5 febbraio 2017

Alla figlia di appena 9 anni, per convincerla a sopportare le attenzioni di un pensionato 75enne, ripeteva con severa insistenza: «Devi fare quello che ti chiede lui, anche abbassare i pantaloni, o fai peccato a Dio». La donna, una 36 enne marocchina è stata arrestata, su ordine del gip Adriana Cosenza, insieme ad una sua connazionale di 32 anni, per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Quest’ultima, infatti, «gestiva» appuntamenti e clienti della sua amica, ma anche dell’altra figlia, appena maggiorenne.  

LA DENUNCIA
Le indagini scattano poco più di un anno fa, quando una barista di Leini chiama i carabinieri, dopo aver notato che un pensionato nutre delle attenzioni «molto particolari» verso una bambina marocchina alla quale, sovente, offre un gelato. L’ex ambulante di prodotti alimentari viene subito arrestato per violenza sessuale. I militari della Compagnia di Venaria, coordinati dal capitano Giacomo Moschella, appurano che il 75enne ospita la famiglia marocchia. La madre e le due figlie, conosciute, per caso, in un bar di Porta Palazzo, erano arrivate sulle coste spagnole dopo un viaggio in barcone dal Marocco. Sono arrivate a Torino per raggiungere i parenti. Ma per la minorenne, la sistemazione nella casa di Leinì, di quello che lei chiama anche «nonno», come racconterà in lacrime agli psicologi, è un inferno. 

LA TESTIMONIANZA
«Io vado a prendere il gelato con lui e poi lui dà tanti soldi alla mamma. Lei dice che devo fare quello che vuole lui....». Subito dopo il fermo del pensionato (colto in flagranza di reato, mente induce la piccola ad atti sessuali a bordo del suo furgone Volkswagen), la bimba viene affidata ad una comunità protetta. Quando la madre, che vive e veste all’occidentale, va a trovare la figlioletta, indossa il velo, si fa vedere preoccupata e premurosa. Anzi, agli inquirenti racconta che lei affidava volentieri la piccola a quell’uomo che chiamava «Vian», perché si era sempre rivelato molto buono nei confronti della minorenne. Alla quale aveva addirittura acquistato libri e cancelleria per la scuola.  
Ovviamente i militari non le credono. Soprattutto perché la piccola, davanti agli esperto del nucleo Tutela Minori della Procura, quando si parla del «nonno», comincia a piangere. Gli inquirenti, coordinati dal pm del pool delle «fasce deboli», Mario Bendoni, concentrano allora la loro attenzione su quella donna e sull’altra figlia, appena maggiorenne. 

UN GIRO DI PROSTITUZIONE
Gli investigatori capiscono che c’è qualcosa di poco chiaro in tutta la vicenda. Perché, anche se il 75enne è in carcere, la 36enne e la figlia vivono comunque senza rinunce. I militari del Nucleo Operativo di Venaria, iniziano dei controlli serrati. Pedinano le due, ascoltano le loro telefonate. Nel giro di poche settimane emerge un quadro molto chiaro. E inquietante. Madre, figlia e un’altra marocchina di 32 anni, si prostituiscono. Le tariffe vanno da 30 a oltre 100 euro a prestazione. La più richiesta è la 18enne, così l’amica della madre le consiglia: «Fatti bella che lui ti darà una bella ricompensa».  
Tra i clienti ci sono italiani e stranieri che bazzicano a Porta Palazzo. Le tre raggiungono anche i clienti a domicilio, oppure fanno base in un appartamento nella zona di corso Belgio. I carabinieri riescono quindi a ricostruire «il giro» messo in piedi dalle marocchine. Che, una volta, vengono pure perquisite e la 32enne, dialogando con una sua amica al telefono, ammette: «Ho paura che parlino». Ma, oramai, i militari hanno ben presente il quadro e scattano le manette. 


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