15 ottobre 2015

Pene sotto i due anni e niente carcere per gli operatori di Villa Matilde, nel Parmense. Tra di loro anche cinque reggiani.
 REGGIO EMILIA. I filmati realizzati dalle telecamere nascoste dei carabinieri avevano documentato maltrattamenti e vessazioni ai danni degli anziani in modo inoppugnabile. Ieri mattina sette operatori di Villa Matilde di Bazzano di Neviano, nel parmense, tra cui cinque reggiani, hanno scelto di patteggiare. Le pene concordate con il pm Lucia Russo, e ratificate dal giudice Alessandro Conti, vanno da un anno e 8 mesi a due anni.
Sono tutti incensurati e dunque nessuno varcherà le porte del carcere.
Nel marzo scorso i sette operatori erano finiti agli arresti domiciliari dopo che un’indagine dei carabinieri aveva portato alla luce vessazioni ed umiliazioni ai danni degli ospiti della struttura.
Queste le pene patteggiate dagli imputati: A.S.a, residente a Canossa, un anno e 11 mesi; S.G. residente a Ramiseto, un anno e 10 mesi; A. L. residente a Quattro Castella, un anno e 9 mesi; P.D.residente a Canossa, due anni; M.E. residente a Traversetolo, due anni; H.E. residente a Neviano degli Arduni, due anni; A.P. scandianese residente a Lesignano, un anno e 8 mesi.
I maltrattamenti e le condotte offensive sono state documentate da intercettazioni ambientali e immagini raccolte a partire da ottobre 2015. È stata una giovane tirocinante che ha trascorso alcune settimane a Villa Matilde a confermare alcune voci giunte ai carabinieri di Neviano degli Arduini.
La tirocinante ha rotto il muro del silenzio che si era creato in quel luogo e ha denunciato quello che aveva visto, tra l’altro un anziano costretto con la violenza a mangiare inginocchiato la pasta caduta sul pavimento.
Dopo quella denuncia i militari hanno installato videocamere e microfoni che hanno fatto emergere una situazione molto grave. Le immagini hanno infatti immortalato decine di maltrattamenti e condotte offensive su una dozzina di pazienti, ad esempio un uomo lasciato a terra per ore, un’anziana spinta con violenza e picchiata, un ospite non accompagnato in bagno, volgarità gratuite nei confronti degli anziani, soprattutto i più indifesi, quelli affetti da Alzheimer.
La tirocinante ha anche messo nei guai il direttore, raccontando ai carabinieri di averlo subito informato
di quanto aveva visto nella sua breve permanenza.
Il processo per le violenze nell’ospizio lager non è concluso. Restano infatti da definire le posizioni di altri tre operatori di Villa Matilde, accusati di violenza privata, e del direttore, che deve rispondere di omessa denuncia.  


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