3 giugno 2015

La rapinatrice del ragazzo down raggirato alcuni giorni fa mentre aspettava l'autobus in stazione, è stata individuata grazie all'articolo del Trentino ed al senso civico di un ragazzo a cui, letto il giornale, è tornata alla mente la scena alla quale aveva assistito decidendo di mettersi in contatto con i carabinieri di Mattarello. L'aggiornamento della triste vicenda ce l'ha raccontato la madre, che tiene a sottolineare come il testimone sia stato anche un suo alunno quando insegnava al Liceo Rosmini.
Nella ricostruzione di M. c'era un buco di tempo che andava dalla pensilina della fermata della stazione, al ponte dei Cavalleggeri. A coprirlo è stato il testimone che ha raccontato di aver visto salire sull'autobus la coppia formata da M. e dalla ragazza mora che gli stava molto vicino e continuava a parlargli. I due sono scesi in via Santa Croce e da questo momento riaffiorano anche i ricordi di M. che si è lasciato convincere ad entrare nel parco Santa Chiara, dove è stato rapinato sia dei contanti (15 euro) che della carta di credito.
La ragazza si è poi portata rapidamente in via Piave dove ha fatto il primo prelievo al bancomat della Cassa Rurale e poi in via Rosmini alla sede del Credem. Lunedì pomeriggio M. e i suoi genitori sono stati convocati in caserma per analizzare alcune foto segnaletiche. Il racconto della madre: «I carabinieri sono stati molto bravi e pazienti a metterlo a suo agio e con calma hanno aspettato che mio figlio riconoscesse la ragazza. Lo ha fatto con sicurezza indicando, tra sei foto segnaletiche, quella di una tossicodipendente pregiudicata per reati analoghi, spesso accompagnati da atti di violenza, che è titolare anche di un foglio di via, ma che invece risiede tranquillamente in città».
La madre, al termine della deposizione, ha voluto conoscere le generalità del ragazzo, la cui testimonianza è stata fondamentale per dare una svolta decisiva alle indagini e, quando le ha sapute, ha riconosciuto un suo ex alunno. «Vorrei sottolineare il suo senso civico, che lo ha portato a contattare i carabinieri mettendosi a disposizione. Un ringraziamento va anche a voi del Trentino che siete stati gli unici a raccontare la nostra storia e grazie al vostro articolo è arrivata una testimonianza decisiva. Purtroppo nemmeno se fosse stata colta in flagranza di reato la rapinatrice sarebbe stata arrestata e adesso chissà quando andrà a processo. Mi auguro solo che il foglio di via diventi operativo e che almeno sia allontanata da Trento».
Notizia positiva è anche quella che M. ha ripreso a uscire di casa da solo ed è anche tornato a quelle lezioni di piano dalle quali tornava la sera della rapina; contemporaneamente ha ripreso il suo lavoro al laboratorio sociale. M. si è messo così alle spalle la brutta storia della quale è stato protagonista.
L'amara conclusione di sua madre è che ormai questi atti di microcriminalità sono sempre più frequenti anche perché è stata diminuita di molto la capacità operativa delle forze dell'ordine messe in crisi anche dal mancato ricambio generazionale, derivante dalla limitazioni di nuovi arruolamenti.
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