20 dicembre 2014

Assolto perché il fatto non sussiste.
È finito così il processo chevedeva imputato per maltrattamenti A.V., 51 anni, originario di Venezia, dove vivono i suoi genitori. Lui ora risiede all’estero, dove ha costruito gran parte della sua importante carriera.
Si era ritrovato a processo per i maltrattamenti alla moglie, che si era costituita parte civile con l’avvocato Laura De Biasi e che aveva chiesta 30mila euro di risarcimento. Aveva denunciato continue umiliazioni: la donna sarebbe stata criticata per tutto. «Sei grassa sfatta, fai schifo, non vali niente» sarebbero state le parole rivolte quotidianamente alla moglie; e non avrebbe risparmiato umiliazioni ai figli, secondo le accuse.
Lui, difeso dall’avvocato Silvia Dolif, era fiducioso di dimostrare la sua innocenza ai fatti. A quella famiglia non ha fatto mai mancare nulla, né materialmente né affettivamente. Come emerso dal processo, passa alla ex 1.600 euro di assegno al mese e le ha lasciato la casa a Belluno.
La difesa ha puntato il dito su diverse imprecisioni: episodi contestati all’imputato, ad esempio, quando lui, come dimostrato, era all’estero.
Dopo la sentenza l’uomo ha spiegato di essersi sentito calunniato e diffamato per le accuse che gli sono state ingiustamente rivolte. Gli amici che gli erano vicini anche ieri lo descrivono come una persona assolutamente rispettabile, che si è sempre preoccupata quotidianamente dei figli.


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