27 marzo 2010

http://www.nuovasocieta.it/interviste/5082-sono-stata-torturata-in-un-collegio-religioso.html

G., anni 60 racconta la sua terribile esperienza.

" La mia mamma è rimasta vedova a 29 anni e mi ha messo in collegio dalle Suore del Sacro Cuore dai tre ai sei anni. Ricordo tre cose che mi hanno segnato: la paura, le torture, la delazione ed anche il fatto di essere nello stesso tempo aguzzino e vittima.
Le torture arrivavano al punto di legare un ragazzino al calorifero caldo, di metterci in cantina al buio anche per due giorni e due notti di fila, di farci mangiare per forza cose che ci ripugnavano ( per me era il tonno, per un altro ragazzino il minestrone). Il controllo era totale perché le suore giravano tra i tavoli della mensa mentre mangiavamo e non era possibile avanzare nulla.
Eravamo incoraggiati a fare la spia: quando è capitato a me di essere denunciata, ho picchiato quello spione con tutte le mie forze e sono finita in cantina. Io ero ribelle ma altri si adeguavano perché tanta era la paura.
La pressione psicologica era forse ancora più condizionante delle punizioni, ed influiva sulla formazione del carattere. Molti di noi, per la paura, si facevano la pipì addosso ed erano esposti al ludibrio del resto del collegio: li chiamavamo i pompieri, forse perché associavamo la pipì con l'acqua. Al malcapitato veniva legato il lenzuolo bagnato di pipì sulla testa e noi dovevamo prenderlo in giro. Lo facevamo con la stessa crudeltà che le suore usavano per noi . Sapevamo di essere sorvegliati, ma sapevamo anche che eravamo nello stesso tempo torturati e torturatori. A me questo creava grossi problemi di coscienza perché mentre insultavo la vittima sapevo che il giorno dopo avrebbe potuto capitare a me di essere al suo posto.
Ho tentato di parlarne con mia madre ma era oberata da mille problemi e non voleva credermi: l'autorità delle suore era ben superiore a quella di un bambino piccolo, anche perché nessuno mai le ha denunciate".


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