17 dicembre 2014

Una psicologa è nei guai dopo che la polizia l'ha accusata di aver ucciso il marito, facendone a pezzi il corpo con una motosega e occultando i resti in diverse buste di plastica sparse in tutta l'area metropolitana di Città del Messico. 
Tutto è iniziato il 6 novembre scorso, quando il tronco corporeo di un uomo piuttosto robusto, decapitato e senza arti, fu rinvenuto a Cuautehmoc, una delle aree circostanti la capitale messicana. Poche ore più tardi, in un'altra zona di Città del Messico furono ritrovati altri resti: le braccia e le gambe, senza mani né piedi.
La polizia iniziò a sospettare che si trattasse dei resti della stessa persona, tesi poi confermata dai medici legali.
L'uomo fu identificato come il 41enne Allan Carrera Cuellar, ma sua moglie, Maria Alejandra Lafuente Casco, che in un primo momento collaborò come testimone nelle indagini, non aveva mai denunciato la scomparsa. Anzi, per non insospettire i familiari del marito continuò per giorni a inviare sms dal suo cellulare.
La testa e ciò che rimaneva di mani e piedi fu ritrovato nei pressi della casa della coppia, insieme ad una sega elettrica, lo strumento con cui la donna avrebbe fatto a pezzi il corpo.
Quando Maria si è sentita accerchiata dalle indagini, ha provato a sfruttare le proprie conoscenze professionali per farsi ricoverare in una casa di cura per malattie mentali, allo scopo di evitare il processo. Purtroppo per lei, non è bastato, ed ora sarà rinviata a giudizio.
Fonte: http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/ESTERI/pezzi_corpo_marito_sparsi_citt_amp_agrave_foto_citt_amp_agrave_del_messico/notizie/1072695.shtml
L'uomo fu identificato come il 41enne Allan Carrera Cuellar, ma sua moglie, Maria Alejandra Lafuente Casco, che in un primo momento collaborò come testimone nelle indagini, non aveva mai denunciato la scomparsa. Anzi, per non insospettire i familiari del marito continuò per giorni a inviare sms dal suo cellulare. La testa e ciò che rimaneva di mani e piedi fu ritrovato nei pressi della casa della coppia, insieme ad una sega elettrica, lo strumento con cui la donna avrebbe fatto a pezzi il corpo.

Quando Maria si è sentita accerchiata dalle indagini, ha provato a sfruttare le proprie conoscenze professionali per farsi ricoverare in una casa di cura per malattie mentali, allo scopo di evitare il processo. Purtroppo per lei, non è bastato, ed ora sarà rinviata a giudizio. Lo riporta Excelsior.com.mx


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