Schiaffi, bambini
segregati anche per quattro ore al buio dentro il gabinetto, piccoli
prigionieri delle culle ricoperte di cinghie ben strette, orecchie
tirate, insulti, fino a quel morso finale. Secondo le indagini sarebbe
accaduto tutto in quell'asilo. La maestra ha 34 anni, si chiama M. C., irpina originaria di Caposele, non ha precedenti e ha tutti i requisiti per essere una mestra. L’uomo è
E. P., 34 anni, che adesso, rimesso in libertà dal gip
(Ceres è ai domiciliari) giura la propria innocenza («Se sono già fuori
qualcosa vorrà dire»). P. e C. sarebbero dovuti rientrare a
giorni in Irpinia per le loro nozze, ormai prossime.
L’impianto accusatorio è supportato da ampio materiale audio e video.
Le prove sembrerebbero schiaccianti anche grazie alle immagini delle
telecamere nascoste istallate dai carabinieri. L’asilo, ora sigillato,
era a norma e aveva tutti i certificati del caso.
LA STORIA Una doppia denuncia a inizio maggio di due
dipendenti che, forse per incomprensioni sullo stipendio o forse per un
improvviso, seppur tardivo, moto dell’animo, si erano dimesse andando
poi dai carabinieri a denunciare quanto accadeva sul loro posto di
lavoro. E il morso, il 27 luglio scorso, a un bimbo di due anni
«visto» in diretta dagli investigatori attraverso le telecamere
installate insieme alle «cimici»: così gli investigatori hanno
deciso di intervenire in flagranza di reato. In questo modo è stato
scoperto e chiuso quell'asilo in viale Sarca, alla periferia nord di
Milano.
GLI ARRESTI Due (per il momento) le persone arrestate, ma poi
scarcerate (il gip Stefania Pepe, ha concesso alla donna i domiciliari e
ha rimesso l’uomo in libertà, dopo avergli inflitto la misura
interdittiva dell’esercizio della professione, ndr). Sono il titolare
dell’asilo, in franchising con sedi in mezza Italia, e la compagna e
futura moglie, coordinatrice della struttura, originaria di Caposele. Proprio
lei secondo l'accusa sarebbe stata l’aguzzina. In tutto sarebbero 27 i
casi di violenza documentati, ma probabilmente il numero degli episodi
rischia di crescere ulteriormente.
"Io dico solo che ho trascorso quattro giorni in carcere, ma ora sono
libero: ci sarà un perché". E. P., il 35enne titolare
dell'asilo privato Baby World Bicocca, finito in carcere mercoledì
per maltrattamenti aggravati nei confronti di alcuni bimbi, si difende
così dalle accuse. "Non voglio dichiarare null'altro - dice - tanto la
verità e tutto il resto verranno a galla".
LE FORZE DELL'ORDINE IL BLITZ. Un ingresso in borghese, cercando
di non spaventare i bambini, chiamando a parte la donna, nel tentativo
di evitare l’ennesimo trauma agli ospiti dell’asilo: ecco com’è avvenuta
l’azione liberatoria dei carabinieri, il 27 luglio, coordinata dal
capitano Maurizio De Angelis.
La struttura ospitava bambini dai due mesi ai tre anni. Al momento dell’arresto, C. non ha detto nulla. L’inchiesta continua.
Nessun commento:
Posta un commento