La rapinatrice del ragazzo down raggirato
alcuni giorni fa mentre aspettava l'autobus in stazione, è stata
individuata grazie all'articolo del Trentino ed al senso civico di un
ragazzo a cui, letto il giornale, è tornata alla mente la scena alla
quale aveva assistito decidendo di mettersi in contatto con i
carabinieri di Mattarello. L'aggiornamento della triste vicenda ce l'ha
raccontato la madre, che tiene a sottolineare come il testimone sia
stato anche un suo alunno quando insegnava al Liceo Rosmini.
Nella ricostruzione di M. c'era un buco di tempo che andava dalla
pensilina della fermata della stazione, al ponte dei Cavalleggeri. A
coprirlo è stato il testimone che ha raccontato di aver visto salire
sull'autobus la coppia formata da M. e dalla ragazza mora che gli stava
molto vicino e continuava a parlargli. I due sono scesi in via Santa
Croce e da questo momento riaffiorano anche i ricordi di M. che si è
lasciato convincere ad entrare nel parco Santa Chiara, dove è stato
rapinato sia dei contanti (15 euro) che della carta di credito.
La ragazza si è poi portata rapidamente in via Piave dove ha fatto il
primo prelievo al bancomat della Cassa Rurale e poi in via Rosmini alla
sede del Credem. Lunedì pomeriggio M. e i suoi genitori sono stati
convocati in caserma per analizzare alcune foto segnaletiche. Il
racconto della madre: «I carabinieri sono stati molto bravi e pazienti a
metterlo a suo agio e con calma hanno aspettato che mio figlio
riconoscesse la ragazza. Lo ha fatto con sicurezza indicando, tra sei
foto segnaletiche, quella di una tossicodipendente pregiudicata per
reati analoghi, spesso accompagnati da atti di violenza, che è titolare
anche di un foglio di via, ma che invece risiede tranquillamente in
città».
La madre, al termine della deposizione, ha voluto conoscere le
generalità del ragazzo, la cui testimonianza è stata fondamentale per
dare una svolta decisiva alle indagini e, quando le ha sapute, ha
riconosciuto un suo ex alunno. «Vorrei sottolineare il suo senso civico,
che lo ha portato a contattare i carabinieri mettendosi a disposizione.
Un ringraziamento va anche a voi del Trentino che siete stati
gli unici a raccontare la nostra storia e grazie al vostro articolo è
arrivata una testimonianza decisiva. Purtroppo nemmeno se fosse stata
colta in flagranza di reato la rapinatrice sarebbe stata arrestata e
adesso chissà quando andrà a processo. Mi auguro solo che il foglio di
via diventi operativo e che almeno sia allontanata da Trento».
Notizia positiva è anche quella che M. ha ripreso a uscire di casa da
solo ed è anche tornato a quelle lezioni di piano dalle quali tornava la
sera della rapina; contemporaneamente ha ripreso il suo lavoro al
laboratorio sociale. M. si è messo così alle spalle la brutta storia
della quale è stato protagonista.
L'amara conclusione di sua madre è che ormai questi atti di microcriminalità
sono sempre più frequenti anche perché è stata diminuita di molto la
capacità operativa delle forze dell'ordine messe in crisi anche dal
mancato ricambio generazionale, derivante dalla limitazioni di nuovi
arruolamenti.
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