Era di sera e le due ragazze andarono a casa del padre di lui, a
Macerata, a prendere M., un bimbo di 4 anni che Rosaria ha avuto
dall’uomo. Lì, c’erano pure Russo e Lettieri. Il divieto di
avvicinamento era scattato in seguito a un primo evento avvenuto
nell’aprile del 2016. Secondo la denuncia presentata dal 36enne, in
quella circostanza, Rosaria lo avrebbe investito con la sua autovettura;
l’ordine restrittivo fu firmato dal gip Nicoletta Campanaro. Russo, che
nella vita lavora nel settore della compravendita di auto, all’uscita
da un negozio del centro storico di Portico, si sarebbe trovato di
fronte la ragazza, al volante di un’utilitaria; Aprea lo avrebbe prima
insultato e poi, pigiando il piede sull’acceleratore, investito,
colpendolo di striscio. Almeno questa fu la versione dell’uomo.
Trasportato in ospedale, Russo fu medicato e dimesso con una prognosi di
pochi giorni. Denunciò l’accaduto, cui seguirono le indagini e
l’ordinanza. La stessa fu notificata a Boutria e a Bifone, che erano con
lei.
Assistite dagli avvocati Giuseppe Foglia, Angelo Raucci e Stefano
Vaiano, Aprea e le amiche sono state, però, assolte dai reati di
aggressione e di diffamazione. «Attendiamo di leggere le motivazioni
della sentenza; dopodiché, ricorreremo in appello», rivela Foglia. «La
decisione del giudice – aggiunge il penalista – va rispettata, ma, in
tutta franchezza, ci lascia molto perplessi. In fase dibattimentale,
abbiamo dimostrato, con prove documentali, non con chiacchiere,
l’inaffidabilità di Russo, facendo franare, tra l’altro, la sua
fantasiosa ricostruzione della vicenda di aprile, a Portico. Circostanza
nella quale filmati di videosorveglianza hanno restituito la verità dei
fatti: non ci fu contatto tra l’auto di Rosaria e Russo. E potrei
proseguire con altri esempi. Credo che il giudice – conclude Foglia –
non abbia tenuto nella dovuta considerazione questi elementi». Va detto,
inoltre, che Aprea, il 24 dicembre, si era recata dal papà di Pasquale,
perché aveva ottenuto l’affido privilegiato del bimbo, ma, a causa del
divieto di avvicinamento, il tribunale aveva stabilito che lo scambio di
M. avvenisse tramite i nonni. Nella breve, intensa e tormentata
esistenza, pubblica e privata, Rosaria ci ha abituati a tutto. Quattro
anni fa, suo malgrado, assurse alla ribalta della cronaca, perché
picchiata dall’allora fidanzato, Antonio Caliendo, che con un calcio
all’addome le spappola la milza e la riduce in fin di vita. La storia
commosse l’Italia: Aprea era la tipica ragazza di provincia che, spinta
dalla voglia di evadere e da un’attraente fisicità, voleva sfondare nel
mondo della moda. Nel 2014, si riscrisse a un concorso di bellezza; fu
un punto di svolta: le sue traversie arrivarono a Patrizia Mirigliani,
che la volle a Miss Italia.
D’ufficio, le assegnò la fascia di Miss Coraggio: un biglietto di sola
andata per la finale di Jesolo, dalla quale ritornò Miss Eleganza. Per
l’opinione pubblica, l’aspirante modella si tramutò in modello da
imitare.
Fonte: http://www.ilmattino.it/caserta/miss_aprea_condannata_stalking_ex_compagno-2475229.html
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