11 gennaio 2011

Resi noti i nomi dei tre arrestati nell’ambito dell’indagine convenzionalmente denominata “Georgia”, soggetti ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata a favorire l’ingresso ed il soggiorno illegale nel territorio italiano di cittadini georgiani, soprattutto donne, privi di documenti. Il nome dell’indagine prende spunto dalla nazionalità dei cittadini extracomunitari.
Gli arrestati risultano essere indagati, a vario titolo, anche per reati di estorsione e di minaccia nei confronti degli stessi cittadini extracomunitari, costretti a versare all’associazione parte dello stipendio percepito nei miseri lavori, generalmente badanti o braccianti agricoli, in cui venivano occupati.
Sono stati tratti in arresto:
Lia CHKHEIDZE, cl. 1964, nata in Georgia residente a Oria (foto in alto);
Giovanni DE BARI, cl. 1966, residente ad Oria;
Marcello GUIDONE, cl. 1976, residente ad Oria.
L’attività di indagine nasce nell’agosto del 2009 a seguito della denuncia prodotta da due ragazze di nazionalità georgiana che, per il tramite dell’associazione, avevano raggiunto la città di Oria e successivamente anche l’impiego come badanti presso famiglie della zona, non solo di Oria.
L’attività di indagine è stata condotta dal Nucleo Operativo di Francavilla Fontana coadiuvato dalla Stazione Carabinieri di Oria e diretta dal dott. Milto Stefano DE NOZZA, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi. Le relative ordinanze di Custodia Cautelare sono state emesse dal GIP del Tribunale di Brindisi dott. Giuseppe LICCI.
L’attività di indagine ha dimostrato l’esistenza di una vera e propria associazione a delinquere finalizzata oltre che all’ingresso ed al soggiorno nel territorio italiano di cittadini extracomunitari non in regola con la vigente normativa, ma anche ad estorcere denaro alle povere donne che via via venivano impiegate come badanti o come braccianti agricole. Parte dello stipendio infatti veniva versato a due degli arrestati, marito e moglie, che lo pretendevano anche attraverso minacce ed aggressioni. La compagine criminosa si preoccupava altresì di trovare gli alloggi per i cittadini extracomunitari.
Ruolo apicale all’interno dell’associazione è quello del DE BARI e della CHKHEIDZE. Il DE BARI ha rivestito un ruolo di supremazia rispetto a quello della consorte, sebbene in un contesto caratterizzato da una perfetta distribuzione dei compiti. Il GUIDONE fungeva soprattutto da intermediario presso le aziende agricole e quindi incaricato soprattutto di trovare i lavori.
I coniugi CHKHEIDZE-DE BARI agivano nel seguente modo: le cittadine straniere, dai Paesi di origine, contattavano LIA CHKHEIDZE, presente sul territorio nazionale, la quale prometteva un lavoro sicuro come “badante” a persone anziane o lavori in aziende agricole. In Oria DE BARI, LIA e GUIDONE Marcello si prodigavano nel reperire alloggio e lavoro alle extracomunitarie.
Le cittadine straniere venivano impiegate presso famiglie italiane bisognose, in qualità di “assistenti familiari” in gergo, chiamate “badanti”. La richiesta dei coniugi CHKHEIDZE-DE BARI, di compenso per il “reperimento dei lavori”, variava a secondo dell’entità dello stipendio, con una percentuale fissa del 50%, oscillante tra 300 e 400 euro, a parte il rimborso pertinente alla prima accoglienza che doveva essere rimborsato con altre mensilità. La dazione di denaro che veniva effettuata dalle cittadine georgiane in favore dei CHKHEIDZE-DE BARI era una prassi consolidata in quanto già dai luoghi d’origine sapevano che in un certo senso dovevano sdebitarsi per il reperimento dei lavori. Vi è prova che molte di queste richieste avvenivano mediante l’utilizzo di minacce rivolte alle cittadine georgiane in caso di inadempimento o ritardo nella consegna del denaro pattuito.
Il disegno criminoso attuato dai coniugi CHKHEIDZE-DE BARI era studiato in maniera metodica e accurata. Una volta trovata la prima occupazione alle sventurate georgiane, già nel primo mese di occupazione, facevano in modo di convincere le famiglie che le stavano impiegando a licenziarle. L’abilità dei coniugi era quella di persuadere i familiari dell’assistita, a cambiare badante trovando motivazioni di fantasia (donne inesperte, sfaticate e di facili costumi) assicurando l’assunzione di una georgiana migliore. Questa metodologia permetteva ai CHKHEIDZE-DE BARI di incassare, per ogni assunzione, il 50% del primo stipendio di ogni georgiana impiegata. E’ chiaro quindi che conveniva loro farle licenziare e trovargli una nuova collocazione.
Nell’eventualità in cui qualche cittadina Georgiana si rifiutava al pagamento della richiesta estorsiva, interveniva DE BARI, che con la sua presenza imponente ed i suoi metodi efficaci, riusciva ad incutere timore nelle malcapitate, costringendole a versare quanto preteso.
Anche i modi burberi e violenti di LIA CHKHEIDZE non erano da meno; le indagini permettevano di appurare la situazione drammatica di alcuni assistiti: alcune volte, infatti, LIA ricorreva alle maniere forti, percuotendo l’assistita anziana signora disabile, al fine di portarla alla ragione e alla totale innocuità. Suggeriva, altresì, alle sue connazionali di attuare lo stesso metodo per le loro assistite, poiché, secondo le sue esperienze era l’unico maniera in grado di calmare le sventurate vecchiette inabili, incontinenti e irascibili.


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