19 ottobre 2010


Era stato accusato di avere tentato una violenza sessuale su una donna che si era recata in Questura per denunciare ripetute molestie telefoniche. Ieri, a quasi quattro anni di distanza dalla denuncia, arrivata nel dicembre del 2006, un sovrintendente di polizia messo sotto processo a causa della denuncia della donna, è stato assolto «perché il fatto non sussite» dal collegio giudicante presieduto da Pasquale Pantalone. Un'assoluzione che in pratica corrisponde all'antica «insufficienza di prove», non più esistente nel nuovo ordinamento, e che arriva dopo che il pm Marco Imperato aveva chiesto per lui un anno di reclusione con l'imputazione di «tentata violenza sessuale», meno grave di quella con cui era iniziato il procedimento a carico del poliziotto che era invece di violenza sessuale. Per arrivare al verdetto sono stati sentiti in questi anni 8 testimoni, fra altri agenti di polizia e amici e parenti della donna che ha denunciato l'agente, oltre alla parte civile e allo stesso sovrintendente, che ha sempre respinto con forza l'accusa che gli è stata rivolta.
Secondo la donna, che si era recata in Questura per denunciare continue molestie telefoniche che stava subendo ormai da diverso tempo, tutto sarebbe stato nella norma al momento di raccogliere la sua denuncia, quando, oltre al sovrintendente da lei accusato, erano presenti altri due colleghi. La tentata violenza sarebbe invece avvenuta al momento dell'uscita dall'ufficio, quando la donna era rimasta sola con il sovrintendente: a quel punto, quest'ultimo, sempre stando alla ricostruzione della donna, l'avrebbe afferrata per un braccio, dicendole «adesso ti molesto io, ma in modo elegante» e cercando quindi di baciarla. La donna, dopo essersi divincolata, era tornata a casa ed era apparsa sconvolta al convivente e ai famigliari cui aveva raccontato l'accaduto presentando poi denuncia nei confronti dell'agente. Il sovrintendente ha però sempre negato con forza di avere tentato qualunque tipo di «avance» alla donna e, difeso, dall'avvocato Valentina Carluccio, ha deciso di portare avanti il procedimento giudiziario sino alla conclusione arrivata ieri, con il giudizio di primo grado che è gli è stato favorevole in quanto non sono stati trovati riscontri alla denuncia della donna. E, in attesa di sapere se l'accusa farà ricorso in appello, per il sovrintendente, che ha trent'anni di carriera alle spalle, c'è stata la soddisfazione di vedere riconosciuta come veritiera la sua versione dei fatti.


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