Sfrutta il figlio per molestare il marito: donna oristanese rischia 22 anni
La richiesta del pm è esorbitante, lo
ha riconosciuto la stessa pubblica accusa. Che ha anche spiegato i
motivi: l'imputata, una oristanese di 44 anni, utilizzava costantemente
il figlio, un bambino di 10 anni, per molestare e vessare l'ex marito e
la nuova compagna.
Per queso stamattina il
pm Rosanna Nurra ha chiesto la condanna complessiva di 22 anni e sei
mesi per sette capi di imputazione che vanno dallo stalking alla
calunnia, dalle minacce al danneggiamento dell'auto, all'aver indotto il
bambino alle molestie.
La storia risale a tre anni fa e,
secondo le accuse, è andata avanti per mesi, dopo che la donna,
divorziata dal marito, aveva scoperto che l'uomo aveva cominciato una
nuova storia sentimentale.
Da quel momento per l'uomo e la nuova compagna erano iniziati numerosi e pesanti episodi di stalking e vessazioni.
Ma
l'aspetto più grave, ha sottolineato il pm, è stato il costante
coinvolgimento del bambino. Concludendo la requisitoria, il pm ha così
chiesto la condanna della imputata capo per capo, senza riconoscere il
vincolo della continuazione.
Poi la parola
è andata alla parte civile, avvocato Mario Gusi, che si è associato
alle conclusioni della pubblica accusa, facendo notare che la principale
persona offesa è il bambino, strumentalizzato e utilizzato come merce
di scambio.
La difesa, infine: l'avvocato
Manuela Cau ha spiegato che l'imputata ha avuto un tracollo emotivo nel
momento in cui ha scoperto che l'ex marito aveva un'altra compagna. E in
ogni caso, secondo la difesa, tutte le accuse non sono state provate a
dibattimento. Per questo ha invocato l'assoluzione della donna e, in
subordine, la concessione delle attenuanti generiche per lo stato
depressivo nonché il riconoscimento della continuazione fra le accuse.
Al termine della discussione il giudice Carla Altieri ha aggiornato l'udienza per repliche e sentenza all'8 maggio.
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