20 dicembre 2010

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Matteo ha 65 anni e una lieve disabilità fisica: «L’ho conosciuta online, mi ha contattato lei su un sito di appuntamenti – racconta chiedendo l’anonimato –. Pensavo mi amasse, volevo sposarla, lei doveva venire in Italia, ma ogni volta succedeva qualcosa e mi chiedeva di mandarle dei soldi in Russia. In sei mesi, dal 30 novembre 2009 al 26 maggio di quest’anno, Yuliya Muhorina mi ha scucito 17.900 euro che le ho versato tramite Western Union. Ho conservato tutte le ricevute di trasferimento». Per trovare il denaro Matteo ha chiesto, in anticipo, la liquidazione maturata in vent’anni di lavoro.
«Più sono ingenui più le ragazze ne approfittano», spiega Mariana, titolare dell’omonima agenzia matrimoniale alle porte di Torino, a cui ha chiesto aiuto Matteo. «Falsificano passaporti e visti, prenotazioni d’albergo e biglietti aerei. Poi, prima di una vita felici e contenti che non arriverà mai, s’inventano contrattempi di ogni genere: una malattia, un incidente, un debito da saldare. E le vittime non denunciano la truffa per la vergogna. Così il fenomeno è sommerso e gli unici campanelli d’allarme suonano nei Western Union e nelle agenzie matrimoniali».
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