Raggirato da un'avvenente ragazza, drogato e rapinato. Infine abbandonato semi incoscente sul ciglio della strada.
La storia che ha come scenario uno dei quartieri più esclusivi di
Roma, comincia con la denuncia di un figlio che arriva lunedì scorso
negli uffici del commissariato Vescovio.
La denuncia di scomparsa. L'uomo racconta ai poliziotti
che il padre è sparito. Da quattordici ore non ha più sue notizie.
Dovevano incontrarsi per un appuntamento importante in banca, nel
quartiere Trieste, ma l'ottantaquattrenne non è mai arrivato. Scattano
le ricerche, coordinate da Antonio Mendolia, dirigente del
commissariato.
Le indagini. Gli agenti si recano all’abitazione
dell’anziano in corso Trieste, una volta aperta la porta d’ingresso si
accorgono che l’appartamento è completamente a soqquadro. Il figlio
spiega che diversi monili in oro e argenteria non ci sono più. La foto
dell'uomo viene data alle volanti che cominciano a setacciare il
quartiere.
Il ritrovamento. All’alba del giorno successivo
l’anziano viene rintracciato nei pressi di piazza Annibaliano, in stato
di incoscienza e con una vistosa ferita al capo. Viene trasportato al
pronto soccorso del Policlinico Umberto I per le prime cure. Le prime
analisi hanno un verdetto univoco: l'anziano è stato drogato,
probabilmente con un potente sonnifero. Quando si sveglia, il
vecchietto, dice poco. Sta molto male, per i medici ha rischiato di
morire.
La donna misteriosa. Racconta dell'incontro con una
donna che conosceva, un'amica con cui si era già appartato in passato,
ma non fornisce troppi particolari. Probabilmente si vergogna, perché la
storia che lo vede protagonista e vittima, è di quelle da tenere
custodite nell'intimo. L'uomo, infatti, ex funzionario statale, è
benstante e vive in una bella casa. La preda prefetta. Il fiuto dei
poliziotti, quindi, va sulla pista giusta. Due giorni dopo gli agenti
grazie al telefonino riescono ad arrestare in Umbria una cittadina
romena di 30 anni, per gli investigatori è responsabile di sequestro di
persona a scopo di rapina.
Il camper galeotto. L’uomo è riuscito a raccontare agli
investigatori che il giorno della sua scomparsa aveva incontrato una
giovane conoscente, che lo aveva invitato ad appartarsi in un camper
dove gli aveva offerto una bevanda che gli aveva causato l’immediata
perdita dei sensi. Ricorda solo che la ragazza voleva parlargli della
madre malata e di quanto aveva bisogno del suo aiuto.
Sonno profondo. L'ottantaquattrenne dormirà per 14 ore,
lasciando il tempo alla giovane romena di rubargli le chiavi, svaligiargli l'appartamento e di coprirsi la
fuga. Le poche descrizioni fornite sono state comunque sufficienti a
permettere l’identificazione della donna, che nel frattempo aveva già
lasciato il territorio capitolino rendendosi irreperibile e che al
termine di laboriose ricerche condotte con l’utilizzo di avanzati
dispositivi di localizzazione satellitare è stata rintracciata ed
immediatamente sottoposta a fermo di Polizia Giudiziaria.
«Sono malata, ho la Tbc». Pur di sottrarsi
al carcere, la donna non ha esitato a dichiararsi ammalata. "Ho la Tbc",
ha detto ai medici, ma gli accurati accertamenti sanitari hanno
scongiurato tale ipotesi e per lei si sono aperte le porte del carcere
di Rebibbia.
http://www.ilmattino.it/PRIMOPIANO/CRONACA/anziano-narcotizzato-per-14-ore-rapinato-di-oro-e-argenteria/notizie/1013550.shtml
16 novembre 2014
Etichette: avvelenamenti , rapine , sequestri di persona , violenza su anziani
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