1 giugno 2001

14 dicembre 2000
Uccide a coltellate baby amante
Aveva una doppia vita. Mariangela era la sua fidanzata, quella che portava a casa per il pranzo della domenica. Adele era l'amante, quella esperta, ventitré anni più grande di lui. Solo che quando Giuseppe Demarinis, 28 anni, ha scelto di «mettere su famiglia» e di dedicarsi tutto a Mariangela. Adele, 51 anni, non gliel'ha perdonato. L'ha ucciso. Sedici coltellate al cuore, al collo e alla schiena. La casa di Adele si è trasformata in un teatro di sangue. Tutto è successo domenica notte, tra l'una e le tre, in vico Piccolo, nel centro storico di Gioia del Colle. Adele Mongelli, 51 anni ha ucciso il suo giovane amante, perché lui voleva lasciarla. La loro relazione era iniziata, circa un anno fa, quando lei si è separata dal marito. Giovanni l'ha conosciuta grazie al gruppo di amici con cui usciva. Tutti agricoltori, che hanno le masserie tra Gioia del Colle e Noci. Adele aveva uno strano giro di uomini, sussurrano in paese. Ma con Giovanni era una storia seria. Lui era qualcosa di più che un passatempo. Lei era molto innamorata e poi, così giovane, prestante, fresco, le faceva dimenticare il suo passato difficile. Quando domenica sera Giuseppe ha tentato di lasciarla, di chiudere per sempre la loro storia, è impazzita. In casa non c'era nessuno. Adele ha tre figli. Con lei vive la bambina più piccola, di tredici anni. Ma domenica sera era dal papà. La sua mamma aveva un appuntamento galante, con il suo babyfidanzato. Niente baci, né cena a lume di candela però. Giovanni ha messo la sua compagna davanti alla verità: «La differenza di età tra noi è troppa. La nostra relazione non può andare avanti. Io ho voglia di avere una vita normale, con una moglie giovane». E' iniziata una lite furibonda. Poi i due si sono calmati e Adele ha aspettato che lui si addormentasse. Seduta sul letto, ha atteso che lui chiudesse gli occhi. Poi ha afferrato un coltello a serramanico, che teneva in casa per squartare le galline, e ha iniziato a colpirlo. Prima all'addome. E quando Giuseppe ha tentato di reagire si è buttata al collo con la lama. Lei è molto più alta di lui, molto più possente. Dopo i primi colpi inferti nel sonno, ha avuto gioco facile. Lui ha lottato. Ha gridato. Ma non c'era più nulla da fare. ha iniziato a perdere sangue. E le forze lo hanno abbandonato. Così è morto sul letto, dissanguato. Tra le sue mani stringeva ancora alcuni capelli biondi della sua amanteassassina. Adele come prima reazione, ha cercato di pulire casa, di occultare l'accaduto. Ha aspettato quasi dodici ore prima di chiamare qualcuno. Alle dodici del giorno dopo, però, ha capito che non c'era più niente da fare. Ha lasciato il secchio e gli stracci, intrisi di sangue e ha chiamato il figlio maggiore. Quando lui è entrato in casa, con i carabinieri, si è trovato davanti la madre sotto choc e la casa tutta cosparsa di sangue. Una scena da terrore. La casa è stata sigillata. Adele è in stato di fermo nel carcere di Bari. - CRISTINA ZAGARIA


01 giugno 2001
Sotto accusa per omicidio volontario Adele Mongelli, di Gioia del Colle - Uccise l’amante, chiesto giudizio
Silvia Imbò
BARI - Ha vegliato per ore il cadavere del suo amante. Non capiva nulla, sapeva solo di averlo trafitto con decine di coltellate. Poi l’hanno portata via. Era il 12 dicembre scorso quando Adele Mongelli, 51 anni, in piena notte, uccise il suo giovane amante, Giuseppe Demarinis, 28 anni. Il suo corpo insanguinato fu trovato nell’appartamento di lei, a Gioia del Colle. Il magistrato inquirente Antonino Lupo ha concluso le indagini ed ha chiesto il giudizio immediato di Adele Mongelli, accusandola di omicidio volontario, senza alcuna aggravante. La decisione è ora affidata al giudice per le indagini preliminari Teresa Liuni, del Tribunale di Bari. Il giudice, poco più di un mese fa, ha accordato gli arresti domiciliari all’imputata che, incensurata, era detenuta per questo omicidio da dicembre scorso.Il sostituto procuratore Antonino Lupo, nel corso delle indagini ha disposto anche una serie di accertamenti e perizie su reperti e Dna del sangue della vittima, affidati ai carabinieri del Racis di Roma. Si voleva stabilire se la Mongelli avesse agito con la complicità di altri. Ma i risultati hanno escluso questa eventualità. Dopo il delitto la donna chiamò al telefono uno dei suoi figli: “Vieni a casa, è successa una disgrazia”, disse. Poi, quando arrivarono i carabinieri tentò di difendersi affermando che lui la voleva violentare. In realtà la donna, con un matrimonio alle spalle e quattro figli, aveva capito che stava per naufragare anche la sua storia d’amore con il giovane Giuseppe Demarinis. Lui, fidanzato a sua volta, le aveva anticipato la sua intenzione di lasciarla. E la donna, che non accettava per nulla quella decisione, decise di convocarlo nel suo appartamento, per discuterne. Una discussione che poi degenerò al punto che la donna, armata di un coltello a serramanico, infierì sul giovane, che, per quanto tentò di difendersi, e di chiamare aiuto, non riuscì ad opporsi alla furia omicida della donna. In paese un po’ tutti la conoscevano, e sapevano della loro storia. Ma nessuno pensava che sarebbe finita così.
link alla notiziahttp://www.barisera.it/cgi-bin/gesarticolo.cgi?codice=3549&azione=RICERCA&date=30-12-2008&bari=ok


Nessun commento:

Posta un commento