1 settembre 2015

La Polizia di Stato di L’Aquila ha denunciato per impiego di minori nell’accattonaggio ai sensi dell’art. 600 octies c.p., una 32enne proveniente dalla Romania.
Gli agenti si sono recati presso il parcheggio di un supermercato cittadino su segnalazione di una cliente dell’esercizio stesso che lamentava la presenza di una giovane donna che induceva un minore a chiedere l’elemosina.
La cliente era stata avvicinata da un ragazzino, all’uscita del supermercato, il quale le chiedeva l’elemosina.
Per meglio individuare le due persone segnalate, gli operatori prima di arrivare nel parcheggio suddetto, si posizionavano nella via superiore dell’esercizio commerciale, ove effettivamente individuavano un bambino seduto all’ingresso dell’esercizio ed una donna al suo fianco, che facevano accattonaggio.
A quel punto gli operatori si dirigevano all’ingresso del supermercato, la donna alla vista della pattuglia tentava di fuggire col bimbo, ma i due sono stati fermati dagli agenti e accompagnati presso gli uffici di polizia per l’identificazione. Il bambino, di anni 8, è il figlio della donna.
Nella prospettiva di una maggiore tutela per i soggetti minori di età, il reato di impiego di minori nell’accattonaggio è stato trasformato con la legge del 15 luglio 2009, n. 94) da contravvenzione in delitto.
Il reato era connotato da un disvalore troppo fortemente percepito sul piano sociale per poter rimanere costretto nella cornice meramente contravvenzionale dell’art. 671 c.p., contestualmente abrogato dalla stessa legge.
Sempre più diffuso, infatti, è lo sfruttamento di minori, soprattutto stranieri, attraverso il loro impiego nell’attività di piccola vendita o di richiesta di elemosina per le strade: la risposta legislativa al fenomeno è stata quella dell’inasprimento della reazione penale nei confronti degli sfruttatori.
La notizia di reato è stata comunicata anche al Tribunale dei Minorenni per le determinazioni di competenza, a protezione del bambino.


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