29 ottobre 2010

14 maggio 2010 - Denuncia stupro,era tutto architettato e falso. Donna sotto processo. Finisce un incubo per l'uomo accusato


Droga il capo e lo accusa di stupro
Indagata segretaria

Dopo aver drogato il suo ‘capo’, l’ha accusato di averla stuprata, inscenando la violenza. Tutto questo per rubargli 2 mila euro. In questo modo, una segretaria, assistente personale di un manager, è finita nel registro degli indagati della Procura di Milano per calunnia, appropriazione indebita, truffa aggravata, stato di incapacità procurato mediante violenza, lesioni volontarie e danneggiamento.
La donna, A.V. un’italiana di 46 anni, segretaria di un manager milanese di 44 anni, avrebbe drogato il suo ‘boss’ con il benzodiazepine, un potente psicofarmaco, il 2 febbraio 2005, inscenando un tentativo di stupro compiuto da lui ai suoi danni. A.V., infatti, venne trovata dagli agenti nell’ufficio, sdraiata sul pavimento, con la camicia e il reggiseno tagliati e a fianco un paio di forbici insanguinate. Il manager, invece, venne ritrovato nel box dello stabile in stato confusionale e con una borsa col manico sporco di sangue. L’uomo, poco dopo, venne ricoverato in ospedale, mentre la donna lo denuncio’ accusandolo di aver cercato di stuprarla. Quindi, partì l’inchiesta della Procura, affidata al pm Marco Ghezzi.
Le analisi sulla borsa e sulle forbici hanno rivelato però che il sangue trovato era mestruale e dagli accertamenti sull’uomo, che soffre di attacchi ischemici, si è scoperto che aveva ingerito benzodiazepine. L’accusa di violenza sessuale nei confronti dell’uomo, difeso dall’avvocato Giovanni Bana, dunque, è stata archiviata. Mentre la donna è indagata per aver inscenato lo stupro, mettendo lo psicofarmaco nel caffè portato quella mattina al suo boss. La segretaria, difesa dall’avvocato Giovanna Merenda, è anche accusata di aver fatto sparire 20 mila euro dai conti della società. La Procura ha chiesto per lei il rinvio a giudizio e la decisione spetterà al gup Chiara Valori, il prossimo 7 giugno.

29 ottobre 2010

Con l'accusa di calunnia è stata condannata a 5 anni di reclusione una segretaria che drogò il capo incolpandolo poi di violenza sessuale. Da carnefice a vittima, il manager milanese di 64 anni, titolare di una società di acquisizioni, provò di essere stato raggirato dopo un ricovero, in occasione della presunta aggressione, il 2 febbraio 2009. I medici trovarono nel sangue dell'uomo tracce di benzodiazepine, un potente psicofarmaco.
La segretaria - Silvia Vastola, 46 anni, è finita a giudizio non solo per calunnia, ma anche per appropriazione indebita consumata e tentata, truffa aggravata, danneggiamento, alterazione di sistema informatico, stato di incapacità procurato mediante violenza e lesioni volontarie. E' stata assolta solo dagli ultimi due reati contestati e condannata a 5 anni di reclusione per gli altri.
La vicenda - In base a quanto ricostruito dal pubblico ministero Marco Ghezzi, la donna avrebbe ordito il complotto perché aveva sottratto al manager circa 20mila euro e stava per essere scoperta. Il giorno del presunto stupro, la 46enne era stata trovata nell’ufficio del capo, sdraiata sul pavimento, con la camicia e il reggiseno tagliati. Accanto un paio di forbici sporche di sangue. I poliziotti intervenuti sul posto avevano trovato il 64enne nei box dello stabile mentre, in stato confusionale, cercava di aprire la propria macchina con il telefono cellulare, invece che con il telecomando. Con sé aveva una borsa di pelle, con l’impugnatura pure sporca di sangue. L'uomo era stato quindi ricoverato in ospedale, mentre la segretaria era stata portata al centro violenze sessuali della Mangiagalli.
I risultati dell’analisi sulle forbici hanno scagionato l’uomo, che intanto aveva scoperto gli ammanchi nella società e denunciato la segretaria per truffa aggravata e appropriazione indebita. A dissipare ogni dubbio è stato poi il benzodiazepine, che la donna aveva sciolto nel caffé prima di costruire la scena della presunta aggressione.


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