7 giugno 2016

L’hanno arrestata stamattina (mercoledì 21 settembre) all’alba. Mentre lei, Assunta Casella, ancora dormiva, ospite della Caritas di Mondovì, dove aveva trovato rifugio negli ultimi giorni. A Breo, si sono presentati gli uomini del capitano nel Nucleo investigativo dei carabinieri, Giampaolo Canu, che ha coordinato per mesi le indagini sulla morte del pensionato di Paroldo, Severino Viora.  

I sospetti fin da subito erano caduti sulla moglie, Assunta Casella, indagata per omicidio volontario e occultamento di cadavere. Stamattina la svolta: la donna è stata arrestata. In queste ore la stanno interrogando in caserma al Comando di Cuneo. Poi verrà portata al carcere torinese delle Vallette.
Con un comunicato stampa diffuso questa mattina il Comando provinciale dei carabinieri di Cuneo ripercorre la vicenda fino all’arresto della donna: «La sera del 7 giugno scorso, le figlie dell’agricoltore in pensione 78enne Severino Viora si recarono dai carabinieri della Stazione di Ceva denunciando la scomparsa del padre che, dalle prime ore del mattino, si era allontanato da casa, una villetta sita a Paroldo in località Viora 12, senza farvi più ritorno. I militari dell’Arma, con l’ausilio dei volontari della Protezione civile e degli stessi familiari dell’anziano, avviarono immediatamente le ricerche della persona scomparsa nelle campagne e zone boschive circostanti, senza però alcun esito anche a causa del sopraggiungere del buio. Al mattino seguente, appena riprese le ricerche, i carabinieri, nel podere di proprietà del Viora, rinvennero il suo cadavere a ridosso di un albero, semicoperto da una carriola, come se qualcuno lo avesse nascosto. Sul posto, oltre ai carabinieri della stazione di Ceva, i militari della Compagnia di Mondovì e del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Cuneo che, col Medico Legale ed il P.M. Attilio Offman, eseguirono i rilievi tecnico-scientifici. La casa fu sequestrata e, nei giorni seguenti, più volte investigatori e P.M. si recarono sul posto per ulteriori sopralluoghi ed accertamenti. L’esame autoptico aveva poi consentito di chiarire che la morte del Viora era da ricondursi ad “asfissia meccanica” e, dall’esame tossicologico, erano emersi evidenti segni che l’uomo fosse stato prima narcotizzato. In quei giorni sia la moglie della vittima (la 59enne Assunta Casella) e molte altre persone tra familiari, conoscenti della vittima o comunque testimoni vennero ascoltate in caserma dai carabinieri insieme al Pubblico Ministero, sino poi a giungere all’iscrizione nel registro degli indagati per omicidio della stessa signora Casella. Da allora le indagini, coordinate dal P.M. Attilio Offman, sono proseguite a ritmo serrato per tutta l’estate con l’obiettivo di fare piena luce sull’omicidio di Severino Viora. Stamattina è avvenuta l’esecuzione - da parte dei carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Cuneo insieme ai colleghi della Compagnia di Mondovì e della Stazione di Ceva - dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere con l’accusa di omicidio volontario e premeditato a carico di Assunta Casella, ora reclusa nel carcere della Vallette a Torino in attesa dell’interrogatorio di garanzia. La misura cautelare è stata emessa dal G.I.P. del Tribunale di Cuneo Alberto Cavallo, su richiesta del P.M. titolare dell’inchiesta il quale, coordinando l’attività dei carabinieri, ha raccolto nei confronti della donna gravi indizi di colpevolezza, concreto rischio di inquinamento probatorio e pericolo di fuga, fattori che hanno determinato il suo arresto».  


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