È stata denunciata dai carabinieri per
aver maltrattato il suo cagnolino. L’aveva legato così stretto che la
catena è penetrata nelle carni in profondità. Una sofferenza inaudita a
cui si aggiungono le precarie condizioni igienico sanitarie a cui
l’animale è stato costretto.
Ha trent’anni e abita a Quingentole la donna che, con tutta
probabilità, finirà a processo. A segnalare il caso all’Oipa
(Organizzazione Internazionale Protezione Animali) sezione di Mantova, è
stato un vicino di casa che alle ventitrè di sabato scorso, sentendo
guaire il cane, si è avvicinato e ha visto che, oltre a non avere una
goccia d’acqua, era anche senza cibo.
L’indomani i volontari dell’Oipa si sono recati sul posto con i
funzionari del servizio veterinario dell’Asl, e hanno verificato la
situazione. In effetti la catena era conficcata nel collo. Il cagnolino è
stato liberato e dato in affido al canile di Pegognaga.
Sono state poi
accertate le generalità della proprietaria, una trentenne che risiede a
Quingentole, denunciata ai carabinieri di Revere per violazione
dell’articolo del codice penale 544-ter che così recita:
Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche ecologiche, è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro.Fonte: http://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2015/01/07/news/cane-maltrattato-denunciata-una-trentenne-1.10622498
La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell'animale.
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