19 aprile 2018

Reggio Emilia, inventa uno stupro per ripicca verso l’ex

Condannata dalla Cassazione per calunnia. Lui: "Ora torno a respirare"

Reggio Emilia, 19 aprile 2018 - Accusato di violenza sessuale per ripicca. La recente sentenza della Cassazione ha messo fine all’incubo vissuto da un commerciante 44enne reggiano, denunciato dalla ex moglie per stupro. La donna, una 40enne impiegata in un’azienda di Modena, avrebbe infatti accusato l’ex del gravissimo reato a seguito del rifiuto di ricominciare la relazione. I giudici della Corte di Cassazione hanno confermato la precedente sentenza emessa in appello, condannando la donna a un anno e quattro mesi con l’accusa di calunnia. Tutto ha avuto inizio la notte del 26 dicembre di sette anni fa, come racconta il protagonista della vicenda. «Abbiamo fatto l’amore quella notte – spiega il 44enne – pur essendoci già lasciati da tempo. Ma per lei, evidentemente, quella serata rappresentava una sorta di ‘incontro riparatore’, nonostante io le avessi detto che per me la separazione consensuale era definitiva. Lei si arrabbiò moltissimo, dicendomi che voleva ricominciare e mi disse chiaramente: «Te la farò pagare». Poi fui chiamato dal tribunale: per vendicarsi del mio rifiuto, mi aveva denunciato per violenza sessuale». Una volta archiviato il caso nei confronti dell’indagato, però, la 40enne è a sua volta finita a processo per calunnia. Nonostante la condanna in primo grado e in appello, l’ex moglie del commerciante ha presentato ricorso in Cassazione ma i giudici, anche questa volta, le hanno dato torto, confermando la condanna». 
«Un incubo, ma adesso posso tornare a camminare a testa alta». Marco (lo chiameremo così per proteggere i figli minorenni) adesso riesce a respirare senza angoscia. Racconta la sua vicenda con tranquillità e la consapevolezza che una delle più brutte pagine della sua vita è stata finalmente girata. Per Marco, da ieri, è iniziato un nuovo capitolo, dopo sette anni di calvario giudiziario a causa di una denuncia della ex moglie per violenza sessuale che si è poi rivelata una falsità.
Marco, come sta adesso che la vicenda si è chiusa del tutto? 
«È stato un incubo lungo sette anni. Non ho passato degli anni bellissimi. È vero, mi sono rifatto la mia vita, mi sono risposato, ma agli occhi di molta gente che abita nel mio paesino, negli ultimi tempi io ero quello che aveva violentato la sua ex moglie. Mi sono sentito come uno a cui è stata fatta terra bruciata, soprattutto nei confronti dei miei figli. Con uno in particolare, che non vedo dall’inzio della vicenda giudiziaria, sarà difficile ristabilire un qualche rapporto, tutto a causa di una calunnia nei miei confronti. Da padre dico che avrà tutto il tempo per ragionare e rendersi conto della situazione, la porta è sempre aperta».
Quanto ha inciso il clima del ‘caso Weinstein’ nella sua vicenda? 
«Il mio è l’esempio di una falsità che ha rischiato di rovinare la vita a una persona. Il rischio di un pregiudizio nei confronti degli uomini credo sia reale, ma per fortuna, nel mio caso, grazie al volere dei giudici che hanno fatto il loro dovere, una volta sentite le varie testimonianze mi hanno dato ragione. Ho sempre ammirato il lavoro della giudice Beretti che ha seguito il caso, ed è stata veramente in gamba. E pensare che in tutti i gradi che ho passato ho avuto solo giudici donna, ma questo non ha condizionato la giustizia».
Temeva ci potesse essere una sorta di condizionamento?
«Le donne devono denuciare le violenze, ma ci può sempre essere qualcuno che se ne approfitta, un comportamento che la giustizia deve punire come si punisce un uomo che commette violenza. Ho rischiato dai 5 ai 12 anni di carcere per una invenzione dopo 16 anni di matrimonio: se i giudici avessero creduto alla mia ex moglie io adesso sarei ancora dentro. Magari ci sarà gente innocente come me che ha vissuto la stessa vicenda che però, alla fine, si è fatta degli anni di galera per niente».
Ora che farà?
«Spero di ritornare a camminare a testa alta e che quelle persone che mi hanno giudicato per qualcosa che non ero riflettano per dire ‘alla fine lui aveva ragione, non ha fatto niente’».
Qualcuno le dovrebbe delle scuse? 
«No, le scuse non le pretendo, mi basta che queste persone si facciano un esame di coscienza e che si rendano conto della realtà, perché tutti possiamo sbagliare nel criticare».

Link alla notizia:
https://www.ilrestodelcarlino.it/reggio-emilia/cronaca/violenza-sessuale-falsa-ex-1.3858186


Nessun commento:

Posta un commento