=details&eid=000009265_3970716144635.


Amnesty International.


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