17 ottobre 2010


Una donna di 54 anni di Due Carrare, nel padovano, è accusata di aver simulato il suicidio e di aver ucciso il marito. Loretta Santinello, questo il suo nome, è stata ritrovata nella sua automobile venerdì mattina. La donna era insieme al marito, a prima vista morto a causa delle esalazioni da monossido di carbonio. Come riportato dal Gazzettino, la la Santinello ha raccontato di essersi chiusa in macchina insieme al marito nella sera di giovedì. Intorno alle 19 i due, che avevano deciso di togliersi la vita insieme, avrebbero attaccato un tubo di gomma allo scarico dell'auto, una Punto, e poi collegato e incerottato al finestrino posteriore della macchina. Solo il mattino dopo i due sono stati ritrovati: alle 6,30 di venerdì mattina, i carabinieri e i sanitari del Suem hanno trovato il marito, Paolo Varotto, cinquantaseienne invalido al cento per cento, già cadavere. La moglie, invece, non presentava alcun segno di intossicazione da monossido di carbonio. In ospedale la Santinello ha anche confessato ai carabinieri di aver dato al marito una miscela di ansiolitici, gli stessi farmaci che l’uomo assumeva per affrontare l’astinenza da alcol. Il pubblico ministero Roberti non crede alla ricostruzione della donna, che parla di un suicidio concordato, e nemmeno alla lettera d’addio che Loretta ha scritto per il figlio Mauro, ventiseienne disoccupato, arrestato per droga dai carabinieri della Compagnia di Abano poche ore dopo il ritrovamento del cadavere del padre e l’arresto della madre. Per il pm si tratterebbe di omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione. Loretta Santinello si trova attualmente piantonata nel reparto di osservazione all’ospedale di Monselice e lunedì mattina verrà portata davanti al giudice per l’udienza di convalida dell’arresto. L'autopsia sul corpo del marito sarà invece effettuata martedì.


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