12 febbraio 2008

di Salvo Intravaia
Una professoressa presa a calci e pugni dalla madre di un´alunna. È accaduto sabato scorso a Pallavicino. A scatenare l´ira della donna è stato un banale motivo: il tentativo di "sequestro" del telefonino che la ragazzina pretendeva di utilizzare in classe durante la lezione. «Abbiamo vissuto una giornata movimentata", ammette il preside della scuola media Borgese, Salvatore Pellitteri, che cerca però di gettare acqua sul fuoco parlando di «una situazione che stava per degenerare a causa di un equivoco. Per regolamento - spiega il capo d´istituto - è vietato usare il cellulare a scuola: quando i professori sono costretti a sequestrarlo, a fine giornata lo restituisco ai genitori raccomandando loro di non farlo più utilizzare ai figli in classe».
L´altro ieri però solo dopo l´intervento della polizia la malcapitata professoressa è riuscita a divincolarsi dalla morsa di mamma e nonna dell´alunna, letteralmente inferocite. I sanitari del pronto soccorso dove la docente è stata accompagnata l´hanno medicata, giudicandola guaribile in quattro giorni. «Sono ancora scioccata - racconta A.I. - non mi aspettavo una simile aggressione. Mi sono ritrovata addosso le due signore che mi prendevano a calci e pugni».
Ma perché è scattato il pestaggio? La prima parte della storia la racconta il preside. «L´insegnante, in classe per una supplenza, si è accorta che una ragazzina utilizzava il telefonino. Dopo averla ripresa più volte, invitandola a spegnerlo, ha chiesto all´alunna di consegnarglielo», dice Pellitteri.
Ma la ragazzina non ne vuole sentire di separarsi dal cellulare e aguzza l´ingegno: invece del suo, consegna alla prof il telefonino della compagna. «A questo punto - continua il dirigente scolastico - l´insegnante scrive sul registro una nota disciplinare a carico dell´alunna». La quale, per nulla intimorita, chiede di uscire dalla classe per andare in bagno e, col suo cellulare, chiama i rinforzi. Qualche momento dopo, si presentano a scuola la madre e la nonna, che inveiscono contro docenti, preside, bidelli. Cercano la professoressa "rea" di avere tentato di sottrarre il telefonino alla figlia.
Nel frattempo suona la campanella di mezzogiorno e arriva un´altra mamma che vorrebbe portarsi a casa la figlia disabile. Non appena l´insegnante di sostegno si avvia all´uscita con la ragazzina, credendo che sia lei la docente da colpire, le due donne scatenano la spedizione punitiva. «Ho cercato di difendermi come potevo - racconta A.I. - ma le due signore sembravano impazzite. Poi sono intervenuti i bidelli».
«Visto che la situazione era degenerata - dice il preside - sono stato costretto a chiamare la polizia». Mentre gli agenti verbalizzavano il tutto, la professoressa ancora dolorante usciva da un ingresso secondario. Ieri la ragazzina era normalmente in classe, mentre l´insegnante di sostegno si ritrova a casa con lividi dappertutto e un ginocchio gonfio. L´alunna verrà punita? «Sarà il consiglio di classe - dice il preside - a stabilire il da farsi».
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scuolaviolenta.blogspot.com/search/label/Genitori vs. professori


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