25 dicembre 2008

da Corriere della Sera

Angherie, ricatti, emarginazione. Gli esperti: le ragazze iniziano alle elementari a imitare i cattivi compagni. I presidi: spesso si creano grandi sofferenze

L' allarme: sono prepotenti e aggressive, molto più dei maschi. I professori: fenomeno in aumento, difficile da riconoscere La psicologa: un sistema sbagliato di relazioni, si va alla ricerca di un capro espiatorio da cacciare dal gruppo


Sono prepotenti, non accettano regole, allontanano chi è diverso da loro, hanno sete di potere e guai a chi non sta dalla loro parte. Proprio come i loro compagni maschi. «Bulle» a scuola. Alle elementari e alle medie, in competizione tra loro e all' inseguimento del «modello vincente», quello maschile. Anzi, sono ancora più aggressive e spietate. Episodi di soprusi, piccoli furti, emarginazioni. Fino a causare, in alcuni casi, un disagio profondo, ai limiti della sofferenza. Iniziano a 9-10 anni, pronte a imitare i loro compagni con ricatti, prese in giro, a volte alzando anche le mani. «Anche se quello femminile - spiega la psicologa Silvia Vegetti Finzi - è un bullismo più psicologico rispetto al modello maschile. È come il gioco della torre: bisogna cacciare dal gruppo un capro espiatorio. È un sistema di relazioni aggressive, molto violente e che lasciano quelli che io chiamo "i lividi dell' anima": sono più difficili da mandare via dei lividi veri». Anche perché, precisa la psicologa, spesso nella vittima delle bulle scatta un processo di autodenigrazione. «Chi è rifiutato - continua Silvia Vegetti Finzi - si accanisce nel voler entrare in quel gruppo e non rivela a nessuno i suoi problemi. Per questo è così difficile individuare il bullismo al femminile». Ne sanno qualcosa i presidi delle scuole: «I maschi - afferma Chiara Bonetti, a capo dell' istituto comprensivo Cadorna di via Dolci - hanno atteggiamenti macroscopici che gli insegnanti riescono subito a individuare e arginare. Con le bambine è più difficile». Cominciano in quarta- quinta elementare, una leader sceglie i componenti del gruppo che si ritrova in classe e, di pomeriggio, nei cortili, visto che gli studenti abitano nello stesso quartiere. «A volte - continua la preside Bonetti - si creano situazioni di profonda sofferenza: la ragazzina emarginata inizia a rifiutare la scuola, si finge malata, non parla. Spesso sono i genitori a segnalarcelo, accusandoci di non aver colto certi segnali. A quel punto cerchiamo di intervenire con l' aiuto delle famiglie, magari chiedendo un supporto psicologico esterno». Circa il 40 per cento degli iscritti alle elementari dichiara di aver subito qualche angheria. E alle medie la situazione peggiora. Tra gli adolescenti un bullo su sei è femmina. «All' intervallo è come vedere l' ape regina con il suo seguito - sospira Antonella Natasi, insegnante di inglese alla media Marconi di Cologno Monzese - : si atteggiano a donne arrivate, circuiscono i compagni di entrambi i sessi. Le bulle stanno diventando un problema grave: con i maschi basta una sgridata per ridefinire i ruoli, mentre le ragazze covano rancore e sono ambigue». Questione di emulazione: «Le ragazze crescono prima - commenta Romano Mercuri, preside della scuola media di viale Brianza - e magari c' è qualcuna che frequenta i più grandi, quelli del liceo, ed emargina chi è ancora una bambina. Se capitano episodi del genere, la scuola interviene spiegando agli studenti che le relazioni vanne mantenute fra tutti i componenti della classe. La cosa più inquietante? Il fatto che alcuni genitori non si accorgano della prepotenza dei loro figli. Sempre il solito problema: ragazzi abbandonati a loro stessi e famiglie assenti». Allora come difendersi dal bullismo? «È meglio non limitarsi all' amicizia con la compagna di banco, al gruppetto nato a scuola - consiglia Silvia Vegetti Finzi -: meglio avere rapporti vari, nati in gruppi sportivi, tra boy scout, in un coro. Insomma, fare attività che permettano d' avere tante appartenenze spezzando così la dipendenza dalle bulle». Annachiara Sacchi HANNO DETTO SILVIA VEGETTI FINZI psicologa Il bullismo femminile è un sistema di relazioni molto violente che lasciano i «lividi» dell' anima ROMANO MERCURI media di viale Brianza È sempre il solito problema: ragazzini abbandonati a loro stessi, con genitori spesso assenti ANTONELLA NASTASI media Marconi, Cologno Monzese All' intervallo si atteggiano come donne arrivate e circuiscono i compagni di entrambi i sessi CHIARA BONETTI istituto comprensivo Cadorna È difficile accorgersi se una ragazza sta subendo qualche angheria. Le «vittime» si tengono tutto dentro

Sacchi Annachiara


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