immagine di repertorio
La donna, 28enne romena, raccontava finte tragedie personali per avere i soldi
La malattia di un parente, un incidente stradale, un guaio giudiziario.
Erano solo alcune delle scuse che Ana Alina Ursu, prostituta 28enne
romena arrestata dai carabinieri di Piove di Sacco per estorsione e
truffa, avrebbe usato per convincere le sue vittime a consegnarle decine
e decine di euro. L’indagine dei carabinieri era partita a gennaio,
dopo il suicidio di un operaio 48enne. In casa della vittima i militari
hanno trovato una serie di appunti, lasciati proprio dall’operaio, in
cui faceva risalire la sua sofferenza e disperazione all’incontro con la
Ursu. Dopo aver consumato un rapporto a pagamento con la donna,
infatti, ha iniziato a ricevere una serie di telefonate in cui la
prostituta, raccontandole una serie di (finte) tragedie familiari,
chiedeva continuamente soldi, fino a raggiungere la somma di 90mila
euro. Una situazione diventata ormai insostenibile per l’operaio, ma
anche per altre vittime.
Le vittime
I
carabinieri, infatti, hanno scoperto l’identità di altre tre vittime. E
sono state proprio loro a confermare quello che era solo il sospetto
del modus operandi della donna e di altre sue complici, due prostitute e
due amiche che si occupavano di ricevere i pagamenti e che sono state
denunciate. Le donne, infatti, sceglievano tra i clienti quelli più
fragili e li avvicinavano con telefonate. Poi, alternando storie
lacrimose a minacce di morte e di rivelare tutto alle rispettive mogli,
chiedevano soldi, 500 euro, 4.500 euro ma anche, in un caso, 70mila
euro. L’inchiesta, però, non è finita: i carabinieri, dopo aver
arrestato Ursu e averla portata in carcere a Verona, cercano altri
uomini che, entrati in contatto con la donna, possono essere caduti
nella sua rete.
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